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Il segmento testuale protagonismo è stato estratto automaticamente da un complesso algoritmo di KosmosDOC di tipo "autogeno", ossia sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 76Entità Multimediali, di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 649

Brano: [...], cominciò a fare il cronista fin dagli anni del liceo a Padova, poi mentre era studente universitario a Bologna. Qui incontrò il disegnatore Gabriele Galantara (v.), con il quale diede vita al notissimo giornale satirico di orientamento socialista L'Asino (v.). Mentre in Galantara la creatività satirica nasceva da una consapevolezza critica e di netta opposizione al capitalismo, in Podrecca la vena polemica era alimentata fondamentalmente da un protagonismo individualista piccolo borghese che lo spingeva a schierarsi sì contro convenzionalismi e tabù del suo tempo, ma all’unico scopo di emergere e di affermarsi, indipendentemente dai contenuti politici e dalle scelte ideali. Così egli potè passare, con grande disinvoltura, dall’antimilitarismo e daH’anticolonialismo al nazionalismo e al “tripolismo”, fino al punto di essere espulso dal P.S.I. per il suo appoggio dato alla guerra di Libia (1912). Trasferitosi nelle fila del partito riformista, tu poi tra i più accesi sostenitori dell’intervento dell’Italia nella Prima guerra mondiale e, rotti i r[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 586

Brano: [...]rtanza del loro ruolo e di raggiungere una chiara coscienza dei loro diritti, del resto ammessi pure da demagogiche promesse avute durante la guerra. Per contro, l'abitudine al comando e le posizioni di privilegio acquisite da una massa di piccoloborghesi divenuti ufficiali avevano accentuato in essi la percezione del proprio sacrificio orientandoli maggiormente verso quegli ideali nazionalisti ora esaltati dalla guerra. Retorica nazionalistica, protagonismo e dannunzianesimo che negli anni del conflitto erano stati strumentalmente esaltati

tra i combattenti venivano così percepiti come dei valori nei quali molti, per esempio gli arditi (v.j, si riconoscevano.

Per questo insieme di cause vennero innescandosi nel dopoguerra processi economici e sociali che segnarono la fine del liberalismo classico, mentre le tendenze autoritarie e le contrapposte spinte ribellistiche dominavano la scena politica, preparando il terreno a^nuove, drammatiche vicende in un’Europa già tanto duramente provata dalla guerra.

La rivoluzione bolscevica in Russia v[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 445

Brano: [...]ssato nel P.S.U., non desistette dal proseguire ambigui quanto sterili tentativi per giungere a una collaborazione con l’incipiente regime, i cui metodi violenti lo avevano peraltro costretto nel Mantovano a dimettersi dalle cariche amministrative.

Nei molteplici e confusi contatti che Zaniboni ebbe a tale scopo tra il 1922 e il 1923, emersero le peculiarità del personaggio: certo coraggioso e disinteressato, ma affetto anche da un accentuato protagonismo e ideologicamente alquanto

confuso, si affannò a incontrare Gabriele D’Annunzio, Gino Baldesi, Benito Mussolini e (in qualità di esponente dell'Associazione nazionale reduci zona operante) anche il re, proponendo impossibili piani di ricuperò del fascismo alla democrazia in un’alleanza col riformismo in funzione anticomunista. Sconfitto alle elezioni del 1924, capì meglio come stavano le cose dopo l'assassinio del suo compagno di partito Giacomo Matteotti, ma allora passò a un’opposizione antifascista di tipo elitario.

L’attentato

Per abbattere il fascismo, si rivolse a casa Savoia, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 377

Brano: [...]étain mostrò quale orientamento intendeva seguire fin dall’appello con cui, il 25 giugno, si rivolse pateticamente al popolo francese invocando il “rinnovamento” della Francia e la sua “rigenerazione morale”. Lungi dall’attribuirsi semplicemente il ruolo di gestore dell’ordinaria amministrazione, Pétain esibì sin dal primo momento, contrapponendosi in ciò nettamente all’appello a resistere, lanciato da Londra da Charles de Gaulle (v.), un acceso protagonismo che lo vide impegnato, da una parte, nell’opera di ricostruzione di un consenso intorno alla sua figura di popolare condottiero, dall’altra nella riesumazione di molte parole d’ordine con le quali la destra tradizionale aveva combattuto dal 1936 la Terza repubblica.

A differenza dei molti critici della Terza repubblica che imputavano la sconfitta alla dissoluzione del sistema democraticoparlamentare e auspicavano che, dalla prova della sconfitta, la Francia uscisse rinnovata nella giustizia sociale e nelle istituzioni democratiche (si leggano per tutti le straordinarie riflessioni di un gr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 638

Brano: [...]i implicitamente anche l’attualità delle analisi di Karl Marx che, partendo appunto da Ri cardo, aveva dimostrato il carattere classista e pa

rassitario dell'economia capitalistica. Ciò Sraffa seppe fare senza cadere su posizioni ideologiche (fu anzi critico nei confronti delle deformazioni “marxiste”), attraverso sintesi rigorosamente scientifiche e anticipando di decenni scoperte e sviluppi della attuale scienza economica.

Schivo di ogni protagonismo, di una modestia personale e di una riservatezza addirittura proverbiali, Piero Sraffa è oggi unanimemente riconosciuto come uno dei maggiori economisti del secolo.

