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Il segmento testuale realista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 453Entità Multimediali , di cui in selezione 21 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 98

Brano: [...]nema e della letteratura. Esso tentò di saldare quel divorzio tra arte e pubblico, tra cultura e vita, che le tendenze intellettualistiche e solitarie deH'impressionismo, del simbolismo e deH'ermetismo avevano determinato con il loro rifiuto della realtà.

L'Italia del secondo dopoguerra, grazie alla vitalità della presenza delle masse operaie e contadine che si erano appena liberate dal fascismo, fu uno dei terreni più fecondi del movimento « realista », il quale venne chiamato

« neorealista » per l’aggancio che subito gli fu riconosciuto con i precedenti del « realismo » dell’arte democratica del l’Ottocento (Honoré Daumier, Gustave Courbet, JeanFrangois Millet, Pel lizza da Volpedo, Angelo Morbelli, ecc. nel* le arti figurative; Emile Zola, Giovanni Verga nella letteratura; Vittorio De Sica, Cesare Zavattini, Luchino Visconti come promotori del dramma sociale nel cinema). II movimento si riconobbe tuttavia in fenomeni analoghi che si erano svolti in tutto il mondo e che riaccesero in Italia un nuovo dibattito, una grande fiducia, un prezioso patrimonio di speranze. Il pensiero [...]

[...]del passato nell’alta continuità da Giotto a Masaccio, da Caravaggio a Gemito e Pel lizza. Furono accolti come immediati precedenti i « muralisti » del Messico (v.), gli artisti rivoluzionari Diego Rivera, José Clemente Orozco, Davide Alfaro Siqueiros, nonché Pablo Picasso di « Guernica » (v.), di « La Guerra e la Pace », del « Massacro in Corea » (la guerra in Corea era iniziata nel 1950).

Momenti importanti nella formazione del movimento neorealista in Italia, accanto al rilancio dell’arte di impegno politico (i precedenti di « Guernica » e dei messicani) furono alcuni testi fondamentali dell'Italia appena uscita dalla Guerra di liberazione: il libro di Carlo Levi (v.), « Cristo si è fermato a Eboli », che proponeva in termini nuovi il problema meridionale, le poesie di Salvatore Quasimodo (v.), Umberto Saba, Alfonso Gatto (v), ispirate appunto alla lotta di liberazione; gli scritti per un’arte di impegno sulla nuova rivista di Elio Vittorini intitolata II Politecnico e la rivista il '45, diretta da Raffaele De Grada con la partecipazion[...]

[...] Umberto Saba, Alfonso Gatto (v), ispirate appunto alla lotta di liberazione; gli scritti per un’arte di impegno sulla nuova rivista di Elio Vittorini intitolata II Politecnico e la rivista il '45, diretta da Raffaele De Grada con la partecipazione di Mario De Micheli, Ennio Morlotti, Bruno Cassi nari, Treccani, Stefano Terra, lo stesso Vittorini.

Cinema

Film come Roma città aperta e Paisà di Roberto Rosselli ni, anticipatore del cinema neorealista nell'anteguerra con La terra trema e poi con Sciuscià, Ladri di biciclette (1948), che si avvalsero di sceneggiatori come Sergio Amidei, Suso Cecchi D'Amico, nonché di attori come Anna Magnani e Raf Vallone, diedero un prestigio enorme alla cinematografia italiana del dopoguerra. Seguirono altri film, meno legati al disagio dell’occupazione militare alleata, ma ancora agli episodi di guerra e sempre più al disordine morale e sociale del dopoguerra, come Riso amaro di Giuseppe De Sanctis, Gioventù perduta di Pietro Germi, Il Bandito e Senza pietà di Alberto Lattuada, Caccia tragica di G. De Sa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 110

Brano: [...]ne fascista della Spagna, accorse volontario garibaldino nelle Brigate Internazionali, dando la vita nella battaglia di Mirabueno.

