→ modalità player
modalità contesto

Il segmento testuale Brigate G è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 10Entità Multimediali , di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 658

Brano: [...]P. costituiscono l'organizzazione armata dei patrioti che intendono, nei luoghi di lavoro e di abitazione, unirsi e combattere con le armi per difendere i lavoratori e la popolazione contro le violenze nazifasciste e per colpire e distruggere con ogni mezzo l’oppressore tedesco ed i suoi servi fascisti.

Organizzazione popolare armata di massa, le S.A.P. costituiscono la riserva ausiliaria territoriale delle Brigate d’Assalto Garibaldi e delle Brigate G.A.P.. Le S.A.P. preparano, fiancheggiano ed aiutano in ogni modo l’azione delle formazioni partigiane e dei G.A.P.. Esse preparano ed educano all’azione nuove reclute per i G.A.P. e ne formano come una leva preparatoria. Le S.A.P. organizzano l’apporto armato delle grandi masse popolari al l'insurrezione nazionale contro l’oppressore. Le S.A.P. sono formate sui luoghi stessi dove i loro componenti lavorano ed abitano. Nelle officine come S.A.P. operaie, nei villaggi come S.A.P., contadine, tra i giovani come S.A.P. giovanili, nei quartieri popolari come S.A.P. di quartiere: nella più grande v[...]

[...] la loro attività politica di massa.

I componenti della S.A.P. devono impegnarsi ad ubbidire militarmente, senza discussioni, agli ordini ricevuti dai superiori comandi ed a rispettare nella loro attività la disciplina militare.

Le S.A.P. sono organizzate sopra una base territoriale. In ogni provincia è costituito un Comando provinciale della S.A.P.. Questo Comando è in collegamento permanente con la Delegazione regionale del Comando delle Brigate Garibaldi e da questa riceve istruzioni ed ordini per l'attività delle S.A.P. ed a questa rimette un rapporto sulle azioni svolte e sullo sviluppo organizzativo raggiunto, in questo modo viene assicurato il coordinamento dell’azione delle S.A.P. con quella dei G.A.P. e con quella delle Brigate d’Assalto. [...] Una squadra è normalmente composta di 15 combattenti, divisi in tre nuclei di 5.

[...] Nella situazione attuale la campagna offre il terreno più adatto per lo sviluppo delle S.A.P.. Le città e le officine della nostra regione si vanno vuotando, perché gli operai non vogliono farsi pren[...]

[...]he si è passati alla costituzione in ogni provincia di una Brigata Garibaldi S.A.P. », la “La nostra lotta” del 5.8.1944 si poteva leggere che, a Firenze, « le Squadre d'azione patriottica (S.A.P.) si sviluppano ogni giorno più. Quasi tutti i compagni sono inquadrati nelle squadre. La città e 'il circondario sono stati divisi in zone, ogni zona ha il suo Comando, le squadre sono raggruppate in plotoni e compagnie e sono dirette dal Comando delle Brigate Garibaldi. Gli appartenenti alle squadre nella città e nel circondario di Firenze ammontano a venticinquemila. Poi vi sono delle squadre organizzate dagli altri partiti antifascisti che inquadrano altri diecimila uomini ».

Meno rilevante fu nell’estate lo sviluppo numerico e operativo delle S.A.P. delle altre regioni, ma “l'Unità” delI'8.10.1944 (Edizione dell'Italia Settentrionale) per la Lombardia riportava: « La periferia nord di Milano e soprattutto la zona da Legnano e Gallarate a quella attorno a Monza, sono diventate vere e proprie zone di guerra, dove le imboscate si succedono alle i[...]

[...]soprattutto la zona da Legnano e Gallarate a quella attorno a Monza, sono diventate vere e proprie zone di guerra, dove le imboscate si succedono alle imboscate, centinaia di operazioni di guerriglia, dalle occupazioni di villaggi come Arsago e Busserò al disarmo di centinaia di nazifascisti e di “repubblichini” al sabotaggio delle linee ferroviarie al sistematico castigo di spie e di traditori affermano l’esistenza e la combattività delle nuove Brigate Garibaldi S.A.P.. Dopo Pavia e Mantova anche la provincia di Cremona vede la guerriglia penetrare nel feudo di Farinacci, sono i distaccamenti S.A.P. garibaldini che disarmano il nemico, che attaccano le pattuglie isolate, che castigano chi lo serve ». Pochi giorni prima lo stesso organo del P.C.I. aveva dato notizia dei grandi successi ottenuti dalle S.A.P. nelle campagne romagnole, con un lungo articolo che tra l’altro diceva: « Il movimento delle S.A.P.

