Brano: [...]di appoggio per attuare un certo controllo sul movimento partigiano. Per contro, grazie alla protezione inglese, veniva consentito a Sogno di avere voce In capitolo al vertice della Resistenza italiana, quasi come un portavoce ufficiale della volontà britannica. In tal modo la Resistenza, fino allora diretta da comunisti e azionisti, sarebbe dovuta passare sotto il controllo degli inglesi. Ovviamente il piano rimase sulla carta.
Presentato da Alfredo Pizzoni, rappresentante liberale in seno al C.L.N.A.I., a John IMcCaffery, capo della Special Force in Svizzera, Sogno si guadagnò la fiducia dell ‘inglese e venne considerato come il principale agente della Special Force per l’Italia occupata. Gli furono messi a disposizione cospicui finanziamenti e poteri notevoli, come quello di prender contatto con le Missioni britanniche attive nelle diverse zone partigiane, per meglio coordinare i lanci aerei. Egli fu inoltre autorizzato a rappresentare gli inglesi in seno al C.L.N.A.I. e al Comando generale del C.V.L., alle cui riunioni
— introdotto da Pizz[...]
[...] un accordo che, nelle intenzioni inglesi, avrebbe dovuto imbrigliare le forze della Resistenza, Edgardo Sogno vi venne incluso di autorità su richiesta di McCaffery.
Con una vena di humour, Sogno *ha così tratteggiato la situazione: « Questa strana delegazione era naturalmente vista sotto aspetti differenti dai vari partiti: per gli azionisti e i comunisti, gli unici due rappresentanti di rilievo erano Maurizio e Mare, ossia Parri e Pajetta; Alfredo Pizzoni un grosso fantoccio inutile, io un intruso infido; per gli Alleati e i partiti di destra, Parri e Pajetta erano due fastidiosi settari da tenere d’occhio, Pizzoni un elemento moderatore e un rappresentante imparziale del movimento; io, l’esponente delle forze autonome e un informatore obiettivo al quale si faceva un certo credito » (Op. cit., pag. 315).
Il giudizio del generale Raffaele Cadorna (v.) sui servizi della « Franchi », che avrebbe dovuto costituire un suo fermo punto d’appoggio ìn seno al C.V.L., non è molto positivo: «La Franchi [...] era largamente fornita di automezzi con tar[...]
[...]ra ».
Il suo coraggio personale era ineguagliabile, come risulta anche dal seguente episodio, sempre raccontato da Cicchetti che ne fu testimone: per far saltare in aria la Casa del fascio di Argelato, Romagna si riservò come al solito l'incombenza più rischiosa, cioè la posa della dinamite e l'accensione, sotto il naso delle sentinelle fasciste. Sistemata la carica e accesa la
Membri dell'Organizzazione « Franchi ». Da sinistra, in piedi: Alfredo Pizzoni, Emilia Arpesani, Giustino Arpesani, Mimina Brichetto, Cesare Merzagora, il capitano Bustei li, la contessa Nicoletta Visconti, Cristina Casana, il console de Garston, Johnny Birkbeck, Bice Brichetto, Virgilio Brichetto, Edoardo Visconti, Nanda Vuccino, Bianca Brichetto. Seduti, da sinistra: Sandro Cicogna, Edgardo Sogno, Ferdinando Prat, Paolo Brichetto, Uberto Revelli (Cari mate, 1946)
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