Brano: [...] volevano lottare contro i traditori fascisti e i nazisti, i quali avevano occupato in breve tempo la città. Era Giuseppe Rossi quell'uomo. Lo ricordo quando, da poco liberato dal carcere, giunse a Firenze e ci chiese di procurargli un lavoro di manovale per giustificare la sua presenza in città. Timido e taciturno, penetrava con lo sguardo intelligente gli uomini e con pronto intuito le situazioni. Egli seppe orientare noi comunisti, seppe, nel C.T.L.N., comprendere gli alleati politici, seppe proporre e fare accettare la linea politica giusta per lo sviluppo della lotta in Toscana nei momenti più difficili e decisivi, conquistando la stima dei vari Zoli, Piccioni, Ragghianti, Agnoletti, Dall'Oppio e Lombardi che componevano il Comitato di Liberazione. (Anche i compagni Renato Bitossi e Vittorio Bardini furono per un breve periodo a Firenze fra settembre e ottobre, ma poi dalla Direzione del P.C.I. ebbero serii incarichi in altre province).
Quando anche a Firenze fu lanciata la parola d'ordine della lotta armata, gli eserciti alleati non ave[...]
[...]vra di addormentare la popolazione per portare a termine, indisturbati, i propri piani criminosi.
Le iene tedesche si avvicinano nella loro ritirata a Firenze, seminando ovunque distruzione e morte. Anche nella nostra città se ne scorgono i tristi annunci: pacifici cittadini presi in ostaggio per essere fucilati, fabbriche spogliate e devastate, negozi, magazzini e case saccheggiate, razzie di uomini in tutti i quartieri».
Nello stesso giorno il C.T.L.N. dopo una vivace discussione dovuta alla resistenza dei democristiani, lancia alla popolazione un manifesto nel quale fra l'altro è detto:
« Il Comitato toscano di Liberazione nazionale avverte la cittadinanza che un gruppo di individui fascisti e collaboratori tedeschi, tra i quali si notano il questore di P.S. Manna, il generale Somma, già comandante la divisione di camicie nere " 23 marzo ", e gli ufficiali dei carabinieri generale Carlino, generale De Leonardis e ten, col. Acconciagioco, falsamente dichiaratisi autorizzati dal C.T.L.N., hanno impartito istruzioni e preso disposizioni per l[...]
[...]lazione un manifesto nel quale fra l'altro è detto:
« Il Comitato toscano di Liberazione nazionale avverte la cittadinanza che un gruppo di individui fascisti e collaboratori tedeschi, tra i quali si notano il questore di P.S. Manna, il generale Somma, già comandante la divisione di camicie nere " 23 marzo ", e gli ufficiali dei carabinieri generale Carlino, generale De Leonardis e ten, col. Acconciagioco, falsamente dichiaratisi autorizzati dal C.T.L.N., hanno impartito istruzioni e preso disposizioni per la costituzione di una cosiddetta Guardia civica, alla quale vengono invitati a partecipare anche privati cittadini. Il Comitato toscano di Liberazione nazionale diffida gli agenti di pubblica sicurezza, i metropolitani e i carabinieri, nonché tutti i cittadini di Firenze ad ubbidire agli ordini di così indegni ufficiali e a corrispondere comunque ad una iniziativa che ha l'unico scopo di tentare il salvataggio all'ultima ora di fascisti repubblicani e di collaboratori del nemico. Avverte che chiunque si metterà al servizio di tali mestator[...]
[...]ili), famiglie intiere peregrinavano per trovare un luogo ove posare un materasso. Intanto gli uomini politici dirigenti il movimento patriottico prendevano gli ultimi accordi, stabilivano i contatti, davano le direttive sulla tattica da seguire per preparare l'attacco decisivo contro i tedeschi.
Il 3 agosto il comando germanico proclamava lo stato d'assedio e nessuno poteva più uscire dalla propria casa. Come era stato previsto e denunciato dal C.T.L.N., i tedeschi e i fascisti, nella notte fra il 3 e il 4, si ritirarono di qua dall'Arno e minarono i ponti di S. Niccolò, alle Grazie, S. Trinita, alla Carraia, della Vittoria e tutta la zona intorno al Ponte Vecchio, di qua e di là dal fiume. La notte si udirono i primi boati dello scoppio delle mine. La mattina alle 5, altre esplosioni scossero la città. I ponti e Por Santa Maria erano saltati in aria.
