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Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 184Entità Multimediali, di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 106

Brano: [...]ietà contadina e patriarcale era destinata a subire la propria sconfitta, insieme alle prerogative della minoranza etnica, .non diversamente da ciò che sarebbe accaduto per tutti i gruppi analoghi dell’arco alpino e altrove. Nasce così il concetto di minoranza etnica, negli anni in cui l’imperialistico svilupparsi degli Stati produce la politica di accentramento, di soffocamento di ogni istanza autonoma, non solo di natura culturale. L’interesse regionalista, fin dal sorgere del movimento, è il concretarsi politico di quell’« esprit montagnard », di quella libertàattaccamento alla terra, propria del valdostano; e l’idea regionalista, prodotto — nella sua prima versione ■— di un clero locale direttamente interessato alla salvaguardia di certi valori e di certe realtà valligiane, nonché di giovani di profonda fede cattolica tradizionalista, si lega quasi naturalmente alla ideologia federalista di Chanoux, di Federico Chabod, di Passerin d’Entrèves. L’apporto della « Jeune Vallèe d’Aoste » alla lotta antifascista è strettamente legato alla prospettiva politica, sempre più precisa, di dare alla valle un ordinamento autonomo, cantonale, tipico della realtà svizzera alla quale i valdostani deH'800 e dei primi decenni del 900 h[...]

[...]partiti italiani, aveva espresso già nel 1944 il risentimento valdostano per

10 scarso interesse del governo di Roma e degli Alleati per le rivendicazioni avanzate, affermando si dovesse condurre « azione autonomista palese, azione separatista nascosta ». E il rrtotto: « MaTtres chez nous » (Padroni in casa nostra) salutò il ritorno dalla montagna partigiana e dalla Svizzera degli antifascisti valdostani, e poi la costituzione di un movimento regionalista con la denominazione di « Union valdótaine ».

11 15.5.1945 una delegazione composta da Federico Chabod, Alessandro Passerin d’Entrèves, Ida Viglino e Carlo Bovard sottopose al C.L.N. regionale piemontese la traccia delle richieste di autonomia del movimento partigiano e della popolazione valdostana. Il 7 settembre di quello stesso anno, il decreto luogotenenziale sancì il diritto della valle aH’autonomia, consacrando il diritto linguistico alla comunità, il diritto alle denominazioni originali per le località e le persone. La concessione giuridica dell’autonomia regionale avvenne con lo « [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 354

Brano: [...]uesti ultimi, la doverosa sentenza di revisione ebbe valore di riabilitazione « ad honorem ».

LAm.

Brean, Giuseppe

N. a Parigi il 13.10.1910, m. ad Aosta il 14.6.1953; sacerdote. Stabilitosi ad Aosta (v.) nel 1935, quale canonico della collegiata di Sant’Orso, dopo un lungo travaglio ideale divenne uno dei più validi assertori delle rivendicazioni autonomistiche valdostane. I contatti con l’abate Trèves e con Chanoux nell’organizzazione regionalista e antifascista « Jeune Vallèe d’Aoste », la partecipazione attiva all’antifascismo e alla Resistenza, i suoi studi

— alcuni dei quali diedero notevoli risultati — ebbero una parte di primo piano nella maturazione delle sue convinzioni regionaliste. Membro del gruppo degli animatori della Resistenza valdostana, dopo la cattura di Chanoux e di Binel

(17.5.1944) dovette riparare in Svizzera. Nell’inverno 194445 rappresentò la Democrazia cristiana in seno al C.L.N. valdostano, di cui facevano inoltre parte lo storico Federico Chabod (per il Partito d’Azione), Gaspard (Partito comunista) f ,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 308

Brano: [...]igure di maggior rilievo deH’antifascismo valdostano. Studente universitario a Milano, si laureò in ingegneria e allacciò i primi contatti con l’antifascismo, di cui doveva diventare un attivo dirigente in Valle d’Aosta (v.). Convinto autonomista, esercitò notevole influenza sui giovani della valle, attratti anche dalle sue prestigiose imprese alpinistiche (una punta sulla catena del Monte Bianco porta il suo nome). Esponente dell’organizzazione regionalista e antifascista Jeune Vallèe d’Aoste, dopo I’8.9.1943 fu i’uomo cui guardavano

I volenterosi che volevano « fare qualche cosa », ma non sapevano ancora come.

Egli stesso scrive: « Ci si doveva cercare, scoprire, svelare in clima di sospetto, di spionaggio, di pericolo continuo. I primi contatti si ebbero tra i federalisti regionalisti valdostani e i comunisti. I conservatori vennero in seguito e dopo qualche tempo si poterono vedere insieme, nelle riunioni clandestine, operai e studenti, parroci e nobili, contadini e impiegati: Chanoux, Lexert, "Caracciolo, Cavailero, Willien, Chantel, B[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 503

Brano: [...]za di munizioni furono costretti a riparare in Francia. Nella memorabile ritirata attraverso tre colli a oltre 3.000 metri, ostacolata dalla neve, dalla mancanza di viveri e da difficoltà di ogni genere, rifulsero le doti di coraggio e le qualità di comandante di Cavagnet (v. Cogne, Battaglia di). Dopo la liberazione di Aosta, cui partecipò, convinto assertore dei diritti autonomistici della regione, G.C. è stato consigliere comunale nella lista regionalista della « Union Valdòtaine ».

R.Wi.