Aragon, Louis

Scrittore e poeta antifascista francese. N. a Parigi il 22.11.1897. Ritornato dalla guerra 191418 con l’animo disgustato e in rivolta contro la realtà di un mondo che vedeva fondato sulla violenza e sull’oppressione, diede vita (con Paul Éluard, André Breton, Tristan Tzara e altri) al movimento surrealista.

« Abbasso il mondo, io ne costruisco uno più bello! » era stato il suo primo grido di rivolta nel poema Feu de joie (1920). In realtà il surrealismo, movimento poetico e letterario fondato sul culto dell'irrazionale e sorto come espressione di una protesta individuale a sfondo anarchico contro il vecchio mondo, non era legato ad alcun ideale positivo: alcuni surrealisti resteranno così prigionieri del loro nichilismo iniziale, mentre altri — come appunto Aragon — nell'approfondire la ricerca giungeranno alla consapevolezza che non basta distruggere il vecchio mondo, ma occorre edificarne [...]

[...]es de Bàie (1935); seguirono Les beaux quartiers (1937), Les voyageurs de l’impérialeì (1943) e il ciclo Les communistes (19391945).

Le opere di A. si collocano nella grande tradizione del romanzo francese e si caratterizzano per la confluenza che in esse si trova tra l’attenta analisi storica e l’indagine psicologica dei personaggi, alla luce dei rapporti tra individuo e società. Aragon rivendica con forza la totalità del mondo reale; essere realista significa per lui essere militante e il realismo non consiste certo nel copiare la natura ma nell'esprimere il movimento e la vita. È considerato il poeta della Resistenza francese. Lo scrittore che nel maggio 1940 tracciava le note sulla disfatta [Le crèvecoeur, 1941) era soldato e combattente a Dunkerque, e il poeta che suonava la Diane francaise (1945) era stato uno degli organizzatori della Resistenza a Lione, a Nizza e a Parigi. In occasione del suo sessantesimo compleanno ha ricevuto il Premio Lenin, conferitogli in omaggio alla sua attività « per il rafforzamento della pace tra i popol[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 99

Brano: [...]dibattiti filosofici ed estetici). Il pensiero di G. Lukàcs e di Antonio Banfi (v.) con un ripensamento dell’arte nazionalepopolare preveduta da Gramsci fu lasse portante della rivista, che si occupò della grande mostra di Picasso a Roma e a Milano e di tutte le manifestazioni (mostre di Van Gogh, Pellizza), in cui veniva avanzata una lettura della recente storia (ma anche della passata, per esempio il Caravaggio) nella nuova chiave del pensiero realista.

« Neorealismo » e realismo

A questo punto, mentre i partecipanti del movimento si professavano « realisti » (da Guttuso a Treccani, da Francesco Jovine (v.) a Pratolini, da Lizzani a Visconti) il termine « neorealismo » cominciò a prendere quota come limite della poetica realista. Dopo la morte di Stalin (1953), il « realismo » italiano, seguito in varie parti del mondo, si differenziò sempre più dal « realismo socialista » che continuava in Unione Sovietica e nel mondo socialista, fino alla Cina di Mao, per tutta l’epoca di Kruscev e oltre. Nelle arti figurative, il prevalere delle poetiche « informali >» fino all’avvento della PopArt (Popular Art) americana, costrinse il « realismo » a una serie di compromessi attraverso i quali crebbe tuttavia una generazione di giovani artisti che tendevano a esprimere in termini figurativi il senso dell’angoscia e della precariet[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 645

Brano: [...]ggetti delle sue opere d'allora rivelano in modo esplicito questa volontà di fare una pittura strutturale, composta di ritmi quasi geometrici. Sono infatti soggetti di cantieri e di fabbriche, nei quali si esprimono gli impulsi e le convinzioni della nuova vita democratica esplosa nel dopoguerra: impulsi e convinzioni che rapidamente persuasero Pizzinato a introdurre nella sua visione una figurazione più evidente, orientandolo verso il movimento realista.

