Brano: [...] della quale furono uccisi i lavoratori Giuseppe Coppi, Nazareno Vagini e il bambino Libero Renzi, mentre numerosi altri cittadini rimasero feriti.
Lo squadrismo fascista negli anni 192122 fece sull’Amiata le sue vittime. Numerosi furono i socialisti e gli altri antifascisti aggrediti e bastonati; i lavoratori Tito Prezzolini e Novaro Angelini furono uccisi, ma i minatori non si piegarono. Anche dopo le leggi eccezionali del 1926 vi furono in Abbadia S.S. agitazioni e scioperi (1928), e l’organizzazione comunista continuò a sviluppare un’intensa attività clandestina. Nel 1931 furono condannati dal Tribunale speciale Elio Bianchi, Corrado Forti, Alessandro Fabbrini, Bruno Ghilardi, Aurelio Visconti, Benedetto Visconti, Aristeo Bianchi. Nel corso degli anni 193536 vennero inviati al confino Mauro Capecchi, Carlo Contorni, Lorenzino Contorni, Primo Vagnoli, Bruno Ghilardi; e, nel 1937, Fortunato Avanzati, Domenico Cini, Adriano Coppi, Agostino Guerrini, Carlo Romani, Giacomo Sabattini, Pietro Sbrilli e Gino Zilianti.
Il terreno era pronto p[...]
[...]o Visconti, Benedetto Visconti, Aristeo Bianchi. Nel corso degli anni 193536 vennero inviati al confino Mauro Capecchi, Carlo Contorni, Lorenzino Contorni, Primo Vagnoli, Bruno Ghilardi; e, nel 1937, Fortunato Avanzati, Domenico Cini, Adriano Coppi, Agostino Guerrini, Carlo Romani, Giacomo Sabattini, Pietro Sbrilli e Gino Zilianti.
Il terreno era pronto per la lotta partigiana. L’8.9.1943 una folla di uomini e donne si riversò nelle strade di Abbadia S.S. inneggiando alla pace. Provenienti da Piancastagnaio, giunsero l’indomani alcuni mezzi corazzati tedeschi che, infranta la disorganizzata resistenza di un reparto dell’esercito italiano, assunsero il controllo delle miniere di mercurio e della cabina telefonica amplificatrice, che assicurava le comunicazioni tra Roma e il nord d’Italia.
La Guerra di liberazione
Nella seconda metà di settembre cominciarono a costituirsi e ad agire sull’Amiata i primi gruppi partigiani, operando sbarramenti stradali, interrompendo linee telefoniche, attaccando autocarri tedeschi. II 4.
12.1943 i min[...]
[...]reparto dell’esercito italiano, assunsero il controllo delle miniere di mercurio e della cabina telefonica amplificatrice, che assicurava le comunicazioni tra Roma e il nord d’Italia.
La Guerra di liberazione
Nella seconda metà di settembre cominciarono a costituirsi e ad agire sull’Amiata i primi gruppi partigiani, operando sbarramenti stradali, interrompendo linee telefoniche, attaccando autocarri tedeschi. II 4.
12.1943 i minatori di Abbadia S.S. non vollero festeggiare la tradizionale festa di Santa Barbara e la maggioranza si rifiutò di partecipare al pranzo offerto dalle autorità repubblichine, alla presenza del Capo dèlia provincia, G. Alberto Chiurco, e di altri gerarchi fascisti e nazisti. Alcuni minatori furono, per questo, tratti in arresto.
L’1.3.1944 ebbe luogo un’altra co
raggiosa manifestazione di protesta, questa volta organizzata dalle donne, per chiedere l’aumento della razione del pane e la fine della guerra. Il giorno stesso, 200 fascisti piombarono ad Abbadia S.S. e cominciarono a operare numerosi arresti, a[...]
[...]ò di partecipare al pranzo offerto dalle autorità repubblichine, alla presenza del Capo dèlia provincia, G. Alberto Chiurco, e di altri gerarchi fascisti e nazisti. Alcuni minatori furono, per questo, tratti in arresto.
L’1.3.1944 ebbe luogo un’altra co
raggiosa manifestazione di protesta, questa volta organizzata dalle donne, per chiedere l’aumento della razione del pane e la fine della guerra. Il giorno stesso, 200 fascisti piombarono ad Abbadia S.S. e cominciarono a operare numerosi arresti, ai quali i minatori risposero proclamando lo sciopero. L’indomani, i fascisti di Siena e di Grosseto effettuarono un vasto rastrellamento, allo scopo di catturare i gruppi partigiani della zona. L’attacco fascista investì alcune borgate, i cui abitanti, come quelli di Selvena, dovettero salvarsi con la fuga. L’8 marzo i repubblichini, informati da delatori, riuscirono a catturare, in località « Tre Case », i due partigiani Fiorindo Guerrini (Tredicino) e Libero Stolzi: dopo averli seviziati, li impiccarono a un albero a Piancastagnaio.
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