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Il segmento testuale pacifiste è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 60Entità Multimediali , di cui in selezione 14 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 434

Brano: [...]ire in positivo, intorno a obbiettivi comuni, uomini e donne di ogni paese, « qualunque siano le loro opinioni sulle cause che determinano i pericoli di guerra mondiale » (Appello di Berlino). Le varie richieste (di messa al bando delTatomica, di riduzione degli ar

mamenti, ecc.) erano rivolte a tutti i governi dell'Est e deH'Ovest senza eccezione.

Espressione degli sforzi continui miranti ad allargare il fronte della pace a gruppi e forze pacifiste esterne, di origine e ispirazione diverse, furono in particolare il Congresso mondiale dei popoli per la pace (Vienna, 512.12.1952) e l'Assemblea mondiale delle forze di pace (Helsinki, 2229.6.1955).

Declino del movimento

Dal 1955, anno in cui Nenni si dimise da presidente del Comitato italiano (due anni dopo, il P.S.I. si ritirerà ufficialmente dal Movimento) e Sereni passò a occuparsi dell’Alleanza nazionale dei contadini (sostituito nella segreteria da Celeste Negarville e, nel 1958, da Velio Spano), si registrò, parallelamente al mutare della situazione internazionale, nel clima che[...]

[...]blema della pace in primo piano. Il Consiglio mondiale della pace, la cui attenzione negli anni della distensione si era rivolta verso l’appoggio ai movimenti di liberazione nel Terzo Mondo, registrando in Occidente e particolarmente in Italia una lunga stasi, mostra segni di ripresa.

Il Parlamento mondiale

Nel 1980 si è riunito a Sofia un Parlamento mondiale dei popoli per la pace, con la partecipazione di 2.260 delegati di organizzazioni pacifiste, partiti politici, movimenti e personalità culturali e religiose di 137 paesi. Da tale assemblea è scaturita una Carta della pace che vuole essere una piattaforma mondiale per il Movimento della pace degli anni Ottanta: un movimento che appare assai più variegato e composito del precedente. Esso risulta più spontaneo e meno organizzato di quanto non fossero i partigiani

Assemblea mondiale per la pace e la vita, contro la guerra nucleare (Praga, 1983)

della pace, con una più accentuata pluralità e contradditorietà di organismi e posizioni, sì da essere difficilmente assimilabile a quello[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 527

Brano: Appendice

partito nella provincia di Ferrara (v.). Nonostante l'aspetto esile e la delicata costituzione fisica, fu energica e infaticabile organizzatrice di manifestazioni pacifiste delle donne ferraresi. Appassionata educatrice scolastica, anche di fronte a minacciose intimidazioni sempre si rifiutò di condurre i suoi scolari ad assistere a celebrazioni di propaganda patriottarda e bellicista.

Negli anni della Prima guerra mondiale, alle critiche di “antipatriottismo” che le venivano rivolte dai suoi stessi compagni di partito interventisti, rispose con vigorosa e brillante argomentazione sul giornale del sindacato, cui sistematicamente collaborava, rigettando le assurde accuse: « Che ai fanciulli non si possa insegnare ad amare la propria terra, ad apprezzarne le be[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 488

Brano: [...]ova e a 17 anni si iscrisse al P.S.I.. Due anni dopo fondò e diresse il quindicinale antimilitarista La Pace che, dal 1903 al 1915, svolse una importante funzione culturale e di orientamento politico in senso classista contro la guerra.

Laureatosi in Giurisprudenza nel 1911, prestò opera di legale a Genova presso la Federazione dei lavoratori del mare e in altri sindacati, svolgendo contemporaneamente un’intensa attività per le organizzazioni pacifiste e antiinterventiste. A Torino, dove dal 1916 fu chiamato a prestare servizio militare, divenne collaboratore del “Grido del Popolo” diretto da Antonio Gramsci.

Nel primo dopoguerra aderì al Partito comunista ed esercitò la professione forense difendendo imputati antifascisti, finché venne egli stesso arrestato e perseguitato dalle autorità del regime, sì da essere costretto all’esilio. Dopo aver peregrinato in vari paesi, si stabilì in Turchia, dove rimase 15 anni facendo l’insegnante.

Rientrato in Italia nel 1944, tornò nelle fila del Partito socialista, divenne segretario della Federa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 348

Brano: [...]aravano per la neutralità.