Srebot, Francesco

N. a San Pietro (Trieste) il 20.12. 1920; m. a Roma il 26.6.1942. Giovane antifascista istriano, entrato a far parte del Gruppo Fratelli Maslo (v.) inquadrato nel Fronte di liberazione sloveno operante nella Venezia Giulia, il 18.4.1942 fu fatto prigioniero durante un combattimento. Deferito al Tribunale Speciale, venne condannato a morte il 25.6. 1942 e fucilato l’indomani, con altri compagni di lotta, a F[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 512

Brano: [...]stri degli Esteri che l'Italia abbia mai avuto ». Queste due definizioni si possono assumere quali poli opposti di una valutazione politica e storica assai contrastata, che accompagnò l'attività di Carlo Sforza in patria e all’estero, al governo e all’opposizione, con calorosi consensi e altrettanto animose ostilità a seconda che il giudizio venisse da amici o da avversari politici. Ciò, evidentemente, fu dovuto anche a una particolare carica di protagonismo, propria di questo personaggio.

Bibliografia: Per una completa bibliografia degli scritti di Carlo Sforza si veda l'elenco pubblicato in appendice al saggio biografico di Livio Zeno, Ritratto di Carlo Sforza, Firenze, Le Monnier, 1975.

Tra i volumi più illuminanti per la comprensione delle sue scelte di politica interna e internazionale ricordiamo: Pensiero e azione di una politica estera italiana, Bari, 1924; Makers of Modem Europe, London 1930, tradotto in italiano con il titolo Costruttori e distruttori, Roma 1945; L'Italia dal 1914 al

1944 quale io la vidi, Roma, 1945; Cinque ann[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 368

Brano: [...]i una dichiarazione di antifascismo. Conversando al Quirinale con Nenni, abbozzò l’idea di un partito socialista unificato che fosse, tra la

D.C. e il P.C.I., il “partito della repubblica”, punto di riferimento dei lavoratori e campione di democrazia. Senonché, nella tormenta politicosociale del 19681970, di fronte alla contestazione giovanile, alla riscossa degli operai di fabbrica, all’emergente eversione delle destre, egli si impegnò in un protagonismo moderato e neocentrista, nel quale rientrava anche la nuova rottura con

il P.S.I. nenniano.

Alla scadenza del mandato presidenziale (28.12.1971) entrava a far parte del Senato come senatore a vita e, nel 1975, tornava alla testa del P.S.D.I. come presidente e segretario del partito. Lasciava quest'ultima carica nel settembre 1976, mantenendo quella di presidente.

In definitiva, si può dire che dagli anni Trenta in poi Saragat abbia egemonizzato tutta un’ala minoritaria del socialismo italiano, senza riuscire tuttavia a realizzare i programmi disegnati sulla fine degli anni Venti; le [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 318

Brano: [...]munista romana e nell’apparato centrale, poi come responsabile della Sezione culturale del partito (195154), finché nel 1954 fu designato a dirigere (con Antonello Trombadori) la rivista II contemporaneo. Si dimise dopo qualche tempo da tale incarico, preferendo riprendere la sua attività di docente, nel corso della quale giunse a occupare uno dei posti più rilevanti nel campo degli studi della letteratura italiana.

Decisamente alieno da ogni protagonismo, di carattere fermo e riservato, Salinari non nascondeva ad amici e compagni le motivazioni che lo avevano indotto a ritirarsi dalla carriera politica, pur rimanendo fedele a quelle idealità che lo avevano spinto a partecipare m prima fila alle fasi più dure della lotta. Diceva di se stesso: « Sono sempre stato persuaso di essere miglior studioso che uomo politico ». E aggiungeva: « Dico uomo politico e non partigiano, perché, come partigiano, mi sembra di essere stato abbastanza bravo ».

Lo studioso

Insegnò letteratura italiana nelle Università di Palermo, Cagliari e Milano; infine tor[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 252

Brano: [...] fonda nel porto. Con l’appoggio di un “Consiglio nazionale fiumano” precedentemente creato dai gruppi irredentisti locali capeggiati dal medico Antonio Grossich, D’Annunzio potè così installarsi tranquillamente al potere, organizzare un piccolo esercito che arrivò ad avere circa 4.000 uomini, compiere atti di pirateria contro navi commerciali in transito, istituire una vera e propria dittatura personale ammantata di grottesco istrionismo.

Il protagonismo dannunziano dominò per parecchi mesi la scena fiumana e potè essere sfruttato dal governo di Roma per concludere con la Jugoslavia, nel novembre 1920, il Trattato di Rapallo (v.). Poche settimane dopo la firma di tale accordo, il “comandantepoeta” e i suoi legionari furono sbrigativamente tolti

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 27

Brano: [...]cordano: La corona di cristallo (1926), Il nuovo alfabeto delle stelle (1937), Donato Fresia, pittore (1938).

Lodato e protetto da personaggi come Gabriele D’Annunzio, Giovanni Gentile, Italo Balbo e Arnaldo Mussolini, ebbe largo accesso ai più importanti quotidiani del regime, guadagnandosi fama di autore capace di mantenere, nel piatto conformismo generale, un’impronta individualista.

Dopo T8.9.1943, forse proprio per la sua ambizione di protagonismo a qualunque costo, con sorpresa di molti il Ramperti fu tra i più incauti e fanatici sostenitori della repubblica di Salò, producendosi alla radio e sui giornali.

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine protagonismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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