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Il segmento testuale Abbadia San Salvatore è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 17Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 827

Brano: Quattordici luglio (1948)

sedi democristiane e dell’Uomo Qualunque.

Ad Abbadia San Salvatore, sulle pendici del Monte Amiata, dal primo pomeriggio del 14 luglio iniziò

lo sciopero spontaneo dei minatori, che si riunirono alla locale Casa del popolo. Vennero organizzati un corteo e un comizio e si diede la caccia a democristiani e fascisti, distruggendo le sedi della D.C. e delle A.C.L.I.. Gruppi di ex partigiani crearono posti di blocco lungo le strade, interrompendo la circolazione. Un gruppo occupò la cabina amplificatrice dei telefoni di Stato che consentiva i collegamenti tra il Centro e il Nord dell'Italia, e interruppe il relativo cavo telefonico.

I camion di agenti e car[...]

[...]trarrà anni, per colpire tutti i partecipanti al disegno sedizioso che, secondo il ministro deH’Interno Mario Sceiba, sarebbe stato a monte delle agitazioni: il fantomatico Piano K, predisposto dal vertice del P.C.I..

L’apparato repressivo scattò già durante i funerali delle vittime: il 19 luglio a Siena, in seguito a un'irruzione della polizia nei locali della Federterra, rimase ucciso un contadino che si trovava casualmente sul posto.

Ad Abbadia San Salvatore furono arrestate 264 persone, praticamente tutti i dirigenti sindacali e politici, tutti gli attivisti del P.C.I. e del P.S.I.. Per sottrarsi alla retata, gruppi di ex partigiani tornarono in montagna, dove avevano combattuto nella Resistenza, e rimasero alla macchia per parecchi giorni.

Alle repressioni poliziesche si accompagnò, per sostenerle, una esagitata campagna della stampa cosiddetta indipendente.

Alla Breda di Milano, nella notte del 21 luglio, squadre di poliziotti si diedero a rastrellare la fabbrica: l’indomani, il questore di Milano

Lavoratori arrestati in seguito alle [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 282

Brano: [...]volsero subito le loro migliori energie verso l’organizzazione della guerriglia.

I primi nuclei partigiani furono organizzati sull’Amiata (v.), in vai d’Elsa e sulla Montagnola Senese (v. Sovicille), zone nelle quali la classe operaia aveva già tradizioni di combattività. L’iniziativa di questi primi gruppi, anche se limitata a episodi sporadici, fu decisiva per orientare la coscienza delle masse popolari verso l’azione armata. I tedeschi, ad Abbadia San Salvatore, reagirono imponendo il coprifuoco alle 17.30.

II nucleo originario

Verso i primi di dicembre del 1943 gruppi di partigiani sorti nei territori di Rosia, Abbadia San Salvatore e Certaldo (in quest’ultima località si era particolarmente prodigato il vecchio militante comunista Guglielmo Nencini) decisero di collegarsi a una piccola formazione che già dal mese di novembre si trovava sul Monte Quoio, nel comune di Monticiano (v.), per gettare le basi di una Brigata Garibaldi. Questa formazione, alla quale fu deciso di dare il nome di un comunista ucciso nel 1921 dai fascisti, Spartaco Lavagnini (v.), risultò composta di veterani come Sestilio Pedani (Carbonaro), Ange

lo Ceccherini (Ribelle), Francesco Franci [Il Vecchio) e di giovani lavoratori come Giorgio Marrocc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 700

Brano: Guerriglia

Per la tecnica della guerriglia esistono veri e propri manuali. Tra questi, uno dei più semplici e popolari è quello dovuto al generale A. Bayo, compagno di lotta di Fidel Castro: Teoria e pratica della guerra di guerriglia 150 consigli ai guerriglieri del maestro militare di Castro, Milano, 1968.

Guerrini, Aldo

N. ad Abbadia San Salvatore (Siena) nel 1917; impiegato. Militante comunista e attivo antifascista, durante la dittatura fu confinato per 5 anni a Squillace (Catanzaro), a Pomarico e a Montalbano Ionico (Matera), e infine internato a Bagnoli Irpino (Avellino).

Liberato con la caduta del regime, dopo I’8.9.1943 ha preso parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza, partigiano combattente nelle formazioni della Maremma e membro del C.L.N. della zona mineraria di Gavorrano (Grosseto).

Guerrini, Arnaldo

N. a Ravenna T8.2.1894, ivi m. I’8. 7.1944; antifascista romagnolo. Si iscrisse giovanissimo al [...]

[...]uerrini, Roma, 1945; Una lotta nel suo corso, Venezia, 1954; Appunti sull'antifascismo e la Resistenza armata nel Ravennate, in « Il Movimento di Liberazione in Italia », 1964, n. 77; L. Gaudenzi, L’esempio di Guerrini, in « Ravenna una capitale », Bologna, 1965; L. Casali, Fascisti, repubblicani e socialisti in Romagna nel 1922, La « conquista » di Ravenna, in « Il Movimento di Liberazione in Italia », 1968, n. 93.

