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Il segmento testuale Antonio Di Dio è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 659

Brano: [...]iani nell’abitato e li avevano immediatamente fucilati. Con le sentinelle poco vigili o assenti, quando fu dato l’allarme il nemico era ormai alle porte. A quel punto Beltrami avrebbe ancora potuto tentare di sfuggire all’attacco, ma l’impulso battagliero del suo temperamento lo indusse a scegliere la via della lotta a oltranza.

A fianco di Beltrami si trovavano

— tra gli altri — il tenente Bettini, il commissario politico Gianni Citterio, Antonio Di Dio, il giovanissimo Gaspare Pajetta, Aldo Carletti, Vermicelli. Tutti si raccolsero attorno al « capitano », attenti ai suoi ordini.

Al tenente Bettini venne affidato

il compito di proteggere con un fucile mitragliatore il fianco destro dell’area di combattimento. A sinistra si piazzò un altro gruppo, comandato da Citterio. Al centro, dove sorgevano grossi alberi, si appostò Beltrami, attorniato da Antonio Di Dio, Gaspare Pajetta, Aldo Carletti e qualche altro.

Lo scontro fu durissimo e i partigiani non poterono resistere alla schiacciante superiorità del nemico.

Il racconto di un superstite

Il « capitano », in piedi dietro un albero, sparava con un fucile '91. Da buon cacciatore, per lui valeva il detto « Ogni colpo va nel carniere ». Anche Antonio sparava in piedi, al riparo di un tronco.

« Un combattimento accanito — riferirà Aldo Marchetti, uno dei superstiti — si sviluppa alla nostra destra. Il capitano manda in aiuto una mitragliatrice con un carabiniere e quattro uomini. ” Coraggio [...]

[...] ancora tenendo il mitra come una pistola, finché è abbattuto da una seconda raffica che lo colpisce in pieno petto.

È ormai la fine di tutti quelli che si trovano attorno a lui. Forse qualcuno potrebbe ancora salvarsi, ma nessuno vuole farlo. Citterio assume il comando e rinnova ai superstiti l’ordine del capitano di ritirarsi. Rispondono tutti sparando le ultime cartucce contro i tedeschi. Uno dopo l’altro, a pochi passi di distanza, cadono Antonio Di Dio, Citterio, Gaspare Pajetta, Carletti e i loro compagni ».

Sergio (Pajetta) fu visto piegarsi su un fianco, comprimendoselo con le mani in uno spasimo di dolore. Poi, appoggiato all’albero e raccolte le ultime forze, sparò ancora sino a quando fu colpito in pieno da una raffica dello stesso mitragliatore che aveva ucciso il suo capitano. Sotto la blusa gli venne trovato Stato e Rivoluzione di Lenin, con le pagine perforate e intrise di sangue.

I soli superstiti furono il tenente Bettini, Marchetti, Vermicelli e alcuni altri partigiani che, aH’indomani, raggiunsero le posizioni di Rimella[...]

[...]on i garibaldini. Partiamo. Siamo in 36. Abbiamo quattro fucili mitragliatori con pochi colpi ».

Dopo lo scontro, oltre ai 36 superstiti di Megolo, della formazione « Beltrami » rimanevano un gruppo di circa 20 uomini al comando del tenente Rutto e di base sul Monte Massone, e un altro comandato da Albino Calletti (v.). Entrambe le formazioni erano scese in pianura per ricevere un lancio.

A Megolo caddero Filippo Beltrami, Gianni Citterio, Antonio Di Dio, Car

lo Antibo, Bassano Bassetto, Aldo Carletti, Angelo Clavena, Bortolo Creola, Emilio Gorla, Paolo Marino, Gaspare Pajetta, Elio Toninelli. Alla memoria di Beltrami, di Citterio e di Antonio Di Dio è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare.

Bibliografia: P. SecchiaC. Moscatelli, Il Monte Rosa è sceso a Milano, Torino 1958; A. Marchetti, Ribelle, Milano 1947; A. Azari, l’Ossola nella Resistenza italiana, Domodossola 1954.

