Brano: [...]per certe ricorrenze nella vita propria, non è possibile — se si viaggia — andare con le mani in mano. Hanno preso il mandolino
e altri — sentiremo — i loro altri strumenti.
Macché, era una vecchia, capelli cenere spezzava l'unica can zone davanti alle porte dei scompartimenti per prendersi le lire di regalo.
La festa consiste massimamente nel pranzo, tanto è vero che rima dire, alle 3 del pomeriggio, ora pesante, ora sola, se si parla : — Buone feste fatte — con infinita melanconia.
Mangiando, un mercurio entro la spina dorsale tende a salire, arriva in capo, se c'è vino, per poco che se ne beve.
Noi tendiamo alla noia, alla posizione orizzontale, come lo stecchino gettato a terra. E prima di questo tempo, tutte le prove, da soli o in compagnia, per arrivare chi sa dove. Il figlio ha detto alla mamma : — Fai il bis, mamma, é buono questo vino.
La signora ha chiuso l'occhio al marito brindando così col bicchiere di liquore. La famiglia degli appuntati è dominata dalle due grasse signore che parlano italiano.
I ragazzi salesia[...]
[...]lavoro sicuro, inghiotte saliva, fuma e ti dice: — Sono a posto, tanto al mese.
Piantare il mento.
Tutti piantano il mento accennando alla marcia vittoriosa della loro parte politica, che vuol dire sconfitta dell'avversario o imminente o futura : — Si vedrà, vedremo — e piantano il mento come la macchina da cucire.
L'UVA PUTTANELLA 15
17.
La città: la gente riunita applaude nei teatri, le macchine di mezzanotte col muso al marciapiede sono buone come vacche e chi se la fuma a passo lento.
18.
Papà mio, quando ti appendevi alla campanella:
— Sarà ammalato, — dicevi — o bene?
E ti guardavi il volto del Gesù, pittato nella mattonella cen
trale di una grossa croce in ceramica, accanto al portone con la
targhetta del seminario « Serafico S. Felice ».
19.
Un sorso d'acqua bevuta alla fontana e dare schiaffi all'aria per sentirla e sottometterla volevo all'uscita dalla piccola porta di ferro del carcere, che mi parve di compensato grigio quando si chiuse dietro le spalle. E mi diressi per bere, il fontanino sta sul marciapiedi, ma[...]
[...] direttore in persona, sto amma lato, sono mutilato, mi hanno ferito, mi devo ricoverare! ». Esce il direttore, gli tocca il polso, ma Pancrazio lo fissa negli occhi minaccioso, leva il bastone: « Mi devo ricoverare! » «Non hai niente ». «Non ne voglio sapere ». Si siede e sbuffa. «Imbroglione, macellaio» al direttore. Gl'infermieri si accostano, gli ammalati di sopra vogliono sapere che succede. Le guardie, i carabinieri, il maresciallo, con le buone e le cattive. Le cattive, lui alzava il bastone.
L'UVA PUTrANELLA .29
« Vi sfregio, andatevene, siete dottori ? Mi devono ricoverare ». « Che ti senti? » « Ah, Ah » faceva il lamento da straziare. Mi vengono a chiamare « Vieni che Pancrazio così e così ». Vado, lo trovo solo, io tutto sorridente, siamo amici, sua madre era una bella donna e mio padre gli rassomiglia stranamente. — Già, tò, dicono tutti per dire che è vero, senza dubbio.
— Be, lui mi chiude gli occhi e si gira sulla sedia. Gli vado di fronte, lui torna a girarsi. Corre il Comandante delle guardie, Pancrazio come se avesse [...]