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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 502

Brano: Settarismo

smo, a distogliere i militanti dal pensiero del loro compito serio ed impellente, che consiste nel formare la propria educazione di rivoluzionari di professione, per concentrarlo su quello della compilazione di statuti particolareggiati e “cartacei” sui sistemi elettorali. Solo all’estero, ove spesso si raccoglie gente che non ha la possibilità di svolgere un vero lavoro attivo, s’è potuto manifestare qua e là, e soprattutto nei diversi piccoli gruppi, questo “gioco alla democrazia ». [...] « Per i militanti del nostro movimento, il solo principio organizzativo serio dev essere: rigorosa c[...]

[...]olscevico portarono all’instaurarsi del

lo stalinismo (v.). Inoltre, attraverso la Terza Internazionale (v.), fin dal 1919 il modello organizzativo bolscevico venne adottato da tutti i partiti comunisti che andavano sorgendo negli altri paesi, sebbene la loro situazione fosse completamente diversa rispetto a quella del partito bolscevico. Per il Partito comunista italiano, la “bolscevizzazione” fu sancita nel 1926 (v. Lione, Congresso di).

Settarismo e stalinismo

A partire da quegli anni l’accusa di “settarismo” venne rovesciata paradossalmente dai dirigenti bolscevichi contro quei partiti, gruppi o singoli esponenti comunisti che non si fossero mostrati abbastanza pronti ad accettare le “svolte” e le decisioni della Terza Internazionale e che, in realtà, erano poi quelle del partito russo guidato da Stalin. Questo partito, per assicurare la « costruzione del socialismo nell’U.R.S. S. », faceva leva su una durissima repressione interna e si atteneva a un tatticismo pragmatico sia nei confronti dei governi capitalisti (e fascisti) sia nei confronti delle forze rivoluzionarie degli altri paesi, in cui[...]

[...]che, in realtà, erano poi quelle del partito russo guidato da Stalin. Questo partito, per assicurare la « costruzione del socialismo nell’U.R.S. S. », faceva leva su una durissima repressione interna e si atteneva a un tatticismo pragmatico sia nei confronti dei governi capitalisti (e fascisti) sia nei confronti delle forze rivoluzionarie degli altri paesi, in cui primo compito diventava ormai quello di far da supporto all’U.R. S.S.. L’accusa di settarismo venne così a colpire chiunque dissentisse dallo stalinismo.

Secondo Stalin, le posizioni “di sinistra” altro non erano che posizioni opportuniste e reazionarie “di destra” goffamente mascherate, che andavano perciò aspramente combattute. A partire da Trotzky (v.), furono accusati di settarismo coloro che non erano d’accordo con la politica terzinternazionalista del fronte unico (v.), poi con quella del fronte popolare (v.), poi con quella se

guita durante la guerra di Spagna. Nel 1939 furono accusati di settarismo quanti manifestarono i loro dubbi di fronte al Patto di non aggressione russotedesco (v.). Nel corso della Seconda guerra mondiale, l’accusa di settarismo venne rivolta in Italia contro quei gruppi di estrema sinistra che, pur dichiarandosi comunisti, non si identificavano con la politica di unità nazionale sostenuta dal P.C.I. (v. Prometeo 194345).

La lotta contro il settarismo così inteso non impediva peraltro agli stalinisti di rivendicare la validità del loro particolare settarismo, come una caratteristica benefica che aveva avvantaggiato il partito. Per esempio, in una conferenza clandestina di giovani comunisti svoltasi all’inizio del 1945 nell*ltalia settentrionale, il rappresentante ufficiale del P.C.I. pose la questione nei seguenti termini: « Il settarismo era forte tra di noi. Esso aveva trovato un facile e fertile terreno di sviluppo nella reazione al riformismo e al massimalismo. La Federazione Giovanile Comunista era un piccolo partito comunista, era il partito comunista dei giovani. I compiti che noi ci ponevamo erano gli stessi di quelli del Partito. La disciplina era la ferrea disciplina del Partito. Si esigevano dai giovani gli stessi doveri, la stessa coscienza che si esigeva dal compagno iscritto al Partito. L'applicazione di una rigida disciplina, la severa educazione allo spirito di sacrificio, alla rigorosa osservanza degli impegni[...]

