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Il segmento testuale A.V.N.O.J. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 196

Brano: Jugoslavia

Il Comitato esecutivo eletto dalla prima assemblea dell'A.V.N.O.J.. In primo piano, a sinistra: Tito (Bihac, 26.11.1942)

qualche tempo aveva accarezzato l’idea di rafforzare le unità cetniche con il disciolto esercito italiano, dovette abbandonare anche quest’ultima illusione. Il movimento di liberazione nazionale ne uscì invece consolidato e potè rapidamente estendersi a nuovi territori. I tedeschi, da parte loro, furono costretti a chiamare nuove unità per colmare i vuoti lasciati dai soldati italiani.

Dal settembre 1943 al gennaio 1944 fallirono tutti i tentativi tedeschi per ricacciare verso l’interno i partigiani che, dalla costa dalmata, poterono[...]

[...] collegarsi stabilmente via mare con gli Alleati attestati a Brindisi e a Bari (v. Jugoslavi in Italia).

L’esercito partigiano jugoslavo, che nel 1941 contava 8.000 uomini, raggiunse nel 1944 i 300.000 combattenti, cifra tanto più elevata se si considera il numero complessivo della popolazione.

La nascita della nuova Jugoslavia Il 29.11.1944, in un momento particolarmente drammatico per il paese, si svolse a Jajce la seconda Assemblea dell’A.V.N.O.J., nella quale vennero prese decisioni politiche di fondamentale importanza per l’avvenire della Jugoslavia. In quella sede furono gettate le basi del nuovo Stato democratico federativo che riconosceva assoluta parità di diritti alle diverse comunità nazionali. La Serbia, la Croazia, la Slovenia, la Bosnia e l’Erzegovina, il Montenegro e la Macedonia furono chiamati a costituire la nuova Federazione jugoslava, con i Comitati popolari di liberazione come unici organi investiti di potere locale. L’A.V.N.O.J. si trasformò in supremo organo legislativo ed esecutivo; si diede una presidenza con a ca[...]

[...] fondamentale importanza per l’avvenire della Jugoslavia. In quella sede furono gettate le basi del nuovo Stato democratico federativo che riconosceva assoluta parità di diritti alle diverse comunità nazionali. La Serbia, la Croazia, la Slovenia, la Bosnia e l’Erzegovina, il Montenegro e la Macedonia furono chiamati a costituire la nuova Federazione jugoslava, con i Comitati popolari di liberazione come unici organi investiti di potere locale. L’A.V.N.O.J. si trasformò in supremo organo legislativo ed esecutivo; si diede una presidenza con a capo I. Ribar; costituì il Comitato di liberazione della Jugoslavia, con funzioni di governo provvisorio, e ne designò presidente Tito; decise di interdire il ritorno di Pietro II e di non riconoscere alcuna autorità al governo emigrato a Londra. Il Comitato di liberazione della Jugoslavia venne poco dopo riconosciuto dall’Unione Sovietica e dagli Alleati occidentali.

L’aiuto sovietico

Tra la fine del 1943 e l’inizio del 1944 i partigiani respinsero con duri combattimenti la sesta offensiva nemica. Ne[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 66

Brano: [...]lavi, facendo leva sulla massiccia adesione popolare al movimento di liberazione e sulla costante crescita dell’esercito partigiano (nell’ottobre 1941 erano già operanti Divisioni e Corpi d’armata), attaccando senza tregua le forze d’occupazione e i collaborazionisti cetnici (v.), ustascia (v.), belogardisti ecc., instaurando in tutti i territori via via liberati il nuovo potere Tito prese l’iniziativa di costituire un Parlamento rivoluzionario (A.V.N.O.J.) che si riunì la prima volta a Bihac nel novembre 1942, creando il primo embrione di governo popolare. Alla seconda sessione dell’A.V.N. O.J., svoltasi esattamente un anno dopo a Jaice in Bosnia quando ormai l’esercito di liberazione contava 350.000 combattenti ed era stato riconosciuto dalla coalizione alleata, il Parlamento popolare denunciò

il tradimento della monarchia e proclamò la nascita della nuova Jugoslavia (v.) democratica e federativa, creando un governo di cui Tito fu nominato presidente. Nella stessa occasione gli fu confermato il grado di maresciallo. ^

Sfuggito nel maggi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 432

Brano: [...] gli angloamericani lo considerarono allora una garanzia sufficiente per il caso particolare della Polonia.

La questione jugoslava

A proposito della Jugoslavia, i tre “grandi” raccomandarono una rapida attuazione dell’accordo stretto sull’isola di Vis (v.) il 16.6.1944 fra Tito e il rappresentante del governo monarchico Subasic. Anzi, accogliendo alcune richieste di Churchill, venne chiesto al nuovo governo unitario jugoslavo di ampliare l’A.V.N.O.J. (il “parlamento” della Guerra di liberazione) inserendovi esponenti e deputati della vecchia assemblea legislativa non compromessisi con gli invasori e di ratificare nella futura Costituente tutte le decisioni già assunte, nel corso del conflitto, dall'A.V.N.O.J. stesso.

