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Il segmento testuale Alberto Cianca è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 23Entità Multimediali , di cui in selezione 15 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 210

Brano: [...]) net paese. Alle elezioni del 2.6.1946

il partito raccolse soltanto 333.758 voti, avendo eletti nei collegi circoscrizionali soltanto 2 deputati e precisamente i dirigenti del Partito Sardo d'Azione, Mastino e Lussu (quest’ultimo, dopo la sua uscita dal governo, si era dedicato in particolare alla organizzazione e alla mobilitazione delle forze sardiste); e altri 7 nel collegio nazionale: Vittorio Foa, Riccardo Lombardi, Fernando Schiavetti, Alberto Cianca, Tristano Codignola, Piero . Calamandrei, Leo Valiani. Anche 1 Ugo La Malfa — dimessosi dal governo — aveva abbandonato il partito e si era presentato in una lista del « Movimento Repubblicano Democratico », capeggiata da Ferruccio Parri.

Nel governo (ove Alberto Cianca e Marìò Bracci dal 20.2.1946 avevano sostituito rispettivamente Lussu e La Malfa era già in atto la crisi che avrebbe segnato — nel 1947 — la fine della coalizione ciellenistica. La caduta del governo Parrl, nel dicembre 1945, aveva accelerato lo sfaldarsi del Partito d'Azione come formazione politica in grado di realizzare una propria coerente prospettiva in forma autonoma. Il secondo congresso nazionale del partito, tenutosi a Roma dal 4 al 6.4.1947, vide maturare la decisione di una confluenza nel P.S.I., cosa che avrà luogo nell’ottobre successivo e che porterà larga parte della compagine[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 54

Brano: [...]ere l'ingresso dei fascisti nel governo, con l'illusione ai riportarli nell'alveo costituzionale e di normalizzare in tal modo la situazione.

Nel gennaio 1922 G.A. partecipò, con Andrea Torre, alla fondazione del quotidiano II Mondo, col programma di contrastare il fascismo per ristabilire l'autorità della legge. Nel maggiogiugno, con Nitti, diede vita al nuovo partito democratico italiano, di cui « Il Mondo » divenne l’organo, ora diretto da Alberto Cianca (v.), mentre Torre, che si orientava in senso nettamente filofascista, se ne allontanava. Assunto, il 27.2.1922, il ministero delle Colonie nel gabinetto presieduto da Facta, G.A. affrontò con energia la ribellione indigena nella Tripolitania, sebbene non apparisse ai nazionalisti e ai fascisti sufficientemente duro con gli arabi. E, in seno al ministero Facta, rappresentò la corrente di resistenza al fascismo, peraltro soverchiata dalla tendenza filofascista. Di fronte alla prospettiva di un'azione extralegale del fascismo, che doveva infatti precipitare con la marcia su Roma, si batté per p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 423

Brano: [...]1925, sfuggendo nel 1922 a un attentato. Nel 1928 pubblicò in due volumi le autobiografie Memoiren eines Sozialdemokraten. AH’avvento del nazismo riparò in Danimarca, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.

E. Co.

Schiano, Pasquale

N. a Bacoli (Napoli) il 26.4.1905; avvocato.

Nel primo dopoguerra militò nei gruppi antifascisti napoletani collegati aH’Unione Meridionale di Giovanni Amendola e al quotidiano “Il Mondo” diretto da Alberto Cianca. Negli anni del fascismo aderì al movimento clandestino di “Giustizia e Libertà”, poi al Partito d’Azione. Dopo il 25.7.1943 rappresentò a Napoli il P. d’A. nel “Fronte nazionale della liberazione”, poi trasformato in Comitato di liberazione nazionale. Nel settembre fu tra gli organizzatori dell’insurrezione napoletana e poi tra coloro che trattarono col Governo militare alleato la partecipazione dei primi volontari italiani alla guerra, al comando del generale Giuseppe Pavone (v. Combattenti Italia, Gruppi). Sottosegretario alla Marina nel primo e nel secondo governo De Gasperi, membro dell [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 165