A questo punto la sua produzione si alza di tono e di forza, le sue immagini acquistano una straordinaria energia. Siamo intorno al 50. Egli parla volentieri con gli amici di Majakovskij, del futurismo russo, della poetica filmica di Eisenstein, e il significato di questi discorsi lo si riconosce nei quadri che va dipingendo. Sono quadri tra i più belli di tutta l’esperienza realista italiana: «Il bracciante ucciso», «Tutti i popoli vogliono la pace », « Un fantasma percorre l’Europa ». Quest'ultimo, dedicato al centenario del Manifesto dei comunisti, di cui il titolo riprende appunto le parole iniziali, fu esposto alla XXV Biennale veneziana insieme con l’« Occupazione delle terre incolte in Sicilia » di Guttuso.

M.D.M.

Pizzo cTErna

Montagna sovrastante Lecco (v.), nel 1943 fu teatro di uno dei primi scontri armati fra partigiani e forze tedesche.

Subito dopo I’8.9.1943 affluirono sul Pizzo d’Erna (come sul Pian dei Resinelli e a Campo de’ Boi) gruppi di giov[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 275

Brano: [...]ltato politico globale e capitale deH’O.R.I. e di O.S.S. fu di trasferire in un certo senso e in larga misura a Milano la guida unitaria delle informazioni e i criteri distributivi dei rifornimenti ai partigiani.

in sintesi, valendosi deH’O.R.I., O.S.S. utilizzò così al massimo il movimento partigiano ai propri fini, ma di ritorno aiutò nelle cose lo sviluppo unitario della Resistenza senza porre condizionamenti politici, perché Corvo da buon realista era in questo un'eccezione: non temeva la crescita e lo sviluppo possibile dei partigiani comunisti, stante al paragone la strapotenza alleata in Italia. In poche parole, il successo deH’O.R.I. presso O.S.S. fu essenzialmente di avere patrocinato con paziente tenacia di utilizzale e insieme potenziare la organizzazione politica e militare unitaria della Resistenza. Altri cercarono invece di impedirla e frantumarla.

Del resto, considerando nel suo complesso il movimento partigiano, non aveva molto senso chiedere al Comando generale e a quelli regionali del Nord un servizio informazioni senz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 465

Brano: [...]i del 188485) o quello dei ceti produttori, colpiti dall’affarismo implicito nella speculazione bancaria, edilizia, ferroviaria; quello dei consumatori e dei commercianti nei confronti degli ambienti protezionistici e parassitari. Il quotidiano divenne, in altre parole, l’espressione più tipica della moderna borghesia lombarda, abbastanza forte e consapevole per affrontare la lotta politica al di là degli equivoci del trasformismo, ma abbastanza realista per non diffidare di un forte movimento autonomo della classe operaia.

Alla vivace presenza nel dibattito politico si accompagnò uno sviluppo editoriale minuziosamente costruito da una serie di aspetti organizzativi e tecnici che fecero segnare al giornale un punto dopo ì’altro a suo favore, come la rego

larità dei servizi telegrafici (i primi erano stati impiantati con Roma e Napoli tra il 1875 e il 1885, quando

il prezzo di un telegramma normale era di venti lire), la completezza e la varietà delle corrispondenze fisse dalle altre città e dall'estero, o l’introduzione di nuovi e mo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 550

Brano: [...]endo di fatto il potere che consolidò l’anno successivo, manovrando abilmente in campo economico con l’Unione Sovietica e i passi dell’Europa orientale, e sostenendo al tempo stesso la resistenza palestinese, fino a intervenire militarmente in Giordania in appoggio ai palestinesi nei giorni del “Settembre nero”. Salito al vertice dello stato nel no

vembre del 1970, attraverso una gestione molto personale del potere e per mezzo di un liberismo realista Assad riuscì a guadagnarsi l’adesione di buona parte della borghesia mercadora che si era rapidamente sostituita all’aristocrazia fondiaria, formando un nuovo strato sociale urbano strettamente legato allo Stato e ai militari. Bloccate le nazionalizzazioni e acquistato un certo seguito anche fra i sunniti (nonostante che il Ba’th si identifichi, in Siria, con il partito degli alauiti, cioè di una minoranza numericamente insignificante), e fronteggiando l’opposizione interna dei Fratelli musulmani con i Servizi di sicurezza, il regime di Assad si è posto il compito di realizzare gli obiettivi [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 113

