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Il segmento testuale mazzinianesimo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 28Entità Multimediali , di cui in selezione 14 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 368

Brano: [...]oncerie e macine di sommacco, ecc.: nell’insieme, una massa operaia di 25.711 unità, su una popolazione di 194.463 abitanti. Alle corporazioni si erano venute sostituendo progressivamente le Società di mutuo soccorso che saranno ancora numerose fino alla nascita del Partito dei Lavoratori Italiani della Sicilia, in seguito al congresso palermitano del maggio 1893.

Origini del movimento operaio

Nonostante la vittoria del 1860, dopo l’unità, mazzinianesimo e garibaldinismo rappresentarono fatti minoritari, espressioni di una cultura politica subalterna e invisa ai predominanti gruppi dirigenti moderati di ispirazione cavouriana. Ne documenta la tragica realtà II Precursore, un quotidiano politico crispino che vide la luce subito dopo la presa di Palermo, il 17.7.1860, e che per oltre un quarto di secolo rappresentò, spesso in contrasto col governativo Giornale di Sicilia, una voce originale nella scena politica della capitale e dell’isola. Si trattava comunque di giornali la cui azione sull’opinione pubblica si esercitava più sul piano politico[...]

[...]contrapposti) che su quello politicosociale deH’organizzazione degli interessi della società, del mondo produttivo e del lavoro.

Occorrerà arrivare al foglio settimanale della società degli operai Il Lavoro, pubblicato dalla tipografia palermitana di Cesare VoJpes nel 1865, per avere i primi elementi di giudizio sul nuovo aggregarsi (sotto la spinta di una certa propaganda repubblicana) di forze operaiste e progressiste. Da qui, attraverso il mazzinianesimo e l’anarchismo bakuninista, si giunse al radicalismo della fine degli anni ’80 e al superamento deH’anarcooperaismo pro

fessato dal Circolo operaio educativo.

Quest’ultimo, sorto a Palermo nel gennaio 1892, ebbe l’adesione di Vito Papa e Salvatore Cagliari, che erano stati in contatto con Saverio Merlino, Errico Mai atesta e con l’anarchismo spagnolo. Da simili esperienze e più ancora da quelle portate avanti da giornali come La Nuova Era del popolo (1889), su cui scriveva Giovanni Bovio, e \lsola, il quotidiano di Napoleone Colajanni, venne maturandosi su un terreno dialettico di scont[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 644

Brano: [...]); Volterra: ai Caduti di Cefalonia e Corfù, 1987; limone: ai Caduti per la libertà (F. Nosengo e laragni, 1970).

Bibliografia; Luciano Gaimozzi, Monumenti alla libertà/Antifascismo, Resistenza e Pace nei monumenti italiani dal 1945 al 1985, La Pietra, Milano, 1986.

Morgari, Oddino

N. a Torino il 16.11.1865, m. a Sanremo nel novembre 1944; impiegato. Proveniente da una famiglia di artisti e dotato di particolari doti oratorie, passò dal mazzinianesimo alla “predicazione” socialista e nei 1893 divenne segretario della prima sezione dei P.S.I. sorta a Torino. Eletto deputato nel 1897 (sarà riconfermato in tutte le successive legislature fino al 1926), svolse una vivacissima attività per organizzare il partito e attizzare le lotte in varie regioni d’Italia: da Molinella a Milano (dove nel 1898 fu anche processato dalla Corte marziale) e nel Mezzogiorno contro la mafia crispina. Nel 1903 accorse in Macedonia a sostenere di persona gli insorti greci. Incline ai gesti clamorosi, volendo dimostrare la propria indignazione contro lo zar di Russia [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 539

Brano: [...]rata a una cultura di razionalismo laico, e sinistra di classe, collegata allo sviluppo delle prime idee socialiste e alla centralità della lotta di classe nella soluzione della “questione sociale”. In Italia (v.) la Sinistra (composta da forze di diversa origine e ispirazione politica che vinsero le elezioni nel 1876 contro la Destra, dando vita al governo di Agostino Depretis) era espressione della tradizione repubblicana del Risorgimento, del mazzinianesimo e del radicalismo democratico. La sinistra di classe nacque più tardi, con le prime organizzazioni politiche del movimento operaio e soprattutto con il Partito socialista (1892).

