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Il segmento testuale Antonio Salandra è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 13Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 571

Brano: [...]le della stampa italiana dell'epoca: diede ampio

spazio alla cronaca, alle interviste, alla pubblicazione di servizi anche scandalistici sugli avvenimenti di attualità. Abbandonò nella terza pagina l’impronta accademica, per servirsi delle più spiccate personalità della cultura di quegli anni, capaci di esercitare coi loro scritti grande richiamo sul pubblico. Tra i principali collaboratori vi furono infatti Vilfredo Pareto, Maffeo Pantaloni, Antonio Salandra, Gabriele D'Annunzio, Giovanni Pascoli, Alfredo Oriani, Benedetto Croce, Pasquale Villani, Salvatore Di Giacomo, Luigi Capuana, Federico De Roberto, Giovanni Papi ni, Enrico Corradini. Nel primo dopoguerra la tiratura raggiunse le 300.000 copie.

Rapporti col fascismo

Fino al 1926 il Consiglio d'amministrazione del giornale fu controllato da uomini politici e da esponenti della nobiltà meridionale, come i senatori Arlotta, Ferrerò di Cambiano, Ancona, Morpurgo, Frascara e Bergamasco; i deputati Maraini e Di Francia, Leone De Renzis (nipote di Sonnino),Francesco Pavoncelli, Alfonso Bar ra[...]

[...]0 copie.

Rapporti col fascismo

Fino al 1926 il Consiglio d'amministrazione del giornale fu controllato da uomini politici e da esponenti della nobiltà meridionale, come i senatori Arlotta, Ferrerò di Cambiano, Ancona, Morpurgo, Frascara e Bergamasco; i deputati Maraini e Di Francia, Leone De Renzis (nipote di Sonnino),Francesco Pavoncelli, Alfonso Bar racco, Nicola d’Atri, Emilio Borzino, il conte Mainardi. Per lunghi anni ne fu presidente Antonio Salandra. Nel novembre 1923 a questi subentrò il Borzino che era anche presidente del Partito liberale (v.) allora costituitosi su posizioni di centrodestra. Nello stesso tempo, alla direzione Bergamini subentrò quella di Vittorio Vettori che, specie dopo il delitto Matteotti (v.), orientò il giornale in senso antifascista, con la collaborazione di Armando Zanetti e Adolfo Tino. Ma si trattò di una breve parentesi.

Nel marzo 1926, 8 mesi prima delle leggi eccezionali fasciste, il Consiglio d’amministrazione fu compietamente rinnovato, per meglio adeguarlo al nuovo regime: ne divennero presidente il[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 580

Brano: [...]lo nel caso di una aggressione bellica subita dai suoi due alleati e non in una guerra da questi iniziata, come in realtà era avvenuto. Per di più la grande maggioranza dell’opinione pubblica italiana era contraria a partecipare a qualsiasi guerra e a maggior ragione a fianco degli austrotedeschi. Soltanto i nazionalisti (che, legati ai grandi trust finanziari germanici, irridevano all’« austrofobia risorgimentale ») e il governo conservatore di Antonio Salandra (v.) (che interpretava l’accordo con Vienna e Berlino come un baluardo contro la

Cartolina degli antiinterventisti dopo l’entrata in guerra dell'Italia (disegno di Scalarmi)

democrazia) erano favorevoli alla Triplice Alleanza.

Al neutralismo (v.) si ispiravano peraltro non solo i socialisti, ma anche gran parte dei cattolici (pur non desiderando il crollo di una potenza cattolica come l’Austria) e perfino l’ex presidente del Consiglio Giovanni Giolitti (v.), il quale temeva che il liberalismo classico non potesse sopravvivere a una guerra di quelle dimensioni.

