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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 245

Brano: [...]e 4 pagine esclusivamente riempite con i nomi dei sottoscrittori, il giornale fu ugualmente sequestrato.

Ma, a parte i soprusi delle autorità prefettizie, l’“Unità” fu costretta a una vita semiclandestina per le minacce rivolte dagli squadristi contro gli edicolanti che la tenevano in vendita e per le feroci aggressioni subite dai redattori, colti di notte quando uscivano dalla tipografia (tra questi, particolarmente grave fu l'attacco contro Alfonso Leonetti, che all’indomani del 3.1.

1925 venne ridotto quasi in fin di vita dagli squadristi, sì da non poter più dirigere il giornale). Nondimeno l’“Unità” continuò a uscire, raggiungendo circa 680 località in tutta Italia. Partita con una tiratura di 2025.000 copie, raggiunse le 60 mila durante la crisi Matteotti nell’estate 1924, per scendere a 40.000 copie nei mesi successivi e a 30.000 nel 1925. Con il progressivo aggravarsi della situazione politica il quotidiano calò fino a 15.000 copie e il 31.10.1926, dopo un ennesimo attacco squadristico seguito all’attentato di Bologna contro Mussolini, [...]

[...]opie, raggiunse le 60 mila durante la crisi Matteotti nell’estate 1924, per scendere a 40.000 copie nei mesi successivi e a 30.000 nel 1925. Con il progressivo aggravarsi della situazione politica il quotidiano calò fino a 15.000 copie e il 31.10.1926, dopo un ennesimo attacco squadristico seguito all’attentato di Bologna contro Mussolini, cessò del tutto le pubblicazioni. Direttori responsabili furono: Ottavio Pastore dal 21 luglio al 6.9.1924, Alfonso Leonetti dal 7.9.1924 al 10.1.

1925, Mario Malatesta dal 17.1.1925 al 28 luglio dello stesso anno, Riccardo Ravagnan (v.) dal 29.7.1925 al 29.5.1926, Girolamo Li Causi dal

30.5.1926 fino alla fine. Il frequente cambio dei direttori (a parte Leonetti) fu dovuto al fatto che il titolo di gerente veniva continuamente revocato d’imperio dalle ordinanze prefettizie.

In quel travagliato periodo l’“Unità” condusse numerose battaglie, tra cui quella per celebrare la ricorrenza del Primo Maggio (v.), nonostante la proibizione del governo fascista, esortando gli operai a protestare e a scioperare in qu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 56

Brano: [...] settembre 1923 si trasferì a Roma. Assunse il nome di “Silvia” e così firmava le sue lettere inviate a Togliatti che si trovava a Mosca. Quando Mauro Scoccimarro venne arrestato a Berlino e anche Angelo Tasca cadde nella rete della polizia, Camilla Ravera restò sola con Felice Platone e Giuseppe Amoretti a Roma.

Gramsci da Mosca si trasferì a Vienna e da qui fece uscire ^Ordine Nuovo” clandestino. Il 12 gennaio 1924 nacque l'Unità diretta da Alfonso Leonetti, cui si unì il quindicinale Compagna diretto dalla Ravera. Il lavoro clandestino di stampa e propaganda continuò: Camilla Ravera organizzava, dirigeva e spediva ovunque II giornale dei Giovani, Avanguardia e altri fogli clandestini. Nel 1926 non partecipò al Congresso di Lione e rimase a Roma per continuare il lavoro, ma dal Congresso venne nuovamente eletta nel Comitato centrale del partito.

Nel 1926 partecipò alla riunione del Comitato centrale in vai Polcevera, presso Genova. Dopo l'attentato di Anteo Zamboni a Mussolini, l’emanazione delle Leggi eccezionali fasciste, lo scioglimento de[...]

[...]a, a tutti gli effetti, il segretario del Partito.

