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Il segmento testuale sardista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 32Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 371

Brano: [...]gretario sardo Pietro Lissia aveva portato le prime avances del Governo, Lussu venne ferito in un disordine di piazza; il 26 novembre l’operaio Efisio Melis, che non aveva voluto salutare il gagliardetto durante una manifestazione fascista, venne trafitto con la lancia dello stesso gagliardetto (morirà all’ospedale dopo qualche settimana) ; il 22 dicembre venne invasa, saccheggiata e incendiata la tipografia de II Solco, il combattivo quotidiano sardista; pochi giorni dopo, nella zona mineraria di Portoscuso, venivano uccisi dagli squadristi di Iglesias i fratelli Luigi e Salvatore Fois, battellieri.

Di “autonomia” non si parlerà più: la “fusione” mise nelle mani dei sardisti fusionisti le leve dell’organizzazione fascista locale, il che comportò anche una resa incondizionata al potere centrale. Alcuni di quei capi s’illudevano di poter “sardizzare” (o “sardistizzare”) il fascismo, tanto che alcuni storici parleranno, a proposito di questa loro velleità, di « sardifascismo », ma in realtà sarà il regime a “fascistizzare” rapidamente la Sar[...]

[...]90”) metterà in ginocchio la pastorizia, quantunque il sardofascista Paolo Pili, attraverso la

F.E.D.L.A.C. (Federazione delle Latterie Sociali Cooperative), tentasse un esperimento cooperativo su scala regionale, attirando fra l’altro l’attenzione di Antonio Gramsci (v.).

Dalla "fusione" al l'attentato a Lussu

Con la “fusione” il fascismo vinse. Quantunque le elezioni del 1924 offrissero l’ultima dimostrazione di resistenza dell’ideale sardista facendo convergere sul P.S. d’A. 23.392 voti (il 16%), rieleggendo quindi Lussu e Mastino, il listone fascista « ottiene un successo superiore alle previsioni (Salvatore Sechi), con 85.037 voti e 8 eletti, fra i quali gii ex sardisti Pili, Antonio Putzolu, Salvatore Siotto, Giovanni Cao di San Marco. La lista capeggiata da CoccoOrtu raccolse da parte sua

11.285 voti, ma il vecchio leader giolittiano fu clamorosamente sconfitto, venendo eletto il giovane avvocato sassarese Mario Berlinguer (v.), espressione del gruppo “amendoliano” della Nuova Sardegna. Il Partito Popolare, con i suoi 7.510[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 181

Brano: [...]gionale e interamente costituita di effettivi sardi. Nella durezza della guerra non voluta, ma stoicamente sopportata e aspramente combattuta, si formò l'embrione di una coscienza nazionale sarda, dalla quale sarebbe nato il Partito sardo d’Azione di origine combattentistica e di idee autonomiste. Esso avrà larga diffusione tra i contadini e i pastori del Nuorese, come pure tra gli intellettuali del capoluogo, unendo in un vincolo di revanscismo sardista classi e interessi diversi.

Il 24.5.1919 si tenne a Nuoro il 11 Congresso dei combattenti sardi, nel corso del quale i rappresentanti delle diverse sezioni della regione avanzarono alcune importanti rivendicazioni: polizze speciali per gli ex prigionieri, istituti di credito e casse rurali per i reduci, una rete di cooperative. Presentatisi poi alle elezioni politiche di quell’anno, con proprie liste, gli ex combattenti elessero al Parlamento, come deputato del Nuorese, Pietro Mastino.

Per la prima volta nella storia dell’isola, pochi intellettuali erano riusciti a risvegliare dall’apat[...]

[...]tadini e dei pastori che, reduci dall’esperienza di guerra, si unirono sperando nel proprio riscatto e in quello della Sardegna.

Nelle elezioni amministrative del

1920 il Comune di Nuoro e quelli di altri paesi della provincia di Sassari, di cui Nuoro allora faceva parte, furono conquistati dagli ex combattenti costituiti in Partito sardo d’Azione, fondato a Cagliari nel 1919 da Emilio Lussu (v.). Anche nelle elezioni del 1921 il candidato sardista di Nuoro ottenne il massimo delle preferenze elettorali.