A partire dal luglio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 377

Brano: [...]o Carlo Delcroix, il presidente degli ex combattenti Ettore Viola, il drammaturgo Sem Benelli; nelle Marche, il liberale Giambattista Miliani e l’ex popolare Paolo Mattei Gentili; nel Lazio, l’ex popolare Egilberto Martire; in Campania, il liberale Giovanni Porzio e il prof. Pietro Fedele; in Calabria, l’agrario Ferdinando Nunziante; in Sicilia, Vittorio Emanuele Orlando e l’ex popolare Ernesto Vassallo.

Al « listone » aderirono, tra i primi, Antonio Salandra e Giovanni Gentile (già iscritto al fascio dal 2.6.

1923 e senatore). Enrico De Nicola (il futuro primo presidente della Repubblica italiana), dopo aver accettato di entrare nel listone a Napoli, ritirò la propria adesione alla vigilia del voto.

Litomerice

Leitmeritz. Località cecoslovacca a circa 20 km dalla frontiera tra la Boemia e la Germania, a 3 km da Terezin.

tyel 1944 a Litomerice venne costruito dai tedeschi un campo di concentramento destinato ad accogliere lavoratori coatti provenienti dal lager di Flossenburg (v.). Era stata scelta quella località perché vicina a una g[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 346

Brano: [...]rno alla tradizione, a poche settimane dal referendum istituzionale del 2.6.1946, l’incontro ultimo con la Resistenza (quasi tutta repubblicana e socialmente avanzata) e con l’antifascismo militante, e l’opera di rianimazione e di risveglio tentata da Benedetto Croce entrava virtualmente in crisi, almeno sul terreno politico e organizzativo.

Bibliografia: Per il partito liberale prefascista: Paolo Alatri, Le origini del fascismo (Roma, 1955); Antonio Salandra, Memorie politiche 19161925 (Milano, 1951); Marcello Soleri, Memorie (Torino, 1949); Alberto Giovannini, Il rifiuto dell’Aventino (Bologna, 1966).

Sul partito liberale postfascista: Arnaldo Ciani, Il partito liberale italiano (Napoli, 1968); Alberto Giovannini, Travaglio per la libertà 19431947 (Bologna, 1962).

In generale: Alberto Giovannini, Il partito liberale italiano (Milano, 1958).

Sul periodo fascista: Bortolo Belotti, L’avventura fascista, (Milano, 1945); Alberto Albertini, Vita di Luigi Albertini (Roma, 1945); Filippo Jacini, Carattere. Pagine del periodo clandestino (Milano[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 145

Brano: Italia

Giovanni Giolitti davanti a Montecitorio (Roma, giugno 1924)

30.6: il governo Giolitti introduce il suffragio universale maschile.

18.10: alla pace di Losanna la Turchia riconosce la sovranità italiana sulla Libia.

1913

ottobre: Giolitti realizza con i cattolici il blocco elettorale noto come patto Genti Ioni.

1914

21.3: governo di Antonio Salandra (21.35.11.).

giugno: « settimana rossa » di scioperi e lotte economiche in tutta Italia. Contro gli eccidi della polizia viene proclamato lo sciopero generale.

3.8: allo scoppio della prima guerra mondiale, l’Italia dichiara la propria neutralità.

5.11: secondo governo Salandra (5.

11.191418.6.1916). Netta involuzione a destra.

1915

26.4: invertendo il sistema di alleanze, Salandra e Sonnino firmano il Patto di Londra, impegnando l’Italia a intervenire a fianco dell’Intesa (Francia, Inghilterra, Russia) in cambio di concessioni territoriali. 3.5: l’Italia denuncia la Triplic[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 208

Brano: [...]nazionalisti e combattenti disposti a schierarsi al loro fianco. Si assistè allora a una gara degradante di esponenti della vecchia classe politica conservatrice che, pur di essere inclusi nel « listone » e risultare sicuramente eletti, non si peritarono di mettersi apertamente al servizio di chi aveva manganellato, seviziato e ucciso per giungere al potere (accettarono di essere inclusi nel « listone », tra gli altri, Vittorio Emanuele Orlando, Antonio Salandra, Enrico De Nicola, che però ne volle

208


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Antonio Salandra, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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