I volantini e le lettere venivano firmate quasi sempre “Micheli” o “Uno”, numero in codice riferito a tutti gli altri numeri in codice. Con la Ravera vivevano Amoretti e Anna Bessone, la “fenicottera”. Molto spesso riuscivano a recarsi da loro, per comunicazioni e riunioni clandestine, Girolamo Li Causi, Pietro Secchia, Celeste Negarville, Fidia Sassano. Non lontano dalla villa, fra il verde, Alfonso Leonetti e Pia Carena dirigevano l’ufficio di stampa e propaganda “agitprop”.

Fra i compagni che si recavano a trovarla a quel tempo, in un ricordo di Serena Seidenfeld Camilla Ravera sarà così descritta: « Dall'aspetto esile con una massa di magnifici capelli castani e occhi molto espressivi: dirigeva il Centro interno del partito in condizioni molto difficili con fermezza e semplicità; mi parve l'incarnazione della modestia ».

A Parigi, Togliatti intanto costituiva il Centro estero del partito. Si tennero quindi alcune riunioni nella capitale francese e a Basilea, in Svizzera. La Ravera, anche[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 55

Brano: [...] professionale

In quegli stessi anni Camilla prese a frequentare la Camera del lavoro, ma di carattere schivo, troppo timida e già consapevole dell’importanza di un gesto che non poteva essere affrettato, non si decideva ancora a iscriversi al Partito socialista, benché più volte venisse invitata a farlo; prese la tessera nel

1918, al rientro di Cesare dalla guerra. Appena iscritta si unì al

gruppo di Antonio Gramsci, Umberto Terracini, Alfonso Leonetti, Attilio Carena, Pai miro Togliatti, e iniziò la sua vera professione di rivoluzionaria.

Nel 1919 Gramsci fondò L’Ordine Nuovo settimanale e quando questo, dal gennaio 1921, divenne quotidiano, Camilla Ravera vi collaborò con la “Tribuna delle donne”. Allorché il 21.1.1921 a Livorno venne fondato il Partito comunista d’Italia, la Ravera vi aderì. Nello stesso anno chiese l’aspettativa dalla scuola e continuò a lavorare presso l’“Ordine Nuovo”, anche con una rubrica di carattere internazionale

Nel redigere il resoconto di una Conferenza delle donne comuniste, il 6.4.1922 scriveva: « La q[...]

[...]gata del P.C. d’I., al Congresso deH’Internazionale Comunista. A Mosca per la prima volta incontrò Lenin.

In un ricordo ancora stupito (perché lo aveva immaginato diverso), lo descriverà « sorridente e cordiale ».

Incontrò inoltre Clara Zetkin, Bucharin, Trotzkij, e ritrovò Gramsci, Terracini, Amadeo Bordiga.

Mentre era a Mosca giunse la notizia della “marcia su Roma” com

Camilla Ravera [al centro) con Alma Lex (moglie di Terracini), Alfonso Leonetti e Paimiro Togliatti ad Angera (Varese) nell'estate 1923



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 184

Brano: [...] e Libertà, Cagliari, 1976; A. Todde, Storia

di Nuoro e delle Barbagie, Nuoro, 1971; L'Ortobene, 19261976, a cura di R. Turtas Nuoro, 1976; Luigi Podda, Dall’ergastolo, ed. La Pietra, Milano, 1975; AA.VV. Murales in Sardegna, ed. La Pietra, Milano,

1979.

A. Sa.

Nuova Opposizione Italiana

N.O.I.. Corrente organizzatasi nel 1930 in seno al gruppo dirigente del Partito comunista italiano (v.) costituito a Parigi; era rappresentata da Alfonso Leonetti (v.), Pao

lo Ravazzoli e Pietro Tresso che, nell’aspro dibattito seguitone, vennero polemicamente indicati come i « tre », collegati ad altri oppositori.

Scriverà Leonetti nel 1976: « I "tre" non furono mai tre [...] ma non fummo mai più di una ventina o una trentina.

Le nostre posizioni erano condivise da altri, come Teresa Recchia (v.), membro candidato del CC da suo marito Ma

rio Bavassano, operaio sellaio dirigente dei « Gruppi comunisti italiani in Francia »; da vecchi comunisti, come Giovanni Boero, noto dirigente degli operai torinesi [...]. Particolare e diversa dalla nost[...]

