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Il segmento testuale tiana è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 93Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 8

Brano: [...] del partito, che si fece sentire più acutamente l'assenza di una larga fascia di borghesia democratica e liberale, attenta agli interessi generali del paese e coraggiosamente progressista. Tutto ciò va tenuto presente al fine di tentare un obiettivo giudizio sull'effettiva funzione svolta dai radicali, che sia immune da indebite sopravvalutazioni, ma anche da immeritate critiche.

Contro il governo Crispi

Mentre sui radicali dell’età giolittiana i giudizi degli storici — salvo qualche eccezione — sono generalmente spregiativi o quanto meno frettolosi, ai “radicali cavailottiani” la storiografia più recente riconosce un ruolo di primo piano nella battaglia antireazionaria combattuta dalle forze popolari contro Crispi. Inizialmente ben disposti verso lo statista siciliano per le sue origini garibaldine e maggiormente per i suoi concreti progetti di riforma del Codice penale e della legge comunale e provinciale, i radicali risposero poi alla crescente involuzione conservatrice di Crispi con il “patto di Roma” del 1890, di cui il massimo[...]

[...]o del cooperativismo; tutte richieste da integrare con le altre, tradizionali, dell’imposta progressiva, del decentramento amministrativo, dell 'istruzione laica, gratuita e obbligatoria, dell'autonomia della magistratura, del contenimento dei poteri dell'esecutivo e della libertà di riunione ed associazione.

La difesa di tali principi diventò di grande attualità in seguito alla repressione dei Fasci siciliani e all’approvazione delle leggi antianarchiche (1894). La cavallottiana Lettera agli onesti di tutti i partiti del 1895, che era un duro atto d’accusa contro Crispi, concentrò intorno ai radicali l'opposizione antigovernativa. Già dal 1890, di fronte alla politica filoprussiana e megalomane di Crispi (culminata nell’avventura africana e nel disastro di Adua del 1896), i radicali avevano pensato di tutelarsi chiedendo la revisione dell’articolo 5 dello Statuto, cioè la sanzione del Parlamento nelle questioni internazionali (un’istanza cui rimarranno idealmente fedeli nel cor

so dell'intera loro storia) e reclamando (insieme a una politica estera che fosse sganc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 691

Brano: [...]olato in futuro l’avvicendarsi dei partiti al governo del paese. Isolati rispetto alle forze maggiori dello schieramento politico nazionale, minoritari per vocazione e per formazione, due erano i gruppi che facevano capo al « Ponte »: accanto al gruppo toscano, erede del problemismo salveminiano e del revisionismo rosselliano, di cui s’è già detto, va posta in rilievo la presenza di un sodalizio torinese, memore e cultore della « stagione » gobettiana, animato da Augusto Monti, Mario Fu bini, Dante Livio Bianco, Norberto Bobbio, Carlo Levi, Massimo Mila, Franco Antonicelli, Alessandro e Carlo Galante Garrone, Franco Venturi.

Procedendo affiancati, essi rappresentarono per un decennio circa un punto d’aggregazione di tutti coloro che non si riconoscevano nella polarità radicale indotta in Italia dallo scontro tra le due grandi potenze, e manifestarono ogni mese, sulle pagine del « Ponte », la protesta di una borghesia laica e illuminata contro l’autoritarismo e l’immoralità del prepotere democristiano. La loro opposizione culminò nella b[...]

[...]festarono ogni mese, sulle pagine del « Ponte », la protesta di una borghesia laica e illuminata contro l’autoritarismo e l’immoralità del prepotere democristiano. La loro opposizione culminò nella battaglia intrapresa per sventare nel 1953 il successo della «leggetruffa», la cui applicazione non scattò solo grazie al dissociarsi di « Unità popolare » (raggruppamento promosso da Calamandrei e Parri) dalla maggioranza guidata dalla Democrazia cristiana.

Notevole fu, in quegli anni, Io sforzo di sprovincializzazione della cultura italiana compiuto dagli uomini del « Ponte », attraverso una lunga serie di numeri speciali dedicati a paesi europei ed extraeuropei, e ricorrente il confronto con le scelte delle classi dirigenti delle democrazie nordoccidentali, con un modello di « borghesia » che intendeva svelare e sottolineare le manchevolezze e le miserie dei governi centristi. Inflessibile fu poi il richiamo ai valori della Resistenza, così presto archiviati dalle forze egemoni, e costante l’attenzione prestata al sottosviluppo e all’infer[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 192

Brano: [...]questo divenne organo nazionale del Partito comunista d'Italia. Avendo vinto una borsa di studio ministeriale si trasferì a Berlino e vi rimase fino al 1922, coltivando i suoi studi di germanistica.

Rientrato in patria, nel 1924 venne escluso dall’insegnamento per aver rifiutato l'iscrizione al Sindacato fascista. Negli anni successivi, pur non svolgendo attività politica, restò legato agli ambienti antifascisti, soprattutto d'ispirazione turatiana. Nel 1925 promosse a Trieste la costituzione de\VUnione goliardica per la libertà.

Negli anni del regime visse a Milano, dedicandosi a un'intensa attività di traduttore e scrittore.

Pubblicò, fra l’altro, numerose biografie: Leonardo da Vinci, 1928; Beethoven, 1931; Riccardo Wagner, 1933; e, sotto pseudonimo, Giuseppe Verdi, opera ripubblicata postuma, col suo nome, nel 1949.

