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Il segmento testuale C.L.N.A.L è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 7Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 802

Brano: [...] i rappresentanti del Comitato di liberazione nazionale dell 'Alta Italia (v.) e il comandante supremo degli Esereiti alleati in Italia, firmato il 7.12.

1944 presso il Grand Hotel di Roma.

Firmatari furono: il generale Sir W. Maitiand WiJson, comandante supremo del teatro mediterraneo britannico; Pizzoni Alfredo (Pietro Longhi), Ferruccio Parri [Maurizio), Gian Carlo Paletta [Mare)t Edgardo Sogno [Franco Franchi), tutti rappresentanti del C.L.N.A.L L’accordo avrebbe governato i rapporti militari, di comando e di appoggio finanziario fra gli eserciti alleati e il Comando generale del Corpo volontari della libertà (il Comando militare del C.L.N.A.L) durante le ultime fasi della Guerra di liberazione, e stabilito la procedura da seguire allatto della liberazione del Nord. A questo accordo seguì un altro, firmato da Gian Car

lo Pajetta in rappresentanza del C.L.N.A.L e il presidente del Consiglio dei ministri Ivanoe Bonomi, per definire i limiti dell’autorità politica e giuridica del C.L.N.A.L stesso rispetto al Governo di Roma e allo Stato.

Il testo dei Protocolli di Roma era il seguente:

1. Il comandante supremo alleato desidera che la più completa cooperazione militare sia stabilita fra gli elementi che svolgono attività nel movimento della Resistenza; il C.L.N.A.L stabilirà e manterrà tale cooperazione in modo da riunire tutti gli elementi che svolgono attività nel movimento di Resistenza, sia che essi appartengano ai partiti antifascisti del C.L.N.A.I. o ad altre organizzazioni antifasciste.

2. Durante il periodo di occupazione nemica il Comando generale dei volontari della libertà (che è il comando militare del

C.L.N.A.I.) eseguirà per conto del C.L.N.A.L tutte le istruzioni date dal comandante in capo delle armate alleate in Italia, il quale agisce in nome del comandante supremo alleato. Il comando supremo alleato desidera, in linea generale, che particolare cura sia dedicata alle misure atte a sal

vaguardare le risorse economiche del territorio contro gli incendi, le demolizioni e consimili depredazioni del nemico.

3. Il capo militare del Comando generale dei volontari della libertà (e cioè del comando militare del C.L.N.A.I.) deve essere un ufficiale accetto al comandante in capo delle armate alleate in Italia, il quale agisce per con[...]

[...]l mantenimento dell’ordine. Gli ordini emanati dal comandante in capo delle armate alleate in Italia, in nome del comandante supremo alleato e trasmessi per il tramite delle competenti commissioni saranno eseguiti dal C.L.N.A.I., dal Comando generale dei volontari della libertà e dai loro componenti.

Le precedenti trattative

L’accordo rappresentò il culmine di una lunga trattativa fra rappresentanti di vari livelli delle forze alleate e il C.L.N.A.L, iniziata in Svizzera

(v. Certenago) e poi formalizzata con la missione al Sud dei rappresentanti del C.L.N.A.I. dal 14.11. 1944. Sogno vi partecipò per esplicita richiesta del Comando alleato (v. Franchi, Organizzazione),

Le considerazioni più importanti che determinarono i criteri di comportamento del Comando alleato furono: a) la previsione di un possibile crollo totale delle forze tedesche, con conseguente difficoltà per il controllo strategico, politico e giuridico delle aree così liberate; b) l’impossibilità di portare avanti ulteriormente la campagna autunnale senza un crollo ted[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 803

Brano: [...]ccordo, di estrema vaghezza, fra il Governo Bonomi e il C.L.N.A.I., accordo che, tra l'altro, conteneva una dichiarazione del Governo italiano come « successore del governo che firmò le condizioni di armistizio ».

In contrasto con l’apprezzamento e la comprensione dimostrati dagli altri partiti per il lavoro compiuto dai delegati al Sud, i rappresentanti del P.S.I. (Sandro Pertini e Giorgio Marzola) denunciarono il presunto « asservimento del C.L.N.A.L alla polizia britannica » e rifiutarono di riconoscere gli impegni firmati. La pole

mica confluì successivamente nella più ampia discussione sul futuro dei C.L.N. come sistema di governo democratico. In essenza, l’accordo del 7 dicembre conteneva:

1. Un riconoscimento de facto della centralità del C.L.N.A.L e del C.V.L. nella lotta di liberazione.

2. Un’accettazione da parte del C.L.N.A.L dell'esclusivo ruolo di comando del comandante supremo alleato.

3. Un impegno da parte del C.L. N.A.I. di orientare le sue azioni nella direzione della difesa delle risorse economiche del Nord.

4. Un impegno da parte del C.L.N.A.L di trasferire la propria autorità in ogni campo al Governo militare alleato subito dopo 'la Liberazione, e di mettere i partigiani del C.V.L. agli ordini del comandante supremo alleato.

5. Il riconoscimento, da parte del

C.L.N.A.L, della necessità di disarmare le forze della Resistenza subito dopo la Liberazione.

6. L’offerta di una precisa somma, come aiuto finanziario da parte alleata.

7. La conferma dell’autorità delle Missioni alleate presso le forze della Resistenza.

Nei mesi che intervennero fra la firma dei protocolli e la liberazione del Nord, non si presentarono situazioni o avvenimenti tali da metterne in dubbio l’applicabilità. Di conseguenza, la base politica e giuridica dell’azione delle Forze alleate, al momento della Liberazione, consistette interamente nei provvedimenti previsti dai protocolli.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 426

Brano: [...]a di ordinamento militare senza diminuirne la fisionomia politica.

