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Il segmento testuale mazziniane è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 40Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 127

Brano: [...]anche il proletariato urbano. Se si pone in maniera troppo esclusiva l’accento sul carattere artigianale della manifattura in Italia e, di conseguenza, sull'arretratezza ideologica del movimento operaio italiano nei primi decenni dopo la unificazione, si riesce a cogliere soltanto uno dei isuoi aspetti: se ne colgono, cioè, gli elementi di stazionarietà, senza cogliere, nello stesso tempo, quelli di sviluppo. Se è vero, infatti, che le influenze mazziniane e poi bakuniniane rimasero per qualche tempo forti nel movimento operaio italiano, è anche vero che in esso si svilupparono ideologie operaiste e socialiste che vanno collegate con le trasformazioni che, contemporaneamente, si

avevano nel campo industriale e, più in generale, neH’economia italiana (non a caso l’operaismo ebbe il suo centro a Milano, mentre il socialismo, oltre che nelle città, si sviluppò nelle zone agrarie in cui i rapporti di produzione avevano raggiunto uno stadio più avanzato, nel senso dello sviluppo capitalistico) .

Certo, per qualche tempo dopo l’unificazione le [...]

[...]mo ebbe il suo centro a Milano, mentre il socialismo, oltre che nelle città, si sviluppò nelle zone agrarie in cui i rapporti di produzione avevano raggiunto uno stadio più avanzato, nel senso dello sviluppo capitalistico) .

Certo, per qualche tempo dopo l’unificazione le società operaie continuarono ad avere un carattere prevalentemente mutualistico e, quando cominciarono ad assumerne uno politico, ciò avvenne soprattutto per l’influenza del mazzinianesimo. Occorre però ricordare che già in periodo risorgimentale si era avuta in Italia la formazione di un’ideologia socialista, quella del Pisacane, e se essa era rimasta inefficace nel corso del Risorgimento, aveva avuto invece una certa influenza dopo il 1860, nella formazione ideologica dei primi gruppi socialisti napoletani (in cui erano, appunto, alcuni seguaci del Pisacane). Con quei gruppi, nel 1865, entrò in contatto il Bakunin (v.) ed è questione ancora aperta quella dell'influenza che ebbe su di lui il pensiero del Pisacane.

Con l'attività del Bakunin si andò sempre più accentuand[...]

[...]imento, aveva avuto invece una certa influenza dopo il 1860, nella formazione ideologica dei primi gruppi socialisti napoletani (in cui erano, appunto, alcuni seguaci del Pisacane). Con quei gruppi, nel 1865, entrò in contatto il Bakunin (v.) ed è questione ancora aperta quella dell'influenza che ebbe su di lui il pensiero del Pisacane.

Con l'attività del Bakunin si andò sempre più accentuando il distacco del movimento operaio dalle posizioni mazziniane e si andò diffondendo l'internazionalismo. Quattro anni dopo la fondazione della Prima Internazionale (v.), nel 1868, furono fondate in Italia le sue prime sezioni. L'avvenimento che rese assai ampia la frattura tra mazziniani ed internazionalisti fu la Comune, la cui caduta, invece di rallentare la loro attività, spinse gli internazionalisti italiani ad intensificarla. Indubbiamente, in quel periodo, il movimento rimase nelle mani di piccoloborghesi e fu su posizioni spesso assai confuse, nonostante gli assidui interventi di Engels (v.), ma l’opera di agitazione e di propaganda che fu condot[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 504

Brano: [...] e un’estesa attività mercantile, Genova è ricca di tradizioni democratiche ed è sempre stata teatro di grandi lotte popolari nei momenti più importanti della storia del movimento operaio italiano.

Albori dell'organizzazione operaia

Verso la metà dell’Ottocento, malgrado le arretratezze e le chiusure feudali dello Stato sabaudo, Genova conobbe un certo sviluppo dei traffici marittimi e, mentre si estendeva l’influenza delle idee liberali e mazziniane, vide formarsi i primi embrioni organizzativi del movimento operaio. Nel 1848, anno di sommovimenti rivoluzionari in tutta Europa e della prima carta costituzionale del Regno sabaudo, si ebbero in città le prime agitazioni operaie: il 15.3.1848 i portuali manifestarono contro la cosiddetta « libertà di facchinaggio », ottenendo l’abolizione del privilegio di cui godevano le Compagnie bergamasche dei Caravana; pochi giorni dopo, il 4 aprile, furono i compositori tipografi a entrare in agitazione.