[...]dalle file proletarie l’opportunismo, le influenze borghesi e tutti i prodotti della degenerazione socialriformista » (Da La nostra lotta/Organo del P.C.I., n. 3 dell’1.2.1945. pag. 18).

AH’indomani della Seconda guerra mondiale, sbaragliata l’opposizione di sinistra, i cui capi erano stati in gran parte tolti di mezzo attraverso “purghe” e processi, o semplicemente assassinati come nel caso di Trotzky e Andrés Nin (v.), la polemica contro il settarismo (nel senso inteso da Stalin) continuò contro ogni forma di dissidenza: nell’estate del 1948 furono clamorosamente accusati di « settarismo burocratico » i dirigenti comunisti jugoslavi oer aver « ripudiato la dottrina leninistastaliniana del partito », i suoi principi di organizzazione basati sulla « compattezza » e sulla « disciplina ferrea ». Queste accuse, lanciate attraverso il Cominform (v.), facevano però soltanto da contorno a quella, ancora più grave, di « deviazione nazionalista » che metteva il Partito comunista jugoslavo « fuori dalla famiglia dei partiti comunisti », avendo esso cercato una pro

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 503

Brano: [...]e da tutti i partiti comunisti che ne facevano parte e portarono, oltre che alla scomunica del Partito jugoslavo, a dure repressioni all’interno delle altre organizzazioni contro singole personalità o gruppi di militanti accusati (a torto

0 a ragione) di solidarizzare con la Jugoslavia. Fra le innumerevoli vittime di questa nuova ondata di repressione furono il cecoslovacco Rudolf Slansky (v.) e l’ungherese Làszló Rajk (v.).

Togliatti e il settarismo

Dopo la morte di Stalin (1953) e il XX Congresso del P.C.U.S. (1956) si ebbe un nuovo capovolgimento di posizioni: essendo stati pubblicamente assolti Tito e i suoi collaboratori, molti di quegli stessi dirigenti stalinisti che avevano avallato le accuse nei confronti degli jugoslavi accusarono di settarismo sia

1 loro vecchi compagni sia i nuovi che chiedevano di cambiare qualcosa nel meccanismo del partito, per evitare ricadute. Esemplare, in tal senso, fu la presa di posizione di Paimiro Togliatti (v.).

Nel dicembre 1956, nel suo rapporto all'8° Congresso nazionale del P.C.I., egli indicò la lotta contro il settarismo come il principale compito del partito. A questo proposito egli disse testualmente: « Al centro dell’opera di rinnovamento del partito sta dunque la lotta per la linea del partito e per una via italiana al socialismo. Che cosa ci può impedire di procedere per questa via? Due ostacoli principali: il settarismo massimalistico e il revisionismo riformistico. Il primo si chiude in sé, nell’attesa del gran giorno. Il secondo piega i ginocchi davanti al capitalismo, nel l’attesa che da sé diventi socialismo. Entrambi rinunciano all'azione rivoluzionaria per la conquista del socialismo [...] Il primo è più profondamente radicato nelle nostre file, per il passato stesso e per le vecchie tradizioni del nostro movimento. In seno alla classe operaia il danno che il riformismo può fare è il più grave, perché spegne lo slancio rivoluzionario e induce alla passività. Ma non potrà efficacemente combattere contro[...]

[...] esprimono infatti, all’interno del partito, con il manifestarsi di un irrigidimento burocratico, con la restrizione delle forme di attività e di vita democratica. Si comprende quindi come debba concentrarsi il fuoco in questa direzione, se si vuole accrescere tutta la capacità politica e di lavoro del partito. Questo diventa, perciò, nel partito stesso, il compito principale ».

Nonostante questa requisitoria, apparentemente rivolta contro il settarismo e le conseguenti restrizioni delle forme di vita democratica del partito, nelle sue conclusioni alla fine del congresso Togliatti respinse nettamente tutte le proposte di abbandonare il tipo di organizzazione bolscevica del P.C.I.. Egli disse infatti: « È da respingere il frazionismo, perché può servire soltanto a spezzare o indebolire l'unità dell’avanguardia della classe operaia nell’azione. Sono da respingere le forze larvate del frazionismo, qual’è la richiesta dello scontro perpetuo nel partito di gruppi contrapposti, fautori di posizioni politiche diverse. Questa richiesta in parte è in[...]

