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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 364

Brano: [...]liberazioni defia atta, dare tutta rmm (ertale al tiasti» corafgasi pftfetti ts wi della popolartene siami» pr «#**■ la nostra attoria.

I vitto fiosi Eserciti atfeati # ptcfartataetì con la fraternità chs sentiamo per m * fame m combattono #er la mm mm , eotuuisiiamm i Aline di esse» m eomfottends « cadendo per la libertà Firenze li *0o^to HH4

Il Comitato Toscano #1 Liberazione Nazionale.

Il proclama di assunzione di poteri da parte del C.T.L.N. (11.8.1944)

centro cittadino in seguito alla distruzione dei ponti sull’Arno (questa distruzione, effettuata dai tedeschi nel corso della notte precedente, era stata vanamente contrastata da alcune S.A.P.). Dopo aver superato non lievi attriti con gli Alleati, che pretendevano l’immediato scioglimento e disarmo dei partigiani (v. Disband), gli uomini della « Lanciotto », della « Sinigaglia » e delle S.A.P. di Oltrarno furono impiegati per ripulire dai franchi tiratori il quartiere di San Frediano. Mentre stava dando le disposizioni per il rastrellamento dei cecchini fascisti, il comandante[...]

[...]te » venne ferito a morte da un colpo di mortaio. Nei giorni seguenti la Divisione « Arno » assunse il nome del caduto.

L’11 agosto i partigiani attraversarono il fiume, occuparono il centro cittadino e, assieme agli uomini delle S.A.P., provvidero a snidarne i franchi tiratori, stabilendo il contatto a fuoco con le retroguardie tedesche lungo una linea che correva approssimativamente sui viali dejla circonvallazione.

Azione di governo del C.T.L.N.

Nel frattempo il C.T.L.N., che fin dalla metà di giugno aveva lanciato a tutta la popolazione della regione un appello perché si unisse ai partigiani nella lotta di liberazione nazionale, continuava la sua azione di governo stroncando ambigui tentativi di alcuni ufficiali dell’eser

cito di costituire una « Guardia Civica » per esautorare il Comitato stesso (v. Artom, Eugenio). Dopo aver esonerato dalle rispettive cariche, con relativa comunicazione scritta, le maggiori autorità compromesse col nazifascismo quando ancora la città era in mano a truppe tedesche, il C.T.L.N. designò gli uomini che, al momento della lib[...]

[...]ché si unisse ai partigiani nella lotta di liberazione nazionale, continuava la sua azione di governo stroncando ambigui tentativi di alcuni ufficiali dell’eser

cito di costituire una « Guardia Civica » per esautorare il Comitato stesso (v. Artom, Eugenio). Dopo aver esonerato dalle rispettive cariche, con relativa comunicazione scritta, le maggiori autorità compromesse col nazifascismo quando ancora la città era in mano a truppe tedesche, il C.T.L.N. designò gli uomini che, al momento della liberazione, avrebbero dovuto assumere la direzione degli organi amministrativi comunali e provinciali.

A seguito dell’ordine tedesco di sgombero della popolazione dalle due fasce della città prospicienti l’Arno (29 luglio) il C.T.L.N., prevedendo che Firenze sarebbe rimasta divisa in due parti, aveva designato una delegazione che, insediatasi in Oltrarno, il 4 agosto, non appena la parte meridionale della città fu liberata, prese contatto con i Comandi alleati. Nella parte settentrionale i tedeschi proclamarono lo stato di emergenza il 3 agosto. Da quel momento il C.T.L.N. e il Comando militare, riuniti presso sedi stabilite in precedenza, rimasero in seduta permanente fino all’11 agosto allorché, sulla base delle informazioni pervenute dai vari settori, il Comando militare ritenne giunto il momento di scatenare la insurrezione. Mentre i partigiani della Divisione « Potente » e quelli delle Brigate « Rosselli » fronteggiavano le truppe di copertura tedesche, il Comando militare e il C.T.L.N. si spostarono in Palazzo Riccardi, sede della Prefettura, ivi proseguendo ufficialmente l’attività militare e di governo.