Nello stesso periodo operavano a Nuoro e nel Nuorese gruppi di anarchici, di socialisti eredi della tradizione socialrivoluzionaria di Deffenu e i primi cattolici uniti nel Partito Popolare, tra cui il deputato Francesco Dorè e il giovane Salvatore Mannironi. Ma, tra tutti, maggior seguito ebbero i sardisti Pietro Mastino, Luigi Oggi ano, Dino Giacobbe e Giovanni Battista Melis. Tuttavia l’influenza di questi dirigenti cominciò a declinare nel 1922: nelle elezioni amministrative di quell’anno essi furono battuti;

10 stesso Mastino[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 182

Brano: [...]usorio proposito di servirsi del fascismo 'dali’intemo per costringere

10 Stato italiano a interessarsi delle sorti dell’isola. I dirigenti sardisti del Nuorese si mantennero invece tutti estranei al fascismo, anzi gli opposero una lunga resistenza; tuttavia" anche a loro va addebitata la dilapidazione del capitale di fiducia delle masse dei pastori e contadini, in trattative poco chiare che contribuirono a disorientare e a disperdere la base sardista.

11 fascismo entrerà a Nuoro, secondo un processo ripetutamente verificatosi in Sardegna, tramite l'apparato statale. Esso si diffuse però solo dopo la marcia su Roma ed esclusivamente tra studenti, piccola borghesia impiegatizia, possidenti agrari; fino al 1924 e oltre, la città restò una roccaforte di resistenza sardista. Nelle elezioni politiche del 1924 fu rieletto l’avvocato Mastino e i maggiorenti sardisti poterono ancora riunirsi a Nuoro in un banchetto per celebrare la vittoria. Mastino partecipò anche alla redazione del giornale Sardegna libera che, dopo il delitto Matteotti, uscì a Sassari come organo unitario del Comitato di opposizione antifascista della provincia.

La nuova provincia

Nuoro, che nel 1848 era stata a capo della Terza Divisione amministrativa dell’isola, si era vista togliere questa prerogativa nel 1859, nell’ambito della politica di accentramento del nuovo Stato unitario italian[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 373

Brano: [...]), comunista sin dal 1921, che a Buenos Aires, nel rione di Avellaneda, aveva fondato una “lega sarda dazione” denominata Sardegna Avanti. Ancora a Lussu, nel 1932 farà riferimento il giovane repubblicano cagliaritano Silvio Mastio che, dal Messico, gli invierà il proprio testamento politico prima di imbarcarsi per una spedizione libertadora diretta in Venezuela (Mastio cadrà in battaglia subito dopo

lo sbarco) ; e ancora al combattivo leader sardista, secondo la ricostruzione fatta dallo studioso Giuseppe Fiori, si sarebbe rivolto l’anarchico Michele Schirru (v.), quando nel suo viaggio verso l’Italia fece tappa nel 1930 a Parigi. Maturato a New York nelTambiente degli anarchici sardi, Schirru sarà arrestato a Roma, condannato a morte sotto l’accusa di avere “pensato” di uccidere Mussolini e fucilato il 29.5.

1931. Dal 1934, allorché in Francia, dopo la vittoria del Fronte Popolare, il governo Blum cominciò a varare la sua legislazione sociale, le

lettere degli emigrati portarono nelle case dei parenti sardi l’eco delle conquiste de[...]

[...]ile spagnola, molti sardi che si erano imbarcati a Napoli convinti di andare in Africa, si ritrovarono poi a Cadice come soldati del corpo di spedizione fascista. Alcuni antifascisti sardi furono peraltro tra i primi ad accorrere in aiuto della Repubblica spagnola: il 28.8.1936, sul fronte aragonese, nello scontro militare di Monte Pelato (v.) tra formazioni delle due parti, dei 9 caduti italiani nella Colonna AscasoRosselli, due erano sardi: il sardista Giuseppe Zuddas (n. a Monserrato di Cagliari nel 1898 e membro del Comitato centrale di “Giustizia e Libertà”) e l’anarchico Pompeo Franchi (n. a Nuoro nel 1905). Nella stessa colonna combatteva inoltre l’anarchico Tommaso Serra (n. a Lanusei nel 1900) che, perseguitato da tutte le polizie europee, farà poi parte del Comitato del Fronte della colonna e le cui corrispondenze appariranno su “Guerra di classe”, il giornale della Confederazione sindacale anarchica redatto in italiano da Camillo Berneri.