[...]l partito di gruppi contrapposti, fautori di posizioni politiche diverse. Questa richiesta in parte è incomprensibile in parte assurda. [...] Ritengo che sia necessario liberarsi da ciò che ho indicato, all’inizio dei nostri lavori, come scoria venuta alla luce nel corso degli ultimi anni. Questa scoria non ha nulla a che fare con il compito di rinnovamento che ci poniamo. È anzi soltanto un impedimento al rinnovamento, perché stimola il vecchio settarismo, che è il nemico principale di un grande e nuovo sviluppo del nostro partito, lo riporta sulla scena, nella pratica ».

Le « scorie » alle quali si riferiva Togliatti erano le posizioni di « compagni meno esperti », miranti a introdurre nella vita del P.C.I. « il frazionismo, la violazione dei principi disciplinari e di quella unità di partito, che è la base della sua forza e si mantiene rispettando le norme del centralismo democratico, quali il nostro Statuto le definisce ». Quindi, secondo Togliatti, la lotta contro il settarismo doveva essere condotta colpendo chi voleva modificare i mec[...]

[...]o riporta sulla scena, nella pratica ».

Le « scorie » alle quali si riferiva Togliatti erano le posizioni di « compagni meno esperti », miranti a introdurre nella vita del P.C.I. « il frazionismo, la violazione dei principi disciplinari e di quella unità di partito, che è la base della sua forza e si mantiene rispettando le norme del centralismo democratico, quali il nostro Statuto le definisce ». Quindi, secondo Togliatti, la lotta contro il settarismo doveva essere condotta colpendo chi voleva modificare i meccanismi statutari e i criteri organizzativi costituenti la base del settarismo stesso: un chiaro esempio di quel “rinnovamento nella continuità” che è uno degli aspetti peculiari dello stalinismo.

E. Ni.

Settembre, Otto

L’8 settembre 1943 viene comunemente considerato in Italia come il giorno di inizio della Guerra di liberazione, perché fu in questa data che il capo del governo Pietro Badoglio (v.) rese di pubblico dominio l’annuncio deH’armistizio (v.) firmato 5 giorni prima con gli angloamericani a Cassibile e contemporaneamente invitò gli italiani a reagire contro eventuali attacchi « di qualsiasi altra provenienza » (di fatto, il presidente del Consiglio s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 500

Brano: [...]hi); vicecomandante Livio Terpin; commissario Luigi Riva. Conta circa 350 partigiani e patrioti. È organizzata con distaccamenti in tutte le grandi fabbriche.

49a Brigata Matteotti S.A.P. “De Zorzi”. Comandante Bruno Stucchi; vicecomandante Aldo Mosconi; commissario Arnaldo Prina. La Brigata conta 680 partigiani e patrioti e comprende 6 Distaccamenti: Breda, Ercole Marelli. Magneti Marelli, Falck, Pirelli, territorio con piccole fabbriche.

Settarismo

Tendenza ideale e comportamento del settario, ossia dell’appartenente a una setta. Dal latino seda (derivante da sequi = seguire), questa è un associazione limitata di persone che, seguendo un credo filosofico, religioso e anche politico,

antepone a tutto i propri principi e interessi di parte. Nella prassi politica il settarismo ha acquisito anche i significati di chiusura mentale, attaccamento alle vecchie idee e incapacità di cogliere il “nuovo” emergente dai fatti sociali, faziosità e intolleranza nei confronti delle opinioni altrui.

Il settarismo è stato spesso indicato come un pericolo per le organizzazioni del movimento operaio e, in determinati momenti storici, esso ha effettivamente svolto e può sempre svolgere un ruolo negativo. Quando la lotta politica deve essere condotta in condizioni difficili, per esempio nella clandestinità, i comportamenti settari vengono giustificati con l’argomento che sarebbero necessari per rafforzare la coesione interna del gruppo e rendere questo meno vulnerabile da insidie esterne. Ma in effetti il settarismo è soprattutto una risposta individuale o collettiva del temperamento autoritario, determina[...]