Guerrini, Rodolfo

N. ad Abbadia San Salvatore (Siena) il 13.10.1919. Dapprima scalpellino, lavorò in seguito nelle miniere della Maremma grossetana, svolgendo attività nel movimento giovanile clandestino antifascista. Arrestato per la prima volta nel 1937, fu chiamato alle armi nel

1940. Congedato (1942) quale invalido di guerra, riprese l’attività

700



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 253

Brano: [...] Brigata nera: « Inviamo le espressioni del nostro più vivo cordoglio per la gloriosa morte in combattimento dei vostri ufficiali e Camicie Nere, avvenuta il 26 e 27 dello scorso mese presso Fabbrico ».

Secondo dati del Comando del III Settore S.A.P., in quella circostanza tedeschi e fascisti avrebbero avuto complessivamente 32 morti e 35 feriti.

G. Fi

Monumento eretto a Fabbrico, sul luogo dello scontro

Fabbrini, Alessandro

N. ad Abbadia San Salvatore (Siena) C8.6.1897, ivi m. nel 1957; minatore. Membro della Gioventù socialista, nel 1921 fu tra i fondatori della Sezione comunista di Abbadia San Salvatore. Arrestato e perseguitato dai fascisti in varie occasioni, nel 1931 (insieme ai compagni di lotta Elio Bianchi, Benedetto Visconti, Francesco Ghilardi, Corrado Forti e Aristeo Banchi) fu processato dal Tribunale speciale e condannato a 2 anni di reclusione per « appartenenza al P.C.I. e propaganda ». Trasferitosi a Pienza, dopo T8.9.1943 fu membro del locale C.L.N. e tra i promotori della formazione partigiana « Mencattelli » operante nella zona. Alla vigilia della liberazione di Pienza perdette la moglie, la sorella e 4 figli, tutti uccisi da un bombardamento aereo. Al suo fianco rimase l’un[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 516

Brano: [...]orze per contrastare una possibile ulteriore a

vanzata del P.S.I.. Nel determinare tale scelta (che causò una rottura fra la Sezione senese e la Direzione nazionale del Partito Popolare) influirono motivi generali, come il carattere marcatamente conservatore che il P.P.I. aveva assunto a Siena (fra l’altro, per la già ricordata scarsa penetrazione cattolica fra i mezzadri) e cause contingenti, come i gravissimi incidenti avvenuti in agosto ad Abbadia San Salvatore, fra un corteo di lavoratori e i partecipanti a una processione, al termine dei quali erano rimasti sul terreno ben 6 morti.

Le elezioni amministrative, svoltesi nell’autunno 1920, confermarono la forza dei socialisti senza però determinare un miglioramento della situazione politica. Anzi, fra i gruppi sociali e le formazioni politiche che si erano compattate contro i socialisti per ridimensionarne il peso e l’influenza si diffuse ancor più la convinzione che difficilmente questo obiettivo sarebbe stato raggiunto mantenendo il confronto sul terreno della legalità. I fascisti trovarono così[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 57

Brano: [...]10. 1.1944; da questa data si fusero e la seconda divenne una sezione della prima.

Amiata, Monte

Massiccio che si eleva isolato al limite meridionale della Toscana, in una posizione che dà origine alle tre vallate principali: la valle dell’Orcia, la valle del Paglia e quella del Fiora. Altitudine massima 1.700 m; domina la strada e il passo di Radicofani. Attorno all’Amiata, a un’altitudine tra i 600 e gli 850 metri, si stendono i paesi di Abbadia San Salvatore (8.500 ab.) e Piancastagnaio (5.500 ab.), in provincia di Siena; Santa Fiora (4.500 ab.), Arcidosso (5.900 ab.), Casteldelpiano (5.000 ab.) e Seggiano, in provincia di Grosseto. Al disopra dei 600 metri, tutta la montagna è coperta di castagni, faggi e alberi da resina. La zona, particolarmente adatta alla guerriglia, dall’autunno del 1943 divenne quasi un simbolo della Resistenza in terra di Siena e di Grosseto. Non solo il terreno, ma anche la situazione economicosociale favorì lo sviluppo del movimento partigiano.

Prime lotte operaie

Le popolazioni dell’Amiata avevano antiche tradizi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 286

Brano: [...] scetticismo di quanti non credevano possibile questo « miracolo », l’operazione riuscì. Lavorando di slancio, percorrendo le valli e le colline ancora devastate dalla guerra, tenendo improvvisati comizi nelle piazze e sulle aie dei contadini, in meno di una settimana i Comandi ricostituirono i vecchi distaccamenti e li arricchirono di nuove reclute che presero il posto dei partigiani trasferitisi in altre province e non più raggiungibili.