658



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 510

Brano: [...]Luigi Rei, Leandro Longhi, Angelo Scala [Battista), Giacinto Rizzoglio. Le loro azioni, oltre a gettare lo scompiglio nelle file nazifasciste, agevolarono la costituzione di una vasta ed efficiente rete di C.L.N. rionali, periferici e aziendali che permisero

lo sviluppo dell’attività militare nella città. Le S.A.P. (squadre di azione patriottica) vennero ordinate su

36 brigate (ciascuna di circa 20 squadre di 5 elementi) così suddivise: 24 Brigate Garibaldi organizzate dal P.C.I., 4 Brigate G.L. del Partito d’Azione, 2 Brigate Matteotti del P.S.I., 2 Brigate Mazzini del P.R.I., 2 Brigate Libertarie dei gruppi anarchici, 1 Brigata del Popolo (o della Patria) della D.C., 1 Brigata Autonoma del P.L.I..

Le Brigate S.A.P. Garibaldi erano comandate da Gelasio Adamoli (v.), le G.L. da Giuseppe Ferrari [Negrini) e Dani, le Mazzini da Aldo Podestà e Dante Storace, le Matteotti da Dante Bruzzone, le Libertarie da Pittaluga, quelle della Patria da Mario Galli, le Autonome da Prati.

L’unità di impiego e di direzione di queste forze era affidata al Comando unificato generale, composto da[...]

[...]o comandate da Gelasio Adamoli (v.), le G.L. da Giuseppe Ferrari [Negrini) e Dani, le Mazzini da Aldo Podestà e Dante Storace, le Matteotti da Dante Bruzzone, le Libertarie da Pittaluga, quelle della Patria da Mario Galli, le Autonome da Prati.

L’unità di impiego e di direzione di queste forze era affidata al Comando unificato generale, composto dal generale Cesare Rossi, comandante; da Raffaele Pieragostini, vicecomandante e comandante delle Brigate Garibaldi liguri; dal colonnello Alfredo Amoroso, capo di Stato maggiore; dal colonnello Giulio Battari, capo del S.I.M..

Le S.A.P. fecero sentire la loro presenza di esercito clandestino in città con una serie di azioni: disarmo di militari tedeschi e fascisti; sabotaggio nelle fabbriche, nei trasporti, nei collegamenti; scritte murali; lancio di volantini nei cinema

o nelle pubbliche vie; raccolta e invio di rifornimenti alle formazioni della montagna; servizio di informazioni.

Un momento di verifica dell’efficienza militare e organizzativa delle S.A.P. si ebbe il 30.11.1944, nella c[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 479

Brano: [...]mando Apollonio, Giuseppe Sponzi, Domenico Simonetti, Luciano Giuricin ed Eufemia Butterà, che combatterono a fianco dei partigiani slavi.

Friuli

A Udine i G.A.P. assunsero tale sviluppo che i primi gruppi, costituitisi subito dopo T8.9.1943, si svilupparono fino a dare vita a 2 battaglioni (dicembre 1943), poi a 10 battaglioni (aprile 1944) e infine a

3 brigate nell'agosto del 1944.

Nel dicembre 1944 si costituì nel Friuli il Gruppo Brigate G.A.P., al comando di Valerio Stella (Ferruccio) e con capo di stato maggiore Mario Ermacora (Breda). Alcune

formazioni agivano all’interno della città, altre in pianura. Queste ultime ebbero uno straordinario sviluppo, da dover essere trasformate in vere e proprie unità partigiane e spostate in montagna.

Per un certo tempo le Brigate G.A.P. agirono agli ordini di Mario Toffanin (Giacca), Aldo Piaino (Valerio) e Vittorio Juri (Marco). Alla fine del marzo 1945 il Gruppo Brigate

G.A.P. passò al comando di Giorgio Julitta (Jori) e Valerio Stella ne divenne commissario politico.