In città venne costituito un “Comitato di preparazione civile” che, in caso di guerra, avrebbe avuto il compito di organizzare il fronte interno. Al comitato aderì, aspramente criticato dai giovani socialisti e daH’“Avanti!”, l’on. Cugnolio che, pur confermando il proprio neutralismo, riconobbe le ragioni degli interventisti (v.). Il Partito socialista, comunque, intensificò in tutto il circondario le manifestazioni pacifiste. Con l'entrata in guerra parvero dissiparsi contrasti e dissensi: iniziative patriottiche e discorsi retorici accesero gli entusiasmi, trasformando l’atmosfera politica che fino a poco prima era stata prevalentemente neutralista. Non mancarono però, da parte dei socialisti, le iniziative contro la guerra: nell’autunno del 1916, ad esempio, presso la Pretura di Trino furono processati Umberto Terracini, Maria Giudice e altri socialisti per essersi pronunciati in senso pacifista durante un comizio in un locale chiuso a Tricerro.

La dura realtà della guerra e i sacrifici da questa imposti non[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 145

Brano: [...]ture e già note contrapposizioni. Mentre la tensione tra italiani e slavi, particolarmente acuta nel periodo armistiziale, non accennava a scemare, la stessa costituzione dello Stato jugoslavo collocò quel conflitto in una dimensione non più locale, coinvolgendo ormai direttamente le relazioni politiche e diplomatiche tra i due Stati confinanti.

Per il socialismo giuliano, che durante la crisi bellica si era attestato su posizioni apertamente pacifiste, quelli furono anni di profonda trasformazione: la sua crescita tumultuosa era indice di un malcontento e di un disagio sociale largamente diffuso e raccoglieva fermenti ed esigenze di diversa natura. Tale afflusso di masse, che richiedevano risposte nuove e nuove formule organizzative, colse alla sprovvista i vecchi quadri dirigenti già depauperati della presenza di leader prestigiosi come A. Vivante e Michele Susmel (18691924), usciti tragicamente di scena a causa di crisi personali e di profonde delusioni politiche.

Lo stesso Valentino Pittoni, legato alla tradizione migliore deiraustro[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 449

Brano: [...]ntinuità con il moderatismo liberale prefascista. Da qui derivava, nei casi di più palese prevaricazione da parte del nuovo regime, un’opposizione più che altro formale e comunque legalitaria che escludeva un confronto diretto con il potere; e, per un certo tempo, anche la resistenza passiva delle associazioni di categoria dei docenti (la Federazione nazionale insegnanti scuole medie e VUnione maestri italiani) finché queste stesse associazioni “pacifiste e legalitarie” non decisero di autosciogliersi nel clima di guerra civile del novembre

1924.

Tra i casi individuali rimarchevoli vanno segnalati tutti quei coraggiosi antifascisti che, per non venire meno alle proprie convinzioni etiche e politiche, preferirono perdere il posto. Per citare solo qualche esempio emblematico, si ricordi l'insegnante elementare Cesira Fiori (v.) e il professore di liceo Attilio Nulli, licenziato nel 1926 dal preside per non essersi voluto attenere alla prescrizione del “saluto romano”. Nelle università, su 1200 docenti, soltanto 13 ebbero il coraggio di non[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 87

Brano: [...]dividuata dalla polizia alla fine del 1939, fu arrestato. Deferito al Tribunale speciale, il 25.7.1939 fu condannato a 12 anni di reclusione.

Remondino, Duilio

N. a Quarto d’Asti verso il 1890, m. ad Alessandria nel 1975; impiegato. Di famiglia operaia, ma fortemente attratto dalle arti e dalla letteratura, dopo aver conseguito la licenza tecnica trovò lavoro presso la Biblioteca comunale di Alessandria. Aderì al futurismo, ma su posizioni pacifiste, in polemica con Marinetti.

Impegnatosi nelle fila del socialismo, durante la Prima guerra mondiale organizzò manifestazioni antinazionaliste a Tortona (1° Maggio 1917) e in tutto l’Alessandrino, guadagnandosi larga popolarità.

Nel 1921 fu tra i fondatori del P.C. d’I. e, nel maggio dello stesso anno, fu eletto alla Camera nelle liste di questo partito. Subì gravi aggressioni dai fascisti e, dopo l’avvento della dittatura, fu cacciato dal posto di lavoro. Perseguitato e in difficoltà economiche, visse in disparte fino alla Liberazione senza mai piegarsi al regime.