Nei giorni che seguirono, il contributo degli Alleati alle operazioni militari contro i tedeschi non fu particolarmente intenso: le truppe alleate si limitarono dapprima a presidiare le zone già saldamente controllate dai patrioti. I Comandi angloamericani non vedevano d’altra parte favorevolmente l’attività del C.T.L.N. che, sotto l’imperversare del cannoneggiamento tedesco, governava la città e si rifiutava di sostituire gli uomini che "aveva preposto alle maggiori cariche cittadine, con gli elementi nominati dagli Alleati. Alla fine gli Alleati stessi si videro costretti a riconoscere valide le decisioni del C.T.L.N. e a considerare questo come unico organo rappresentativo della popolazione. Il 16 agosto, il C.T.L.N. rimise i poteri al Governo Militare Alleato (v. A.M.G.O.T.), quindi collaborando con questo, continuò a svolgere le proprie funzioni. Nei mesi che seguirono, direttamente e attraverso gli uomini che aveva preposto ai vari organi economici e

amministrativi, il C.T.L.N. dette un notevole contributo alla rinascita e alla ricostruzione dell’intera provincia, sebbene la sua opera venisse sempre più ostacolata dal prefetto e dagli Alleati, ben lontani da condividere i criteri profondamente democratici della sua attività.

La battaglia di Firenze continuò fino ai primi di settembre e nella parte settentrionale della provincia la guerra infuriò ancora a lungo, dando luogo ad altri atti di ferocia tedeschi: a Figline di Prato, il 6 settembre, furono impiccati 29 partigiani, catturati mentre scendevano a Prato.

A nord di Firenze le truppe alleate si trovarono d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 226

Brano: [...]avviato verso il

Nord, ma giunto presso Bologna, riuscì a fuggire e, impossibilitato a rientrare a Firenze per l’avanzare del fronte, entrò a far parte della 36a Brigata Garibaldi « Bianconcini » come Commissario politico di compagnia.

La caduta del C.L.N. fu un duro colpo per la Resistenza dell’Oltrarno, ma l’organizzazione era ormai giunta a un tal livello di maturità ed efficienza che seppe prontamente raccordarsi con la Delegazione del C.T.L.N. per l’Oltrarno che era stata costituita il 30 luglio in previsione che la città rimanesse tagliata in due dal fronte. Ne facevano parte Fosco Frizzi (P.C.I.), Araldo Orlandi (P.S.I.), Carlo Furno (P.d’A.), Francesco Berti (D.C.) e Dani (P.L.I.).

I compiti di tale delegazione erano essenzialmente due: continuare a dirigere la lotta di liberazione e, appena possibile, prendere possesso di ogni quartiere liberato in modo che al loro arrivo gli Alleati ritrovassero una città libera e un’autorità costituita, funzionante e seguita dalla popolazione.

Così le migliaia di cittadini, cacciati dal[...]

[...] e seguita dalla popolazione.

Così le migliaia di cittadini, cacciati dalle loro case dal bando tedesco del 29.7.1944 che imponeva lo sgombero immediato delle zone prospicienti le rive deH’Arno, e accalcati presso amici, parenti, nei conventi della zona, alla caserma della Costa a San Giorgio, in Palazzo Pitti e nel giardino di Boboli, non rimasero abbandonati a se stessi, ma trovarono un punto di riferimento e di assistenza nella delegazione C.T.L.N.OItrarno, soprattutto nella commissione interpartitica composta da Arduino « Paris » Filippini, Luigi Fedeli, Ugo Procacci, Nello Baroni, don Bruno Panerai e don Basetti Sani. Questi si occuparono particolarmente degli enormi e molteplici problemi creati dagli oltre cinquemila rifugiati in Palazzo Pitti, mentre altri settecento si trovavano nella caserma della Costa a San Giorgio e trecento nel convento del Carmine.

La Liberazione

Nella notte fra il 3 e il 4 agosto i tedeschi si ritirarono sulla riva settentrionale dell’Arno e fecero saltare i ponti. L’unico a essere risparmiato fu il Po[...]

[...]