Anche diversi comunisti sardi furono in Spagna fin dal primo momento della guerra. Esemplar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 372

Brano: I

Sardegna

uscirà più) e diedero l'assalto alla casa di Lussu. Il leader sardista si barricò nel suo studio e, quando si trovò di fronte un fascista che aveva scavalcato la balaustrata del balcone per aggredirlo, non esitò a sparare uccidendolo. Qualche minuto dopo, Lussu si consegnò nelle mani del commissario di polizia tardivamente accorso e, da allora, ebbe inizio una lunga vicenda che, dal carcere cagliaritano e dal confino di Lipari, avrebbe portato il leader sardo a continuare la sua lotta al fascismo dall’esilio, fino all'agosto del 1943.

La prima resistenza al fascismo

Da allora il nome di Lussu fu quel

lo su cui si accentrarono le paure e i controlli dell[...]

[...]n riuscì mai a decifrare i nomi in codice che figuravano nella corrispondenza tra Lussu, i giellisti Francesco Fancello e Cesare Pintus (v.) furono condannati dal Tribunale speciale a 10 anni di reclusione: liberato nel 1939, Pintus morirà per le conseguenze di una malattia contratta in carcere (dello stesso gruppo facevano sicuramente parte i sardisti Dino Giacobbe, Luigi Battista Puggioni e il repubblicano sassarese Michele Saba).

Il nucleo sardistagiel lista scoperto nel 1930 era la punta emergente di un iceberg di avversione al fascismo che attraversava, seppur toccandoli in gruppi molto limitati, ampi strati di borghesia urbana intellettuale e professionale. Fu, quel

lo degli “avvocati”, un antifascismo silenzioso e nel complesso non pericoloso, che tuttavia ebbe, soprattutto per la statura morale dei suoi protagonisti, una funzione educativa e morale di grande rilievo.

Un atteggiamento ancora più sfumato, per il quale si userà il termine di « afascismo » (Raimondo Turtas), era quello dei gruppi cattolici più sensibili a coglier[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 419

Brano: [...]osito il grande alleato naturale dei contadini e dei pastori di Sardegna, la classe operaia italiana, e il loro nemico interno: i proprietari reazionari sardi, agenti e strumenti degli sfruttatori continentali della Sardegna. Malgrado l’integrità morale di alcuni dirigenti sardisti, i proprietari fondiari e i loro agenti si impadronirono del movimento per smembrarlo e darlo in pasto al fascismo, svuotandolo proprio e totalmente del suo contenuto sardista» [Velio Spano).

Il fascismo e la guerra

Così il fascismo si sovrappose durante un ventennio ai lavoratori della provincia di Cagliari, come al resto della Sardegna, prestando i suoi gagliardetti alle conventicole locali raccolte intorno alle famiglie dei grandi proprietari e alle clientele personali di alcuni influenti professionisti. I capi e gli esponenti di queste cricche non esitarono a indossare la camicia nera pur di con

servare il potere e continuarono così a spadroneggiare in nome e per conto dei gruppi industriali e finanziari del continente. Il regime cercò d’altra parte, n[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 584

Brano: « Giustìzia e libertà »

Dirigenti e militanti gielIisti dopo la favorevole conclusione del processo contro Bassanesi. Questi è seduto al centro, tra Carlo Rosselli e Alberto Tarchiani (Lugano, 22.11.1930)

Battisti, esponente del movimentò a Trento; repubblicanosardista Francesco Fancello, attivo a Roma e collegato agli ex dirigenti del Partito Sardo d’Azione (tra cui Giuseppe Pintus e Giuseppe Zuddas) ; crociani i seguaci pugliesi di Tommaso Fiore, sostenitori di Gaetano Salvemini nella battaglia meridionalista, ma ancora sotto l’influenza di Benedetto Croce (v.), dal quale si staccheranno soltanto più tardi, con la revisione critica « liberalsocialista » promossa da Guido Calogero.