Sulla base del diritto di associazione sancito nello Statuto albertino vennero quindi formandos[...]

[...]zione del privilegio di cui godevano le Compagnie bergamasche dei Caravana; pochi giorni dopo, il 4 aprile, furono i compositori tipografi a entrare in agitazione.

Sulla base del diritto di associazione sancito nello Statuto albertino vennero quindi formandosi le prime società di mutuo soccorso. Nel 1850 si costituirono l'Associazione dei tipografi e la società mutualistica di Voltri Dio e Umanità che ispirarono i loro statuti alle concezioni mazziniane. A queste se ne aggiunsero ben presto altre, anche di ispirazione cattolica, come l'Associazione di mutuo soccorso di piazza Sarzano.

La rapida maturazione di una coscienza dei comuni interessi e di un più largo senso di solidarietà portò, nell’agosto 1853, alla costituzione della Consociazione operaia genovese, di grande valore unitario, pur nei limiti di una ideologia ancora idealistica e vagamente umanitaria.

Con lo sviluppo delle organizzazioni mutualistiche nelle città fu possibile organizzare i Congressi operai dello Stato sardo, il primo dei quali, tenutosi ad Asti nell’ottobre d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 650

Brano: [...]ò un « Prestito nazionale per la causa italiana » allo scopo di finanziare nuove azioni armate, come quella di Pier Fortunato Calvi in Cadore (1853) e lo sbarco di Carlo Pisacane a Sapri (1857), entrambe conclusesi tragicamente. Per la seconda volta Mazzini fu condannato a morte in contumacia.

11 costoso fallimento dei ripetuti tentativi insurrezionali cominciò a ingenerare in molti patrioti italiani la convinzione che le concezioni politiche mazziniane e i suoi metodi di lotta non si adeguassero alla realtà storica: Mazzini parlava continuamente di « popolo », ma in effetti egli si rivolgeva poi a una élite intellettuale e a gruppi di borghesi radicali; inoltre, a sentire l’agitatore genovese, sembrava che in Italia non esistessero altri nemici che gli austriaci, mentre risultava sempre più chiaro che i principali nemici deH'indipendenza nazionale erano i ceti aristocratici e le forze clericali che sostenevano, ricambiati, la dominazione straniera.

Quando nel 1859 scoppiò la Seconda guerra d’indipendenza, Mazzini condannò l’alleanza fran[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 682

Brano: [...]sero come loro rappresentante Giuseppe Mazzini (v.). Più tardi gli stessi fattori che avevano reso possibili queste elezioni (l’eredità garibaldina, le gravi condizioni economiche dell'Isola, la « scoperta », da parte dei liberali illuminati, del mondo contadino con il suo patrimonio di dignità essenziale — si pensi che é del 1874 il primo racconto contadino di Giovanni Verga), stimoleranno le polemiche sul liberalesimo e la revisione delle tesi mazziniane, anche per l’atteggiamento negativo assunto da Mazzini nei confronti dell’lnternazionale e della Comune.

Movimento operaio

L'esempio francese fu determinante per la formazione di una tendenza socialista che neN'isola si innestò sul ceppo della cultura liberale e democratica. La pubblicazione della « Emancipazione » di M. Aldisio Samito (aprile 1871) e la quasi contemporanea fondazione della sezione cittadina dell 'Associazione italiana dei lavoratori (fra i promotori vanno ricordati R. Villari, L Morelli e Antonio De Leo) segnarono per Messina il passaggio dal precedente radicalismo a u[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 772

Brano: [...]caso, bensì al fatto che il monarchismo era presente in forze e in posizioni dirigenti entro tutto l’arco delle formazioni politiche borghesi, con qualche propaggine secondaria perfino nei ranghi dell’ala destra del socialismo riformista.