[...] organizzazioni del movimento operaio e, in determinati momenti storici, esso ha effettivamente svolto e può sempre svolgere un ruolo negativo. Quando la lotta politica deve essere condotta in condizioni difficili, per esempio nella clandestinità, i comportamenti settari vengono giustificati con l’argomento che sarebbero necessari per rafforzare la coesione interna del gruppo e rendere questo meno vulnerabile da insidie esterne. Ma in effetti il settarismo è soprattutto una risposta individuale o collettiva del temperamento autoritario, determinata dalla sensazione di insicurezza, e sempre riduce le potenzialità esprimibili dall'organizzazione che se ne fa guidare e dominare.

Nel secolo scorso Carlo Marx condannava il settarismo, allora molto diffuso, e contro di esso mise in guardia il movimento operaio: egli spiegò che in una realtà economica in cambiamento i gruppi che si pretendevano rivoluzionari non dovevano chiudersi in se stessi, ma adeguare la propria dottrina e la propria prassi alla nuova situazione, senza irrigidirsi in schemi e concezioni storicamente superate. Riferendosi al socialismo utopisticocritico dei SaintSimon, Fourier, Owen, ecc., nel 1848 il Manifesto del partito comunista affermava: « L’importanza del socialismo e del comuniSmo criticoutopistici è in ragione inversa allo sviluppo storico. A m[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 79

Brano: [...] i rapporti con questi non furono alieni da contrasti anche seri, particolarmente nell'autunno

1944, per l'inadeguatezza degli aiuti forniti e per le discriminazioni con cui il materiale aviolanciato veniva distribuito tra le varie formazioni. In generale veniva favorita la Brigata Fiamme Verdi, a danno delle più combattive Brigate Garibaldi. Contrasti vi furono anche tra formazioni di diverso orientamento politico, inizialmente provocati dal settarismo comunista e poi a causa del settarismo anticomunista da parte della minoranza cattolica. Questi contrasti furono comunque risolti nel marzo 1945, grazie ad alcune riunioni tenute tra esponenti del Comando Unico Zona e del C.L.N. provinciale, presiedute da Giuseppe Dossetti.

Sfilata dei partigiani del Fronte della Gioventù di Reggio Emilia poco dopo la Liberazione

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 303

Brano: Leghe contadine

ma tensione sociale e politica, il movimento delle leghe, prevalentemente bracciantile, non potè sottrarsi a un accentuato « settarismo » nelle impostazioni e nella condotta delle lotte che lo portò spesso a una lotta indifferenziata contro tutti i « padroni », piccoli o grandi che fossero, ivi compresi in molti casi i mezzadri e gli affittuari coltivatori, che pure avrebbero avuto e avevano con i braccianti il comune interesse a combattere la grande proprietà agraria.

Leghe cattoliche

Più debole che fra i braccianti fu la penetrazione delle leghe e degli ideali socialisti fra i salariati fissi, specialmente nelle zone delle « cascine », aziende a prevalente indirizzo zootecnico nelle quali il rapporto fra salariati e a[...]

[...]protagonisti braccianti e contadini cresciuti alla scuola delle leghe: a Faenza (v.) come in risaia, tra le mondine (v.), come a Cerignola (v. Foggia) tra i leghisti di Giuseppe Di Vittorio.

Guerra di liberazione e dopoguerra

Nel corso della resistenza armata e della Guerra di liberazione lo spirito delle prime leghe animò molte formazioni partigiane (v. Lavagnini Spartaco, Divisione) e, sulla base della riflessione critica sugli errori di settarismo del periodo prefascista, fu possibile in quegli anni anche l’incontro con i contadini cattolici (v. Contadini e Resistenza). Incontro destinato a rafforzarsi ancor più e a dare frutti rilevanti, a Liberazione avvenuta, quando forti della critica degli errori passati le forze della Resistenza antifascista dettero vita, dapprima con la risorta Federterra unitaria e poi con il movimento unitario dei Comitati per la terra, con l’apporto creativo delle tre grandi componenti del movimento operaio e popolare impersonate da Ruggero Grieco (v.), Rodolfo Morandi (v.) e da Miglioli, a un grande moviment[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 501

Brano: Settarismo

rica. Queste erano associazioni formalmente di carattere religioso che però, ispirandosi all’ideologia calvinista e all’etica protestante, di fatto perseguivano finalità di mutua assistenza economica tra i loro seguaci, per lo più piccoli e medi borghesi. In esse si sosteneva che il raggiungimento del successo economico individuale era una mèta indicata da Dio e che la raggiunta affermazione professionale di una persona andava perciò intesa come segno della “grazia” divina, che la “divisione del lavoro” tra gli individui era un fatto naturale e quindi che anche lo sfruttamento dell'uomo su[...]