Remotti, Osvaldo
[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 745

Brano: [...]Torre. Durante la guerra 191518, nella villa Giacomelli di Pradamano si stabilì il Comando operativo Nordest delle truppe italiane. Dopo la battaglia di Caporetto (v.), qui funzionò un tribunale militare tristemente famoso. In località detta « degli Asins » vennero ricavati due trinceroni, nei quali furono fucilati centinaia di soldati italiani estratti a sorte per decimazione (v.), sotto l’accusa di « diserzione », e altri per aver diffuso idee pacifiste.

Periodo fascista

Le prime elezioni dopo la guerra mondiale videro qui vincitori i candidati socialisti che, alla testa della popolazione, reagirono energicamente contro le scorrerie delle squadracce fasciste e nazionaliste. Con l’affermarsi del fascismo, la villa Giacomelli venne adibita a luogo di punizione e numerosi antifascisti vi vennero seviziati con somministrazioni di olio di macchina. Buona parte degli operai e dei contadini del luogo, per sfuggire alle persecuzioni, dovettero riparare in Francia o neH’America Latina.

Nel 1929, durante la costruzione degli argini sulla riva[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 345

Brano: [...]lla lotta di classe. Né potrà essere considerato pacifista il gruppo dirigente sovietico che, dopo aver proclamato nel 1917 l’immediata fine delle ostilità al fronte, in nome degli ideali pacifici dell’internazionalismo operaio, dimostrerà di essere ben lungi da questi stessi ideali una volta consolidatosi al potere.

Pacifismo tra le due guerre

Dopo il bagno di sangue subito dall’umanità con la guerra 191418, naturalmente si dichiararono « pacifiste » le potenze vincitrici di fronte alla rivolta delle masse popolari sacrificate all’olocausto. A cominciare dai grandi gruppi economici nordamericani, rappresentati al tavolo della pace dal presidente degli U.S. A. Thomas Woodrow Wilson con i suoi « 14 punti » (miranti in realtà a gettare oltre oceano le basi dell’attuale impero statunitense), gli ideali di pace mondiale duratura furono ostentati nella fondazione della Società delle Nazioni ginevrina, struttura cui venne demandato il compito di realizzarli. In realtà si vide ben presto come la proclamata vocazione « pacifista » della S.d.N. n[...]

[...]popoli.

Anche su questa deludente esperienza ebbe origine, nel secondo dopoguerra, un nuovo pacifismo, questa volta più collegato alla difesa dei diritti dell’uomo (v.) e basato su precise determinazioni individuali o di gruppi, peraltro duramente perseguitati dalle autorità, quando non soppressi anche fisicamente.

Conviene quindi distinguere tra il cosiddetto pacifismo guidato dalle classi dominanti, sempre mistificatorio, e le iniziative pacifiste rifacentisi a principi e ad obiettivi concreti come quello della obiezione di coscienza (v.), alla difesa dei diritti civili, al rifiuto delle politiche di armamenti e a forme di lotta quali la disubbidienza civile, l’azione non violenta ecc.. Naturalmente anche questo pacifismo rischia a ogni istante di essere integrato e strumentalizzato da forze politiche e dalle istituzioni, quando non si sostanzi in lotta coerente contro il modo capitalistico di produzione.

L’esperienza di Gandhi

Già all’inizio del secolo si era svi

luppato in Sud Africa un forte movimento di lotta contro la dis[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 153

Brano: [...]n sono diventati legge internazionale, ma sono rimasti nella coscienza dei popoli come aspirazione a perseguire una più elevata morale internazionale, come punto di riferimento obbligato laddove i diritti elementari dei popoli subiscono offesa e tornano a prevalere la politica di aggressione, la prepotenza imperialista e la guerra di sterminio: e non a caso perciò di Norimberga si è tornato a parlare in occasione delle campagne antimperialiste e pacifiste contro la guerra americana nel Vietnam proprio tra i movimenti pacifisti e l’opinione pubblica liberale degli Stati Uniti d'America.

Bibliografia: Procès des grands criminel de guerre devant le Tribunal Militare International. Nuremberg, 14 Novembre 1945 1er Octobre 1946, Nuremberg, 1947, 42 voli.; P.A. Steiniger, Der Nurnberger Prozess, Berlin (Est), 1957; G.M. Gilbert, Nuremberg Diary, New York, 1947; R. Jackson, The Nurnberg Case, New York, 1947; J.HeydeckerJ.Leeb. Der Nurnberg Prozess, KòlnBerlin, 1958; L. Poliakov, Le Procès de Nuremberg, Paris, 1971; T. Taylor, Vietnam e Norimberga,[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine pacifiste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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