Brano: [...]per esercitare la professione. Qui entrò a far parte del gruppo di giovani che frequentavano assiduamente Io studio di Filippo Turati e, quando decise di trasferirsi a Roma, dallo stes

so Turati venne presentato a Giacomo Matteotti, presso la cui segreteria lavorò poi fino al giorno dell’assassinio del deputato socialista. Durante gli anni del fascismo tenne fede alle proprie convinzioni politiche: dopo aver collaborato con Giovanni Amendola, Alberto Cianca e Mario Ferrara nella redazione del “Mondo”, aiutò i colleghi antifascisti in difficoltà (tra gli altri, Egidio Reale, espatriato in Svizzera, di cui Troilo curò lo studio legale). Per questa sua attività venne schedato dalla polizia del regime e posto sotto sorveglianza speciale, subì numerosi fermi e perquisizioni domiciliari, fu discriminato nella professione.

Nella Resistenza

Alla caduta del fascismo non ebbe esitazioni. Il 26.7.1943, con un gruppo di colleghi, liberò da Regina Coeli l'avvocato Federico Comandini e altri esponenti antifascisti. Nei giorni di settembre collaborò con [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 314

Brano: [...]ito d’Azione, i quali mantenevano le loro pregiudiziali, consistenti nella richiesta di preventiva abdicazione del re e nel rifiuto di collaborare in qualsivoglia forma con Badoglio, ma il 22 aprile anche queste pregiudiziali vennero superate, grazie al prevalere, tra gli azionisti, di una corrente più possibilista rappresentata da Alberto Tarchiani, Adolfo Omodeo (v.) e Filippo Caracciolo nei confronti di quella intransigente che faceva capo ad Alberto Cianca e a Vincenzo Calace.

Vita del governo

Nacque così il secondo governo Badoglio che, da Brindisi (v.), si trasferì a Salerno. Nella nuova compagine governativa Badoglio mantenne la presidenza del Consiglio e il ministero degli Esteri. Gli altri ministeri furono così suddivisi: il democristiano Salvatore Aldisio agli Interni; il comunista Fausto Gullo (v.) all’Agricoltura e Foreste, il liberale Vincenzo Arangio Ruiz (v.) alla Giustizia; l’azionista Adolfo 0modeo all’istruzione; il socialista Attilio Di Napoli all’industria, commercio e lavoro; il banchiere Quinto Quintieri alle Finanze; l’[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 259

Brano: [...] » di Roma.

Nel presentare il nuovo giornale, Morello

lo paragonò a « una spada vivente e lucente affidata al pubblico dei lettori perché se ne servisse nell’offesa e nella difesa per le sue ragioni e il suo diritto ».

Un indirizzo battagliero contrassegnò tutta la susseguente storia del giornale, alla cui direzione si alternarono, dopo Morello, alcuni fra i più illustri giornalisti dell’epoca, come Edoardo Scarfoglio, Enrico Molè (v.), Alberto Cianca (vj.

Contro il fascismo

Nel 1921, quando già il fascismo dilagava in Italia, offuscatasi la fortuna dei Fiorio la proprietà de « L’Ora » fu rilevata da un altro imprenditore palermitano, Filippo Pecoraino, il quale aveva consolidato la propria fortuna prevalentemente con l’industria molitoria che, all’epoca, era una delle più attivamente espansive in Sicilia. Il Pecoraino sarà poi anche finanziatore dei quotidiani II Mondo (v.), organo di famose battaglie antifasciste fondato da Giovanni Amendola, e II Risorgimento.

Pervenuto il fascismo al potere,

« L’Ora » non rinunciò alla prop[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 209

Brano: [...] si adoperò per facilitare la composizione di una direzione unitaria e Lussu potè presentare al Congresso la lista dei candidati al Comitato centrale, che vennero eletti alla unanimità. Alle correnti fu attribuita una rappresentanza proporzionale negli organi direttivi nazionali. Fernando Schiavetti, su proposta di Lussu, venire eletto segretario politico e direttore del quotidiano « Italia Libera », organo ufficiale del partito. Guido Calogero, Alberto Cianca, Federico Comandini, Tristano Codignola e Francesco De Martino furono chiamati a far parte dell'Esecutivo.

