Brano: [...]1911). Comunista anche quest’ultimo, nel 1936 era

espatriato clandestinamente per andare a combattere in Spagna; rimpatriato e confinato dopo la fine della guerra, era stato liberato alla caduta del fascismo; sarà commissario politico dei G.A.P. genovesi e poi della 108a Brigata Garibaldi nell’Alessandrino.

Militanti forse meno noti, ma altrettanto esemplari, usciti allo scoperto dopo l’8 settembre, furono: il medico Flavio Busonera (v.) e Bartolomeo Meloni (n. a Cagliari nel 1900) che, dirigente delle Ferrovie dello Stato a Venezia, fu autore di una serie incredibile di azioni di sabotaggio contro i treni che portavano armi e rifornimenti alla Repubblica di Salò (infine, scoperto dai tedeschi e deportato, morirà a Dachau). E ancora Raimondi Melis, operaio della Fiat, fucilato a Torino insieme col genero.

Forse più di ogni altra, fu esemplare della lenta emersione alla coscienza di libertà la vicenda di un gruppo di giovani soldati sardi (tutti poco più che ventenni), che verrà raccontata da uno di loro, l’orgolese Luigi Podda (v.).

L’8 se[...]

Brano: [...]una ripresa di spiriti regionali e autonomistici in genere, lo spingevano a far partire l'azione dal basso, e d'altra parte a ciò concorrevano anche gli impegni che aveva subito preso di guida del C.L.N. regionale veneto.

Fu per quegli impegni che si stabilì a La Mira e poi a Padova; aveva trovato la collaborazione di alcuni giovani (oltre a Giuriolo di cui abbiamo detto, Giancarlo Tonolo che gli faceva da segretario e soprattutto l'ingegnere Bartolomeo Meloni che aveva preparato da tempo le fila di un’azione antitedesca di sabotaggio nelle ferrovie del Compartimento ferroviario veneto, in cui aveva una posizione centrale). Di questo lavoro era entusiasta e sofferse molto quando Meloni venne sospettato e imprigionato, anche se Trentin non fece a tempo ad apprendere che il suo collaboratore era stato deportato a Dachau, dove sarebbe morto.

Collaborava anche con il comunista Concetto Marchesi, rettore dell'Università di Padova, perché ave

Brano: [...]l di fuori dell'orbita del C.L.N. veneziano si mossero, ad esempio, missioni militari giunte in città dal sud: fu il caso della Missione “Argo” di Giordano Bruno Rossoni, che operò in contatto con un gruppo di resistenti facente capo a Guido Dall'AgnoI e aveva un genere di logica di tipo militare, volutamente staccata dall’impostazione politica propria del C.L.N.. Anche le azioni di sabotaggio delle linee ferroviarie, che ebbero per protagonisti Bartolomeo Meloni e Lindoro Rizzi, più che alla struttura unitaria, fecero capo al Partito d’Azione.

Per rafforzare e rendere operante la struttura unitaria, si erano tenuti il 7.10.1943 un convegno a Bavaria di Nervesa (Treviso) e, il 13 successivo, una riunione del C.L.N. regionale veneto a Padova: da quegli incontri, sotto la spinta del P.C.I. e del P. d’A., era nato un Esecutivo militare regionale di indubbia matrice politica. Come consulente militare dell’Esecutivo, secondo un modello che si sarebbe imposto rapidamente anche in periferia, era stato scelto un ufficiale di marina di origine polacca, Jerz[...]