[...]ella « maggioranza » era pure la posizione di Ignazio Si Ione ».

L’opposizione dei « tre » riguardava alcuni punti fondamentali della politica del P.C.d’I. in quegli anni e principalmente era contro la « svolta » che, in ossequio alla linea cosiddetta del « terzo periodo » votata nel 1928 dal congresso della Terza InternazionaJe (v.), proclamava « rivoluzionaria » la situazione dell'Italia oppressa dal fascismo, definiva « socialfascismo »

Alfonso Leonetti negli anni Trenta a Parigi

i

184



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 84

Brano: [...]Paimiro Togliatti, Luigi Longo, Teresa Noce,' Rita Montagnana, Ilio Barontini e',Luigi Amadesi già si trovavano all’estero al momento delle leggi eccezionali; Successivamente al novembre 1926 emigrarono clandestinamente Giuseppe Berti (dopo 3 anni di confino), Giuseppe Di Vittorio, Giovanni Germanetto, Ennio Gnudi, Ruggero Grieco, Mario Montagnana, Felice Platone, Angelo Tasca; e nel 1927, dopo un certo periodo di attività clandestina in Italia, Alfonso Leonetti, Paolo Ravazzoli, Ignazio Si Ione, Pietro Tr esso.

L’emigrazione comunista

Per i comunisti, è difficile compiere una netta distinzione tra coloro che operarono in Italia e coloro che furono attivi all’estero, poiché la maggior parte di quelli che espatriavano clandestinamente come membri dell’« apparato », continuavano ad alternare periodi di soggiorno all estero con periodi di permanenza clandestina in Italia, fino a quando finivano per essere arrestati e condannati dal Tribunale speciale. Fu questo il caso di Giorgio Amendola, Antonio Cicalini, Arturo Colombi, Edoardo D’Onofrio, Giuse[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 68

Brano: [...]ribuì a mantenere i contatti clandestini tra le organizzazioni operaie in Toscana e nel Veneto. Emigrata poi in Francia con suo marito Mario Bavassano, lo affiancò validamente nella direzione dei gruppi comunisti di lingua italiana.

La politica della “svolta”, attuata nel 1930 dal P.C. d'I. in obbedienza alle direttive del VI Congresso dell’Internazionale Comunista, la trovò (insieme al marito) sulle medesime posizioni di dissenso espresse da Alfonso Leonetti, Pietro Tresso e Paolo Ravazzoli (v. Nuova Opposi

zione Italiana). Dichiarata decaduta dalla carica di membro candidato del C.C. nel marzo 1930, quattro mesi dopo fu espulsa dal partito. Dopo anni di miseria e di sofferenze, morì tubercolosa neN’ospedale Tanon di Parigi.

Al.Col.

Recoaro, Eccidi di

Comune di 8.300 abitanti in provincia di Vicenza, durante la Guerra di liberazione Recoaro Terme fu teatro di lotta partigiana e vittima di dure rappresaglie.

Il 27.4.1944, in seguito all’uccisione di un loro camerata, i tedeschi incendiarono le contrade di Cornale, Storti e Pace, las[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 692

Brano: Stato operaio, Lo

settembre del 1939, con periodicità settimanale.

La redazione, diretta da P. Togliatti, Ruggero Grieco (v.) e Giuseppe Berti (v.) che si alternarono praticamente nel dirigere la rivista, comprese via via Luigi Longo (v.), Eg'h dio Gennari (v.), Alfonso Leonetti (v.), Emilio Sereni (v.), Mario Montagnana (v.), Aladino Bibolotti (v.), Ambrogio Donini (v.), Giovanni Parodi (v.). Vi scrivevano inoltre Giuseppe Di Vittorio (talora sotto lo pseudonimo di Nicoletti), Agostino Novella, Celeste Negarville, Anseimo Marabini, Giorgio Amendola.

Le tirature del periodico variarono dalle 2.000 alle 5.000 copie che venivano clandestinamente introdotte in Italia in formato ridotto e su carta leggerissima per consentire il più facile occultamento nei passaggi di frontiera e nella diffusione clandestina.

