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Il segmento testuale sovversivismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 133Entità Multimediali , di cui in selezione 24 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 659

Brano: [...]ranti, vennero pagate le giornate di sciopero, soldi che i lavoratori versarono per l'acquisto della nuova tipografia de! « Proletario ».

In quell’occasione il deputato socialista Luigi Repossi, giunto da Milano, disse in

un discorso: « I socialisti in Italia sono rimasti molto indietro per compattezza e disciplina, mentre qui a Pola gli operai danno il migliore esempio di solidarietà ».

Ma il regime militare era deciso a stroncare il « sovversivismo ». Con il pretesto che nella Camera del Lavoro di Dignano (borgata periferica di Pola) si nascondevano armi e munizioni, il Comando delle forze di occupazione inviò sul posto reparti dell’esercito seguiti da bande fasciste, che il 16.1.1920 assalirono la sede (ospitava l’organizzazione del P.S.I. e il Circolo di studi sociali), devastandola e prendendo a fucilate i circa duecento operai che cercavano di mettersi in salvo. Seguì uno scontro, nel quale l’operaio diciottenne Pietro Benussi venne ucciso e altri tre lavoratori furono feriti. Inoltre si ebbero 34 arrestati (di questi, 15 saranno co[...]

[...]ustificò la strage affermando che la Camera del lavoro di Pola si era trasformata « in una vera e propria associazione sovversiva forte ormai di 12 mila iscritti »; che « l'ente sovversivo agita, dietro la bandiera del socialismo, la rivendicazione austrocroata » e « nei comizi tiene alta la bandiera del comuniSmo e della costituzione dei soviet ».

Il foglio fascista II Nuovo Giornale di Pola, da parte sua, scrisse: « Bisogna farla finita col sovversivismo e con i Croati, adoperando tutti i mezzi ».

Dello stesso tenore furono gli articoli di un altro giornale fascista, Istria Nuova, organo ufficiale dei Fasci di combattimento.

I Fasci erano sorti a Pola, ufficialmente, all’inizio del 1919, insieme al Partito nazionale riformista (costituito allo scopo di « difendere l’italianità » della regione) e al Fascio unitario democratico istriano quale blocco dei partiti nazionalisti italiani. Di fronte al fascismo incalzante e alle sue azioni terroristiche sempre più frequenti e scopertamente ap

659



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 24

Brano: [...]le Caviglia, per ordine del presidente del Consiglio Gioì itti, che nel giugno era succeduto a Nitti, riuscì con poche cannonate a fare desistere D’Annunzio dall'annunciato proposito di morire nella città piuttosto che lasciarla. L’impresa fiumana rappresentò il punto di maggiore avvicinamento tra dannunzianesimo e fascismo, e al tempo stesso ne segnò il distacco. Innanzitutto essa fu la prima prova pratica di quel vasto, ma confuso movimento di sovversivismo di destra nel quale trovavano la loro collocazione, sia il dannunzianesimo sia il fascismo, e spinse perciò anche quest’ultimo nel calore della lotta politica più ardente. L’impresa fiumana fu infatti il primo concreto tentativo di riscossa dei ceti capitalistici tradizionali, della destra conservatrice e della casta militare, alleati con le nuove forze più aggressive uscite dal processo di ristrutturazione sociale e politica della borghesia che si era verificato con la guerra. Questo tentativo, fatto per le vie insurrezionali, inaugurò le prove del sovversivismo di destra. Sia nell'impalcatu[...]

[...]ò anche quest’ultimo nel calore della lotta politica più ardente. L’impresa fiumana fu infatti il primo concreto tentativo di riscossa dei ceti capitalistici tradizionali, della destra conservatrice e della casta militare, alleati con le nuove forze più aggressive uscite dal processo di ristrutturazione sociale e politica della borghesia che si era verificato con la guerra. Questo tentativo, fatto per le vie insurrezionali, inaugurò le prove del sovversivismo di destra. Sia nell'impalcatura ideologica sia nell’appello ai militari chiamati al pronunciamento, sia nelle

formule propagandistiche e rituali sia nella facciata demagogica con cui venivano ricoperte con una vernice socialistoide mire politiche e sociali effettivamente reazionarie, l’impresa dannunziana fu una specie di prova generale della marcia su Roma, comunque ne fu una premessa indispensabile. Del resto, tra il settembre 1919 e il dicembre 1920 ^ispirazione dichiarata dello stato maggiore dannunziano fu proprio quella di trasformare la marcia di Ronchi in una marcia su Roma, cioè d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 103

Brano: [...] cattolico, sia per aver cooperato a liberare la questione operaia dalle fumisterie romantiche precapitalistiche assai diffuse fra i ceti moderati, sia soprattutto per il solenne riconoscimento dei diritti degli operai, insieme alla critica al sistema liberista da un lato e a quello collettivista dall'altro.