La Liberazione

Nella notte fra il 3 e il 4 agosto i tedeschi si ritirarono sulla riva settentrionale dell’Arno e fecero saltare i ponti. L’unico a essere risparmiato fu il Ponte Vecchio, ma per impedirne l’uso agli angloamericani i tedeschi demolirono buona parte delle altrettanto storiche strade di accesso, disseminando poi fra le macerie gran nùmero di mine antiuomo.

Al momento del ripiegamento tede

sco, la Delegazione Oltrarno del C.T.L.N., che di fatto ormai governava la zona, fece scattare i piani militari già da tempo preparati: mentre si provvedeva al presidio dei più importanti musei e delle sedi dei maggiori enti pubblici, vennero compiuti tentativi per salvare i ponti, particolarmente quello a Santa Trinità e quello della Vittoria, ma ogni tentativo fu reso impossibile dalla violenta reazione dei centri di fuoco tedeschi, che costò la vita del partigiano Enzo Dolfi e il ferimento di un suo compagno di squadra. Un pesante tributo di sangue fu pagato anche dai patrioti della II Compagnia S.A.P. che, dopo aver messo in fuga[...]

[...]onenti del gruppo [Gino Catarzi, Gino Del Bene, Alfredo Marzoppi, Silvano Masini, Gino Fiomoli e Ascanio Taddei) ne sopravvisse uno solo, ma così straziato dall’esplosione che cessò di vivere pochi anni dopo.

All’alba del 4 agosto entravano in città, da due diverse parti, i garibaldini della Divisione « Arno » e le prime avanguardie delle truppe angloamericane, gli uni e gli altri accolti trionfalmente dalla popolazione.

La Delegazione del C.T.L.N. e il Comando della Divisione « Arno » presero immediati contatti coi Comandi alleati, ma alle offerte di massima collaborazione dei patrioti si rispose con un atteggiamento

Il ponte di Santa Trinità distrutto dai tedeschi (agosto 1944)

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 730

Brano: [...] combattente ha mai percepito assegni di sorta e che soltanto alle famiglie di alcuni sono stati fatti pervenire dei sussidi, in considerazione di circostanze particolarmente disagiate.

Durante la mia permanenza alla Divisione, ricordo un solo aviolancio avvenuto nella zona di monte Scalari: sono stati lanciati, se non erro, 40 Sten, qualche indumento e pochi generi di conforto ».

Liberazione di Firenze

Dopo la liberazione di Roma il

C.T.L.N. aveva proclamato la mobilitazione generale di tutti i cittadini della regione, perché « tutti devono meritare la libertà, tutti devono operare per la resurrezione e l’avvenire della patria ». Contemporaneamente, il Comando militare del C.T.L.N. aveva cominciato a studiare le possibilità di un intervento delle forze patriottiche per la liberazione di Firenze.

Quando, nella seconda metà del luglio 1944, l’avanzata angloamericana verso il capoluogo toscano si^ dimostrò inarrestabile malgrado l’accanita resistenza delle truppe tedesche e Firenze, abbandonata dai repubblichini, era in balìa delle autorità naziste, il C.T.L.N., rinnovando un impegno già preso nell’autunno del 1943, deliberò che esso avrebbe dovuto « con qualsiasi mezzo rendersi padrone di fatto della città prima dell’arrivo degli Alleati; la città dovrà con qualsiasi mezzo essere occupata dalle nostre forze ». Inoltre, « nessuna dichiarazione, o avviso, o promessa, o minaccia, od offerta di trattative da parte tedesca può essere presa in considerazione ».

Il Comando della Divisione « Arno », nel quadro delle direttive pervenutegli dal C.T.L.N. e dal Comando militare regionale, aveva già studiato gli itinerari di avvicinamento a Firenze e, verso [...]

[...]’autunno del 1943, deliberò che esso avrebbe dovuto « con qualsiasi mezzo rendersi padrone di fatto della città prima dell’arrivo degli Alleati; la città dovrà con qualsiasi mezzo essere occupata dalle nostre forze ». Inoltre, « nessuna dichiarazione, o avviso, o promessa, o minaccia, od offerta di trattative da parte tedesca può essere presa in considerazione ».