Elaborazione teorica e condizionamenti politici

Com'è [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 10Frontespizio ed avvertenze (Monografia/libro

Brano: [...]sità di Genova.

A.Giu. Adamo Giuliante

Partigiano della Brigata « Majella ». Pubblicista. Segretario della Sezione A.N.P.I. zona 14, Milano.

tA.Go. Ada Gobetti

Moglie di Piero Gobetti, insegnante, antifascista militante nella Resistenza. Vicesindaco di Torino dopo la Liberazione.

A.Gr. Dott. Arrigo Gruppi

Architetto. Comandante della Divisione « Volante Loss ».

AI.Co. Alessandro Coletti

A.Co. Giornalista.

tA.Leo. Dott. Alfonso Leonetti

Pubblicista. Militante della Resistenza in Francia.

A.Lep. Prof. Aurelio Lepre

Docente di Storia all'Università di Napoli.

A.L.M. Dott. Anna Laura Mariani

L.Ma. Membro del comitato scientifico del Centro di documentazione, ricerca e iniziativa delle donne di Bologna.

AI.Sa. Dott. Alceste Santini Giornalista.

A.Ma. Prof. Armando Maviglia

Membro del Comitato Marsicano dell’A.N.P.I..

A.Man. Dott. Attilio Mangano Pubblicista.

A.Mar. Dott. Alessandro Marianelli

A.Mo. Don Aldo Moretti

Sacerdote. Medaglia doro al valor militare. Cappellano delle formazioni « Osopp[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 72

Brano: [...]e ». E motivò: « Quello che i compagni della minoranza [di destra, cioè Tasca] vogliono liquidare è tutta la tradizione e l’esperienza del movimento politico proletario che ha portato alla creazione del partito comunista » (Paimiro Togliatti, La formazione del gruppo dirigente del partito comunista italiano, Editori Riuniti, Roma, 1962, pag. 92).

Egli manterrà queste posizioni ancora nel gennaio 1924, come risulta da una lettera di Gramsci ad Alfonso Leonetti: * Togliatti non sa decidersi, com’era un po’ sempre nelle sue abitudini; la personalità “vigorosa” di Amadeo [Bordiga] lo ha fortemente colpito e

lo trattiene a mezza via in una indecisione che cerca giustificazioni e cavilli puramente giuridici » [Ivi, pag. 183).

Adeguatosi infine al nuovo corso e tornata la Direzione del partito a Roma, Togliatti si impegnò nella campagna elettorale. Nell’aprile 1924 Gramsci fu eletto alla Camera e potè rientrare in Italia. Quando, all’interno del P.C. d’I., egli si pose come leader alternativo a Bordiga, ebbe dalla sua anche Togliatti.

Attraverso[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 126

Brano: [...]unista e al II Congresso internazionale dei Sindacati Rossi. Rimase fino alla fine del 1923 a Mosca, dove strinse una profonda amicizia con Antonio Gramsci.

Dirigente del P.C. d'I.

Rientrato successivamente in Italia, partecipò al Congresso di Lione (1926) e aH'inizio del 1927 venne cooptato nel Comitato centrale del partito, del quale diresse l'organizzazione sindacale clandestina. Con Paimiro Togliatti (v.), Camilla Bavera, Angelo Tasca, Alfonso Leonetti (v.), Ruggero Grieco e Ignazio Silone (mentre Gramsci era già in carcere) fu in quegli anni fra i massimi dirigenti del P.C. d’I., per di più l'unico di origine proletaria e di formazione operaia. Quando la Segreteria del partito si trasferì a Lugano, Tresso rimase in Italia per dirigere con Si Ione, Paolo Ravazzoli (v.) e Pietro Secchia (v.) l’organizzazione clandestina. Nel novembre

1929 entrò a far parte della Segreteria del P.C. d’I. a fianco di Togliatti, Ravazzoli e Luigi Longo. Nel corso della polemica sorta in quello stesso anno aH'interno del gruppo dirigente si schierò contro Tog[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Alfonso Leonetti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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