Brano: [...]olizia fascista e rilasciato per intervento del padre, sospese questa attività per partecipare attivamente alla Resistenza clandestina.

Gli anni deH'immediato dopoguerra

lo videro impegnato in iniziative editoriali, intorno alle quali si organizzavano le forze culturali milanesi: “Il 45”, “Numero”, “Pittura”. Fece parte anche della redazione della rivista “Realismo”. Nei decenni successivi ha continuato a trovarsi al centro della battaglia realista. I temi della Resistenza, dell’occupazione delle terre, delle condizioni di vita dei contadini meridionali, poi quelli degli scioperi e della coscienza popolare nei centri industriali del Nord hanno contraddistinto la tematica dei suoi quadri. Negli anni Settanta, con la creazione della Fondazione Corrente a Milano, ha ripreso

l impegno diretto di organizzatore culturale, raccogliendo in questa sede una ricca documentazione sulla storia dei movimenti artistici italiani contro il fascismo, promuovendo manifestazioni e ricerche in continuità con gli ideali della Resistenza e del Realismo. Su[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 639

Brano: [...] da ricordare Luciano Minguzzi (v.) e Giacomo Manzù (v.). Quest'ultimo realizzò il monumento alla Resistenza in Bergamo (1977), opera torse meno drammatica delle precedenti Crocifissioni: qui il partigiano appeso per i piedi, guardato con composta mestizia dalla donna, riduce il tema a una moderna “Pietà”.

Sulla scia del figurativo, ma con una diversa impostazione formale, si colloca lo scultore ed ex partigiano Nardo Dunchi (v.). Di impronta realista ma fortemente orientata verso deformazioni espressionistiche sono i monumenti di Augusto Murer (v.) e quelli di Agenore Fabbri, del quale ricordiamo il « Monumento alle vittime della guerra » del 1969 a Toirano e quello in Savona del 1974. Al già citato Pietro Cascella si deve il commosso omaggio « al Partigiano », realizzato a Massa, monumento del tutto antiretorico che l'autore stesso ha chiamato « Bella ciao », dal titolo della nota canzone.

« Un gran fiore » cresce sulla tomba del partigiano « morto per la libertà ».

Di Ugo Attardi è il monumento in



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 53

Brano: [...]zazione dei mezzi di produzione e di scambio è concepita come mezzo per liberare l’uomo da tutte le schiavitù. L’esperienza in corso in Ispagna è di straordinario interesse per tutti. Qui, non dittatura economica da caserma, non rinnegamento dei valori culturali dell’Occidente, ma conciliazione delle più ardite riforme sociali con la libertà. Non un solo partito che, pretendendosi infallibile, sequestra la rivoluzione: su un programma concreto e realista anarchici, comunisti, socialisti, repubblicani collaborano alla direzione della cosa pubblica, al fronte, nella vita sociale. Quale insegnamento per noi italiani! Fratelli, compagni italiani ascoltate. Un volontario italiano vi parla dalla radio di Barcellona per recarvi il saluto dei volontari italiani. Sull’altra sponda del Mediterraneo un mondo nuovo sta nascendo. E la riscossa antifascista che si inizia in Occidente. Dalla Spagna gua

dagnerà l’Europa. Arriverà innanzitutto in Italia, così vicina alla Spagna per lingua, tradizioni, clima costumi e tiranni. Arriverà perché la storia non [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine realista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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