Meina, Strage di

Comune novarese di 2.500 abitanti e stazione climatica sul Lago Maggiore, durante la Guerra di liberazione Meina fu teatro di una strage compiuta dai tedeschi.

Poco dopo I’8.9.1943, per sfuggire alla deportazione, si erano rifugiate a Meina alcune famiglie ebraiche che, in attesa di poter passare in Svizzera, avevano trovato allo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 664

Brano: [...] ancora tenendo il mitra come una pistola, finché è abbattuto da una seconda raffica che lo colpisce in pieno petto.

È ormai la fine di tutti quelli che si trovano attorno a lui. Forse qualcuno potrebbe ancora salvarsi, ma nessuno vuole farlo. Citterio assume il comando e rinnova ai superstiti l'ordine del capitano di ritirarsi. Rispondono tutti sparando le ultime cartucce contro i tedeschi. Uno dopo l’altro, a pochi passi di distanza, cadono Antonio Di Dio, Citterio, Gaspare Pajetta, Carletti e i loro compagni ».

Sergio (Pajetta) fu visto piegarsi su un fianco, comprimendoselo con le mani in uno spasimo di dolore. Poi, appoggiato all'albero e raccolte le ultime forze, sparò ancora sino a quando fu colpito in pieno da una raffica dello stesso mitragliatore che aveva ucciso il suo capitano. Sotto la blusa gli venne trovato Stato e Rivoluzione di Lenin, con le pagine perforate e intrise di sangue.

I soli superstiti furono il tenente Bettini, Marchetti, Vermicelli e alcuni altri partigiani che, aH’indomani, raggiunsero le posizioni di Rimella[...]

[...]on i garibaldini. Partiamo. Siamo in 36. Abbiamo quattro fucili mitragliatori con pochi colpi ».

Dopo lo scontro, oltre ai 36 superstiti di Megolo, della formazione « Beltrami » rimanevano un gruppo di circa 20 uomini al comando del tenente Rutto e di base sul Monte Massone, e un altro comandato da Albino Calletti (v.). Entrambe le formazioni erano scese in pianura per ricevere un lancio.

A Megolo caddero Filippo Beltrami, Gianni Citterio, Antonio Di Dio, Carlo Antibo, Bassano Bassetto, Aldo Carletti, Angelo CI avena, Bortolo Creola, Emilio Gorla, Paolo Marino, Gaspare Pajetta, Elio Toninelli. Alla memoria di Beltrami, di Citterio e di Antonio Di Dio è stata conferita la medaglia doro al valor militare.

Bibliografia: P. SecchiaC. Moscatelli, Il

Monte Rosa è sceso a Milano, Torino 1958; A. Marchetti, Ribelle, Milano 1947; A. Azari, l’Ossola nella Resistenza italiana, Domodossola 1954.

Meina, Strage di

Comune novarese di 2.500 abitanti e stazione climatica sul Lago Maggiore, durante la Guerra di liberazione Meina fu teatro di una strage compiuta dai tedeschi.

Poco dopo l’8.9.1943, per sfuggire alla deportazione, si erano rifugiate a Meina alcune famiglie ebraiche che, in attesa di poter passare in Svizzera, avevano trovato al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 91

Brano: [...].9.1943, allievo presso la Scuola di applicazione di Parma, dopo un coraggioso tentativo di opposizione ai tedeschi fu catturato e rinchiuso nella Cittadella. Riuscito successivamente a evadere, raggiunse il fratello in vai Strona e qui combattè nella formazione partigiana comandata dal capitano Filippo Beltrami (v.).

Il 13.2.1944, a Megolo, in un conflitto contro preponderanti forze nazifasciste che avevano accerchiato il Comando partigiano, Antonio Di Dio cadde, falciato da una raffica di mitragliatrice, assieme al suo comandante e ad altri 11 compagni. Alla sua memoria l’Università di Pavia ha conferito nel 1946 la laurea « ad honorem ».

Antonio Di Dio

Di Donato, Antonio

N. a Cerignola (Foggia) il 7.9.1896; impiegato. Nel 1926, proveniente dalle file del movimento sidacalista rivoluzionario, si iscrisse al Partito comunista.