[...]a dei comunisti (1852), dovuto all’arresto di quasi tutti i dirigenti locali, Marx ed Engels furono i più attivi promotori della Associazione internazionale degli operai (v. Internazionale, Prima), sorta nel 1864 e durata fino al 1876, allorché a sua volta essa si sciolse per i dissidi interni fra le varie organizzazioni che ne facevano parte. Al centro della discussione del suo 5° Congresso (Parigi, 1871) vi era stata appunto la lotta contro il settarismo, oltre che contro l’anarchismo di Bakunin e l’opportunismo delle Trade Union inglesi, tra loro alleati contro le posizioni di Marx ed Engels.

Dopo lo scioglimento della Prima Internazionale le sue parole d’ordine continuarono a propagarsi facendo sorgere in diversi paesi partiti operai e socialisti che, nel 1889, ricostituirono un’organizzazione mondiale (v. Internazionale, Seconda), nella quale però confluirono sia i rivoluzionari che si riconoscevano

pienamente nelle tesi marxiane, sia i “revisionisti” e “riformisti” che opportunisticamente sostenevano invece la possibilità di una tra[...]

[...]si riconoscevano

pienamente nelle tesi marxiane, sia i “revisionisti” e “riformisti” che opportunisticamente sostenevano invece la possibilità di una transizione graduale e pacifica dal capitalismo al socialismo (v. Revisionismo e Riformismo). Il prevalere di questi ultimi e, con l’inizio della Prima guerra mondiale, la loro scelta di sostenere le rispettive borghesie nazionali, sancì nel 1914 il fallimento della Seconda Internazionale.

Il settarismo bolscevico

L’unica forza politica che in quegli anni continuò coerentemente a dichiararsi contro la partecipazione dei lavoratori alla guerra mondiale interimperialista fu la frazione bolscevica del Partito socialdemocratico russo che, in una conferenza svoltasi a Praga nel gennaio 1912, si era costituita in “partito marxista indipendente”.

Nella Storia del Partito comunista (bolscevico) dell'U.R.S.S., pubblicata a Mosca nel 1938 (trad. it. Roma 1944, pag. 178), l’avvenimento verrà così presentato: « In quella conferenza i menscevichi sono espulsi dal partito [...]. Da un gruppo politic[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 85

Brano: [...].) e all’appoggio dato per l’elezione a presidente di Hindenburg che doveva di lì a poco chiamare a! potere Hitler) contribuirono a spingere la Terza Internazionale e i partiti comunisti verso l’errata teoria del « socialfascismo » che costituì per alcuni anni un grave freno per l’azione politica del movimento operaio internazionale. Nel 1933 l’avvento di Hitler al potere mise a nudo gli errori, sia la capitolazione della socialdemocrazia che il settarismo dei comunisti; ma la comprensione della grave sconfitta subita dalla classe operaia e l’elaborazione di una politica nuova non furono immediate e diedero, per anni, risultati solo parziali.

Il problema dell’unità antifascista

Il 6.2.1933 si tenne a Parigi una conferenza, alla quale parteciparono socialisti italiani, inglesi (Partito laburista indipendente) e tedeschi che proposero all'I.O.S. e al Comintern di riunirsi per concordare una azione comune contro la guerra e il fascismo.

Il 19 febbraio l’Internazionale socialista pubblicò un appello in cui si diceva disposta a collaborare [...]

[...]ch e fìenner (secondo la quale si doveva ricorrere alla lotta armata solo « se una Costituzione fascista fosse stata proclamata senza consultare il Parlamento, se l’amministrazione municipale di Vienna fosse stata sostituita ») si dimostrò pura e semplice demagogia. In quattro giorni la resistenza degli operai viennesi fu spezzata e, in questa occasione, i socialdemocratici non potevano giustificare la sconfitta nemmeno invocando l’argomento del settarismo dei comunisti, che in Austria avevano scarso peso (alle elezioni precedenti avevano raccolto 20.000 voti contro 1.500.000 voti socialdemocratici). L’errore politico dell'intemazionale socialista risultò evidente ed ebbe conseguenze tragiche: nella lotta caddero 1.500 operai e altri 10.000 finirono in carcere.