Da Abbadia San Salvatore, da Poggibonsi, da tutta la Val d’Elsa e dalla Valdichiana oltre 700 veterani della « Lavagnini » e centinaia di nuovi combattenti accorsero volontari, vestirono la divisa degli Alleati ravvivata dal fazzoletto rosso e da altri simboli partigiani, raggiunsero le paludi di Romagna schierandosi contro la Linea Gotica. La « Lavagnini », con i suoi Comandi quasi al completo, costituì in tal modo la spina dorsale del Gruppo di combattimento «Cremona» (v.), nel quale affluirono successivamente volontari partigiani da tutta la Toscana, dairUmbria, dalle Marche e da altre regioni.

il Gruppo di com[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 284

Brano: [...]isacane », comandato da Giovanni Nenzi [Patria), a Montalcino e a Murlo;

V Distaccamento « Giuggioli e Parri », comandato da Ruggero Petrini (Silvio), a Torniella, Casal di Pari e Civitella (Grosseto);

VI Distaccamento « Gastone Sozzi », comandato da Aldo Pieri (Marcello), a Chiusdino e Montieri;

VII Distaccamento « Ovidio Sabatini », comandato da Mauro Capecchi (Faro), Sestilio Pedani (Carbonaro

o Kiro) ed Enzo Nizza (La Pietra), ad Abbadia San Salvatore, Pian Castagnaio, Santa Fiora, Arcidosso, Castel del Piano e Cinigliano;

Vili Distaccamento « Boccheggiano », comandato da Ideale Tognoni, a Montieri;

IX Distaccamento « G.A.P. Val d’EIsa », composto da squadre comandate da Azelio Lami, Minghi, Treves Prilli, Mario Baroncini e altri, a Poggibonsi, San Gimignano e Colle Val d'Elsa.

La vita nei distaccamenti

Con la costituzione dei vari distaccamenti sorsero molti problemi nella vita della formazione. Si trattava anzitutto di tenere costantemente collegati con il Comando di brigata reparti lontani tra loro varie decine di chilometri[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 231

Brano: [...]nsieme, respinsero un tentativo di sbarco tedesco. Alla Maddalena, marinai, soldati e gruppi di popolani, guidati dal capitano di vascello Carlo Avegno (v.) che cadde in combattimento, costrinsero i tedeschi a riprendere il mare. Nella notte del 9, gruppi del 1° e del 3° Battaglione « Ravenna » opposero a Chiusi (Siena) tenace resistenza, costringendo i tedeschi a lasciare la città. Altri reparti resistettero a Radicofani, a Pian Castagnaio e ad Abbadia San Salvatore, contro i reparti tedeschi che puntavano su Siena. Qui un gruppo di bersaglieri, guidati dal modenese Danilo Barca, bloccò a lungo il nemico alle porte della città.

A Orte (Viterbo), nel pomeriggio del 9 settembre, reparti della V Armata agli ordini del generale Mario Caracciolo (v.) impegnarono combattimento contro una compagnia germanica che subì gravi perdite. La sera prima, una colonna mo

231



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 706

Brano: [...]ni (Bologna) e Carlo Melograni (Roma) i Tra i numerosi responsabili di compagnia e di reparti minori vi furono: Mario Trevi, Libero Peruzzi e Serafino Carlini, di Ancona; Flavio Veronesi, Raffaele Cam pazzi, Franco Esquilini, Arturo Degli Esposti, Cesare Galletti, Otello Accorsi e Paolo Buggini, di Bologna; Vittorio Borghi, di Reggio Emilia; Mario Boi di e Alfio Muzzi, di Siena; Rolando Sbrillir Giuseppe Sbrilli, Adriano Coppi e Pietro Fiori, di Abbadia San Salvatore; Luigi Salvatori, di Torrita di Siena; Raffaele Romiti e Mario Bondi, di Firenze; Dino Palmini, di Macerata; Claudio Forges Davanzati, Arminio Savioli, Publio Contar ini, Andrea Pirandello e Pino Garritano, di Roma. Responsabile del 22° Reggimento era il perugino Rasimela. Coordinavano l’attività del Gruppo, nel suo insieme, i fanti Fortunato Avanzati ed Enzo Nizza.

Dislocazione del « Cremona » al 22.2.1945

L'azione di Torre di Primaro

Rafforzato quantitativamente e qualitativamente, il « Cremona » potè affrontare le vicende del fronte con maggior sicurezza. Il 16 febbraio passò alle[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Abbadia San Salvatore, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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