Cavallari, Vincenzo

N. a Portomagglore (Ferrara) il 7.11.1919; avvocato. Nelle file dell’antifascismo dall’inizio della seconda guerra mondiale, militò nel Partito d’Azione fino al 1944. Fu tra gli organizzatori del movimento partigiano nel Ferrarese, combattente nell’8a Brigata G. L. « Bologna » e nella 35a Brigata Garibaldi, presidente del C.L.N. di Portomaggiore e infine vicecomandante della piazza militare di Ferrara.

Passato al Partito comunista nel 1944, dopo la Liberazione fu eletto deputato all’Assemblea Costituente. Sottosegretario al Tes[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 448

Brano: [...]lo più di origine contadina, la durissima vita di trincea e gli orrori della guerra (su quelle esperienze scriverà un libro giudicato tra i migliori del genere), maturò quelle convinzioni che lo avrebbero indirizzato verso il meridionalismo di cui era strenuo propugnatore Gaetano Salvemini.

Il Partito d’Azione

Ritornato in Sardegna, divenne appassionato animatore del movimento che nel 1919, a Cagliari (v.), portò al Partito sardo d’Azione, regionalista e ispirato agli ideali di rinnovamento economico e sociale dell’isola nel quadro di una democrazia repubblicana a base popolare. Deputato per la Sardegna nel 1921 e nel 1924, ebbe un ruolo dirigente nelle agitazioni contadine del dopoguerra che misero capo alla enucleazione delle prime organizzazioni sindacali locali. Alla Camera e alla testa dei lavoratori sardi egli si batté con straordinario vigore polemico contro la dilagante corruzione della classe dominante nazionale e locale.

Di un antifascismo fiero ed energico, assai temuto dai fascisti, allorché fu compiuto il delitto Matteotti L[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 608

Brano: [...]l proseguimento delle profonde riforme di cui aveva bisogno il paese) e altrettanto poteva dirsi per quanto riguardava l’esercito: le riforme iniziate da Azana furono bruscamente interrotte. Soprattutto quando Gii Robles divenne ministro

della Guerra, furono promossi al grado di generale ufficiali antirepubblicani che avrebbero poi svolto un ruolo attivo neH’ambito franchista durante la guerra civile.

Fu interrotta anche la sperimentazione regionalista, impedendo l'attuazione degli statuti per i Paesi Baschi e la Galizia, ma soprattutto sospendendo quello catalano, il che provocò nuovi attriti fra centro e periferia. Bloccata infine la riforma agraria, per quel poco che comunque prometteva, la politica sociale ed economica si sviluppò su linee sempre più apertamente conservatrici, mentre il « pericolo dell'autoritarismo cessò di essere una minaccia latente per convertirsi in qualcosa di molto prossimo alla realtà» (Tamames).

La C.E.D.A. di Gii Robles, entrata a far parte del governo il 4.10.1934, anche se formalmente rispettò la legalità[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 386

Brano: Sassari

Manifestazione di sardisti a Sassari (1920)

poguerra alla nascita di un movimento di rivendicazione regionalista: se ne fecero portatori gli ex combattenti, quasi tutti contadini e pastori, prima nei nuclei dell’Associazione Nazionale Combattenti (A. N.C.) e poi, a partire dall'aprile

1921, nel Partito Sardo d’Azione. Sassari fu, grazie all’azione di Camillo Bellieni, che sarebbe poi stato l’ideologo e uno dei capi del P.S. d’A., la culla dell’A.N.C. in Sardegna, il cui primo nucleo può essere individuato nella sezione dell’Associazione Invalidi e Mutilati fondata a Sassari già nel gennaio 1918.

Il movimento dei combattenti (che il 16.3.1919 avevano dato vita, a Sassari, al loro giornale La voce d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 22

Brano: [...]talia e del nazismo in Germania. Vacirca sosteneva quindi che le stesse classi dirigenti italiane, o per lo meno importanti settori di esse, mal sopportavano il regime mussoliniano.

Certamente incideva su tali opinioni l'esperienza della società siciliana, delle ambiguità dimostrate dalle classi dirigenti isolane di fronte al fascismo, della opposizione “sicilianista” che si era sviluppata. Una conseguenza di questa maturazione fu la tematica regionalista e, con essa, la convinzione che il rilancio dell'iniziativa antifascista poteva essere attuato in Italia attraverso il raggiungimento dell’unità su base territoriale (e regionale) di gruppi sociali differenti fra loro ma ugualmente ostili al regime. Su questa ipotesi Vacirca si trovava d’accordo con Giuseppe Lupis, da sempre su posizioni moderate.

Nel 1936 Vacirca e Lupis (a sua

volta arrivato in America dopo numerose peregrinazioni in Europa), d’accordo con Carlo Rosselli progettarono un piano di insurrezione da attuare in Sicilia. Il progetto fallì, ma servì a ristabilire i contatti c[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 127

Brano: Nimis

Combattenti del Biafra durante un addestramento con bastoni

ma unitario dei N.C.N.C.: gii emiri del Nord, decisi a impedire a ogni costo l’egemonia del Sud « evoluto », nel dicembre 1949 costituirono il Northen People’s Congress (N.P.C.), con un programma regionalista mirante alla creazione di una nazione a struttura federativa. Le elezioni generali del dicembre 1959 confermarono infine l’egemonia del N.P.C. che costituì un governo di coalizione col N.C.N.C..

La Nigeria fu proclamata Stato indipendente l’ 1.10.1960. Le tensioni irrisolte si acuirono tuttavia negli anni successivi finché, nel gennaio 1966, un gruppo di ufficiali Ibo rovesciò con un colpo di mano il governo. Un secondo colpo di Stato, questa volta guidato da giovani ufficiali del Nord, nel luglio dello stesso anno rovesciò il governo insediato dagli Ibo, ponendo alla presidenza il general[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine regionalista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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