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Il segmento testuale postfascista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 33Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 93

Brano: Repubblica

1927 la nascita della Concentrazione antifascista (v.) ; nel 1929 la formazione di “Giustizia e Libertà” (v.), primo movimento politico postfascista; nel 1930 la riunificazione socialista fra riformisti e parte dei massimalisti, principalmente sotto

10 stimolo di Pietro Nenni (v.). Si dovrà però attendere la sconfitta dell 'Italia in guerra e l’armistizio, perché la questione istituzionale venga in primo piano come una questione politica centrale e attuale.

Schieramento antifascista

Delle élites che avrebbero guidato la transizione dal fascismo alla democrazia, solo i socialisti, i comunisti e gli esponenti del Partito d’Azione (con sulle spalle l’esperienza dei Fronti popolari, della rivoluzione spagnola, dei C.L.N. e della lott[...]

[...]

Schieramento antifascista

Delle élites che avrebbero guidato la transizione dal fascismo alla democrazia, solo i socialisti, i comunisti e gli esponenti del Partito d’Azione (con sulle spalle l’esperienza dei Fronti popolari, della rivoluzione spagnola, dei C.L.N. e della lotta partigiana) avevano programmaticamente optato per la repubblica.

La Democrazia cristiana (v.) di Alcide De Gas peri, che occupava il “centro” dello schieramento postfascista, era o sostanzialmente agnostica (nonostante un tardivo pronunciamento congressuale) o incline alla monarchia per vocazione moderata del suo elettorato di primo e di secondo grado (il clero e

11 grosso dei ceti medi) e solo marginalmente attestata con alcune avanguardie su istanze repubblicane.

I liberali di Benedetto Croce (v. Liberale, Partito) in massima parte e le destre unanimemente erano per l’istituto monarchico e la dinastia dei Savoia.

In questa situazione, socialisti e comunisti si pronunziarono per una “repubblica di lavoratori” e costituirono l'anello di raccordo con una [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 278

Brano: [...]riche con cui fascisti e nazionalsocialisti cercarono di risolvere i concreti problemi posti da una determinata situazione politica. Al di là di una così esile coincidenza di opinioni e di giudizi, rimane pertanto largo spazio di dissenso e di dibattito; e ciò sta a testimoniare l’attualità politica e ideologica del problema, la presenza virtuale o effettuale della componente fascista, non solo come residuo del passato, anche nella stessa Italia postfascista.

E.Sa.

La « dottrina del fascismo »

Nel 1932 Benito Mussolini firmò per l’Enciclopedia Treccani, allora diretta dal senatore Giovanni Gentile, una parte della voce « Fascismo » e precisamente il capitolo che si intitola « Dottrina » (cfr. Enciclopedia Italiana, Edizione 1949, voi. XIV, pagg. 847851). Si tratta di un saggio non breve, nel quale il « duce » espose dettagliatamente e nello stile che gli era proprio, le « idee fondamentali » e la « dottrina politica e sociale » del movimento da lui guidato. Nei suoi limiti quel testo (della cui autenticità non vi è ragione di dubitare) r[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 346

Brano: [...] militante, e l’opera di rianimazione e di risveglio tentata da Benedetto Croce entrava virtualmente in crisi, almeno sul terreno politico e organizzativo.

Bibliografia: Per il partito liberale prefascista: Paolo Alatri, Le origini del fascismo (Roma, 1955); Antonio Salandra, Memorie politiche 19161925 (Milano, 1951); Marcello Soleri, Memorie (Torino, 1949); Alberto Giovannini, Il rifiuto dell’Aventino (Bologna, 1966).

Sul partito liberale postfascista: Arnaldo Ciani, Il partito liberale italiano (Napoli, 1968); Alberto Giovannini, Travaglio per la libertà 19431947 (Bologna, 1962).

In generale: Alberto Giovannini, Il partito liberale italiano (Milano, 1958).

Sul periodo fascista: Bortolo Belotti, L’avventura fascista, (Milano, 1945); Alberto Albertini, Vita di Luigi Albertini (Roma, 1945); Filippo Jacini, Carattere. Pagine del periodo clandestino (Milano, 1946); Luigi Peano, Ricordi della guerra dei trent’anni 19151945 (FirenzeBari, 1948); Raimondo Collino Pansa, Marcello Soleri (Cernusco sul Naviglio, 1948); Ulisse Benedetti, Benedet[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 355

Brano: [...] del gruppo dei giovani marxisti romani (v. Antifascismo giovanile organizzato) che, del resto, avevano dato un’adesione effimera, rimane un momento significativo anche per la successiva caratterizzazione e il successivo sviluppo del movimento che poi, più liberamente, andrà specificandosi come sintesi laicorepubblicana (animata però sempre da una forte vena di religiosità sociale, etica e modernista), come il « primo movimento dell’antifascismo postfascista » (Calogero).

Da notare inoltre che il liberalsocialismo, nel suo nucleo fondamentale, per ragioni cospirative ma in parte anche per motivi ideologici, evitò collegamenti all’estero, con gli ambienti dei partiti con cui non ravvisava, specialmente nei primi anni, particolari elementi di affinità. Leo Valiani ha messo in rilievo taluni nessi con la tradizione salveminianacrociana dell’antifascismo meridionale e anche la confluenza di un notevole manipolo di valdesi. Poste queste diverse componenti, specialmente per talune personalità più rilevate e mature — come Guido Dorso (v.) — il lavori[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 805

Brano: Monte Maggio, Eccidio di

la pelle dei soldati e degli ufficiali, in una situazione politica e morale che aveva avuto il suo peso. Ciononostante si era registrata una prima affermazione dell’Italia postfascista sul fronte della guerra.