Oltre al già ricordato Silvio Marcuzzi, tra i più valorosi dirigenti gappisti furono Arduino Busolini (Gino) e Pietro Mesaglio (Ciano). Le azioni compiute in tutta la zona si contano a centinaia. Numerosi furono specialmente i sabotaggi a linee ferroviarie, gli attacchi a treni e ad autocolonne nemiche.

Verona

Si ricordano Emilio Berardinelli[...]

[...] più valorosi dirigenti gappisti furono Arduino Busolini (Gino) e Pietro Mesaglio (Ciano). Le azioni compiute in tutta la zona si contano a centinaia. Numerosi furono specialmente i sabotaggi a linee ferroviarie, gli attacchi a treni e ad autocolonne nemiche.

Verona

Si ricordano Emilio Berardinelli, Lorenzo Fava, Danilo Pretto, Vittorio Ugolini, Berto Zampieri e Aldo Petacchi (quest'ultimo appositamente inviato da Milano, dal Comando delle Brigate Garibaldi) i quali, con un’azione diventata famosa, assaltarono in pieno giorno il carcere degli Scalzi per liberare Giovanni Roveda (v.). Fava e Pretto, caduti nella rischiosissima azione, furono decorati di medaglia d'oro al valor ' militare.

Tra gli altri gappisti di Verona si ricordano Vittorio Aversani, Bruno Berto!aso, Arturo Cassandrini, Attilio Dabini, Gino Dusi, Aldo Fracastori, Oreste Godi, Umberto Lancellotti, Brigitte Loewenthal, Guido Meliini.

Si vedano, per le più importanti azioni gappiste, esaurienti informazioni nelle voci delle località in cui si svolsero e nelle voci bi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 371

Brano: [...] « Padova »

43 Divisione « Nino Nannetti »

44 Divisione « Belluno »

45 Gruppo Brigate « Rovigo »

46 Gruppo Brigate « Verona »

47 Divisione « Sabatucci »

48 Divisione « Sergio e Battisti »

49 Divisione « Mario Modotti »

50 Divisione « CarniaNassivera »

51 Divisiohe « Fratelli Roiatti »

52 Divisióne « Mario Foschiani »

53 Divisione « Guido PiceiIi »

54 Divisione « Osoppo »

55 Divisione « Friuli »

56 Gruppo Brigate G.A.P. e S.A.P.

57 Brigata « Pasubio »

EMILIANORD

58 Divisione Alpina « Val d’ArdaBersani »

59 Divisione Alpina « Val Nure »

60 Divisione Alpina « Val Ceno »

61 Divisione Alpina « Val Taro »

62 Divisione Alpina « Ottavio Ricci »

63 I Divisione Reggiana

64 II Divisione Reggiana

EMILIASUD, ROMAGNA

65 Divisione Alpina « Mainerà

66 Divisione Alpina « ModenaArmando »

67 Divisione « ModenaPianura *

68 Divisione Alpina « Lupo »

69 Divisione « MarioPianura »

70 XXVIII Brigata « Mario Gordini »

71 Brigate Romagnole

72 G.A.P. Emiliani: 7° « Gianni » ([...]

[...]ra); 29° (Forlì); Battaglioni « Corbari » (Ravenna)

TOSCANA

73 Divisione « Potente » (già « Arno »)

74 Divisione « Spartaco Layagnini »

75 Brigate toscane non indivisionate

MARCHE

76 Divisione

Marche >

UMBRIA

77 Brigate: « Gramsci », « Colfiorito »

LAZIO

78 Bande garibaldine e G.A.P.

ABRUZZO

79 Bande garibaldine (« Ammazzalorso », « Rodomonte », « Brigata del Popolo »)

Elenco ricavato dall’archivio delle Brigate Garibaldi (Istituto Gramsci,Roma) e da « Un popolo alla macchia » di Luigi Longo (Milano, 1947)

che le nostre sono veramente unità d’assalto, formazioni modello ».

