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Il segmento testuale servilismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 171Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 549

Brano: [...]li anni si andava costruendo in

Europa per iniziativa di una minoranza attiva » (Portoghesi).

Il suo rapporto con il regime fascista, alPinterno della più ampia questione delle relazioni tra architettura e politica (v. Architettura e faseismo) avvenne perciò in un momento di sua completa maturità, di affermate qualità riconosciute in Italia e all’estero. Premessa, questa, indispensabile per comprendere anzitutto che quel rapporto non fu di servilismo interessato da parte sua, né si tradusse mai nella identificazione della sua attività in « architettura del regime » (come molti tenderanno poi a far credere, mentre altri, riconoscendo che questo non era avvenuto, sosterranno che Piacentini aspirava in ogni caso a un simile fine).

Sembra necessario qui ricordare che la vita culturale (e professionale) di allora, con evidenti manifestazioni di polemica e di lotta di diverse tendenze fra loro, si organizzava (per essere credibile verso i traguardi identificati e manifesti) intorno a posizioni di potere e a personalitàguida: il mondo univers[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 536

Brano: r

Pescara

« Le grosse proprietà private — denunciò Trozzi — sono in gran parte frutto di usurpazione dei patrimoni terrieri dei Comuni, delle Opere Pie e degli altri Enti da parte di prepotenti signorotti, avverso i quali, per il servilismo della politica indigena, non si sono promosse legittime rivendicazioni ».

I contadini vivevano in condizioni dì grande indigenza. Trozzi citò il caso di molti paesi dove dieci persone dormivano in un solo vano e spesso accanto agli animali. L’alimentazione era generalmente costituita dalla polenta e dal cosiddetto panrozzo di granturco. Il continuo flusso deM'emigrazione veniva calcolato a una media di 50.000 emigrati l’anno.

II Congresso concluse i suoi lavori con la fondazione della Federazione abruzzese dei lavoratori della terra e con l'approvazione unanime di uno Statuto col quale [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 286

Brano: [...]chiamo. In predicato per la Presidenza provvisoria della Repubblica, il suo nome venne scartato per l'opposizione delle sinistre. Nel 1947 Alcide De Gasperi e la Democrazia cristiana fecero invece cadere con un veto drastico la sua candidatura alla presidenza del Consiglio. Successivamente Orlando fu tra gli oppositori della ratifica del Trattato di pace da parte del Parlamento e, nel dibattito su questo tema, accusò il governo di « cupidigia di servilismo », iniziando così una conversione blanda, ma non esente da prese di posizione significative, verso la sinistra. Per quanto chiaramente strumentale sul piano politico, il suo atteggiamento subì un processo di radicalizzazione sotto il profilo dell’intransigenza laica e antidemocristiana nell’opporsi aH’invadenza clericoconservatrice.

Eletto senatore di diritto nel 1948, in quanto già presidente del Consiglio e della Camera e deputato con 9 legislature, nel 1953 si schierò vibratamente tra i critici del progetto di « legge truffa » varato dal governo De Gasparì in vista delle elezioni del 19[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 856

Brano: [...], recensendo il primo volume murriano delle « Battaglie d’oggi », Sturzo affermava: « Il Murri è il primo dei nostri che parla del programma politico. Sia per la falsa concezione del "non expedit" come semplice passività allo stato presente delle cose, sia per la paura ingiustificata del nome "politico” come un complesso di lotte affaristiche o un riconoscimento dello stato attuale, sia per le tradizioni conservatrici di secoli di decadenza e di servilismo, i cattolici non sono mai voluti entrare in quel campo

restringendosi al concetto semplicemente religioso e sottilizzando sulle parole campo politico e campo sociale. Il Murri vi entra fidente, esaminando le nostre condizioni attuali e la posizione che dobbiamo prendere, astensionisti per obbedienza e per convinzioni e schiettamente democratici, nel campo delle lotte politiche ».

Uno dei meriti precipui del sociologo marchigiano fu indubbiamente quello di aver prospettato alla mentalità dei cattolici l’idea della « società in movimento », dinamicamente viva rispetto all’idea tradizional[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 629

Brano: [...]te più qualificati ed esperti promossero un’organizzazione collettiva per meglio resistere al sistema e sabotarlo. Si unirono, nonostante vedessero ben poche probabilità di sopravvivere per testimoniare al mondo l’infame genocidio.

Per i deportati politici i nemici più pericolosi erano i « triangoli verdi », gli ergastolani soprattutto. Debitori verso le S.S. della loro situazione di privilegio, questi autentici criminali dimostravano il loro servilismo collaborando incondizionatamente al sistema di oppressione. Vivendo a stretto contatto con i politici, si servivano dell’esperienza maturata nei penitenziari per captare qualsiasi sintomo di ribellione e ne informavano il Comando. Nei primi anni, quando i « triangoli ver

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 302

Brano: [...]ome adesso, era chiamato « libero ».