Nel conto positivo dell’enciclica va posto anche il peso che allora aveva l’alto magistero pontificio allorché, fra l’altro, in tempi di sovversivismo anarcoide proclamava legittimo lo sciopero (con scandalo naturalmente dei conservatori) e intangibile il salario familiare come « giusto » salario dell’operaio. Come pure vi vanno messe le pur prudenti aperture nei riguardi dei regimi democratici e il trauma che esse avrebbero poi determinato in Italia, non solo in campo cattolico. Va infine aggiunto l’esplicito incoraggiamento che, specialmente all’estero, ricevevano quelle iniziative del pionerismo cristianosociale fino allora guardate con diffidenza dall’ala conservatrice.

Insomma, al di là dei limiti scientifici e di una visione preval[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 211

Brano: [...]bito dopo, nel 1905, sotto lo pseudonimo di Libero Tancredi si impegnò nell'attività pubblicistica e di conferenziere anarchico, acquistando notorietà nazionale. Dotato di vivace spirito polemico (fin dagli inizi del secolo scriveva sul periodico anarchico torinese “L’Ordine”), divenne redattore di punta del foglio anarcoindividualista milanese Il Grido della folla, sul quale, a partire dal 1905, esplicito in maniera sovente virulenta il proprio sovversivismo “cosmico”.

Nel 1906 si trasferì a Roma, dove fondò II Novatore anarchico e si immerse nelle polemiche interne ai circoli dell’anarchismo locale; subì anche un procedimento giudiziario, dopo un arresto per rissa, uscendone assolto. Le sue posizioni di scomposta e contraddittoria interpretazione dell’anarchismo, con l’apologia di ogni forma di rifiuto della morale di qualsiasi specie, fino a esaltare la funzione sociale del delinquente comune, lo misero via via in contrasto insanabile con gli ambienti anarchici che si riconoscevano nell'insegnamento di Carlo Cafiero e di Armando Borghi. Per [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 258

Brano: [...]ò anche un libro di poesie [Via Toscanella) e uno di ricordi bellici

[Dentro la trincea, Roma 1934), raccogliendo numerosi riconoscimenti. Nel 1935 ebbe affidato l’incarico di decorare la nuova Stazione ferroviaria di Firenze con due murali, il che fece di lui uno dei più quotati artisti italiani del suo tempo.

Nonostante non siano mancati a Rosai gli onori del regime, va detto che la sua radice popolare e rivoltosa, a differenza del falso sovversivismo littorio, è autentica: I personaggi dei suoi quadri, i giocatori di toppa, i pensionati soli e tristi, i frequentatori delle osterie, sono immagini che contrastano con l'ottimismo celebrativo del fascismo.

La situazione di Rosai ha molte analogie con quella di diversi artisti italiani che. come lui, si trovarono coinvolti negli stessi equivoci. La sua concezione antiretorica e il suo rifiuto di ogni enfasi lo differenziano dalle posizioni di “Strapaese”: le sue immagini non sono dialettali, egli parla dei diseredati con una adesione emotiva priva di ogni metafisica.

Certo negli anni del[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 369

Brano: [...] non era stato per la Sardegna meno difficile che per il resto del Mezzogiorno. Lo sviluppo dell’industria estrattiva aveva dato corpo, nel distretto sudoccidentale dell’isola, il Sulcislglesiente, a un primo movimento operaio organizzato; ma l’eccidio di Buggerru, dove i soldati avevano sparato sugli operai in agitazione (4.9.1904) uccidendone tre e ferendone venti, era stato soltanto l’episodio più tragico di una conflittualità alimentata dal “sovversivismo” anarcoide d’un sottoproletariato quasi rurale che stentava ancora a ritrovarsi nelle griglie riformiste dei suoi dirigenti sindacali. E nel 1906 un’ondata di moti contro il carovita, partita dal proletariato cagliaritano, aveva scosso tutta l’isola con incendi, devastazioni e scontri in molti centri rurali (11 morti e più di 60 feriti). Il generale rincaro dei prezzi era collegato non soltanto alla rapida espansione dei pascoli a danno della cerealicultura, provocata dallo sviluppo dell’industria casearia a capitale quasi esclusivamente “continentale” (nasce in questo periodo uno dei prodott[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 509

Brano: [...]governativo di celebrare la ricorrenza dello Statuto con parate militari: ma il capo del governo Salandra, da poco succeduto a Giovanni Giolitti, aveva proibito con eccezionali misure di polizia tutte le manifestazioni non ufficiali (in contrasto con quello stesso Statuto che si voleva celebrare) .