Il nuovo assetto europeo

Sempre a proposito dell’assetto europeo, i tre “grandi” sottoscrissero

432



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 194

Brano: [...]azionale. I comunisti stipularono un accordo di collaborazione con il dottor I. Ri bar, rappresentante dell’ala democratica del Partito dei contadini serbi, e caldeggiarono la creazione di un Fronte nazionale di liberazione della Slovenia. Furono creati Comitati popolari di liberazione e Fronti popolari di liberazione (J.N.O.F.) che, in seguito, attraverso varie istanze, ebbero nel Consiglio antifascista di liberazione popolare della Jugoslavia (A.V.N.O.J.) il massimo organo dell’intero paese.

L’aggressione tedesca all’Unione Sovietica (22.6.1941) diede alla Resistenza jugoslava il segnale dell’inizio della lotta armata su tutta la linea. Il 27 giugno il Comitato militare nazionale venne trasformato in Stato maggiore delle formazioni partigiane popolari di liberazione, sempre sotto il comando di Tito. Analoghi Stati maggiori furono creati in Slovenia, in Serbia e nelle altre regioni.

Il 7.7.1941 si ebbero in Serbia I primi scontri tra reparti tedeschi e

i distaccamenti partigiani guidati da Zikica Jovanovic, un comunista che aveva già [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 208

Brano: [...] del governo filotedesco, per il suo carattere democratico e antifascista.

Dal 1941, quando la Jugoslavia venne invasa dagli eserciti nazifascisti, Kardelj fu con Tito uno dei principali organizzatori della Resistenza armata e diventò vicepresidente del Fronte di liberazione nazionale della Slovenia. Nel mese di settembre dello stesso anno divenne membro dello Stato maggiore dell’Esercito popolare jugoslavo. Fin dalla costituzione (1942) dell’A.V.N.O.J. (Consiglio antifascista di liberazione nazionale della Jugoslavia), Kardelj entrò a farne parte, svolgendo un ruolo di primo piano nel determinarne il programma politico uscito dalla sessione di Jaice il 29.11.1943. Da allora Kardelj diresse ininterrottamente il lavoro di organizzazione legislativa del nuovo Stato che andava sorgendo dalla lotta popolare di liberazione.

Secondo dopoguerra

Dopo il termine del conflitto Kardelj divenne ministro della Costituente nel primo governo della Repubblica federativa popolare (29.11.

1945). Dal 1945 ricoprì la carica di vicepresidente del Consig[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 657

Brano: [...]i partigiani della Jugoslavia » (v. N.Ò.V.J.).

In seguito a tale ristrutturazione i partigiani jugoslavi non solo riuscirono a sostenere il peso della quarta e della quinta offensiva scatenate dal nemico nel 1943 e alla fine di quel l'anno, ma raggiunsero la forza di 300.000 uomini. Sulla base di questi successi, Tarmata popolare guidata da Tito potè pervenire alla creazione del Consiglio antifascista di liberazione popolare della Jugoslavia (A.V.N.O.J.) e spianare la strada al riconoscimento internazionale della «nuova Jugoslavia.

Le insegne dei P.O.J.

Sul carattere federale e nazionale delle insegne dei P.O.J. è interessante osservare quanto precisato nel proclama del Comando generale, in cui si legge:

«’1. Su tutto il territorio della Jugoslavia

i partigiani portano sul cappello il simbolo dell'antifascismo: una stella rossa a cinque punte.

2. Nel territorio della Serbia i partigiani devono portare, oltre alla stella, anche un nastro tricolore serbo di cm 3 di lunghezza e 1,5 di larghezza. Il tricolore va posto orizzontalme[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 153

Brano: [...]ima di aperta concorrenza e con obiettivi spesso divergenti: detto per inciso, forse fu questa una delle cause della mancata proclamazione di scioperi operai a Trieste nel marzo del 1944, a differenza di quanto accadeva in tutta l’Italia del Nord.

Agli spazi egemonici conquistatosi in loco, il movimento di resistenza sloveno che gravitava nella zona di Trieste aggiungeva poi la forza della sua collocazione internazionale in quanto membro dell’A.V.N.O.J. (Consiglio antifascista di liberazione nazionale della Jugoslavia) cui

gli stessi Alleati, a partire dalla fine del 1943, avevano dovuto dare piena legittimazione riconoscendone la funzione insostituibile sul fronte balcanico nella lotta contro la Germania hitleriana. Partendo da questi presupposti, l’O.F. si orientò a prendere nelle proprie mani la guida della lotta partigiana nella prospettiva, apertamente esplicitata fin dal settembre 1943, di conseguire, insieme alla sconfitta del nazifascismo, l’annessione diretta di queste terre alla Jugoslavia. Impossibile ricostruire in questa sede[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine A.V.N.O.J., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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