Brano: Sindacalismo rivoluzionario
Questa intenzione si rivelò ben presto presuntuosa, in quanto sottovalutava l’influenza del riformismo tra i lavoratori. Dopo qualche mese, nel novembre 1907, all’incontro delle organizzazioni sindacaliste, sotto la spinta di uno dei nuovi e più prestigiosi leader del sindacalismo rivoluzionario, Alceste De Ambris (v.), segretario della C.d.L. di Parma, fu deciso a stragrande maggioranza e con il solo voto contrario di Edmondo Rossoni (v.) di uscire dalla C.G.L. per costituire un Comitato nazionale della resistenza, onde poter aggregare su scala nazionale tutte le vere forze rivoluzionarie. In questa stessa occasione venne deciso di fondare \’“Internazionale”, il più qualificato organo di stampa del sindacalismo rivoluzionario. Un’altra tappa storica dell’azione sindacalista fu rappresentata dallo sciopero generale proclamato a Parma (v.) nel 1908, promosso e diretto da Alceste De Ambris per rispondere[...]
[...]ssoni (v.) di uscire dalla C.G.L. per costituire un Comitato nazionale della resistenza, onde poter aggregare su scala nazionale tutte le vere forze rivoluzionarie. In questa stessa occasione venne deciso di fondare \’“Internazionale”, il più qualificato organo di stampa del sindacalismo rivoluzionario. Un’altra tappa storica dell’azione sindacalista fu rappresentata dallo sciopero generale proclamato a Parma (v.) nel 1908, promosso e diretto da Alceste De Ambris per rispondere alle serrate padronali e alla prepotenza antioperaia in generale. Lo sciopero registrò una mobilitazione risoluta e imponente, ma senza alcun costrutto politico e si concluse con una disfatta. La sconfitta alimentò dure polemiche aH'interno del movimento e le accuse più forti furono rivolte al De Ambris e a Tullio Masotti, altro dirigente sindacalista. Entrambi vennero accusati di aver tenuto una direzione inadeguata, di non aver saputo indicare sbocchi concreti alla lotta e soprattutto di aver abdicato alle loro funzioni, abbandonando a se stesse le masse nel momento cruciale [...]
[...]in occasione del Con^ gresso delle C.d.L. aderenti al Comitato nazionale dell’azione diretta riunito a Modena il 23.11.1912, i sindacalisti diedero vita all’U.S.I. rendendo definitiva la frattura con i riformisti (v. Unione sindacale italiana) .
Dal sindacalismo al fascismo
Al Consiglio generale delI'U.S.I., convocato a Parma il 1314.9.1914, questa organizzazione si spaccò in due correnti: quella interventista, di minoranza e capeggiata da Alceste De Ambris, Corridoni, Michele Bianchi (v.), Olivetti, Masotti e Cesare Rossi (v.) ; e quella maggioritaria, antimilitarista e dominata dagli anarchici, che si raccolse intorno ad Armando Borghi (v.), il quale venne eletto nuovo segretario generale delI’U.S.I.. Nel corso della guerra 191518 la componente anarchica, anche se con qualche defezione, rimase coerentemente su posizioni antimilitariste e, a essa, si affiancarono i socialisti rivoluzionari Giuseppe Di Vittorio (v.), Nicola Modugno, Antonio Negro (v.) e altri.
Nel novembre 1914 la corrente interventista fondò invece VUnione italiana del lavor[...]
[...]imase coerentemente su posizioni antimilitariste e, a essa, si affiancarono i socialisti rivoluzionari Giuseppe Di Vittorio (v.), Nicola Modugno, Antonio Negro (v.) e altri.
Nel novembre 1914 la corrente interventista fondò invece VUnione italiana del lavoro, con segretario Edmondo Rossoni. Ma la vera funzione dell’U.I.L., vicina a Mussolini che la sostenne su “// Popolo d’ItaHa”, emerse dopo la fine della guerra, quando ne divenne segretario Alceste De Ambris, sempre più strettamente legato a Mussolini. Il De Ambris non aderì personalmente ai Fasci di combattimento (data anche l’incompatibilità con la sua carica di segretario generale dell’U.I.L., organizzazione sindacale teoricamente apolitica), ma gran parte del gruppo dirigente che stava intorno a lui passò al sindacalismo nazionalista e infine al corporativismo fascista o direttamente al fascismo, condividendone la linea di fondo (Edmondo Rossoni, Tullio Masotti, Ottavio Di naie, Umberto Pasella (v.), Michele Bianchi, Oliviero Olivetti, Sergio Pannunzio, Agostino Lanzillo, Paolo Orano). Alcest[...]
[...]a sua carica di segretario generale dell’U.I.L., organizzazione sindacale teoricamente apolitica), ma gran parte del gruppo dirigente che stava intorno a lui passò al sindacalismo nazionalista e infine al corporativismo fascista o direttamente al fascismo, condividendone la linea di fondo (Edmondo Rossoni, Tullio Masotti, Ottavio Di naie, Umberto Pasella (v.), Michele Bianchi, Oliviero Olivetti, Sergio Pannunzio, Agostino Lanzillo, Paolo Orano). Alceste De Ambris, dopo una fase di collaborazione con Mussolini e Gabriele D'Annunzio, fu tra i pochi a non aderire al fascismo e a emigrare in Francia.
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