Brano: De Silva, Casa Editrice
Opere principali: Storia della Repubblica Ateniese, Roma, 1898; Storia dei Romani, (4 voli.), 19071923; Studi di storia della storiografia greca, Firenze, 1951.
De Sanctis, Giorgio
Medaglia d’oro al valor militare. N. a Guglionesi (Campobasso) nel 1921.
L’8.9.1943, sottotenente del Genio di stanza a Trieste, non cedette all’intimazione di resa dei tedeschi e venne catturato col suo reparto. Destinato al campo di deportazione, riuscì a evadere durante il viaggio, nei pressi di Lubiana, e a rientrare in Italia. Qui, passata la linea del fronte, raggiunse Bari.
Arruolatosi volonta[...]
[...]nte uccidendo due tedeschi. Colpiti a morte i due sottufficiali della pattuglia, assumeva il comando della stessa e la conduceva con sangue freddo e perizia all’attacco di altra posizione. Ferito al fianco rifiutava ogni soccorso, continuando ad avanzare. Esaurite le munizioni si gettava all’assalto della postazione a colpi di bombe a mano. Investito mortalmente da una raffica di mitragliatrice, cadeva sulla postazione avversaria ».
De Silva, Casa Editrice
Il nome di Francesco De Silva, tipografo piemontese del secolo XV, fu assunto nel 1942 da una casa editrice fondata e diretta a Torino da Franco Antonicelli (v.). La casa editrice proseguì idealmente la Biblioteca europea, dall’Antonicelli stesso avviata nel 1932.
Sorta anche per interessamento del tipografo torinese Frassinelli, la Biblioteca Europea aveva svolto in quegli anni un ruolo
di notevole importanza per sprovincializzare le lettere italiane e offrire al pubblico, in ottime traduzioni, alcuni tra i migliori esempi di letteratura straniera contemporanea, da L’armata a cavallo di Isaac Babel, a Moby Dick di Melville (nell’ormai celebre traduzione di Cesare Pavese), a Dedalus di James Joyce, a II processo di Franz Kafka e ad altri autori fino allora sconos[...]
[...]corrispondenza con la collaboratrice Anita Rho, pubblicata in Lettere di antifascisti dal carcere e dal confino, Roma, 1962) pose fine alla Biblioteca Europea dopo una breve serie di titoli che avevano visto rapide ristampe (ne riapparvero alcuni, ripresi solo nel tardo dopoguerra).
Quando nel 1942, con una formula più solida, sollecitato e appoggiato da amici, Antonicelli diede vita alla De Silva, si ritrovarono fra i collaboratori di questa Casa editrice nuovi e vecchi antifascisti. Quell’attività editoriale, concepita come vera e propria azione di cultura, rivelò al pubblico un complesso di opere di notevole importanza. Cominciò con autori antifascisti quali Umberto Cosmo e Salvatorelli, e con testi di evidente intenzione politica come il Della Germania di Madame de Staèl, presentato negli anni della collaborazione italotedesca con la provocatoria fascetta editoriale « La Germania che noi amammo » (da una nota espressione di Benedetto Croce); i tre Drammi della libertà di Schiller, tradotti da Barbara Allason; la Leggenda e realtà di Napoleo[...]