Di qua d'Arno si diffuse nella città un clima di squallore e di morte. Nessuno poteva uscire di casa, neanche per seppellire i morti. Fin quando sarebbe durata quella agonia? Ancora un giornale[...]
[...]lla Chiesa di Santa Felicita, e poi entrammo in Boboli ove accampavano le truppe neozelandesi e i partigiani. Migliaia di profughi erano accampati sotto le logge di Palazzo Pitti. Sui feriti, sulla folla, che faceva coda per avere i viveri e per prender l'acqua, si posava il nostro sguardo. Almeno era gente che dava segno di vita, a i partigiani cantavano, snidavano i franchi tiratori. fascisti!
Dopo aver parlato coi membri della delegazione del C.T.L.N. e coi dirigenti del movimento partigiano, conferii coi comandanti alleati. Mi condussero nella Villa Torrigiani, ove portai le informazioni sui movimenti delle poche truppe tedesche che ancora martirizzavano la città. Gli ufficiali inglesi, ai quali chiedevo di far passare l'Arno anche a pochi soldati che avrebbero potuto, insieme coi partigiani e coi patrioti pronti al nord della città, cacciare i tedeschi, si rifiutarono di esporre i loro uomini.
Alla Villa Torrigiani vidi Potente, nella sua camicia rossa e in pantaloni corti, comandante della divisione garibaldina « Arno », il quale tratt[...]
[...]proiettili cadde nel cortile del chiostro, scoppiò e illuminò di sinistra luce l'ambiente. Potente era colpito! Sulla sua camicia rossa, sgorgavano flotti di sangue. Lo rialzarono i suoi compagni, il capitano inglese, anche egli ferito, volle che sull'autoambulanza fosse raccolto prima Potente. Il comandante dei partigiani fiorentini era caduto.
Il giorno dopo ripassai l'Arno attraverso la stessa galleria. In via Condotta sedeva in permanenza il C.T.L.N. di cui erano membri: Enriques Agnoletti del P.d'A., Aldobrando Medici Tornaquinci liberale, l'avv. Mario Martini democristiano, Foscolo Lombardi e Dall'Oppio socialisti, Giuseppe Rossi e Giulio Montelatici comunisti. A tutti feci una relazione sulla situazione.
Anche Luigi Gaiani, che comandava i G.A.P. fiorentini, informò il C.T.L.N. sulle ultime azioni armate.
La mattina dell'11 il C.T.L.N. fece suonare la Martinella del Bargello per dare il segnale dell'attacco generale. Le squadre d'azione uscirono nelle vie, della zona ancora occupata dai tedeschi, i partigiani di Potente passarono l'Arno in forze. Era l'ora di riscattare tutti i delitti del fascismo che per venti anni aveva tolto la libertà, sfruttato il popolo, venduto il Paese allo straniero! I partigiani della divisione «potente » (così ora si chiamava in onore del comandante caduto) e le brigate «Matteotti» e «Giustizia e libertà» respinsero i tedeschi oltre il Mugnone e tennero la linea del fronte per molti giorni, finc[...]
[...]lessandro Casati il quale, in un suo messaggio ai partigiani fiorentini, dichiarava fra l'altro: «Oggi mentre già risplende nei cieli d'Italia la luce della vittoria, i fratelli dell'esercito sono vicini a voi, uniti nella lotta risoluta, implacabile, che si concluderà con la liberazione. della Patria».
Sono queste le gesta che hanno dato a Firenze la medaglia d'oro, e sono stati questi stessi avvenimenti e la saggezza politica dei dirigenti del C.T.L.N. che hanno destato le preoccupazioni dei governatori americani e inglesi che non volevano Gaetano Pieraccini primo sindaco di Firenze libera.
Consapevoli della necessità di continuare la lotta i partigiani ed altri giovani si arruolarono nell'armata di Liberazione nelle cui file sulla linea gotica caddero ancora a centinaia.
Firenze celebra l'11 agosto il decimo anniversario della sua liberazione con questi ricordi ed il sesto anniversario della morte di Giuseppe Rossi con la maturità che viene da una grande esperienza sofferta, con la coscienza dei nuovi pericoli che minacciano l'indipendenza[...]