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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 83

Brano: [...]e cadde nel tentativo di riconquistare la posizione di Cabeza Leja, sulla Sierra Guadarrama. Madrid tributò alla sua salma onori solenni.

Nel 1960 un dirigente socialista italiano ha individuato, nel cimitero civile della capitale spagnola, la tomba che ne conserva le spoglie. M.Gi.

De Ruggiero, Guido

N. a Napoli il 23.3.1888, m. a Roma il 29.12.1948; filosofo e storico, autore di una monumentale storia della filosofia in 16 volumi, giornalista, antifascista, fu tra i fondatori del Partito d'Azione (v.).

Laureatosi in giurisprudenza, rinunciò alla professione forense per dedicarsi agli studi filosofici sotto l’influenza delle nuove correnti idealistiche italiane e tedesche, e soprattutto del pensiero di Giovanni Gentile (v.). Negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale, come molti degli intellettuali italiani influenzati dalla cultura idealistica ebbe parte nel sorgente movimento nazionalista e non esitò a dichiarare le proprie tendenze « reazionarie ».

« lo non dissimulo la mia profonda simpatia per gli atte[...]

[...]a i fondatori del Partito d'Azione (v.).

Laureatosi in giurisprudenza, rinunciò alla professione forense per dedicarsi agli studi filosofici sotto l’influenza delle nuove correnti idealistiche italiane e tedesche, e soprattutto del pensiero di Giovanni Gentile (v.). Negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale, come molti degli intellettuali italiani influenzati dalla cultura idealistica ebbe parte nel sorgente movimento nazionalista e non esitò a dichiarare le proprie tendenze « reazionarie ».

« lo non dissimulo la mia profonda simpatia per gli atteggiamenti reazionari del nostro tempo e sono convinto che essi rappresentano un’esigenza del tutto nuova e originaria » (Resto del Carlino, 30.6.1913).

Quando si profilò la possibilità dell’ingresso dell'Italia nel conflitto mondiale, si pronunciò a favore dell’intervento, differenziandosi in ciò da Benedetto Croce (v.) e collaborando attivamente alla rivista nazio

nalista di estrema destra L'Idea Nazionale. Ma già negli anni della guerra veniva prendendo le distanze [...]

[...]« reazionarie ».

« lo non dissimulo la mia profonda simpatia per gli atteggiamenti reazionari del nostro tempo e sono convinto che essi rappresentano un’esigenza del tutto nuova e originaria » (Resto del Carlino, 30.6.1913).

Quando si profilò la possibilità dell’ingresso dell'Italia nel conflitto mondiale, si pronunciò a favore dell’intervento, differenziandosi in ciò da Benedetto Croce (v.) e collaborando attivamente alla rivista nazio

nalista di estrema destra L'Idea Nazionale. Ma già negli anni della guerra veniva prendendo le distanze dal movimento per il quale aveva simpatizzato.

Così De Ruggiero descriveva il movimento nazionalista in un saggio su La Pensée itali enne et la guerre, pubblicato da La Revue de Métaphysique et de la Morale: « 11 nazionalismo italiano è stato partigiano dei tedeschi; più tardi, trascinato dal sentimento del pubblico antiaustriaco, si è pronunciata per la guerra irredentista [...]. Ha finito così, in modo imprevisto, col rompere con i clericali e unirsi ai democratici, con i quali ha in comune il gusto di muovere le passioni della piazza e l’abilità di riuscirvi. D’altra parte, non volendo rinunciare alle proprie tendenze imperialistiche che sono in violento contrastp con i principi democrati[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 444

Brano: [...]essi di Bruxelles (1925) e di Vienna (1926) di questa organizzazione.

Nel Partito comunista

Partecipò con grande impegno alla lotta di tendenza neH'interno del P.S.I., a sostegno della frazione intransigenterivoluzionaria. Al XVI Congresso nazionale del P.S.I. (Bologna, ottobre 1919) si pronunciò a favore dell'espulsione dei riformisti.

Dopo la scissione di Livorno (gennaio 1921) rimase nel P.S.I., militando nella frazione terzinternazionalista e, con questa, nell'estate 1924 entrò nel P.C. d’I., facendo poi parte del direttivo della Sezione comunista di Milano.

Nel 1927 il regime fascista la allontanò dall'insegnamento. Negli anni successivi essa continuò a prestare attività clandestina, nonostante le precarie condizioni di salute, nel Soccorso Rosso.

F.Ped.

Zanfagnini, Umberto

N. a Pavia di Udine il 2.3.1903; avvocato.

Di famiglia operaia, autodidatta, spinto dalla passione per gli studi conseguì la maturità classica a 28 anni e a 32 si laureò in Legge a Bologna. Intanto aveva lavorato nel

lo studio del noto avvo[...]

[...].4.1948 fu eletto deputato nelle liste di quest'ultimo partito, nel quale sempre si batté per l’unità delle forze popolari contro il neofascismo e i tentativi di restaurazione autoritaria.

Dirigente di importanti enti economici, presidente del Consiglio federativo della Resistenza, entrò poi nel P.S.I. e fu eletto presidente onorario dell’A.N.P.I. del Friuli.

F.Vi.

Zangrandi, Ruggero

N. a Milano nel 1915, m. a Roma il 30.10.1970; giornalista e storico. Studente liceale a Roma negli anni Trenta, si pose alla testa di un gruppo di coetanei che, pensando di rinnovare dalTinterno la cultura fascista, avevano dato vita a un movimento letterariopolitico chiamato appunto Novismo (v.). Dopo l’ovvio fallimento di questa e di analoghe iniziative condotte anche in seno ai G.U.F. (v.), Zangrandi e i suoi amici approdarono nel 1939 alla creazione di un Partito Socialista Rivoluzionario, clandestino e dichiaratamente antifascista, i cui membri furono in gran parte arrestati (si veda la voce Antifascismo giovanile organizzato).