Il Comando della Divisione « Arno », nel quadro delle direttive pervenutegli dal C.T.L.N. e dal Comando militare regionale, aveva già studiato gli itinerari di avvicinamento a Firenze e, verso la metà di luglio, cominciò gli spostamenti delle formazioni per evitare che queste rimanessero intrappolate nello schieramento, presumibilmente sempre più fitto, delle truppe tedesche in ritirata e che già cominciava a ridurne le possibilità di manovra. Secondo i piani, il Comando di divisione con la Brigata « Lanciotto » doveva abbandonare il Pratomagno e, varcato l’Arno, raggiungere la Brigata « Sinigaglia » a Badia Monte Scalari, nelle colline del Chianti, per costituire qui un unico gru[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 363

Brano: Firenze

provato dagli altri partiti: « Il C.L.N. decide, non appena la situazione militare lo renderà possibile, di costituirsi in governo provvisorio della città e della provincia di Firenze ».

La prova concreta della fiducia riposta dalla popolazione nell’organismo antifascista si ebbe al momento in cui il C.T.L.N., per reperire i fondi necessari al finanziamento della lotta, decise di lanciare un Prestito della Libertà. Nel febbraiomarzo 1944, la prima emissione di buoni del Prestito, ammontante complessivamente a 5.000.000 di lire (cifra cospicua a quel tempo), fu completamente e rapidamente coperta. I versamenti superarono le previsioni e fu necessario ricorrere a una seconda emissione di cartelle, per altri 5 milioni, anche questa esaurita in breve tempo.

Con l’avanzare della primavera e la ripresa dell’offensiva alleata, il prestigio del C.T.L.N. aumentò ulteriormente: pochi giorni dopo l’occupa[...]

[...]o della Libertà. Nel febbraiomarzo 1944, la prima emissione di buoni del Prestito, ammontante complessivamente a 5.000.000 di lire (cifra cospicua a quel tempo), fu completamente e rapidamente coperta. I versamenti superarono le previsioni e fu necessario ricorrere a una seconda emissione di cartelle, per altri 5 milioni, anche questa esaurita in breve tempo.

Con l’avanzare della primavera e la ripresa dell’offensiva alleata, il prestigio del C.T.L.N. aumentò ulteriormente: pochi giorni dopo l’occupazione di Roma (6.6.1944), il segretario del fascio repubblicano di Firenze cercò di trattare col C.T.L.N. per un pacifico trapasso di poteri. Il Comitato rifiutò le trattative, conscio che, dopo la mancata insurrezione di Roma, spettava a Firenze il compito di organizzare l’insurrezione popolare per dimostrare agli Alleati la reale volontà del popolo italiano di conquistarsi la propria libertà e il diritto di scegliersi le forme istituzionali di governo.

Verso l'insurrezione

Il C.T.L.N. aveva da tempo cercato di riorganizzare il Comando militare unico, che venne finalmente ricostituito nel maggio 1944. Ne entrarono a far parte: il colonnello Nello Niccoli (P.d’A.), come comandante; Luigi Gaiani (P.C.I.), commissario politico; il capitano Nereo Tommasi (D.C.), vicecomandante; il capitano Dino Del Poggetto (P.S.I.), vicecommissario politico; il maggiore Achille Mazzi (P.L.I.), capo di stato maggiore.

All 'intensificarsi della lotta partigiana nelle campagne e nei maggiori centri della provincia corrispose un progressivo sviluppo della lotta in città. Il Fronte della giovent[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 362

Brano: [...]ani, quest’ultimo proveniente da Bologna dove aveva organizzato i G.A.P.. Al momento della costituzione della Delegazione Comando Brigate Garibaldi, il Menconi fu trasferito in Emilia (qui, ferito, cadrà in mano ai nazifascisti e sarà arso vivo) e venne sostituito da Francesco Leone.