Le « Garibaldi » s'imposero come modello a tutte le altre formazioni che, informandosi al loro esempio, ne adottarono la struttura, i criteri operativi e persino la terminologia, Tutto il movimento partigiano si organizzò in distaccamenti, briga te, divisioni, gruppi di divisioni passando poi ai Comandi piazza di zona e di regione. Lo stesso Comando generale del C.V.L. (del quale d'altronde Luigi Longo era, con Ferruccio Parri,[...]

[...]ione. Lo stesso Comando generale del C.V.L. (del quale d'altronde Luigi Longo era, con Ferruccio Parri, il vicecomandante) adottò e generalizzò per tutte le formazioni le norme e la struttura delle « Garibaldi »; le funzioni dei comandanti e dei commissari delle formazioni unificate del C.V.L. furono indicate praticamente sulla falsariga delle norme

impartite alle proprie unità dal Comando generale delle « Garibaldi » fin dal 15.5.1944.

Le Brigate Garibaldi ebbero un loro periodico: Il Combattente (v.), diretto da Giancarlo Pajetta, il cui primo numero uscì nell’ottobre del 1943.

Uniformi e simboli

Il Comando generale delle « Garibaldi » non si preoccupò mai eccessivamente di bandiere e di uniformi, tanto più che i partigiani vestivano come potevano e generalmente le formazioni, andando in battaglia, certo non sfoggiavano divise o sventolavano vessilli: basata essenzialmente sull'imboscata e sugli attacchi di sorpresa, latattica partFgiana esige, per la sua stessa natura, che i combattenti passino il più inosservati possibile,

m[...]

[...]« zone libere ») e da circostanze locali, poterono disporle del tessuto occorrente per dare a tutti i partigiani una sòrta di uniforme (per esempio nel Biellese, in Valsesia, nelle Langhe, in Carnia; in certe zone della Liguria, delTEmilia e della Toscana). Alla vigilia dell'insurrezione nazionale, la maggioranza dei combattenti partigiani vestiva perciò un’uniforme, che però variava da zona a zona. Neppure le mostrine erano sempre le stesse: le brigate garibaldine della Valsesia, ad esempio, portavano la stella alpina; altre formazioni, una stella a cinque punte. Per lo più i garibaldini portavano al collo un

371



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 376

Brano: Brigate « Giustizia e Libertà »

1943, attorno all'ingegnere Fermo Solari; e altri nuclei, destinati poi a svilupparsi come unità partigiane di notevole efficienza e spesso di cospicua eptità numerica.

Struttura e articolazione

La struttura dei comandi periferici delle Brigate G.L. fu, di norma, quella di un Comando regionale retto da un comandante affiancato da un commissario politico (mentre, centralmente, non esisteva la figura del commissario). Le unità combattenti si organizzarono, secondo lo schema prevalente nel movimento partigiano, in distaccamenti, bande (o battaglioni), brigate, divisioni, raggruppamenti. I commissari politici di formazione furono, per lo più, a livello di brigata e di divisione, ma in alcune^zone e in taluni reparti anche a livello di battaglione e di distaccamento.

Comandi regionali funzionarono in: Piemonte (comandante Tancredi Gai i[...]

[...]rtigiani in relazione ai diversi periodi della lotta, rendono tali cifre alquanto approssimative. Lo stesso Parri, in una conferenza tenuta nel marzo 1960 presso il Circolo « Fratelli Rosselli » di Firenze, riferendosi all’inizio dell’aprile 1945, cioè alla fase preinsurrezionale, portava la sua valutazione a circa 20.000 combattenti regolarmente inquadrati, compresi quelli operanti nelle città.

Nel novembre 1944, il comandante generale delle Brigate G.L. aveva considerato che le sue unità rappresentassero il 20 % del totale dei reparti partigiani operanti, valutando nella percentuale del 50 % quelli organizzati sotto la direzione del comando delle Brigate d'assalto Garibaldi.

Le perdite subite dalle formazioni G.L. — sempre secondo i calcoli di Parri — ammonterebbero comples

Partigiani della 2a Banda della Brigata « Giustizia e Libertà » di Valle Varaita

376



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 375

Brano: [...] comando di Augusto Conti (Augusto), costrinsero, con la violenza degli attacchi a corpo a corpo, le forze repubblichine a ripiegare. Fondamentale fu poi l’apporto delle forze cittadine delle « Matteotti » all’attività della Resistenza in Milano e Torino, e alla liberazione delle due città; così come altre unità delle formazioni presero parte alla conquista dei maggiori centri dell’Italia del nord.

