Brano: Ceka del Viminale
ottobre 1922), Mussolini e gli altri* capi del fascismo non si sentivano sicuri; temevano la propaganda e Fazione dei numerosi oppositori e miravano a stroncarle con ogni mezzo. Fu appunto per intimidire Gon azioni criminose di selvaggia violenza gli avversari politici, che essi decisero di costituire l’organizzazione (le cui origini risalgono ai primi del 1923), a formare la quale furono subito designati Amerigo Dumini (v.), Aldo Rutato, Giuseppe Viola, Albino Volpi, Amleto Poveromo, Augusto Malacria e un certo Zaccagnini in funzioni di autista (tutti identificati per aver preso parte all[...]
[...]veromo, Augusto Malacria e un certo Zaccagnini in funzioni di autista (tutti identificati per aver preso parte all’assassinio di Giacomo Matteotti). Alla banda fu aggregato anche lo jugoslavo Otto Thierschald, già disertore dall’esercito austroungarico durante la guerra 191518, poi confidente della polizia, al quale fu dato l’incarico di avvicinare Matteotti e di studiarne le abitudini. Ma prima ancora dell’assassinio del deputato socialista, la Ceka del Viminale aveva operato numerose aggressioni: contro l'on. Giovanni Amendola, capeggiata dal quadrumviro Emilio De Bono (v.), a Roma; contro fon. Forni (organizzata da Giunta); contro l’on. Ulderico Mazzolani e l'on. Emanuele Modigliani. Fu la stessa organizzazione responsabile della bastonatura e del ferimento del deputato fascista dissidente Alfredo Misuri, il quale avrebbe poi accusato dell’azione una « banda » composta da Arconovaldo Bonaccorsi, Adolfo Sansoni e Renzo Nobili, mandanti Mussolini, Rossi e De Bono. Il Misuri riferì successivamente di un nuovo tentativo di aggressione subito a Perugia [...]
[...]el Giudice, dai magistrati Faggelia e Tancredi, e gli atti relativi occuparono ben 44 volumi. Ma il 19.11.1924 il procuratore generale Crisafulli, per ordine del ministro di Grazia e Giustizia Aldo Oviglio, sì rifiutò di permettere l’unione delle azioni giudiziarie in un unico procedimento. Seguì così una farsa di processo contro il generale De Bono dinanzi al Senato, che finì dopo sei mesi in una bolla di sapone. Tutti gli imputati membri della Ceka del Viminale furono ben presto posti in libertà. D’altra parte erano ormai pronte le « leggi eccezionali »: con la costituzione del Tribunale speciale, il ristabilimento della pena di morte, il confino di polizia, la soppressione della libertà di stampa, la liquidazione dei partiti politici di opposizione, il divieto di organizzazione politica e sindacale, il fascismo si era creato gli strumenti « legali » per liquidare ogni opposizione.
Scriveva il capo del governo Mussolini sul Popolo d’Italia del 20,4.1923: « Ma se le pecore rognose la cui malvagia opera quotidiana contro il fascismo abbiamo avuto p[...]