Nel corso del secolo XX si consolidarono e si mantennero le differenze culturali e politiche già emerse con la formazione, da un lato, di partiti repubblicani, radicali, democratici di varia definizione e, dall’altro, dei partiti del movimento operaio (socialisti, comunisti). AH’interno del

lo stesso movimento operaio è nata l’ulteriore distinzione fra sinistra riformatrice o riformista (v. Riformismo) e sinist[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 211

Brano: [...]mo, dove compì i suoi studi al locale istituto tecnico. Entrato precocemente nell’agone politico, subì l’influenza ideale di Andrea Costa (v.). Trasferitosi in Emilia, diresse alcuni giornali di orientamento democratico, la Rivista di Ferrara, il quotidiano Mentana, e infine La Provincia di Mantova (18891907), la cui testata cedette

nel 1903 al Partito socialista, quando passò nelle sue file. Di questo periodo sono anche alcuni suoi studi sul mazzinianesimo in Romagna. Nel primo decennio del secolo l’attività di GB. si svolse ancora a livello regionale, come consigliere provinciale di Mantova e segretario della Camera del lavoro di Ravenna. Dal congresso di Reggio Emilia (710.7.1912) la sua attività nel Partito socialista si trasferì sul piano nazionale. Dopo l’avvento della sinistra alla direzione del partito, nel 1912 fu per breve tempo direttore óe\YAvanti! (v.). In effetti, sotto la sua scialba conduzione, fu ancora la sinistra riformista, nella persona del direttore uscente Claudio Treves, a esercitare il reale controllo del giornale. In di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 692

Brano: [...]o, nel 1866, quindicenne appena, si presentò per essere arruolato tra i garibaldini, ma non fu accettato dalla commissione di arruolamento a causa della sua ancor verde età. Non datosi per vinto, il giorno della partenza dei volontari da Imola si unì a loro nascondendosi in un vagone, ma fu scoperto dalla polizia a Bologna e

rispedito a casa. Negli anni attorno al 1871 (la Comune di Parigi esercitò su di lui grande fascino) visse la crisi del mazzinianesimo tra le nuove generazioni, affrettata dal contemporaneo estendersi della propaganda bakuniniana. Frequentando l’università di Bologna, seguì le lezioni di Giosuè Carduòci, invano sollecitando dall’amministrazione comunale (che mal fidava della sua già acquisita fama di « ribelle ad ogni tradizione ») un sussidio ai suoi promettenti studi. Né egli smentì questa fama, partecipando a Bologna (4.12.1871) alla costituzione del primo Fascio Operaio sorto in Italia, nonché alla redazione del giornale omonimo che convogliava attorno a sè i primi internazionalisti di Romagna. Il 4.8.1872, a Rimini, par[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 410

Brano: [...]nò larghe autonomie politiche, economiche e culturali per la Venezia Giulia nel quadro di un'Italia repubblicana e socialista.

Arrestato dalla polizia nazista assieme agli altri membri del C.L.N.

(Zeffirino Pisoni del P.C.I., Giovanni Tanasco della D.C., Fernando Gandusio del P.L.I., Edmondo Puecher del P.S.I.U.P.), fu deportato nel campo di concentramento di Dachau, dove lasciò la vita.

Foschiatti fu uno dei maggiori rappresentanti del mazzinianesimo irredentista giuliano (movimento che si distingueva dai liberalnazionali maggioritari per i suoi principi di emancipazione sociale, di liberazione e indipendenza di tutte le nazionalità dell’impero austriaco, compresa quella slava), poi dell'interventismo democratico giuliano che ebbe nei fratelli Carlo e Gianni Stuparich, nello stesso Scipio Slataper, in Pio Riego Gambini, Giuseppe Vidali, Ercole e Michele Miani, Nazario Sauro, Diomede Benco e altri ancora le figure di maggior spicco. L’altra ala del volontarismo irredentista giuliano era quella di tendenza nazionalista, autoritaria e antisl[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 661

Brano: [...]durante la Resistenza, Milano, 1964.

Grieco, Ruggero

N. a Foggia il 19.8.1893, m. a Massa Lombarda (Ravenna) il 23.7. 1955.

Suo padre, un impiegato postale, morì quando egli aveva solo sette anni. Avviato agli studi a Spoleto, presso l’istituto per gli orfani degli impiegati civili dello Stato, ne uscì diplomato in agronomia. Già durante gli anni della scuola aveva cominciato a interessarsi di socialismo, convinto dell’insufficienza del mazzinianesimo cui, da ragazzo, lo aveva orientato sua madre, instillandogli sentimenti repubblicani.