Dopo la nomina di Raffaele Cadorna (v.) a comandante del C.V.L., Parri si impegnò nel compito di tutelare l’impronta politica del movimento partigiano nel suo complesso. Con Longo, fu irremovibile nel contrapporre, alle concezioni « apolitiche » del generale nominato dal governo Bonomi e ai tentativi di svuotare il Comando generale del C.V.L. di ogni connotato di strumento del C.L.N.A.L, una linea che esaltava invece i contenuti popolari e di rinnovamento sociale propri dell’azione partigiana.

Vicecomandante del C.V.L. insieme a Longo, dopo l’approvazione (3.11. 1944), in seno al C.L.N.A.L, di un progetto che mirava a sanare i contrasti sorti intorno al comando di Cadorna imposto dagli Alleati, Parri fu membro della delegazione del Comitato che, nel novembredicembre 1944, si portò a Napoli e a Roma per discutere il definitivo riconoscimento del C.L.N.A.L e del C.V.L..

La trattativa con gli Alleati fu punteggiata di difficoltà e di ostacoli non indifferenti, per la cattiva disposizione e le riserve politiche angloamericane nei confronti del movimento partigiano. Alla fine, Parri sottoscrisse gli accordi del

7.2.1944 (v. Protocolli di Roma). Fu questo un traguardo importante per la sopravvivenza delle forze impegnate al Nord nella guerriglia, anche se al tempo stesso costituiva un’amara registrazione dello spirito antiresistenziale degli Alleati e del loro chiuso conservatorismo, riflettentesi poi nelle posizioni di Bonomi e della burocra[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 315

Brano: [...]llestiti reparti di pronto soccorso, attrezzati per fronteggiare anche una lotta prolungata; tutti i servizi sanitari di settore erano inoltre collegati con formazioni di montagna. Già prima del riconoscimento ufficiale, i medici antifascisti milanesi avevano stampato il Giornale del Medico, organo clandestino dell’associazione, del quale uscirono complessivamente quattro numeri.

Dopo la Liberazione, il C.L.N. dei medici venne trasformato dal C.L.N.A.L in Commissariato all’igiene e Sanità per la Lombardia, con Commissario il dott. Amedeo Piraino (Brigate « Mazzini ») e Vicecommissario il dott. Leone Beltramini (Brigate « Matteotti »). Fra gli altri promotori di questo C.L.N. erano i medici Piero Bucai ossi, Osvaldo Borelli, Aldo Brina, Beretta, Cattabeni, Chiabov (poi arrestato e deportato), Sandro Beltramini (poi comandante di una Divisione partigiana in vai d’Ossola), Carano, Costa, Dragonetti, Ferrari, Gilardoni, Giovane, Giacomelli, Grossoni, Maffi, Mattea, Merlin, Miani (primario dell'Ospedale di Vimercate), Papa, Pirri, Trevisan, Zobo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 490

Brano: [...]ciparono tutti i partiti antifascisti. Ma tra i) 6 e 1*8.1.1944 il C.L.N. di Pavia venne arrestato al completo, tranne Sicurani che riuscì a sfuggire alla cattura. Furono così deportati nei lager tedeschi il colonnello Balconi, li repubblicano Luigi Brusaioli, il socialista Lorenzo Alberti, il comunista Ferruccio Belli e il democristiano Enrico Magenes (Balconi e Brusaioli non ne torneranno). Si aggiunse la cattura di Galileo Vercesi, membro del C.L.N.A.L, e di Guido Panigadi del C.L.N. [V uno finirà fucilato a Fossoli, l’altro a Mauthausen).

Il grave colpo subito non fermò I’

attività dei partiti e non diradò le azioni di resistenza, tant’è vero che la Prefettura, nel tentativo di impedire le azioni dei G.A.P., proibì a tempo indeterminato la circolazione serale e notturna delle biciclette, dapprima in certe zone della città di Pavia e, dal 18.2.1944, nell'intera provincia.

Nelle fabbriche cominciarono a verificarsi agitazioni e scioperi che le autorità non riuscivano a impedire nonostante le deportazioni in Germania, di cui furono v[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 375

Brano: [...] inviata al Nord dal Comando Supremo Italiano e insediata a Verona (v.).

Nel tentativo di uscire da un clima di crisi e di incertezza, aggravato da pesanti rastrellamenti e feroci rappresaglie sulla popolazione civile, il C.L.N. vicentino aveva deciso di stabilire contatti con la base slovena di Monte Nevoso, inviando a Fiume due corrieri che erano ritornati con la Missione di Anton Vratusa (v.) e Francesco Stoka [Rado], accreditati presso il C.L.N.A.L per trattative sul futuro assetto confinario fra Italia e Jugoslavia. I due delegati del Fronte di liberazione sloveno, in attesa di proseguire per Milano, accettarono l’invito a visitare zone destinate ad accogliere qualche gruppo partigiano, rilevando in quella del monte Grappa (v.) condizioni del tutto proibitive, tali comunque da sconsigliarvi la presenza di grosse formazioni, sia per la scarsità di acqua e di vegetazione sia per la posizione facilmente aggirabile del massiccio montano. Nei primi giorni di gennaio 1944 Torquato Fraccon venne arrestato e incarcerato, Marchioro fu sostituit[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine C.L.N.A.L, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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