La direzione del Partito d’Azione a Firenze era affidata a uomini come Enzo Enriques Agnoletti e Carlo Ludovico Ragghianti (rappresentanti del partito in seno al C.T.L.N.), Tristano Codignola e Nello Traquandi, elemento prezioso per capacità ed esperienza di vita cospirativa. Anche il P.d’A. riuscì rapidamente a darsi un’efficiente struttura clandestina, stabilendo contatti con i maggiori centri della regione e organizzando un buon servizio stampa. La sua attività militare nell’ambito della provincia si sviluppò particolarmente intensa nel recupero di armi, nel settore informativo e nell’aiutare prigionieri alleati evasi dai campi di concentramento dopo 1*8 settembre.

Assai meno incisiva fu l’attività militare delle altre correnti politiche (P.S.I,, D.C. e [...]

[...]endo contatti con i maggiori centri della regione e organizzando un buon servizio stampa. La sua attività militare nell’ambito della provincia si sviluppò particolarmente intensa nel recupero di armi, nel settore informativo e nell’aiutare prigionieri alleati evasi dai campi di concentramento dopo 1*8 settembre.

Assai meno incisiva fu l’attività militare delle altre correnti politiche (P.S.I,, D.C. e P.L.I.); rispettivamente rappresentate nel C.T.L.N. dai socialisti Foscolo Lombardi e Natale Dall’Oppio, dai democristiani Francesco Berti e Mario Augusto Martini, dai liberali Aldobrando Medici Tornaquinci ed Eugenio Artom. Soltanto nella avanzata primavera del 1944 questi partiti riuscirono a costituire proprie formazioni armate, in prevalenza squadre cittadine. La loro attività si rivelò invece assai importante per mobilitare nella lotta contro i nazifascisti quegli strati sociali che, per censo e orientamento politico, non avrebbero risposto alle sollecitazioni e agli appelli della propaganda azionista o comunista.

Lotta armata

Mentr[...]

[...]’indomani dell’azione partigiana.

In città gli attacchi dei gappisti colpirono alcune delle maggiori personalità del fascio repubblicano: alla fine dell’aprile 1944 fu ferito mortalmente il colonnello Ingaramo, comandante provinciale della G.N.R.; il 15 dello stesso mese, era stato giustiziato il noto filosofo fascista Giovanni Gentile (v.).

Quest’ultima azione, di cui diede notizia anche Radio Londra, suscitò non lievi dissensi in seno al C.T.L.N., dove i comunisti (che l’avevano promossa) si trovarono contro tutti gli altri partiti.

L’esecuzione di Gentile fu valutata assai diversamente nell’Italia del Nord e anche dagli antifascisti all’estero. Sul giornale L'Italia Libera di New York, diretto da Randolfo Pacoiardi e fra i cui fondatori e più assidui collaboratori si trovava Gaetano Salvemini, I ’1.5.1944 apparve un articolo di Enzo Tagli acozzo in cui, tra l’altro, si affermava: « Che un intellettuale, che un filosofo come Gentile abbia pagato con la vita l’appoggio più che ventennale al fascismo può sembrare ad osservatori super[...]

[...] Enzo Tagli acozzo in cui, tra l’altro, si affermava: « Che un intellettuale, che un filosofo come Gentile abbia pagato con la vita l’appoggio più che ventennale al fascismo può sembrare ad osservatori superficiali spietato. In realtà, chiunque conosca il passato di Gentile e tutto ciò che egli ha fatto come esponente degli intellettuali fascisti deve convenire che egli ha meritato di essere giustiziato ».

Durante l’inverno 1944 i partiti del C.T.L.N. rafforzarono la loro coesione. Il Comitato aumentò di prestigio e autorità nei confronti della popolazione, preparandosi a realizzare quanto affermato nell’o.d.g. del 3 gennaio, presentato dal P.d’A. e ap

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 361

Brano: [...]opo, nei giorni immediatamente successivi alla caduta di Mussolini.

Il 25 luglio

Fin dall’autunno del 1942 i rappresentanti del P.C.I., del P.d’A. e dell’opposizione antifascista cattolica (quest’ultima si era ripresa dopo l’jnizio della guerra, per impulso di Giorgio La Pira e Mario Augusto Martini) avevano dato vita a un Comitato interpartitico che, dopo I’8.9.

1943, si sarebbe trasformato in Comitato toscano di liberazione nazionale (C.T.L.N.).