Riorganizzazione

Date le gravi perdite subite dal 1 Raggruppamento, il 18.12.1943 il generale Keyes ne ordinò il ritiro nelle retrovie, in vista di una riorganizzazione che si rivelò più lunga del previsto. Da allora le operazioni sul fronte di Cassino furono condotte nell'assenza di reparti combattenti italiani.

Il 9.1.1944 il generale Umberto Utili sostituì Dapino alla testa del Raggruppamento. Questo, alimentato da nuovi reparti che giunsero di rinforzo dalle province pugliesi, perdette il suo pomposo appellativo di « motorizzato » e, dal 5.2.1944, venne a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 511

Brano: [...]sua leadership dell’antifascismo fuoruscito rimase dubbia e non priva di attriti; il progetto di ricupero e di mobilitazione delle comunità italoamericane non ebbe successo; l’idea di costituire un governo italiano in esilio, benché fosse approvata dal Congresso antifascista di Montevideo (27.8.1942), divenne fonte di contrasti e sospetti. Quanto al coinvolgimento del governo americano in una prospettiva di trasformazione democratica dell’Italia postfascista, Sforza ricevette dal l'amministrazione Roosevelt blandi e ambigui incoraggiamenti, ma dopo essere stato tenuto “in caldo” venne emarginato da ogni concreta possibilità di intervento (A. Varsori).

Secondo dopoguerra

Nell’ottobre del 1943 Sforza ottenne dagli Alleati di poter tornare in Italia, passando per Londra ove ebbe un tempestoso colloquio con Churchill.

In quell’incontro, egli ebbe modo di constatare come per il premier britannico l’intangibilità della monarchia fosse il requisito indiscutibile di ogni soluzione politica per l’Italia. Da quello scambio di vedute ebbe origine i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 41

Brano: Teramo

assidua vigilanza si ricorderanno: pigiano De Marco, allontanato dalla cattedra di Filosofia di cui era titolare nel Liceo “Delfico”; il pittore Cesare Averardi, più volte aggredito; il presidente (destituito) del Tribunale Francesco De Cicco e i suoi figli; Cino Panbianco; il professore Antonino Ciaccio (che sarà il primo sindaco postfascista di Teramo) ; l’avvocato Leo Leone (v.), repubblicano, nel dopoguerra passato al P.C.I. e per due volte eletto senatore nel locale collegio; il ragioniere Aristide Castiglione, socialista massimalista.

Raggiunti dalla persecuzione fascista vanno considerati anche i numerosi fuorusciti della provincia, riparati in Francia e altrove [Fabiani, Passerini, Ciferni, Piccirilli, Di Giovannantonio, D’Antonio, Tancredi, Cermignani ecc.) e quanti furarono costretti a trasferirsi in altre città italiane (Mercante, Ciunci, Labricciosa, Fortunato, Cosmi, Angelini, Ercolani, De Merolis, Cave rocchi, ecc.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 181

Brano: [...]solati. Turati — anche se nella fase di fondazione del partito aveva risentito lo stimolo derivante dal successo e dal modello della socialdemocrazia centroeuropea e il consiglio di Antonio Labriola — ebbe poi il compito di conciliare di fatto quelle scuole con la cultura democratica di impronta francese, che in Italia era la più radicata nazionalmente e aveva lunghe tradizioni.

Gli studi più recenti, in cui convergono i risultati del periodo postfascista e l’esigenza di ulteriori e più problematici approfondimenti, hanno offerto oltre a varie sistemazioni dei suoi scritti (fra cui il carteggio con la Ku li sci off) e più d’una biografia, un ritratto o profilo che, nel contesto di una revisione critica delle correnti riformiste in Italia, appare attendibile pur nella sua sintesi. « Il suo apporto teorico e pratico — ha scritto Carlo Cartiglia —, dato per circa quarant’anni, ha molto pesato; ed è anche attraverso la sua influenza che il socialismo italiano ha assunto quella impronta così caratteristica e unica: nominalmente marxista, viciino al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 183

Brano: [...]cchio Turati, che era giunto in Francia sulla soglia dei settantanni, si caratterizzò nell’esilio soprattutto per aver coltivato l’individuazione su scala europea del fascismo, e per non essersi distaccato dalla più giovane intellettualità socialista all’estero rappresentata da uomini come Fernando De Rosa (v.), Pietro Nenni, Giuseppe Saragat e Carlo Rosselli. Ne uscì un rapporto critico con la sua opera e la sua eredità si proiettò, nell’Italia postfascista, anche al di fuori del P.S.I. e del movimento socialista.

Bibliografia: Scritti di Turati: Discorsi parmeritari, a c. di A. Schiavi, Roma 1950; Turati giovane. Scapigliatura, positivismo, marxismo, a c. di L. Cortesi, Milano 1962; Lettere dal l’esilio, a c. di B. Pittoni, Milano 1968; T.A. Kuliscioff, Carteggio, raccolto da A. Schiavi, a c. di F. Pedone, Torino 1977; Socialismo e riformismo nella storia d'Italia. Scritti politici 18781932, a c. di

F. Livorsi, Milano 1979.

Biografie e studi: A. Schiavi, Esilio e morte di F. Turati 19261932, Roma 1956; F. Catalano, F. Turati, Milano 19[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine postfascista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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