A.Cam.

Brigate « Giustizia e Libertà »

Brigate G.L.. Denominazione assunta dalle formazioni partigiane organizzate durante la Guerra di li* Aerazione sotto l’egida del Partito d’Azione (v.) o ad esso collegatesi.

il motto di « Giustizia e Libertà », insegna del movimento fondato da Carlo Rosselli (v.) in Francia nel 1929 e al quale si riallacciava la tradizione del Partito d’Azione, fu adottato da tutti i nuclei partigiani creati da militanti «azionisti» nella primavera del 1944, quando le formazioni ebbero il loro assetto ufficiale e vennero poste sotto il comando di Ferruccio Parri (v.)f che le rappresentava anche nel Comando generale [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 785

Brano: [...], si sviluppò uno dei maggiori movimenti partigiani d’Italia. Ne furono espressione grandi unità come la Divisione Garibaldi « Natisone », forte di 3.000 uomini e comandata dall’operaio del cantiere Mario Fantini. Così come erano operai il commissario politico della Divisione stessa G. Padoan, commissari e comandanti di brigata o di battaglione come V. Marini, G. Lorenzon, M. Zulian, F. Giorgiutti e altri.

Nel Monfalconese nacquero inoltre le Brigate G.A.P. e importanti organizzazioni logisticomilitari come VIntendenza Montes (v. Marcuzzi, Silvio), il cui raggio operativo si estese fino alla provincia di Venezia, assicurando i rifornimenti a numerose formazioni partigiane, sia italiane che slovene. Centinaia di giovani monfalconesi accorsero anche nella Brigata Garibaldi « Trieste » e nella Garibaldi « Fontanot », sorta in Slovenia e operante al di là del vecchio confine.

La Resistenza armata ebbe nei cantieri di Monfalcone una delle sue basi più vitali, un vero e proprio proletariato partigiano che impresse alla lotta un carattere di cl[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 562

Brano: [...]di fatto superati dall’offensiva di truppe collaborazioniste mongole che, iniziata il 23.11.1944, nella sua prima fase si rivolse soprattutto contro le postazioni gielliste di Rocca d’Olgisio, Pianello e Rivergaro, con l’obiettivo di spezzare lo schieramento frontale dei partigiani esteso lungo l’intero arco piacentinopavese.

L’offensiva nemica ebbe successo, nonostante la tenace resistenza opposta dai partigiani al Cerro e a Bobbio. Le varie Brigate G.L. furono quindi costrette a sganciamenti progressivi e, infine, ad abbandonare la vai Trebbia e la vai Tidone, dove si scatenarono in violenze e saccheggi le truppe mongole.

I contingenti sparsi della Divisione, ripiegati in vai Nure, proseguirono i combattimenti fino all’ultimo accanto alle Brigate garibaldine di quelle zone. Tuttavia il rastrellamento invernale provocò uno sbandamento delle forze partigiane, braccate e isolate: molti furono i morti, i feriti (tra cui lo stesso comandante Fausto e il suo capo di stato maggiore Patrignani), e i caduti in mano al nemico. Fra le maggiori perdite, si ricorda quella del dottor Laudi, catturato in Alta vai Nure dove si era recato per assistere il comandante Inzani, ferito; e quella di Paolo Araldi che, tradito da una spia, venne preso e fucilato mentre tentava di entrare in Piacenza. Anche « il Ballonaio » fu fatto prigioniero e ucciso.

I li[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 198

Brano: [...]ius). Oltre a segnalare i nominativi delle spie, il C.IN.PRO. e il S.I.S. fornivano notizie di carattere militare alle forze partigiane e agli Alleati, avvalendosi di una rete di informatori estesa a tutto il Friuli e comprendente molti agenti, uomini e donne, infiltrati in organizzazioni tedesche e fasciste.

In breve tempo i G.A.P. operanti nell’Udinese raggiunsero una consistenza tale che, nel gennaio del

1944, venne costituito un Gruppo Brigate G.A.P. comandato inizialmente da Mario Toffanin (Giacca) e Giorgio Julita (Jolli). Dopo l'eccidio di Porzurs, “Giacca” venne destituito e il suo posto fu assunto da Valerio Stella (Ferruccio).