Il 25.7.1943 e nei giorni seguenti, grandiose manifestazioni di gioia nel capoluogo e nei maggiori centri della provincia salutarono la caduta del fascismo. Per disposizioni del governo Badoglio, la tutela dell’ordine pubblico fu assunta dalle autorità militari che impartirono ordini draconiani per lo scioglimento di cortei, assembramenti e qualsiasi manifestazione popolare. Nella esecuzione di queste direttive reazionarie, fra il 26 e il 29 luglio 2 inermi cittadini furono uccisi a Sesto Fiorentino e altri 2 a Rufina, mentre si ebbero 4 feriti a Firenze, 2 a Figline Valdarno e 1 a Brozz[...]

[...]i Checcucci, un operaio del « Pignone » che nel 1939 era stato condannato a 6 anni di reclusione dal Tribunale speciale.

Frattanto in città i vari partiti curavano il perfezionamento della loro struttura clandestina e l’afflusso di uomini e rifornimenti in montagna.

Il Comitato interpartitico, trasformatosi all’indomani dell’8 settembre in Comitato toscano di liberazione nazionale, diede vita a un Comando militare unico.

Il 2.11.1943 il C.T.L.N. accettò la posizione assunta il 16 ottobre dal Comitato centrale di liberazione nazionale (v.) sul problema istituzionale, impegnandosi fino da quel momento ad « assumere l’intero controllo politico e amministrativo locale, non riconoscendo autorità diversa da quella del C.L.N. o del governo che di esso sarà emanazione ».

In quello stesso giorno gli uomini dell’ufficio politico investigativo della 92a Legione della Milizia fascista, in seguito tristemente noto come « banda Carità » (v.), riuscirono a catturare quasi al completo il primo Comando militare del C.T.L.N.. Questo colpo non paral[...]

[...]nale, impegnandosi fino da quel momento ad « assumere l’intero controllo politico e amministrativo locale, non riconoscendo autorità diversa da quella del C.L.N. o del governo che di esso sarà emanazione ».

In quello stesso giorno gli uomini dell’ufficio politico investigativo della 92a Legione della Milizia fascista, in seguito tristemente noto come « banda Carità » (v.), riuscirono a catturare quasi al completo il primo Comando militare del C.T.L.N.. Questo colpo non paralizzò tuttavia l’attività militare del P.C.I. e del P.d’A., animatori e maggiori protagonisti della resistenza armata a Firenze e in tutta la regione.

Il P.C.I. (rappresentato nel C.T.L.N. da Giuseppe Rossi e da Giulio Montelatici) era guidato dal Rossi e da un gruppo di vecchi e fidati compagni che avevano intensamente lavorato in Italia nel periodo clandestino (da Renato Bitossi a Mario Fabiani, Giulio Montelatici, Gino Tagliaferri, Cesare Collini, Romeo Baracchi, Falerio Pucci, Giulio Bruschi, Rigoletto Caciolli, Orazio Barbieri) e da altri che, costretti dal fascismo a emigrare, avevano acquisito una preziosa esperienza militare combattendo nelle Brigate Internazionali in Spagna (da Alessandro Sinigaglia a Dino Saccenti e Romeo Landini).

Grazie alla fervida attività di q[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 8Prefazione/premessa/introduzione con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: D'altra parte il C.T.L.N., conscio dei meriti acquisiti durante un anno di spietata lotta clandestina, non intendeva rinunziare alla dirigenza politica, conquistata con le armi in pugno.

Dopo lungo contrastare, dopo le minacce da parte del C.T.L.N. di rinunciare ad ogni attiva collaborazione con le autorità alleate, minaccia che fu sentita dalVopinione pubblica cittadina, trionfò il buon senso, il pragmatismo anglosassone.

Costretti a scegliere fra i notabili segnalati dal Governo di Roma e gli esponenti della Resistenza fiorentina, finirono per comprendere che i meriti di questi ultimi — anche agli effetti di una più rapida e meno sanguinosa avanzata delle loro truppe, erano assai maggiori.

