Brano: [...]la Francia. Ha dissipato ogni equivoco (...) Non dimenticheremo mai ciò che la Francia ha fatto per noi in questa circostanza » (5).
In quello stesso periodo, per contro, peggioravano gravemente i rapporti italoinglesi, in coincidenza con la nota di Lord Curzon consegnata il 4 ottobre da Lord Hardinge al nostro ambasciatore per deplorare la presunta inerzia del Governo italiano di fronte
(4) Cfr. il rapporto dell'ambasciatore britannico a Roma Buchanan al ministro degii Esteri Lord Curzon, 30 ottobre 1919, in Documents on British Foreign Policy, 19191939, edited by E. L. WOODWARD and ROHAN BUTLER, London, 1947 sgg., First Series, vol. IV, p. 143.
(5) Presse de Paris, 12 novembre 1919.
IL GOVERNO NITTI E LA QUESTIONE ADRIATICA 163
alla situazione fiumana in regime di occupazione da parte degli irregolari di D'Annunzio.
Col nuovo anno, la situazione diplomatica si capovolge. In Francia a Clemenceau succede Millerand, che si orienta più decisamente verso una politica di forza verso la Germania e la Russia sovietica, politica che Nitti, ins[...]
[...]che dal punto di vista strategico, e si potrebbe dire, specialmente dal punto di vista strategico, la conquista della Dalmazia sarebbe stata un grosso errore ». Queste considerazioni valgono anche rispetto a quanto dicevamo più su della relativa indifferenza di Nitti verso questa o quella soluzione tecnica del problema adriatico, l'una differente dall'altra soltanto per pochi aspetti di dettaglio.
(25) Per Nitti, cfr. per esempio il rapporto di Buchanan a Curzon, 28 ottobre 1919. in Documents on British Foreign Policy cit., vol. IV, pp. 14142. Nitti temeva un attacco jugoslavo ai « legionari » a Fiume perché esso avrebbe determinato l'iniziativa del partito militarista e reazionario e quindi l'accavallarsi della guerra interna su quella esterna. Su Bissolati, cfr. RAFFAELE COLAPIETRA, Leonida Bissolati, Milano, Feltrinelli, 1958, pp. 27678: « Nella irrequieta atmosfera che aveva accompagnato la caduta del ministero Orlando ed il sorgere di quello Nitti e nell'attesa delle elezioni generali, è gran merito di Bissolati, nei suoi ultimi mesi di[...]
[...] in misura maggiore o minore, tutti i Paesi che aveva partecipato alla guerra.
Nitti stesso vide chiaramente quali forze Io fecero cadere: « Furono i grandi banchieri della Banca Commerciale, i grandi arricchiti di guerra che più si agitarono per evitare un piccolo aumento del prezzo del pane che essi stessi avevano proposto e che richiesero subito dopo le mie dimissioni » (42). « Io ero nella strana
(40) Cfr. per esempio il citato rapporto di Buchanan a Curzon del 28 ottobre 1919.
(41) ALFREDO FRASSATI, Giolitti, Firenze, Parenti, 1959, p. 2.
(42) F. S. NITTI, Rivelazioni cit., p. 51. Alla lotta tra gli opposti gruppi che si contendevano il controllo della Banca Commerciale, il gruppo Marsiglia e il gruppo dei fratelli Pio e Mario Perrone, e in generale all'attività degli ambienti dell'alta finanza plutocratica, Nitti dedico molta attenzione nei mesi della primavera 1920: di ciò restano a testimonianza i documenti che egli raccolse in appositi fascicoli e che si conservano anch'essi tra le sue carte. La lotta tra i due gruppi della Banca[...]