Anche i nuclei del movimento giovanile si rafforzarono notevolmente, soprattutto quando i tedeschi decretarono la chiamata alle armi per le classi 19242526 o, in alternativa, il lavoro obbligatorio.

Contro i giovani del Fronte i tedeschi compirono un feroce eccidio: il 9.5.1944, durante un rastrellamento a Feletto, ne arrestarono 13, tutti appartenenti all'organizzazione: il più giovane aveva 18 ann[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 298

Brano: [...]uita da tre bande e da un reparto di guastatori (assegnato poi, nell’inverno 194445, alla Brigata « Saluzzo » della medesima divisione). Insieme alla 181a Brigata Garibaldi, dovette fronteggiare i rastrellamenti dell'agostosettembre

1944, condusse varie azioni nel Sa

luzzese e presidiò la Varaita durante l’occupazione partigiana dell’estate. Sul finire del 1944 l’unità si trasferì temporaneamente in valle Maira, ove combattè a fianco delle brigate G. L. « Bianchi di Roascio » e Garibaldi « Fissore ». Due bande della « Besana » si distinsero nei combattimenti del febbraioaprile

1945, mettendo ripetutamente in fuga reparti fascisti.

Alla vigilia deH’insurrezione la brigata rientrò in valle Varaita per impedire, con le formazioni garibaldine della 181a, che le centrali idroelettriche venissero distrutte dai tedeschi. Nelle giornate insurrezionali, con i suoi reparti catturò gran parte dei 900 soldati del Battaglione « Bassano » della Divisione « Littorio »,’ dislocati in Varaita e Maira, e contribuì alla liberazione di Savigliano (30.[...]

[...]arsi di fronte al plotone di esecuzione, abbia beffardamente risposto: « Certo, vorrei che mi faceste vedere un po' di pane ».

Bessone, Romano

N. a Sala Biellese (Vercelli) il 31. 10.1903; meccanico. Membro dell'organizzazione comunista clandestina e attivo antifascista, nel 1930 fu condannato dal Tribunale speciale a 16 anni di reclusione. Dopo l’8.9. 1943 è stato tra gli organizzatori della Resistenza a Torino, commissario politico delle Brigate G.A.P. della città.

