Brano: [...]iebknecht il Congresso votò un ordine del giorno, che fra l’altro affermava: « Sarà organizzata una grande dimostrazione internazionale a data fissa, in modo che in tutti i paesi e in tutte le città ad un tempo e nello stesso giorno convenuto, i lavoratori pongano ai poteri pubblici la rivendicazione di ridurre legalmente a otto ore la giornata di lavoro ».

Questa giornata di lotta venne fissata per l’1.5.1890, data scelta dal Congresso della American Federation of Labour, svoltosi nel 1888 a St. Louis.

In conformità con questa direttiva, I'1.5.1890 i lavoratori scesero in sciopero in diversi paesi, affrontando violente reazioni poliziesche.

A Londra, 300.000 lavoratori si riunirono nell’Hyde Park per ascoltare un comizio tenuto da John Burns, popolare organizzatore dello sciopero dei docks, e votarono un ordine del giorno che chiedeva la

riduzione delle ore lavorative.

A Parigi, la manifestazione non potè effettuarsi: fu tuttavia consentito a una delegazione di 12 operai, guidata dal loro deputato Thivrier e scortata dalla polizia, di pr[...]

Brano: [...]i Ottanta, durante la fase di ripresa economica, entrò in scena una nuova organizzazione (sorta nel 1869, ma rimasta nella clandestinità fino al 1881): i Cavalieri del Lavoro (Knights of Labor) che, pur agendo sempre in ambito riformista, non operavano discriminazioni di sesso, razza, mestiere e si dichiaravano per lo sciopero.

Nello stesso periodo, come reazione al fallimento degli scioperi per le

8 ore, indetti nel 1886, venne fondata la American Federation of Labor che raggruppò diverse organizzazioni sotto la dirigenza di A. Strasser e S. Gompers. L'A.F.L. si caratterizzò per la sua struttura rigidamente di mestiere, basando la propria forza sul potere dei lavoratori qualificati (skilled), sul controllo dei processi produttivi, dei tempi e dei rapporti di lavoro. La sua linea, ispirata esclusivamente a con

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Brano: [...]dal titolo Eco d'Italia. In quegli anni curò anche un'inchiesta sulla condizione dei lavoratori italiani nella provincia di Mendoza.

Nel 1912 rientrò clandestinamente in Italia e si stabilì successivamente a Pola, a dirigere il foglio Istria

socialista, ma venne espulso dalle autorità austriache e, alla fine del 1913, raggiunse New York. Per sei anni, quasi ininterrottamente, rimase negli U.S.A., organizzatore sindacale delle operaie della American Federation of Labour, direttore del giornale La parola del popolo a Chicago e di la notizia quotidiana a Boston. Nel 1919 pubblicò il libro Russia in fiamme, esaltazione della rivoluzione sovietica.

Deputato socialista

Essendo stata nel frattempo promulgata in Italia un'amnistia, nel giugno 1919 tornò in patria e, nelle elezioni del novembre, fu eletto deputato socialista per il collegio di Bologna. Nel 1920 fu eletto anche consigliere provinciale di Siracusa, assunse la direzione del giornale di Vittoria Guardia rossa e, da quel momento, fu il più popolare dirigente del P.S.I. in quella parte del[...]