Brano: [...]essi di Bruxelles (1925) e di Vienna (1926) di questa organizzazione.
Nel Partito comunista
Partecipò con grande impegno alla lotta di tendenza neH'interno del P.S.I., a sostegno della frazione intransigenterivoluzionaria. Al XVI Congresso nazionale del P.S.I. (Bologna, ottobre 1919) si pronunciò a favore dell'espulsione dei riformisti.
Dopo la scissione di Livorno (gennaio 1921) rimase nel P.S.I., militando nella frazione terzinternazionalista e, con questa, nell'estate 1924 entrò nel P.C. d’I., facendo poi parte del direttivo della Sezione comunista di Milano.
Nel 1927 il regime fascista la allontanò dall'insegnamento. Negli anni successivi essa continuò a prestare attività clandestina, nonostante le precarie condizioni di salute, nel Soccorso Rosso.
F.Ped.
Zanfagnini, Umberto
N. a Pavia di Udine il 2.3.1903; avvocato.
Di famiglia operaia, autodidatta, spinto dalla passione per gli studi conseguì la maturità classica a 28 anni e a 32 si laureò in Legge a Bologna. Intanto aveva lavorato nel
lo studio del noto avvo[...]
[...].4.1948 fu eletto deputato nelle liste di quest'ultimo partito, nel quale sempre si batté per l’unità delle forze popolari contro il neofascismo e i tentativi di restaurazione autoritaria.
Dirigente di importanti enti economici, presidente del Consiglio federativo della Resistenza, entrò poi nel P.S.I. e fu eletto presidente onorario dell’A.N.P.I. del Friuli.
F.Vi.
Zangrandi, Ruggero
N. a Milano nel 1915, m. a Roma il 30.10.1970; giornalista e storico. Studente liceale a Roma negli anni Trenta, si pose alla testa di un gruppo di coetanei che, pensando di rinnovare dalTinterno la cultura fascista, avevano dato vita a un movimento letterariopolitico chiamato appunto Novismo (v.). Dopo l’ovvio fallimento di questa e di analoghe iniziative condotte anche in seno ai G.U.F. (v.), Zangrandi e i suoi amici approdarono nel 1939 alla creazione di un Partito Socialista Rivoluzionario, clandestino e dichiaratamente antifascista, i cui membri furono in gran parte arrestati (si veda la voce Antifascismo giovanile organizzato).
Finito in car[...]
[...]ova con la regìa di Squarzina.
Collaboratore di riviste (“Il Ponte”, “Belfagor”, “Rinascita”), fino ai suoi ultimi giorni fu, sotto lo pseudonimo di Publio, apprezzato corsivista del quotidiano romano “Paese Sera”. Morì suicida.
Sulle circostanze della sua tragica morte scriverà Antonio Bernieri (v.): « Le sue condizioni psicofisiche, compromesse dalla prigionia, si aggravarono alla fine degli anni ’60 per l’intensità del suo lavoro di giornalista e per lo stress di una vita vissuta essenzialmente per \a ricerca storica, finalizzata a chiarire i grandi problemi politici contemporanei. Nell’estate 1970 si era suicidata la sua compagna e pochi mesi dopo, alla fine di ottobre si sparò, seduto al tavolo di lavoro, lasciando una lettera alla figlia.
Come per molti suoi amici e compagni di lotta, il suo arresto a Roma aveva presentato alcuni risvolti misteriosi mai acciarati, così gli stessi non hanno accettato del tutto le spiegazioni del suo suicidio causato, ufficialmente, da quello della sua compagna ». (Antonio Bernieri, Il lungo via[...]