Né la questione istituzionale, in quei decenni dall’avvento dell’Unità, fu mai posta con speciale vigore dal

lo stesso movimento socialista. Essa rimase, se mai, appannaggio di esigue pattuglie radicali e mazziniane, più testimonianza di intransigenze individuali e di principio che non vera e propria linea di contestazione repubblicana calata nelle lotte delle masse.

Prime organizzazioni monarchiche

L’organizzazione dei ranghi monarchici in quanto tali risale dunque al momento nel quale, dopo le vicende del 25.7,1943 e ancor più dopo quelle dell’8 settembre, la causa della Corona sabauda e dell’istituto stesso, compromessa si

no all’ultimo con quella del fascismo e poi quanto mai scossa dalle vergognose capitolazioni dei 45 giorni badogliani e dell’armistizio con la fuga del re al Sud, apparve b[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 406

Brano: [...]lio. Tradotta nella caserma ex « Principe di Piemonte » di Cividale del Friuli, fu sottoposta a duri interrogatori dal Comando tedesco e fucilata alcuni giorni dopo, evidentemente per il suo rifiuto di collaborare.

11 suo corpo venne ritrovato alle Fosse del Natisone (v.).

Pareto, Vilfredo

N. a Parigi il 15.7.1848, m. a Céligny presso Ginevra (Svizzera) il 19.8.1923; sociologo ed economista. Suo padre, di origine ligure, per le sue idee mazziniane era stato costretto a espatriare e rientrò in Italia con la famiglia nel 1850. A

21 anni Vilfredo Pareto si laureò in ingegneria con una tesi sui « Principi fondamentali dell'equilibrio dei corpi solidi » e, dopo essere stato ingegnere delle Ferrovie, divenne direttore generale delle Ferriere italiane, lavoro che gli offrì la possibilità di frequenti viaggi all’estero, soprattutto in Inghilterra.

Economista liberale

Democratico convinto e sostenitore di un liberalismo intransigente, in questi anni partecipò a campagne contro il « socialismo di Stato », il protezionismo e la politica [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 580

Brano: [...]ccortamente filtrata attraverso il notiziario cittadino, non gli evitò alcuni sequestri da parte delle autorità asburgiche, specie nei primi anni).

Sostenitore della politica del gruppo di potere liberalnazionale e degli ambienti finanziari suoi alleati, attento nell evitare toni e posizioni irredentistici spinti o espliciti (allora estranei alla dirigenza liberalnazionale e propri invece del quotidiano L’indipendente e di minoranze radicali, mazziniane e garibaldine), « Il Piccolo » divenne non solo l’informatore più diffuso (un primato che non perderà più, anche per una serie di circostanze favorevoli e scelte opportune), ma l’organizzatore del consenso di vasti strati piccolo e medio borghesi intorno alla linea « moderata » della classe dirigente che aveva nel municipio il suo principale strumento di governo e di influenza nella vita pubblica.

La difesa deH'« italianità » del Comune di Trieste assicurava infatti il controllo su gran parte dell’attività amministrativa, scolastica, ricreativa, assistenziale, edilizia ecc. della città e l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 405

Brano: [...] chi tra questi era analfabeta. Nel 1869 essa organizzò in Savona il Secondo congresso operaio ligure e gettò le basi per la creazione di una Banca mutua popolare nonché di una Società cooperativa di consumo, ma il 30.1.1873 la Società Progressista venne sciolta dal prefetto di Genova (Colucci) con un decreto che la qualificava « sovvertitrice dell’attuale ordine delle co^ se ». Sua colpa era stata (oltre alle ripetute manifestazioni apertamente mazziniane) l’aver deliberato un sussidio a favore di 18 famiglie appartenenti alla Fratellanza Operaia di Pomarance, in Toscana, stremate da un lungo sciopero.

Nondimeno, all’indomani del suo scioglimento la Società Progressista ricomparve con gli stessi ideali e sotto le spoglie di Fratellanza Operaia Savonese, proponendosi in seguito di consociare le troppe società operaie che si erano intanto formate, deboli e incapaci nel chiuso di gretti interessi di mestiere: le Società dei Carpentieri, dei Calafati, dei Marinaj, dei Calzolai, dei Confettieri, dei Conciapelli, dei Tipografi, dei Parrucchieri, [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine mazziniane, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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