Brano: [...] un discreto sviluppo grazie alla particolare configurazione della zona, nonché alle capacità organizzative di Italo Salsi e Giovanni Faraboli. A Parma città il movimento cooperativo fu invece più modesto e, fino al 1911, addirittura quasi inesistente.
In seguito all’agitazione del 1898 per il ribasso del prezzo del pane, che diede origine a barricate nell'Oltretorrente e a movimenti negli altri centri della provincia, le C.d.L. di Parma e di Borgo San Donnino (fondata nel 1897) furono sciolte dall’autorità militare. La C.d.L. di Parma venne ricostituita nel 1900
per iniziativa della Sezione socialista che, nello stesso anno, fondò anche il settimanale L’Idea.
Riformismo e anarcosindacaJismo
L’organizzazione politica socialista, consistente soprattutto nel circondario di Borgo San Donnino e in misura inferiore a Parma città, rifletteva le differenze nell’organizzazione del lavoro e sociali delle rispettive zone. Al proletariato agricolo omogeneo del circondario di Borgo San Donnino che si aggregava intorno alle leghe, alle cooperative (di produzione, lavoro e consumo), ai Comuni rossi, e inviava al Parlamento un proprio deputato (Berenini), corrispondeva in città il proletariato e sottoproletariato dei borghi, disperso in diversi e spesso precari mestieri, poco incline a forme organizzative stabili, dalle tradizioni ribellistiche. Questa disomogeneità si rifletteva nel campo sindacale: alla riformistica Camera del lavoro di Borgo San Donnino si contrapponeva il sindacalismo rivoluzionario della Camera del lavoro di Parma (v. Anarchici).
I contrasti tra le due C.d[...]
[...]he si aggregava intorno alle leghe, alle cooperative (di produzione, lavoro e consumo), ai Comuni rossi, e inviava al Parlamento un proprio deputato (Berenini), corrispondeva in città il proletariato e sottoproletariato dei borghi, disperso in diversi e spesso precari mestieri, poco incline a forme organizzative stabili, dalle tradizioni ribellistiche. Questa disomogeneità si rifletteva nel campo sindacale: alla riformistica Camera del lavoro di Borgo San Donnino si contrapponeva il sindacalismo rivoluzionario della Camera del lavoro di Parma (v. Anarchici).
I contrasti tra le due C.d.L., riguardanti forme organizzative e metodi di lotta, si acuirono dopo il 1906, quando la C.d.L. di Parma (dominata dagli anarcosindacalisti) non volle entrare nella appena costituita Confederazione generale del lavoro guidata dai socialisti riformisti, e soprattutto a partire dal 1907, quando Alceste De Ambris
(v.), divenuto in quell’anno segretario della C.d.L. di Parma, dopo aver promosso una serie di scio* peri vittoriosi (da quello delle bustaie allo scio[...]
[...]egno nazionale nel quale venne eletto un comitato di resistenza, cui aderivano le organizzazioni contrarie alla linea della Confederazione, con lo scopo di sconfiggere l’influenza riformista sul movimento operaio. In quella stessa sede venne decisa la fondazione del giornale del movimento sindacalista (l’Internazionale, 19071923) che, dopo una breve vita a Bologna, divenne l’organo della C.d.L. di Parma. Da allora, la C.d.L. di Parma e quella di Borgo San Donnino non solo rappresentarono due zone distinte, ma espressero due linee opposte, a tal punto che lavoratori della Bassa si iscrivevano a Parma, mentre lavoratori di Parma preferivano iscriversi a Borgo San Donnino. Nel 1917 la C.d.L. di Borgo San Donnino aprì una propria sede in città, in Borgo Tommasini, mentre la C.d.L. di Parma aveva la sua nell’Oltretorrente, in Borgo delle Grazie.
Lo sciopero generale agricolo del 1908 fece di Parma il simbolo nazionale del sindacalismo rivoluzionario. Proclamato per la mancata applicazione dei patti del 1907 e per l’atteggiamento intransigente degli agrari, che dopo gli scioperi del 1907 si erano dati una struttura più solida, lo sciopero del 1908 continuò per due mesi, fu di estrema durezza e coinvolse anche la città. Oltre a organizzare treni di crumiri, gli agrari formarono vere squadre armate[...]
[...]involse anche la città. Oltre a organizzare treni di crumiri, gli agrari formarono vere squadre armate, mentre la forza pubblica attaccava gli scioperanti. Lo sciopero si concluse, dopo scontri in città, con l’occupazione della C.d.L. di Parma da parte della forza pubblica, per cui Alceste De Ambris dovette rifugiarsi all’estero.
Il fallimento dello sciopero, dovuto anche alla frattura tra riformisti e sindacalisti rivoluzionari (la C.d.L. di Borgo San Donnino non vi aveva partecipato), fu seguito da una dura reazione padronale e da una stasi del movimento sindacale, soprattutto della corrente riformista. Nonostante questa sconfitta, il sindacalismo rivoluzionario riprese immediatamente vigore e anzi si rafforzò: nel 1911 si conclusero favorevolmente le lotte di diverse categorie operaie urbane (mentre, nelle campagne, l’introduzione da parte padronale dei rapporti di com
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Crumiri protetti dalla cavalleria lavorano alla mietitura durante lo sciopero dei braccianti di Torrile San Polo (Parma) nel giugno 1908
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