Betti, Paolo

N. a Juiz de Fora (Brasile) il 9.10.


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Brigate G, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---G.A.P. <---Brigate G A P <---fascisti <---Brigate G L <---G.L. <---S.A.P. <---comunisti <---C.L.N. <---S.S. <---comunista <---fascismo <---fasciste <---italiane <---nazisti <---A.N.P.I. <---Bibliografia <---Brigata del Popolo <---Brigate S <---Brigate S A P <---C.V.L. <---Dante Livio Bianco <---G.N.R. <---Gruppo Brigate <---Italia Libera <---Le S <---Le S A P <---P.C.I. <---Storia <---antifascista <---azionista <---collaborazionisti <---dell'Italia <---fascista <---gappiste <---gappisti <---gielliste <---nazifascisti <---nazista <---A.P. <---Ada Piccoli <---Agostino Pi <---Aldo Fraca <---Aldo Pe <---Aldo Podestà <---Alfeo Giampieri <---Alfredo Valdemarin <---Alla I <---Andrea Scano <---Angiolina Berpi <---Arturo Cassandrini <---Augusto Lorenzini <---Autonome da Prati <---B.D.C. <---Battaglione Triestino <---Battaglione del Fronte <---Bianchi di Roascio <---Brigata Trieste <---Bruno Berto <---Bruno Paliavisini <---Bruno Serrani <---C.L.N.A.I. <---C.N.T. <---Carnia-Nassivera <---Cecilia Deganutti <---Cividale del Friuli <---Clemente Profeti <---Collegio di Mondovì <---Comando di Piazza <---Comando di Zona <---Comando di Zona Oltrepò <---Cuneese da Tancredi Galimberti <---D.C. <---Danilo Pretto <---Dante Bruzzone <---De Gasperi <---Diritto <---Divisione G <---Divisione G L <---Divisione Reggiana <---Divisione S <---Divisione S A P <---Divisione U <---Divisione U S <---Divisione del Monferrato <---Doberdò del Lago <---Egidio Zoratti <---Elio Cicchetti <---Emanuele II <---Emilio Berardinelli <---Enzo Donini <---Eros De Franceschi <---Ettore Rosa <---Eufemia Butterà <---Faustino Barbina <---Felice Cascione <---Ferruccio As <---Ferruccio Parri <---Fidalma Garosi <---Formazione S <---Formazione S A P <---Francesco Gasperini <---Franco Diodati <---Fratelli Varai <---Gaetano Barbareschi <---Garibaldi S <---Garibaldi S A P <---Germano Jori <---Giacomo Buranello <---Gian Angelo <---Gianfranco Mattei <---Gin Bevilacqua <---Gino Duca <---Gino Tommasi <---Giorgio Pa <---Giorgio Spina <---Giovanni Bertini <---Giuseppe Romussi <---Gruppi di Difesa <---Guido Bracchi <---Igor Dekleva <---Il Combattente <---Il Popolo <---Il campo <---Imerito Alarici <---In Emilia <---In Liguria <---In particolare <---Iole De Cil <---Irma Franceschino <---Italia libera <---Italo Berardengo <---Juiz de Fora <---La Pietra <---La Spezia <---La Voce <---La nostra lotta <---La sera <---Leo Lanfranco <---Libertarie da Pittaluga <---Lidia Roiatti <---Lina Filippi <---Lotta di classe <---Luciano Gerussi <---Luciano Giuricin <---Luigi Longo <---Luigi Rei <---Luigi Sturzo <---Marchesato del Monferrato <---Mario Flaim <---Mario Foschiani <---Mario Frausin <---Mario Gordini <---Mario Jacchia <---Mario Modotti <---Mario Toffa <---Mario Toffanin <---Mario-Pianura <---Matteotti da Dante Bruzzone <---Mazzini da Aldo <---Mazzini da Aldo Podestà <---Milziade Marchetti <---Modena-Armando <---Modena-Pianura <---Monregalese-Langhe <---Natale Cerutti <---Natale Colarich <---Nedo-Pajetta <---Nino Nannetti <---Nome di Gr <---Oliviero De Bianch <---Oreste Godi <---P.L.I. <---P.R.I. <---P.S.I. <---Padana Inferiore <---Padri Gts <---Patria da Mario Galli <---Piazza di Genova <---Piemonte Ju <---Pinan-Cichero <---Pino Budicin <---Popolo del Friuli <---Pratica <---Raggruppamento Divisioni <---Renzo Cattaneo <---Resistenza a Torino <---Resistenza in Milano <---Resistenza in Romagna <---Resistenza nel Novarese <---Riccardo Bauer <---Risiera di S Sabba <---Rita De Giorgio <---Romano Fumis <---Ronchi dei Legionari <---Rudi Ursich <---S.A.P <---S.I.S. <---Sergio Cermeli <---Sezione di Marassi <---Silvio Bonfante <---Silvio Carlo <---Silvio Marcuzzi <---Silvio Silvestri <---Squadre di Azione Patriottica <---Storia contemporanea <---Storia della Resistenza <---Tancredi Gai <---Tancredi Galimberti <---Trecate in Lomellina <---Triestino del Carso <---U.S.A. <---Umberto Giu <---Umberto Lan <---V Zona Cu <---Val Ceno <---Vignale Monferrato <---Vincenzo Gentile <---Vinicio Fontanot <---Virginia Tonelli <---Vittorio Emanuele <---Vittorio Emanuele II <---Vittorio Juri <---Vittorio Mallozzi <---Vittorio Ugolini <---Voce di Furi <---Voghera-Piacenza <---Walter Rossi <---Zona libera <---Zorka Grmek <---antifascisti <---antinazista <---ateista <---azionisti <---banditismo <---collaborazioniste <---cristiana <---dell'Alta <---democristiani <---diano <---differenziano <---fiancheggiano <---giana <---gliano <---gollista <---istriano <---italiani <---nazifascista <---nazifasciste <---naziste <---nell'Udinese <---reggiana <---sciste <---siane <---siano <---socialista <---socialiste <---socialisti <---squadristi <---sull'Arno