Dal federalismo all'atlantismo

Al fondo, erano ben rilevabili due filoni di interessi che condizionavano ogni scelta e ogni slogan di quella crociata federalista; di questo nome che ha subito tante strumentalizzazioni e sul quale tutti concordano in astratto, ma che nessuno vede con eguali occhi: da un lato, il preciso calcolo egemonico del governo statunitense, pronto a barattare aiuti economici contro servilismo politico; dall’altro, il calcolo esclusivamente economico di singoli Stati europei, spinti non da un’idea di unione sovrannazionale, ma da una chiara esigenza di raggiungere una dimensione più ampia per i propri mercati e per la propria produzione. E questi due fini convergenti andarono progressivamente realizzandosi in vari momenti.

Nell’aprile 1948 nacque YO.E.C.E. [Organizzazione economica di coo

perazione europea], per distribuire gli « aiuti americani ». I paesi dell’Europa, dandosi un’apparente unità per giustificare le sovvenzioni del Piano Marshall, si affidarono alla tutela eco[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 141

Brano: [...]ione del problema meridionale nello sforzo per formare una nuova classe dirigente, reclutata nelle file della « giovane borghesia umanistica » e delle ristrette élites che potevano sorgere negli altri ceti (commercianti, operai specializzati, contadini ricchi) e che avrebbe dovuto affiorare dal « vermicaio nazionale », dalla « paccottiglia dozzinale semianalfabeta e costituzionalmente anarchica, con l’aggravante della pretesa intellettuale e del servilismo innato » (In /'Azione, 18.9.1945). Sognò, cioè, un partito meridionalista « capace di illuminare i ceti intellettuali e condurre un’opera di profondo rinnovamento del costume civile e politico del Meridione ». In questa concezione, che conteneva le nobili illusioni tipiche dei gruppi intellettuali di vocazione illuminista e salveminiana del Mezzogiorno, Dorso portò una forte carica di denunzia deU'elemento di inerzia costituito dalla tradizionale cultura classica, controriformista, provinciale, tesa a predisporre le condizioni per il perpetuo assorbimento — come scrisse Antonio Gramsci — degl[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 54

Brano: [...]o nel 1911, allorquando i socialisti di destra erano stati espulsi dal Partito spcialista; e alla Democrazia del lavoro, gruppo antifascista formatosi nel corso della seconda guerra mondiale e riallacciantesi alla storica « sinistra » democratica italiana.

La maggior parte dei quadri del nuovo partito, scrive Mario Vinciguerra, aderiva alla « ripristinata Massoneria del Grande Oriente, anziché a quella di rito scozzese! che s’era macchiata di servilismo verso il passato governo per ottenere una sprezzante tolleranza ».

La Democrazia del lavoro cominciò a riorganizzarsi alla vigilia della caduta di Mussolini, quando uomini come Ivanoe Bonomi (v.) e altri ex parlamentari del periodo prefèscjsta, ristabiliti i contatti tra loro, cercarono di influenzare autorevoli rappresentanti della borghesia che si andava staccando dal fascismo, tentarono approcci con Casa Savoia e con lo stesso Vittorio Emanuele III per invitarlo a rompere col fascismo. I fondatori della Democrazia del lavoro, che si fecero più attivi alla vigilia del 25.7.1943, si prese[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 582

Brano: [...]ile, si afferma che i nuovi codici dovevano essere riguardati come « schietta espressione dei caratteri del nuovo ordine politico e giuridico dato dal Fascismo alla Nazione ». Del nuovo co

dice di procedura lo stesso Grandi diceva (discorso al Senato del 10.5.1940) che intendeva rispondere « ai fini etici e politici della Rivoluzione e dello Stato Fascista ». Ma, in questo campo, bisogna riconoscere che si trattava in gran parte di iattanza e servilismo politico. In realtà ogni codice civile rispecchia, e non può non rispecchiare, l’ordinamento socialeeconomico di un determinato momento: e il vecchio codice civile rispecchiava appunto una società borghese, di tipo capitalistico, con caratteristici e tradizionali istituti mutuati — spesso alla lettera — dalla codificazione francese. Si trattava di adeguare i vecchi istituti, quando se ne verificasse la necessità, al nuovo assetto capitalistico e ai nuovi strumenti giuridici da questo predisposti: per esempio, in materia commerciale (società, titoli di credito, consorzi) o in materie nuove (ci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 581

Brano: [...]ndividuo è posto contro lo Stato, l'Autorità è considerata come insidiosa sopraffattrice del singolo e l’imputato, quand’anche sorpreso in flagranza, è presunto innocente, sono del tutto eliminate, insieme a quella generica tendenza favorevole per i delinquenti, frutto di sentimentalismo aberrante e morboso, che ha tanto indebolito la repressione e favorito il dilagare della criminalità ».

Non si trattava di affermazioni di mera iattanza o di servilismo verso il regime: in realtà, i due codici rispondevano esattamente ai criteri ispiratori così drasticamente enunciati, e, pertanto, essi ben meritavano l’appellativo di codici fascisti.

Il codice Rocco

Infatti il nuovo codice penale si caratterizzava: per la severità dello intento repressivo (severità delle pene in genere che culminavano nella pena di morte, regime di alti aggravamenti per la recidiva, norme sul concorso formale e materiale dei reati, regime delle circostanze aggravanti, regime delle concause, cumulo di pene o misure di sicurezza) ; per la introduzione di una speciale e [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine servilismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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