Finirono per riconoscere l’operato del C.T.L.N\ e riconobbero, come atti di governo, tutte le decisioni prese nel periodo della lotta clandes[...]

[...]tabili segnalati dal Governo di Roma e gli esponenti della Resistenza fiorentina, finirono per comprendere che i meriti di questi ultimi — anche agli effetti di una più rapida e meno sanguinosa avanzata delle loro truppe, erano assai maggiori.

Finirono per riconoscere l’operato del C.T.L.N\ e riconobbero, come atti di governo, tutte le decisioni prese nel periodo della lotta clandestina e quindi anche le nomine alle cariche cittadine.

E il C.T.L.N. sarebbe rimasto in carica, come organo rappresentativo della città, fino a che non ci sarebbero state elezioni libere. Ora, questo è nella storia italiana un fatto importantissimo, perché è la prima volta che gli alleati riconoscono un Comitato di Liberazione Nazionale; riconoscono ufficialmente, come atti legali, gli atti compiuti dalla Resistenza e da ora in avanti la liberazione delle città italiane verrà su questo modulo: “ Prima la città insorge e poi arrivano gli alleati ”.

Il merito di questa soluzione sta proprio nella politica unitaria del C.T.L.N. — di cui non piccolo merito spet[...]

[...]ni libere. Ora, questo è nella storia italiana un fatto importantissimo, perché è la prima volta che gli alleati riconoscono un Comitato di Liberazione Nazionale; riconoscono ufficialmente, come atti legali, gli atti compiuti dalla Resistenza e da ora in avanti la liberazione delle città italiane verrà su questo modulo: “ Prima la città insorge e poi arrivano gli alleati ”.

Il merito di questa soluzione sta proprio nella politica unitaria del C.T.L.N. — di cui non piccolo merito spetta a Enzo Enriquez Agnoletti — e in genere di tutta la Resistenza.

Farri suole ricordare con commozione che mentre a Parigi liberata gli alleati trovarono i manifesti di tutti i partiti inneggianti al loro arrivo, a Milano invece, il 25 aprile, un unico manifesto firmato C.L.N. dell’Alta Italia salutava il loro ingresso nella città liberata.

Auspichiamo che questo spirito unitario riviva almeno nei momenti drammatici della nostra storia!

Se Almirante ci dà appuntamento davanti alle fabbriche e alle scuole, ci troverà come allora uniti a ribattere la tr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 729

Brano: [...]ura e alle caratteristiche operative della Divisione, risulta particolarmente esauriente la descrizione riportata qui di seguito, tratta da una relazione ai Comandi superiori compilata nel gennaio

1945 dal colonnello Attilio Bertorelle e conservata presso l'archivio dell’istituto storico della Resistenza in Toscana:

« Come tutte le unità partigiane della regione, anche la Divisione "Arno", una volta costituita, era posta a disposizione del C.T.L.N. (Comando Militare Toscano). L’ente organizzatore era la "Delegazione per la Toscana” del Comando generale dei Distaccamenti e delle Brigate d’assalto "Garibaldi”, organo militare del Partito comunista.

Dato che il Comando Mil. Toscano era costituito (a somiglianza del C.T.L.N., di cui era emanazione) da un rappresentante di ciascuno dei partiti antifascisti, l’impiego della Divisione, spettante al Comando medesimo, avveniva per il tramite del rappresentante in seno ad esso del partito organizzatore.

Comunque, in relazione alle particolari circostanze in cui il Comando della divisione e il capo di stato maggiore dovevano svolgere la loro opera e alle responsabilità che necessariamente dovevano assumersi di ogni importante decisione, è stata loro lasciata sempre ampia libertà d’azione, sulla base di altrettanto larghe direttive di impiego.

La "Delegazione per l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 227

Brano: Oltrepò Pavese

di chiusura che, inizialmente, rese

i rapporti difficili e, in qualche momento, anche tesi. Tuttavia, di fronte alla constatazione del prestigio che il C.T.L.N. (col quale era stato possibile stabilire un contatto in tempi assai brevi) riscuoteva anche nella parte settentrionale della città ancora in mano tedesca, e davanti allo spirito e al l'efficienza militare delle formazioni, le autorità angloamericane furono costrette a recedere dalla loro richiesta di immediata smobilitazione dei partigiani (v. Disband). Dopo una faticosa trattativa, in cui ebbe un peso determinante il prestigio del comandante della Divisione « Arno » Aligi Barducci, sostenuto dal colonnello Nello Niccoli comandante militare del C.T.L.N. e dal presidente di quest’ultimo Carlo [...]