Nel 1940 fu arrestato per « il suo mai rinnegato antifascismo » (E. Collotti). Inviato al confino a Lanciano (Chieti), poi trasferito a Gioia del Colle, nel giugno 1941 fu ricoverato per grave malattia in una cl[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 129

Brano: [...]ro ha diretto: “L'Avanti!”, “La Giustizia”, “Il Tempo” (le cui “Note in taccuino” vennero raccolte, alla fine del 1906, dal giornale stesso per i suoi abbonati, con le firme congiunte di Treves e di Vittorio Gottardi, nonché con la prefazione di Filippo Turati: non facile è la singola attribuzione di queste “Note” brillanti, scritte spesso a quattro mani), “La Libertà”, “Il Resto del Carlino” e naturalmente la ‘‘Critica Sociale”, nella serie turatiana fino al 1926. Nella “Critica” rinata nel secondo dopoguerra è utile leggere il n. 23 del 5 dicembre 1969, interamente dedicato al centenario della nascita di Treves: comprende articoli, in parte già pubblicati in precedenza, di Pallante Rugginenti, Léon Blum, Rodolfo Mondolfo, Giuseppe Saragat, Leo Valiani, Roberto Tremelloni, Gaetano Arfè, Antonello Gerbi, Guido Lodovico Luzzatto, Ugo Guido Mondolfo, Carlo Rosselli, Nino Mazzoni, Virgilio Brocchi e Pier Carlo Masini.

Interessanti giudizi su T. e di T., lo studioso troverà nel noto carteggio TuratiKuliscioff curato da Franco Pedone ed usci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 108

Brano: [...]na, mentre il professore Mariano Costa, per il veto opposto dalla Direzione nazionale nei confronti di Montalto (il cui atteggiamento durante la guerra aveva contravvenuto al principio di neutralità sostenuto dal partito), fu designato alla rappresentanza parlamentare. Mariano Costa venne eletto alla Camera nel 1921 e riconfermato nel 1924. Tra i dirigenti socialisti emerse Bonfiglio, la cui posizione di corrente si mantenne vicina a quella serratiana dei “comunisti unitari”, in rappresentanza dei quali fu eletto membro della Direzione nazionale del P.S.I. al congresso di Livorno del 1921. La sua condizione di “proletario”, le sue esperienze sindacali e la vita di emigrante (a Milano e negli Stati Uniti) avevano contribuito a formare in lui quel senso istintivo della classe che non lo avrebbe mai abbandonato.

Dall'ottobre del 1920 Bonfiglio fu sindaco di Monte San Giuliano e gli interventi che, in appena venti mesi, la sua amministrazione potè promuovere furono improntati al principio di un profondo rinnovamento della funzione dei compi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 285

Brano: [...]pinatamente, per un liberale che si proclamava di radicate convinzioni laiche) approvò la campagna antimodernista, definendola storicamente decisiva. Obliquità inspiegabile, sul piano intellettuale, da parte del costituzionalista che, nella sua sfera, aveva indubbiamente operato sulle posizioni più avanzate cui la borghesia italiana sapesse portarsi, conferendo — come fu detto — con le proprie teorie, un « substrato giuridico alla politica giolittiana », nel senso di orientare l’interpretazione della legge quale fat

tore di tutela del popolo, riconosciuto nel diritto di insorgere per imporne il rispetto.

Prima guerra mondiale

Rimasto per alcuni anni manifestazione del suo « eclettismo » politico, Orlando ricomparve alla ribalta nel 1914, ministro di Grazia e Giustizia in quel gabinetto Salandra in cui il dicastero degli Esteri era affidato a Sidney Sonnino, vale a dire al più notorio avversario del neutralismo di Giolitti. Proprio il gabinetto Salandra condusse infatti le trattative con l’Intesa, stipulò il nefasto Patto di Londra[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 473

Brano: Maira, Valle

anni la roccaforte politica dello statista liberale Giovanni Giolitti. Dopo l'avvento di Mussolini al potere la perdurante influenza giolittiana unita a quella limitata ma tenace delle idee socialiste e a un radicale lealismo monarchico, determinò nella popolazione locale un atteggiamento di rifiuto verso il regime. Il progressivo depauperamento della zona durante il ventennio fascista, l'aggressione del giugno

1940 alla Francia (nazione con la quale le genti dell’Alpe cuneese hanno sempre conservato naturali rapporti e affinità culturali) e infine l’autentica decimazione subita combattendo nei battaglioni alpini" durante le campagne di Grecia e di Russia fecero poi sorgere negli abitanti della valle Maira una sorda e irreversibile[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 409

Brano: [...]ari accorsi in aiuto agli albanesi ribellatisi contro i turchi. Nel 191112 partecipò alla guerriglia antiturca in Albania e, in Grecia, alla battaglia di Drisko. Volontario nella guerra 191518, fu ferito e decorato.

Contro il fascismo

Risoluto avversario del fascismo e militante nell’organizzazione repubblicana a Trieste, fautore dell 'alleanza Con le classi popolari nella lotta contro lo squadrismo di Francesco Giunta, collaborò alla gobettiana « Rivoluzione Liberale », distinguendosi per l’acutezza dei suoi articoli denuncianti l'incapacità della borghesia locale a qualificarsi autonomamente e democraticamente. Dopo l'ascesa dei fascisti al potere, perseguitato dal regime, fu espulso dai quadri dell'Unione ufficiali in congedo e sottoposto a rigida sorveglianza poliziesca. Ciononostante continuò la lotta clandestina e fu tra i fondatori del Partito d'Azione (v.) a Trieste. Dopo il 25.7.1943 promosse il Comitato antifascista locale (Fronte Democratico Nazionale) che invano reclamò dalle autorità militari il ripristino delle libertà [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine tiana, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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