Furono gli avvenimenti di Francia a portare ancora in primo piano il problema dell’unità antifascista. Qui i fascisti delle « Croci di fuoco » e dell 'Action frangaise (v.) avevano preso a pretesto l’affare Stavisky (un caso di bancarotta fraudolenta, nella quale risultarono compromes[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 80

Brano: [...]erso l'azione comune tra militanti comunisti, socialdemocratici e senza par

tito per la realizzazione delle lotte utili alla classe operaia. L’Internazionale — si affermò al Congresso — rifiutava in linea di principio la tattica dell’unità di vertice; ma ammetteva, nei paesi dove la socialdemocrazia aveva grande influenza, accordi al vertice là dove si stesse realizzando una unità di base. Non mancarono, contro questa linea, manifestazioni di settarismo: Bordiga, all’estrema sinistra, ribadì il suo rifiuto a qualsiasi forma di politica unitaria.

Errori di valutazione emersero anche sulla questione del fascismo che, nel dibattito e nelle tesi dei gruppi di sinistra, fu addirittura identificato con la socialdemocrazia. La erroneità di questa tesi nella situazione di riflusso del movimento operaio di quegli anni, appare oggi evidente. Va tuttavia tenuto presente che la presa di posizione dei delegati traeva origine e giustificazione anche dai fatti di Sassonia e Turingia dove i comunisti, saliti al governo insieme ai socialisti, si erano poi[...]

[...]rigente dei contadini Stambolijski e il Partito comunista. A ciò si aggiungeva, sul piano generale, il rifiuto costante dei socialdemocratici a ogni proposta unitaria avanzata nell’interesse dei lavoratori.

Nelle tesi del Congresso furono indicate le caratteristiche di un par

tito autenticamente « bolscevico »: l’attuazione concreta della parola d’ordine « Andare alle masse », già lanciata dal III Congresso; il rifiuto del dogmatismo e del settarismo nei metodi e nei mezzi di lotta; la fede nei principi del marxismo rivoluzionario; il centralismo democratico; una giusta politica di alleanze con i sindacati e i contadini, nel quadro della situazione nazionale.

Lotte interne

Morto Lenin (21 gennaio 1924), si aprì nel gruppo dirigente sovietico una lotta politica che non fu senza conseguenze nella vita dell’Internazionale. Dopo aver sconfitto Trotzkij, che rappresentava l’ala sinistra, Stalin entrò in violento contrasto con Zinoviev (col quale si era alleato nella lotta contro Trotzkij), sulla politica da seguire verso i kulak (contadi[...]



da Per avanzare verso il socialismo [rapporto al IX congresso] / Palmiro Togliatti, p. 87

Brano: si dovevano risolvere e per gran parte sono stati risolti questi problemi.

Il settarismo e il dogmatismo non potevano e non possono non essere l’ostacolo principale alPapplicazione di una politica che rompe, effettivamente, gli schemi di un chiuso classismo corporativo: che respinge ogni posizione di massimalismo avveniristico e parolaio; che non vive di mistiche attese; che esige nel presente il lavoro per fare della classe operaia la guida di un grande movimento democratico e rivoluzionario. La ricerca délPincontro con altri gruppi sociali, l’alleanza con i contadini e con il ceto medio, la trattazione dei temi della emancipazione femminile, della cultura, della scuola, esigono[...]



da Per avanzare verso il socialismo [rapporto al IX congresso] / Palmiro Togliatti, p. 89

Brano: Ma stiamo attenti. Il settarismo da un lato, l’opportunismo dall’altro, sono pericoli contro i quali noi dobbiamo essere abituati a combattere muovendoci sempre, nella dialettica interna del partito, sopra due fronti.

Oggi bisogna stare attenti a che non si dimentichi che la situazione che sta davanti a noi non si modifica se non con lo sviluppo di un forte movimento delle masse. A questo tende tutto il nostro lavoro, tendono le nostre ricerche e tendono i contatti con tutti i gruppi della popolazione lavoratrice. Come si può giungere, senza questo movimento, a strappare migliori condizioni di vita per i diseredati, a ele[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine settarismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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