[...]te settentrionale della città ancora in mano tedesca, e davanti allo spirito e al l'efficienza militare delle formazioni, le autorità angloamericane furono costrette a recedere dalla loro richiesta di immediata smobilitazione dei partigiani (v. Disband). Dopo una faticosa trattativa, in cui ebbe un peso determinante il prestigio del comandante della Divisione « Arno » Aligi Barducci, sostenuto dal colonnello Nello Niccoli comandante militare del C.T.L.N. e dal presidente di quest’ultimo Carlo Ludowco Ragghiarti che erano riusciti a passare l'Arno, fu convenuto che le unità partigiane avrebbero continuato a combattere fino alla completa liberazione della città.

Nel frattempo, insieme al cannoneggiamento tedesco che investiva l’Oltrarno liberato, si era manifestata in tutta la sua pericolosità la piaga dei franchi tiratori, elementi fanatici o prezzolati lasciati indietro dalle truppe nazifasciste, che sparavano senza distinzione a quanti capitavano a portata delle loro armi. Davanti allo stillicidio di civi

li e militari angloamericani u[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 16

Brano: [...]enuto clandestinamente a Firenze pochissimi giorni prima dell'occupazione tedesca; in tale occasione fu chiamato a far parte dell'Esecutivo nazionale del partito e designato quale responsabile della stampa. Dopo l’8 settembre rimase a Firenze, come delegato dell’Esecutivo per l’Italia centrale e, fino al maggio successivo, fu il responsabile militare del P. d’A. per la Toscana. In tale veste fece parte anche del Comando Militare Interpartiti del C.T.L.N.. Sfuggito ripetutamente alla caccia della polizia nazifascista, al momento della liberazione di Firenze assunse la carica di presidente del

C.T.L.N., che tenne fino alla primavera successiva, quando venne nominato sottosegretario di Stato. Successivamente fu eletto consultore nazionale nelle liste del P. d’A.. Dopo lo scioglimento del partito si dedicò ai suoi studi di storia dell’arte.

G.Ve.

Raggruppamento Italiano Motorizzato

1° Raggruppamento Motorizzato “Savoia". Unità militare costituita nel settembre 1943 dal governo Badoglio nell’Italia del Sud. Quantunque l’iniziativa badogliana fosse più che altro una contromossa politica all’indomani deH’ingloriosa “fuga di Pescara” (v.), i combattenti del Raggruppamento scrissero una p[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine C.T.L.N., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---italiano <---fascismo <---fascisti <---fascista <---C.L.N. <---comunista <---Bibliografia <---italiana <---socialista <---P.C.I. <---S.A.P. <---antifascista <---Partito comunista <---Storia <---italiane <---nazifascisti <---D.C. <---comunisti <---italiani <---P.L.I. <---Resistenza in Toscana <---d'Azione <---nazifascista <---socialisti <---A.M.G.O.T. <---Comitato di Liberazione <---Comitato di Liberazione Nazionale <---La Nazione <---Liberazione Nazionale <---P.S.I. <---Villa Triste <---Vittorio Emanuele <---antifascisti <---liberalsocialista <---socialismo <---Alessandro Sinigaglia <---C.L.N.A.I. <---Carlo Ludovico Ragghianti <---Comitato centrale <---Danilo Dolfi <---Enzo Enriquez Agnoletti <---Fortezza da Basso <---Gino Tagliaferri <---Il C <---Il C L <---Il lavoro <---La Camera del Lavoro <---La Nazione del Popolo <---La Pietra <---La prima <---La sera <---Mario Augusto Martini <---Monte Morello <---Nello Niccoli <---Resistenza a Firenze <---Tristano Codignola <---Ugo Mattei 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