Attivo antifascista, nel 1937 fu deferito al Tribunale speciale con la accusa di essere in contatto con Giuseppe Di Vittorio e di aver organizzato manifestazioni di disoccupati. Condannato a 17 anni di carcere, liberato in seguito ad amnistia, fu confinato a Ponza e in altre isole fino alla caduta del fascismo.

Diena, Giorgio Leone

N. a Torino nel 1920; ingegnere, ufficiale dell’esercito. Figlio di un cli[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 663

Brano: [...]tigiani nell’abitato e li avevano immediatamente fucilati. Con le sentinelle poco vigili o assenti, quando fu dato l’allarme il nemico era ormai alle porte. A quel punto Beltrami avrebbe ancora potuto tentare di sfuggire all’attacco, ma l’impulso battagliero del suo temperamento lo indusse a scegliere la via della lotta a oltranza.

A fianco di Beltrami si trovavano — tra gli altri — il tenente Bettini, il commissario politico Gianni Citterio, Antonio Di Dio, il giovanissimo Gaspare Pajetta, Aldo Carletti, Vermicelli. Tutti si raccolsero attorno al « capitano », attenti ai suoi ordini.

Al tenente Bettini venne affidato il compito di proteggere con un fucile mitragliatore il fianco destro dell’area di combattimento. A sinistra si piazzò un altro gruppo, comandato da Citterio. Al centro, dove sorgevano grossi alberi, si appostò Beltrami, attorniato da Antonio Di Dio, Gaspare Pajetta, Aldo Carletti e qualche altro.

Lo scontro fu durissimo e i partigiani non poterono resistere alla schiacciante superiorità del nemico.

Il racconto di un superstite

Il « capitano », in piedi dietro un albero, sparava con un fucile ’91. Da buon cacciatore, per lui valeva il detto « Ogni colpo va nel carniere ». Anche Antonio sparava in piedi, al riparo di un tronco.

« Un combattimento accanito — riferirà Aldo Marchetti, uno dei superstiti — si sviluppa alla nostra destra. Il capitano manda in aiuto una mitragliatrice con un carabiniere e quattro uomini. ” Coraggio [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 276

Brano: [...]endo lucidamente persuaso deM’imminente grave pericolo, gli ripugnava l’idea di dover « scappare ».

All’alba del 13.2.1944 la sede delComando a Megolo (v.) venne improvvisamente attaccata da soverchienti forze fasciste e tedesche,

guidate da quello stesso Simon col quale aveva avuto luogo il colloquio. Nel corso del combattimento seguitone, Beltrami cadde. Insieme a lui caddero, a uno a uno, i suoi dodici compagni, tra cui Gianni Citterio, Antonio Di Dio e Gaspare Paletta che, a fianco del comandante, spararono fino alla fine.

Giuliana Gadola Beltrami, anch’essa coraggiosa patriota, ha lasciato, in un libro scritto con semplicità e amore, il racconto fedele delle traversie superate e delle lotte condotte accanto al marito nei primi giorni della Guerra di liberazione. Su La Stampa del 29.12.1943 il giornalista repubblichino Concetto Pettinato, in un articolo intitolato « I cavalieri della macchia » (che suscitò viva impressione nell’Italia occupata essendo la prima, importante ammissione pubblica dell'impotenza dei fascisti di fronte al mov[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 153

Brano: [...]nati a Legnano per ulteriori interrogatori e maltrattamenti. Il destino dei quattro patrioti si concluse sulle rive del Naviglio Grande, tra Boffalora e Castelletto, dove furono gettati nelle acque in piena. I loro corpi, emersi alle griglie del Naviglio Grande, furono poi portati al cimitero di Cuggiono e, successivamente, in quello di Rho.

Nel luogo dell’eccidio è stato eretto un cippo dai superstiti del Raggruppamento Partigiano “Alfredo e Antonio Di Dio”. Gli altri caduti della Resistenza rhodense furono: Giovanni Annoni: n. a Nerviano il 2.9.1924. Gravemente ferito durante un attacco alla Casa del fascio di Rho, riuscì a fuggire aiutato dai compagni e trovò ricovero in una abitazione. Da qui venne portato con un triciclo a Milano, nel tentativo di salvarlo in extremis. Non un lamento uscì dalle sue labbra. Morì il 21.6.1944 e la sua salma venne sepolta nel cimitero di Musocco sotto falso nome, fino al giorno della Liberazione.