Questa complessa articolazione di orientamenti ideali trovò nel primo programma di G.L. un momento di coordinamento unitario, dettato dall’esigenza di agire contro il regime [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 183

Brano: [...]destina del Partito comunista. Gli unici che avevano contatto sia con antifascisti intellettuali e borghesi sia con proletari erano i coniugi Raffaele Marchi e Mariangela Maccioni. Il primo era in rapporti col gruppo di fascisti frondisti fiorentini raccolti intorno alla rivista L’Universale diretta da Romano Bilenchi e, a Milano, con il gruppo che avrebbe dato vita alla rivista Corrente di vita giovanile (1938). Sua moglie, Mariangela Maccioni, sardista della sinistra lussiana, nel suo lavoro di insegnante elementare continuò sempre la propaganda contro il regime. Arrestata nell'aprile 1937 con l’accusa di aver'avuto rapporti politici con antifascisti accorsi a combattere in Spagna e con Emilio Lussu esule a Parigi, fu tenuta quaranta giorni in carcere, quindi ammonita e radiata dall’insegnamento. Cattolica praticante, nel 1948 rappresenterà in Sardegna il Partito cristiano per la pace e sarà candidata nelle liste del Fronte Popolare.

/ nuoresi nella resistenza armata

Fin dai primi anni della Seconda guerra mondiale Emilio Lussu cercò,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 816

Brano: [...]iò vivo / per sempre. / N. 25 agosto 1899/M. dicembre 1952 ».

L.Ar.

Puxeddu, Luigi

N. a Villasor (Cagliari) il 19.3.1905, m. a Rovigo il 21.9.1968; magistrato. Si laureò in Giurisprudenza presso l'Università di Cagliari, negli anni del regime, con una tesi su Le basi dello Stato che destò clamore e proteste fra i fascisti per la intemerata difesa dello Stato liberale che vi veniva fatta. Ma già da studente aveva pubblicato sul periodico sardista « il Solco » e sul quotidiano « L’Unione sarda » articoli di denuncia dello squadrismo fascista, firmandosi « Un liberale ». Diventato magistrato, dal 1932 fu trasferito nel Veneto.

Nella Resistenza.

Dopo l’8.9.1943 fu tra i primi a muoversi per la costituzione di nuclei clandestini a Rovigo (v.) e nei paesi del Polesine, compiendo opera di unificazione delle forze antifasciste nel C.L.N. provinciale, di cui fu presidente fino alla Liberazione.

Il C.L.N. di Rovigo svolgeva anche funzioni di Comando militare per la provincia, in diretto rapporto col C.L.N. regionale veneto e con Egidi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 374

Brano: [...] volte inconsapevole avversione al regime in una opposizione sempre più aperta, man mano che il conflitto voluto da Mussolini procedeva verso il suo esito fatale. La polizia perseguì chi ascoltava le trasmissioni in italiano di Radio Londra e il Tribunale speciale condannò vari gruppi di tali ascoltatori a pene varie (all’inizio anche a 5 anni e 6 mesi, come nel caso dell’insegnante cagliaritano Giovanni Musu).

S’allargava anche l’opposizione sardista, cui giunsero attraverso misteriosi canali (forse elementi antifascisti che facevano parte del Servizio informazioni militari) le notizie sul progetto perseguito da Lussu fin dall’inizio del conflitto: quel

lo di uno sbarco di commandos in Sardegna, capace di innescare nell’isola, attraverso la guerriglia di montagna, un focolaio di ribellione di tutto il Paese al regime. Questo progetto, che Lussu andò effettivamente a discutere a Londra e negli Stati Uniti (come racconterà egli stesso nel suo libro di memorie Diplomazia clandestina), non arrivò in porto per la diffidenza degli Alleati, m[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine sardista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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