Nelle file socialiste

A Foggia nel settembre 1912, si iscrisse alla Sezione socialista. Trascorse l’autunno tra i braccianti, interessandosi dei loro problemi e frequentando la locale Lega contadina. Alla fine del 1912 si trasferì a Napoli. Si iscrisse alla Scuola superiore di agricoltura di Portici, ma un anno e mezzo dopo, in seguito a difficoltà familiari, fu costretto ad abbandonare gli studi. A Napoli aveva intanto conosciuto Amadeo Bordiga (v.) e partecipato alla redazione del settimanale « Il L[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 127

Brano: [...]mo ebbe il suo centro a Milano, mentre il socialismo, oltre che nelle città, si sviluppò nelle zone agrarie in cui i rapporti di produzione avevano raggiunto uno stadio più avanzato, nel senso dello sviluppo capitalistico) .

Certo, per qualche tempo dopo l’unificazione le società operaie continuarono ad avere un carattere prevalentemente mutualistico e, quando cominciarono ad assumerne uno politico, ciò avvenne soprattutto per l’influenza del mazzinianesimo. Occorre però ricordare che già in periodo risorgimentale si era avuta in Italia la formazione di un’ideologia socialista, quella del Pisacane, e se essa era rimasta inefficace nel corso del Risorgimento, aveva avuto invece una certa influenza dopo il 1860, nella formazione ideologica dei primi gruppi socialisti napoletani (in cui erano, appunto, alcuni seguaci del Pisacane). Con quei gruppi, nel 1865, entrò in contatto il Bakunin (v.) ed è questione ancora aperta quella dell'influenza che ebbe su di lui il pensiero del Pisacane.

Con l'attività del Bakunin si andò sempre più accentuando il[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 180

Brano: [...]ociale, i contrasti con lo Stato oppressivo, la fedeltà alle antiche regole di vita comunitaria nei villaggi della Barbagia portarono nei secoli scorsi a vivaci lotte di resistenza e al formarsi a Nuoro, come nei centri vicini, di una tradizione di radicalismo democratico.

Nel periodo di formazione dell’unità nazionale, questa tradizione fu autorevolmente rappresentata da Giorgio Asproni (18091876), personaggio di primo piano nella storia del mazzinianesimo.

Agitazioni e lotte sociali segnarono i primi cinquant’anni del seco

lo, in cui la politica dei Savoia si espresse soprattutto con la legge delle Chiudende (1820) e con l'abolizione della proprietà feudale da parte di Carlo Alberto (1836). Con la legge delle Chiudende, che imponeva la recinzione delle terre, sarebbe dovuta nascere la proprietà terriera di tipo borghese, ma essa era in contrasto con la tradizione locale di possesso comunitario delle terre, usate per i pascoli e per la sussistenza della comunità. L’abolizione della proprietà feudale, addebitando ai Comuni il pagamento del[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 235

Brano: [...]upando la fabbrica per alcune settimane. La lotta durò sino a quando, all’inizio del 1950, la polizia in forza cacciò gli operai dallo stabilimento che venne definitivamente chiuso.

M.B.M.

Omodeo, Adolfo

N. a Palermo nel 1889, m. a Napoli il 28.4.1946; docente universitario. Storico delle origini del cristianesimo, del Risorgimento italiano e del liberalismo europeo, fin dagli anni della giovinezza si ispirò ai motivi etici e ideali del mazzinianesimo. Appartato nella propria attività di studioso, negli anni del « giolittismo » non manifestò alcun interesse per la partecipazione alla vita politica, sebbene lasciasse trapelare da scritti ad amici e collaboratori l’avversione che nutriva verso l’operato dello statista cuneese e l’ancor più marcata antipatia per il movimento socialista, fermo in questo alla visuale profondamente intellettualistica e aristocratica (non priva di sdegnosa alterigia) che improntava il suo liberalismo destinato a trovare punti d’incontro col pensiero gentiliano.

Alla vigilia dello scoppio della Prima guerra mon[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine mazzinianesimo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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