Brano: [...]e il suo compagno di pena furono costretti a scavare una fossa e a seppellirvi i due morti, sotto una sferza di bastonate che si abbattevano su di loro non appena, per l’insostenibile sforzo, le loro energie venivano meno. Poi Ghiglia venne torturato per l’intera notte dai nazisti che volevano strappargli i nomi e la dislocazione del Comando partigiano, ma non una parola trapelò dalle sue labbra. All'indomani i tedeschi lo condussero in località Cava Rossa, gli strinsero il cappio attorno al collo e, per l’ultima volta, promettendogli salva la vita il maresciallo tedesco gli chiese i nomi dei partigiani. Quasi esanime, Ghiglia fece segno che era disposto a parlare. Con un ghigno di soddisfazione il tedesco gli si accostò ma, quando

lo ebbe ben sotto, l’indomito partigiano raccolse le sue ultime forze e gli sputò in faccia. Pochi minuti dopo il suo cadavere penzolava da un albero di ulivo, e vi fu lasciato per due giorni. L’episodio è stato riferito dal compagno di Ghiglia, fortunosamente salvatosi dalla forca. Dopo la Liberazione, a memoria [...]