Brano: Orvieto
componeva di 20 uomini, ma nel mese di giugno questi erano saliti a circa 200. L’armamento era costituito da alcuni mitra, da diversi fucili, bombe a mano e pistole abbandonati da giovani disertori del Battaglione « M », dal disciolto Esercito italiano, o tolti dai partigiani a militari tedeschi sbandati. Tutti i bollettini del C.L.N» mettevano in evidenza le malefatte dei maggiori esponenti del fascismo orvietano e, nel contempo, facevano conoscere gli sviluppi della situazione politicomilitare dell'Italia e dell’Europa. Durante il periodo della Resistenza vennero inoltre defissi di notte i manifesti tedeschi e fascisti, distribuiti volantini redatti dai comunisti, praticato il sabotaggio passivo laddove era possibile. La formazione autonoma rimase tuttavia sempre isolata dalle altre bande partigiane operanti nei Comuni dell’Orvietano, salvo sporadici contatti avuti con un gruppo di partigiani attivo a Pitigliano.
Il [...]
[...]tivo a Pitigliano.
Il 2.3.1944 vennero arrestati due dirigenti comunisti: Ferruccio Ferri e Guerrino Mosna\ il 5 marzo fu la volta di un altro dirigente comunista, Remo Grassi. Inoltre vennero arrestati i patrioti Marcello Fu sari, Gualtiero Bar gel letti, Ascenzio Tavoloni, Vittor Ugo Marengo e Gino Mocetti, tutti sorpresi dai militi del Battaglione « M » mentre distribuivano la stampa antifascista. Questa era costituita da un comunicato del C.L.N., da un volantino dattiloscritto a cura dei comunisti e dal giornale Giustizia e Libertà, portato da Roma a Orvieto dal ferroviere orvietano Giovanni Salvatori, che verrà fucilato alla Fosse Ardeatine (v.).
Grassi, Ferri e Mosna vennero trattenuti nelle carceri di Orvieto come ostaggi sotto sorveglianza speciale, mentre i diffusori della stampa furono rimessi in libertà nel mese di aprile.
Ai comunisti di Orvieto perveniva spesso da Roma, da parte del comunista orvietano Angelo Costanzi, il giornale clandestino La Scintilla, della cui redazione clandestina Costanzi faceva parte. Dotato [...]
[...]i. L’atroce esecuzione dei Sette Martiri Orvietani scosse profondamente la popolazione. ! cittadini democratici manifestarono il proprio sdegno contro gli assassini recandosi in pellegrinaggio sul luogo della fucilazione e al cimitero, per deporre fiori sulle fosse delle vittime, nonostante il divieto e il clima di terrore così instaurato.
La Liberazione
La sera del 6 giugno, verso le ore 21, grazie a un piano di evasione concertato tra il C.L.N., una guardia di pubblica sicurezza repubblichina di nome Mimmo e il direttore del carcere, i 3 ostaggi Remo Grassi, Ferruccio Ferri e Guerrino Mosna furono liberati insieme ad altri prigionieri politici, compresi due ebrei arrestati solo perché tali.
Quando, l’indomani, i nazifascisti si presentarono al carcere per prelevare gli ostaggi e portarli con sé nella ritirata, non vi trovarono più nessuno, neanche il direttore. (La guardia di pubblica sicurezza, autore della falsificazione dei documenti necessari per scarcerare gli ostaggi, espediente suggerito dal direttore del carcere, all 'in[...]