Vanni Aspi: n. a Lusia (Rovigo)

il 28.2.1927, caduto in combattimento a Bareggio il 24.4.1945.

Domenico Ba[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 86

Brano: [...]e: per tacita intesa, la vicepresidenza politica del C.L.N.A.I. spettava

a un cattolico (in successione, Achille Marazza e Giuseppe Brusasca) ; nel C.V.L., il democristiano Enrico Mattei (v.) si trovava nel Comando generale.

Non è questa la sede per illustrare le gesta e le figure di una Resistenza armata che non fu meno rilevante di quella morale. Martiri come Giancarlo Puecher (v.), Teresio Olivelli (v.), Galileo Ver cesi (v.), Alfredo e Antonio Di Dio (v.), don Giuseppe Morosini (v.) e i suoi 276 confratelli religiosi uccisi dai nazifascisti (v. Clero e Resistenza), migliaia e migliaia di laici credenti caduti nella lotta di liberazione, testimoniarono meglio di ogni altra parola la forza e la volontà della Resistenza cristiana. Giorgio La Pira, che diffondeva in piena guerra una linea pacifista con la rivistina Principi, amava ripetere che la Resistenza, in quanto corale espressione di verità e libertà, andava letta in chiave religiosa perché collegata ai contenuti biblici di un popolo che insorge per spezzare le catene.

Lo stesso acca[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 233

Brano: [...] il 20 dicembre, dalla fusione dei gruppi « Quarna » e « Massiola », sorse la / Brigata Patrioti Valstrona, il cui Comando, sotto l’incalzare del rastrellamento nazifasci

sta, venne poi trasferito a Campello Monti. A questo punto entrarono nella formazione il comunista monzese Gianni Citterio (v.) nonché i fratelli Alberto [Capitano mascherato) e Aldo (Flores) Li Gobbi (v.).

Nel gennaio 1944 i migliori elementi del gruppo Beltrami, tra cui Antonio Di Dio, Bruno Rutto, i fratelli Li Gobbi, Calletti e il tenente Bettini, furono inviati in Valsesia in aiuto alle formazioni di Moscatelli. Le difficoltà del primo inverno partigiano portarono tra le file dei patrioti gravi defezioni e la politica di trattare coi fascisti condotta da Beltrami, con la mediazione del vescovo Giacomo L. Ossola (v.) andò incrinando il fronte partigiano. L’ingenua fiducia manifestata in queste trattative si concluderà il 13.2.1944 con la tragica battaglia di Megolo (v.).

Intanto, a sostegno della lotta armata, si era costituito il C.L.N. di Omegna nelle persone di Vir[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 170

Brano: [...]Eraldo Cassis, Mario Albertini, Amleto Boldini e Dario Cola. Giuseppe Coppo stringeva i contatti tra gli antifascisti dell’Alto Novarese: i Marcolini di Verbania, Francesco Albertini di Gravellona, Galli e Di ace ri nel Cusio.

Il 9 settembre, con Renato Comolli (Guz) e gli ex garibaldini di Spagna Maffioli e Ruffinoni, Coppo aveva disarmato il presidio del Montorfano, procurando armi e una base logistica a Massiola per gli ufficiali Alfredo e Antonio Di Dio che si erano rifugiati a Cavaglio d’Agogna, in casa di Leonardi. Quest’ultimo, attivissimo collettore di militari sbandati ed ex prigioneri alleati in pianura, con l'aiuto delle guide Giacomo Chiara e Leo Colombo rie farà espatriare 219. I gruppi delimito Novarese si unificarono poi sotto il comando del l’architetto Fi

lippo Beltrami (v.) dando vita alla brigata « Patrioti Valstrona ».

In Ossola, a Colloro di Premosello, Dionigi Superti, titolare di un’impresa di disboscamento, reclutava nello stesso tempo soprattutto volontari milanesi, primo nucleo delia divisione Autonoma « Valdossol[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Antonio Di Dio, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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