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in una delicata fase di trapasso e di preparazione della scissione, trasformare l’« Ordine Nuovo » settimanale in quotidiano, chiamando i lavoratori a sostenere l’onere finanziario della conversione.

Iniziò pertanto a uscire, l’1.1.1921, l’« Ordine Nuovo » quale « quotidino comunista », diretto da Gramsci. Redattore capo ne era Togliatti, capo cronista Leonetti; tra gli altri redattori, Andrea Viglongo, Felice Platone, Giuseppe Amoretti, Angelo Pastore, Un mese più tardi, maturata al Congresso socialista di Livorno (v,) la scissione del P.S.I., il giornale divenne « quotidiano del Partito comunista », per assumere, nell’ottobre 1921, il definitivo sottotitolo di « organo del Partito comunista d’Italia »,

Ma ora la responsabilità della stampa di partito (comprendente, oltre alI’« Ordine Nuovo », Il Comunista di Roma e II Lavoratore di Trieste) spettava direttamente all’Esecutivo del P.C.d’I. che, dell’originario nucleo ordinovista, aveva accolto solo Terracini, accanto a Bordiga e ai suoi seguaci come Bruno Fortichiari, Ruggero Grieco e L[...]

[...]i del contributo insostituibile del suo direttore, inviato a Mosca come rappresentante del Partito comunista italiano neH’Esecutivo dell’Internazionale. Sopravvisse come potè fino all’ottobre, allorché, dopo la marcia su Roma, fu sospeso d autorità insieme con gli altri due quotidiani comunisti. Una perquisizio

ne della polizia costò, in quella circostanza, un rinvio a giudizio per il redattore capo Leonetti, per i redattori Umberto Calosso e Angelo Pastore, per il disegnatore Pietro Ciuffo (il famoso « Cip ») e l’amministratore Gennaro Gramsci. Nonostante l’avvenuta soppressione ufficiale, il gruppo che dirigeva il giornale riuscì a continuarne irregolarmente e clandestinamente la pubblicazione e la diffusione per poco più di un mese, adottando rudimentali procedimenti di stampa.

« L'Ordine Nuovo » quindicinale

Ai primi del 1923 un’ondata di arresti (tra gli altri, quelli di Bordiga e di Grieco) scosse e decimò il gruppo dirigente del partito; due interi esecutivi finirono poi in carcere tra il giugno e il settembre. Ne venne che, per ric[...]

Brano: [...])

e di Andrea Viglongo, Calosso stese anche alcuni degli anonimi corsivi della rubrica « Sotto la Mole » abitualmente redatta da Antonio Gramsci (v.).

Il 16.2.1923, con altri compagni dell’« Ordine Nuovo », venne rinviato a giudizio per « detenzione abusiva di armi ed esplosivi ». Si trattava del processo per la difesa armata del giornale che ebbe luogo a Torino il 3.4.1923. Gli imputati (Alfonso Leonetti, Gennaro Gramsci, Umberto Calosso, Angelo Pastore, Andrea Viglongo) furono assolti. Calosso continuò la sua attività di giornalista scrivendo su fogli clandestini che si stampavano un po’ ovunque. Nel marzo 1927 sposò Clelia Laiolo, studentessa della facoltà di lettere quando Calosso era all'ultimo anno.

Nell’emigrazione

Per sfuggire alle persecuzioni, nel

1931 lasciò con la moglie l’Italia e si rifugiò in Francia, ma quasi subito si trasferì in Inghilterra, a Londra, dove incontrò Angelo Crespi (già collaboratore de « La Rivoluzione liberale »), dal quale Calosso ebbe l’offerta, che accettò, di andare a Malta quale professore d’ita[...]

Brano: [...]ratori sardi immigrati nella capitale piemontese.

Iscritto al Partito socialista e, dopo

il Congresso di Livorno, al Partito comunista, fu redattore a « L’Ordine Nuovo », rivelando doti di incisivo caricaturista: molto apprezzati furono i suoi disegni, firmati Cip e poi Red, su « l'Unità ».

Processato per aver partecipato alla difesa armata del giornale contro gli assalti fascisti (con Alfonso Leonetti, Gennaro Gramsci, Umberto Calosso, Angelo Pastore e An

drea Viglongo), il 3.4.1923 venne assolto con tutti gli altri. Ripetutamente aggredito dagli squadristi di Brandimarte, che lo odiavano per i suoi attacchi satirici, per circostanze fortuite riuscì ogni volta a sfuggire alla cattura. Nel 1925 si rifugiò in Liguria, quindi a Roma dove lavorò ancora a fianco di Gramsci; tornato a Genova, fu sottoposto aH’ammonizione di polizia per due anni. Dal 1930 al 1935 fu a Milano, lavorando per breve tempo presso la Rappresentanza commerciale sovietica. Tornò quindi a Genova, dove visse dando lezioni private, sempre sottoposto a persecuzioni poliz[...]

Brano: [...]to non è priva di riflessi sul quadro democratico del paese in un determinato momento storico. L’assenza di un sistema di valori e di principi, as

Giornalisti, tipografi, impiegati e guardie rosse de «L’Ordine Nuovo» quotidiano (1922). Sono identificabili: Cesare Lorenzetti (1); Giovanni Casale (2); Gennaro Gramsci (3); il linotipista Filippo Manzi (4); Pia Carena Leonetti (5); Antonio Gramsci (6); Mauro Scoccimarro (7); Mario Montagnana (8); Angelo Pastore (9); Andrea Viglongo (10); Felice Platone (11); Elda Banchetti (12); Alfonso Leonetti (13); Giuseppe Amoretti (14); la Bogetto (15); il capolinotipista Ernesto Schiara (16).

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Pastore, Angelo

Congedato nel 1920, entrò subito nella redazione dell’« Ordine Nuovo », diretta da Antonio Gramsci, come redattore incaricato di seguire le lotte sindacali. Nel 1921 aderì al Partito comunista e alla fine del

1922, dopo la strage compiuta dai fascisti a Torino (nella quale fu drammaticamente coinvolto) e la devastazione della sede dell'« Ordine Nuovo », Angelo Pastore fu trasferito dal Partito a « Il Lavoratore » di Trieste.

Nel marzo 1923 fu arrestato con gli altri redattori del quotidiano, tradotto a Torino e processato per « detenzione di armi ».

Negli anni del regime fascista continuò a mantenere collegamenti clandestini con gli ambienti dell’antifaseismo e, dopo T8.9.1943, collaborò con le formazioni partigiane della Valle Grana (Cuneo).

Pastore, Giovanni

N. a Pezzana (Vercelli) il 17.6.1904; operaio filatore.

Subito dopo le scuole elementari entrò in fabbrica, prendendo parte attiva alle lotte politiche e sindaca

li, nelle file dell[...]