Lussu, ritenendo esaurito il proprio compito nel ministero ed al vertice del partito, ed essendo anche in precarie condizioni di salute, alcuni giorni dopo il congresso rassegnò le proprie dimissioni da ministro. Successivamente la segreteria del Partito d'Azione passò a Lombardi, con Garosci alla direzione del quotidiano ufficiale.

Epilogo

Ma intanto la compagine « azionista » aveva mostrato di non reggere ah confronto poli

209



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 248

Brano: [...]

presidenza del congresso e che la lettura del messaggio precedesse ogni altro intervento, ma liberali e democristiani si opponevano recisamente a questa procedura: il primo a prendere la parola, a loro avviso, non poteva essere che Benedetto Croce e, di conseguenza, gli azionisti pretesero che la parola spettasse subito dopo al conte Sforza. Fu proprio Lizzadri a cedere su questo punto e il congresso, eletta la presidenza, unanime sul nome di Alberto Cianca e differenziato su quello di Tito Zani boni, ascoltò attentissimo il discorso di Benedetto Croce.

A giudizio di chi scrive, non ci si poteva attendere dall’oratore nulla di meglio: la condanna dell'intervento fascista in Spagna, l’esaltazione dei combattenti per la libertà ovunque si trovassero (in Francia, in Cina, in Cecoslovacchia, in Polonia), l’affermazione che « il caduto prestigio del re e la diffidenza che si ha verso di lui vietano al re stesso di raccogliere combattenti italiani contro i tedeschi », l’accusa contro Vittorio Emanuele (« fin tanto che rimane a capo dello Stato la p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 265

Brano: [...]esi dopo questa soppressione, praticamente

Io stesso giornale si ripresentò nelle vesti di un nuovo periodico (13 giugno 1926) che si chiamò L'Attaccabottoni, con il sottotitolo « Scocciatore settimanale ». Ma dopo diciannove numeri anch]e questo foglio venne soppresso (17.10.1926), quindici giorni prima che le leggi eccezionali fasciste abolissero del tutto la libertà di stampa in Italia.

A Parigi

All’inizio del 1927, per iniziativa di Alberto Cianca (v.J, ex direttore de « li Mondo », il « Becco giallo » riapparve a Parigi edito dal movimento di « Giustizia e Libertà » e diretto, oltre che da Cianca, daf Giannini fuoruscito in Francia. Il giornale ebbe periodicità quindicinaie e fu stampato in piccolo formato (cm 22x29), su sole quattro pagine e su sottile carta riso per poter essere facilmente spedito in Italia, dove veniva diffuso clandestinamente. Il foglio univa all’informazione politica e alla propaganda una violenta satira (in forme a volte anche grossolane) contro il fascismo. Spesso i suoi numeri contenevano volantini propagandis[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 214

Brano: [...]li antifascisti : Gaetano Salvemini e, con lui, una serie di intellettuali e uomini di cultura, da G.A. Borghese a Max Ascoli (che fu poi il primo presidente della Mazzini Society), Alberto Tarchiani, Giorgio Lapiana, Lionello Venturi, Guido Ferrando, Michele Cantarella, Renato Poggioli, Mario Einaudi, Giorgio Santillano, Giulio Bonfante, Leonardo Olscki, Enzo Tagli acozzo, Arturo Toscani ni, Enrico Fermi, Bruno Zevi, Aldo Garosci, Carlo Sforza, Alberto Cianca, Aurelio Natoli, Randolfo Pacciardi e Luigi Sturzo.

Dei comunisti, oltre ai già nominati, si ricordano per la loro intensa attività Ambrogio Doni ni (che diresse l'« Unità del Popolo»), Francesco Bellotto, Pietro Caron, Aristodemo e Leopoldo Cavalieri, Luigi Candela, Albino Delfino, Giovanni De Biase, Tommaso Di Fazio, Biagino Di Santo, Salvatore Giuriato, Costantino Lippa, Noè Maggetti, Edoardo Mainelli, Gustavo Marino, Oreste Menegon, Giovanni Mihalic, Domenico Mondi, Dino Neri, Aldo Pagani, Romplo Passerelli, Carlo Peressi, Renato Pini, (Brino Monti), Rodolfo Rui, Giovanni Strocco e il [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Alberto Cianca, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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