Pirandello nel periodo in [...]. V diresse il «Teatro d'arte [...] D'ARTE [...] ROMA [...]. ///
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[...] armato cavaliere come il [...] Don [...] aveva combattuto affrontando nemici [...] ogni sorta per cause giuste e sante, [...] delle più alte e nobili idealità, e [...] aveva avuto? Dopo [...] miseramente stentato la vita [...] di lui; prima scomunicato, da commissario di [...] Andalusia; poi, da esattore, truffato, non va [...] in prigione? E dove è questa [...]. Ma in realtà era [...] era nato il giorno in cui era [...] lo stesso Cervantes. Solo che non [...] ancora riconosciuto, « non [...] veduto ancor bene: aveva creduto [...] combattere contro i giganti e [...] in capo [...] di Mambrino. Lì, [...] carcere della [...] egli si riconosce, egli si [...] finalmente; si accorge che i giganti erano molini a [...] e [...] di Mambrino un vii piatto [...] barbiere. Si vede, e ride [...]. Ridono tutti i suoi [...]. Ah, folle! Il modello di don [...] fatto è che Pirandello [...] quel personaggio e ne forzava, forse, [...] per [...] più simile alla propria [...]. E certo don [...] sono i modelli di [...] costruisce continuamente in se stesso e [...] Panza è la smentita [...] gli viene data dalla realtà e che [...] una profanazione. Tuttavia, anche se non [...] di un Pirandello esistenzialista, bisogna riconoscere che [...] nuova appartiene [...] le distanze fra il [...] male, la purezza e [...] e il reale in [...] più valutare i momenti [...] più comprendere che esaltare [...] le cose in [...] di perfezione comporta di [...] prima o poi in un abisso di [...]. Ma per Pirandello è proprio [...] una delle nostre condanne, anzi la causa prima [...] infelicità [...]. Egli è infatti persuaso [...] natura umana, quel flusso ininterrotto che [...] sia pure con mille [...] rappresentare la continuità della nostra persona, non [...] nel suo flui-re dai nostri mezzi di [...] noi siamo condannati a [...] quasi pietrificati in singoli [...]. Possiamo in un certo [...] delle statue « a quella statua [...] ci dice il nostro [...] per esempio, che si vede in una [...] la scalinata del Quirinale. Con un rotolo di [...] e [...] mano protesa a un [...] pare afflitto e meravigliato [...] antico [...] rimasto lì, di pietra, [...] secoli, sospeso in [...] dinanzi a tanta gente [...] che sale e salirà per quella scalinata! Oppure, se vogliamo usare [...] possiamo paragonare il modo in cui vediamo [...] nostra personalità a una serie di fotogrammi [...] rapporto fra di loro: e così ci [...] fissandoci in uno dei nostri atteggiamenti e [...] base ad esso. La vita insomma è [...] « che noi cerchiamo [...] di fissare in forme [...] dentro e fuori di noi, perchè noi [...] fissate, forme che si muovono in mezzo [...] » (22). Del resto la stessa definizione [...] umorismo [...] stessa, cioè, della poetica pirandelliana [...] è legata a questo contrasto continuo fra una nostra [...] di perfezione e una volontà beffarda, che si diverte [...] farci vedere il rovescio della medaglia, [...] faccia delle cose e degli [...] e quindi le deforma in una smorfia non sai [...] di riso o di pianto. [...] umoristica, la riflessione si [...] fronte al sentimento da giudicare, « lo [...] scompone [...] » e ne fa [...] sentimento « il sentimento del contrario » [...]. La concezione umoristica è [...] « d'acqua diaccia, in cui la fiamma [...] si rimira soltanto, ma si tuffa e [...] dell'acqua è il riso [...] il vapore che ne esala è la [...] po' fumosa [...] umoristica » (24). Così ogni nostra illusione viene [...] apparire del suo contrario. Persino [...] di essere una sola [...] conoscere la nostra anima. ///
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Persino [...] di essere una sola [...] conoscere la nostra anima.