Finito in car[...]

[...]ova con la regìa di Squarzina.

Collaboratore di riviste (“Il Ponte”, “Belfagor”, “Rinascita”), fino ai suoi ultimi giorni fu, sotto lo pseudonimo di Publio, apprezzato corsivista del quotidiano romano “Paese Sera”. Morì suicida.

Sulle circostanze della sua tragica morte scriverà Antonio Bernieri (v.): « Le sue condizioni psicofisiche, compromesse dalla prigionia, si aggravarono alla fine degli anni ’60 per l’intensità del suo lavoro di giornalista e per lo stress di una vita vissuta essenzialmente per \a ricerca storica, finalizzata a chiarire i grandi problemi politici contemporanei. Nell’estate 1970 si era suicidata la sua compagna e pochi mesi dopo, alla fine di ottobre si sparò, seduto al tavolo di lavoro, lasciando una lettera alla figlia.

Come per molti suoi amici e compagni di lotta, il suo arresto a Roma aveva presentato alcuni risvolti misteriosi mai acciarati, così gli stessi non hanno accettato del tutto le spiegazioni del suo suicidio causato, ufficialmente, da quello della sua compagna ». (Antonio Bernieri, Il lungo via[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 555

Brano: [...]u spedito in esilio nelle isole Réunion. La rivolta del Rif, che ebbe caratteristiche di una vera e propria guerra di liberazione, lasciò un segno profondo nella vita politica marocchina. Per « pacificare » compietamente il Protettorato sarebbero occorsi infatti altri dieci anni e l’instaurazione di un meccanismo repressivo che avrebbe conferito nuovo vigore al nazionalismo marocchino e ai sentimenti patriottici delle masse.

Il movimento nazionalista

Mentre la ribellione riffana veniva soffocata, cominciò a nascere e svilupparsi il movimento politico nazio

nalista, animato da due componenti: il riformismo religioso deH’Università islamica di Qarawijne e quello politico della Società degli amici della verità. Nel 1927 i due gruppi si fusero e prepararono attivamente la rivolta che scoppiò il 16.5.1930. Preoccupati dalla situazione del Protettorato, i francesi tentarono di spezzare l’unità nazionale marocchina varando rapidamente un decreto che assegnava le province berbere al pascià filofrancese elGlaoui e, nel contempo, cercando di sottrarle all'influenza mussulmana. La reazione fu immediata: nel giro di trenta giorni il Comitato di azione marocchino, [...]

[...]ivolta dilagò, sia nelle città che nelle campagne, tanto che il residente francese si vide costretto a chiedere a Parigi poteri speciali per instaurare lo stato d’assedio. La repressione si abbatté violenta e, in tre mesi, l’« ordine » venne ristabilito dalle truppe mandate dalla metropoli. I capi della rivolta, tra cui Aliai elFassi, furono condannati ai lavori forzati e spediti nelle foreste del Gabon. Il duro colpo bloccherà il movimento nazionalista per molti anni.

Lotta per l'indipendenza

Dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale e l’invasione della Francia, le autorità coloniali francesi residenti in Marocco aderirono al governo collaborazionista di Vi

555



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 544

Brano: [...]ighiani, dando ragione all’lnternazionale Comunista che, da tempo, andava consigliando quella tattica di alleanze chiamata di “fronte unico” (v.). Più che mai necessario era quindi spingere l’intera organizzazione comunista italiana a ricongiungersi con i socialisti, ma dal momento che la maggioranza di questo partito intendeva mantenere la propria autonomia, si pose l’obiettivo immediato della fusione tra il P.C.d’I. e la Frazione Terzinternazionalista (v.) del P.S.I..

Anticipando di qualche mese tale evento, nel gennaio 1924 d’accordo con l’Internazionale la F.G.C.I. accolse nelle proprie fila l’intera Federazione genovese dei giovani so



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 60

Brano: Thorez, Maurice

fattoria, fornaio, barcaiolo), ma nel 1919 dovette rientrare in miniera. Nel marzo di quello stesso anno aderì al Partito socialista e al forte sindacato dei minatori del PasdeCalais. Pur facendo parte fin dall’inizio della corrente terzinternazionalista del partito, non partecipò alla scissione di Tours del dicembre 1920, essendo a quell’epoca impegnato nel servizio militare. Congedatosi nel 1922 ed essendogli stata rifiutata la riassunzione in miniera, si dedicò all’attività politica tra la gioventù comunista e nella C.G.T.U., organizzando gli scioperi dei minatori.

Dirigente del P.C.F.

Il 1923 fu un anno di svolta nella vita di Thorez: segnalatosi nell’ottobre 1922 al Congresso nazionale del Partito comunista francese tra i più decisi sostenitori del Fronte unico, alla metà del 1923 venne proposto come segretario della Federazione co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 71

Brano: [...] anno, l’inizio dei « processi staliniani » in Unione Sovietica, segnarono drammaticamente la storia europea. Ma fin dal 1934, dopo il tentato putsch fascista di Parigi, la reazione dei lavoratori francesi era stata immediata, portando alla costituzione di un Fronte unitario tra la vecchia C.G.T., riformista, e la C.G.T.U., guidata dai comunisti. A ciò sarebbe seguito il patto di unità dazione tra socialisti e comunisti. La tattica terzinternazionalista della « classe contro classe » venne così gradualmente abbandonata (v. Fronte popolare).

In tale situazione, bisognava cercare di uscire dall’isolamento in cui i « trotskisti » erano stati gettati e


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine nalista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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