I moti di Ancona

L’iniziativa della giornata antimili

tarista partì dalla Camera del lavoro di Ancona (v.), a quell’epoca città crocevia del sovversivismo popolare, da dove Errico Malatesta, stabilitovisi l’anno prima al rientro da un lungo esilio, si prodigava nell’attività rianimatrice dei gruppi anarchici dirigendo il periodico Volontà, mentre il giovane Pietro Nenni, da poco promosso segretario propagandista della Consociazione repubblicana marchigiana, vi veniva confermando le sue particolari qualità di capo popolo.

Ad Ancona, nel pomeriggio del 7 giugno, davanti alla sede repubblicana della Villa rossa, dove le organizzazioni popolari vollero ugualmente tenere il comizio in forma privata, polizia e carabinieri accorsero in forze per im[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 11

Brano: [...], nel 1924 vicepresidente della Gioventù Diocesana di Ancona, nel 1925 segretario provinciale del Partito popolare. All'associazionismo cattolico resterà fedele per tutto il periodo fascista ed eserciterà la professione forense con notevole prestigio non solo nella sua città natale, ma anche ad Ancona dove si trasferirà dopo il matrimonio.

Fra l'altro si ricorda di lui, in quegli anni, la coraggiosa difesa di comunisti e anarchici accusati di sovversivismo contro lo Stato nelle cosiddette “giornate rosse” anconetane del 1926. In quello stesso anno venne arrestato per antifascismo. Circa il carattere politico delle sue non frequenti prese di posizione pubbliche, si può dire che in pratica risentissero degli orientamenti meno conformistici del cattolicesimo italiano fra le due guerre, soprattutto per i legami da lui mantenuti con uomini del popolarismo sturziano. Nel 1923 fu tra i primi organizzatori della Democrazia Cristiana nelle Marche.

Secondo dopoguerra

Si spiega in tal modo il suo emergere nella zona, aH’indomani della liberazione de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 60

Brano: [...]ro del Comitato centrale del P.C.F. e, nell’ottobre, segretario della regione del Nord, comprendente le roccheforti operaie dei dipartimenti del Nord, PasdeCalais e Somme. Contemporaneamente partecipò ai lavori della segreteria della Federazione dei minatori, aderente alla C.G.T.U. guidata dai comunisti. Nel febbraio 1925 compì il suo primo viaggio in Unione Sovietica. Nel giugno 1927 venne condannato a 6 mesi di reclusione per antimilitarismo e sovversivismo; da allora visse in semiclandestinità finché, nel giugno 1929, subì un nuovo arresto e dovette scontare altri 8 mesi di reclusione. Nel carcere di Nancy organizzò una scuola di partito e maturò una riflessione sulla nuova strategia che il P.C.F. avrebbe dovuto adottare per affrontare le conseguenze della crisi economica e l’avanzata del fascismo.

La politica di Fronte popolare

Uscito dal carcere, nel luglio 1930 fu eletto segretario del P.C.F. e dette inizio a una fase di riorganizzazione del partito, che avrebbe portato nel 1934 all’esclusione della corrente estremista capeggiata da Ja[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 263

Brano: [...]e ne fecero un punto di riferimento, tanto che fra i collaboratori furono anche Amadeo Bordiga e Angelo Tasca, futuri dirigenti comunisti. Molti di questi giovani videro nei temi ideologici agitati da Mussolini il superamento del riformismo classico come pure del massimalismo inconcludente, ma furono immediatamente delusi dal passaggio di Mussolini all’interventismo. Dall’estate del 1914 iniziarono a collaborare a “Utopia” alcuni « “eretici” del sovversivismo irre

golare » (sindacalisti rivoluzionari, anarchici e repubblicani di sinistra), tra i quali il futuro duce troverà poi molti seguaci.

Interessante, negli ultimi fascicoli della rivista, il ricupero di Proudhon e Blanqul visti come rappresentanti del “vero” socialismo in contrapposizione a quello di Marx. Tra i collaboratori, oltre ai già ricordati, si segnalano Margherita Sarfatti, Enrico Leone, Sergio Pannunzio e Libero Tancredi (Massimo Rocca).

A. Per.

Uzice, Repubblica di

Città della Serbia occidentale (oggi Titovo Uzice), fu nell’autunno del 1941 la capitale della prima “[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine sovversivismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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