Brano: [...]ana di Borgo delle Grazie, occupata dai fascisti nel 1923, non diede nessun apporto all’opposizione contro il fascismo; anzi, una parte dei suoi dirigenti e anche dei suoi iscritti aderì al partito dominante.

L’U.S.I. continuò un’azione antifascista spesso sotto le bandiere del Partito comunista, cui aderirono gran parte dei suoi militanti e dirigenti. L’ambiente socialliberale facente capo a « Giustizia e Libertà », con alla testa l’avvocato Aristide Foà, condurrà fino alla Seconda guerra mondiale un antifascismo di opinione, ma senza contatti con altre forze politiche e senza iniziative concrete. Va infine ricordato il Partito repubblicano, non tanto per la sua consistenza numerica che era estremamente esigua, quanto per la prestigiosa figura di Umberto Pagani.

I comunisti, anche se non riuscirono a dar vita a grandi manifestazioni (pur tentate nel 1928 per la morte di Enrico Griffith), assicurarono una continua presenza antifascista con scritte murali, manifesti, volantini, bandiere rosse issate nei punti più elevati della città. Nonosta[...]

[...] ogni forma di dissenso, giungendo a chiudere dal 1939 vari circoli, società ricreative, sportive e mutualistiche, tra gli antifascisti di diverso orientamento politico ripresero i contatti. Ma fu soprattutto dopo l’entrata in

guerra dell’Italia che gli incontri fra questi si fecero più frequenti: Dante Gorreri, Bruno Longhi e Primo Savani per il P.C.I., Umberto Pagani e Biagio Riguzzì per i socialisti, Febbroni e don Cavalli per i cattolici, Aristide Foà per gli azionisti, furono i protagonisti di questi incontri, attraverso i quali nel 1942 si giunse alla costituzione di un Comitato d’azione antifascista che, tuttavia, non diede vita ad azioni concrete contro il fascismo.

Le donne di Parma

La prima grande manifestazione antifascista a Parma fu condotta dalle donne, avendo come supporto l’organizzazione comunista clandestina.

Il 16.10.1942, otto giorni dopo una visita di Mussolini che sembrava aver registrato uno dei momenti di più alto consenso della città al fascismo, alcune donne dell’Oltretorrente erano in coda davanti a una pane[...]

Brano: [...]te il funerale (che, secondo le autorità, doveva svolgersi in forma privatissima) di Alfredo Adomi, ucciso dai fascisti il

24.6.1923.

Nella crisi che seguì il delitto Matteotti fu costituito anche a Parma un Comitato delle opposizioni antifasciste. Vi aderirono (socialisti, popolari, repubblicani, liberali e, pare, anche i comunisti, ch^ a Parma seguirono una linea unitafia. All'Università si formò (I Circolo universitario antifascista òon Aristide Foà (che manterrà i pòntatti con gli ambienti della sinistra laica milanese, facendo del foro parmense un punto di forza dell’antifascismo provinciale). Angelo Silva, Cesare Zavattini, Primo Savani, Vittorio Alfieri e altri. Prese di posizione antifasciste si ebbero anche fra i docenti: Riccardo Bachi, Carlo Avetta, Ferdinando Laghi, Alessandro Levi, Beppo Levi e Teodosio Marchi il

I Maggio 1925 aderirono alla « protesta contro il manifesto degli intellettuali fascisti » promossa da Benedetto Croce (v.).

Dal gennaio 1925, con la ripresa dell’iniziativa fascista e soprattutto con il varo del[...]