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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 589

Brano: [...]ti che da alcuni settori libertari.

Malgrado le amarezze procurategli dalla vicenda spagnola, Rosselli non rinunziò a reputare valida la sua visuale, ma più tardi si applicò a un coraggioso ripensamento delle primitive impostazioni. In una serie di articoli apparsi sul settimanale nei giorni che precedettero la sua morte, egli si volse a esaminare le possibili coincidenze e confluenze delle forze della sinistra italiana, dai comunisti ai socialisti e ai giellisti, su nuove basi, mirando a una lenta opera di avvicinamento che aveva al suo sbocco l’ipotesi di un’unità organica per dare all’Italia liberata dal fascismo un’unica, seppur articolata, forza dirigente del movimento operaio.

Rosselli scriveva sulle pagine del giornale che il proletariato era ormai « l’unica classe capace di operare quel sovvertimento di istituzioni e di valori » rientrante nei propositi del movimento giellista; e che il movimento stesso aveva assunto « un netto ca

GIUSTIZIA E LIBERTÀ

Smzi 58 anni fi pigra igli ìJUeiieftuait piemontesi sulle sjwdf accusati ijprteoeit a[...]

[...]esa fin dal luglio sullo stesso settimanale da Silvio Trentin, e con marcato accento d’urgenza dopo la confluenza, nel movimento, di « Azione repubblicana e socialista », il gruppo capeggiato da Ferdinando Schiavetti che ^propugnava una qualificazione classista dei repubblicani e che perciò si incontrava con le tesi sempre sostenute da Emilio Lus$u (v.), nuovo leader virtuale della formazione giellista.

Ma l'accentuazione dei connotati « socialisti » non trovava concordi tutti gli esponenti della compagine (già alcuni, come Alberto Tarchiani, se ne erano allontanati in epoca antecedente, appunto dissentendo su questo « sinistrismo ») mentre, da parte loro, comunisti e socialisti si incontravano nel Patto di unità d'azione, accusando i gieliisti (con una polemica che oppose in modo assai acceso Mario Montagnana, redattore di Stato Operaio, a Trentin) di essere una pura frazione dell'opposizione borghese al fascismo.

La morte di Rosselli, il patto unitario fra comunisti e socialisti, la tragica conclusione della guerra di Spagna, acutizzando i contrasti interni al gruppo dirigente e le difficoltà del giovane movimento (che in realtà non aveva mai trovato uno spazio reale per espandersi) tolsero al settimanale parigino la vivacità che aveva avuto nei suoi momenti migliori, anche se esso rimase una sede di dibattiti apprezzabili e seri, impegnati sempre su questioni centrali della politica internazionale e della situazione interna italiana. Rosselli aveva lucidamente previsto che, dopo le imprese del regime in Africa e in Spagna, la guerra nazifascista sarebbe stata inevit[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 166

Brano: Novara

listi e coraggiosi»). Il 27 marzo si ebbe l’eccidio di Barengo: la Guardia Regia, chiamata dall’agrario Baldi a protezione dei crumiri, uccise 3 lavoratori. Nel maggio i rapporti di forza nelle campagne erano in misura schiacciante a favore dei socialisti che, nelle elezioni degli Uffici di collocamento nella Bassa novarese, raccolsero 6.692 voti contro 180 voti raccolti dai cattolici. La sfida degli agrari fu lanciata con un Manifesto ai lavoratori della terra e darà i suoi frutti l’anno successivo, con la costituzione della maggior parte dei Fasci di combattimento della provincia. Oltre al vercellese Alice, i fascisti più in vista erano Annovazzi, Carnevali, M arcioni, Gusmani, Berto!otti, Natale, Colli Lanza, Bertani, Marinoni, Morgante, Aina, Ubezio, Brustia e Cameronì.

L’offensiva dei padroni delle risaie fu sorretta dall’estendersi de[...]

[...]va dei padroni delle risaie fu sorretta dall’estendersi del fenomeno dell’affittanza che poneva a guardia dei fondi una nuova categoria di agricoltori specializzati, dotati di mezzi tecnici e finanziari adeguati. Li sosteneva un apparato di sorveglianti, composto da ex arditi, reduci di guerra, disoccupati e mercenari, intossicati da acceso antagonismo, esasperato dai guasti della guerra e dalle tensioni del conflitto sociale in atto, che i socialisti non seppero neutralizzare. L’occupazione delle fabbriche assunse nel Novarese un carattere prevalentemente dimostrativo e coinvolse circa 1.500 operai. Più compatta fu l’agitazione nel Biellese (diretta da Pierino Tempia, Oreste Mombello e PJetro Pilin Cerruti) e nel CusioVerbanoOssola, dove alla testa del movimento si trovarono Battista Maglione, Car

lo Pedroni e Picciotti Bondi. La restaurazione padronale, attuatasi con licenziamenti e intimidazioni (alla Rotondi di Novara l'operaio licenziato Arturo Dalle Olle sparò al direttore) era favorita anche dal cedimento dei dirigenti sindacali [...]

[...]ettore) era favorita anche dal cedimento dei dirigenti sindacali che accettarono il principio dell’organizzazione gerarchica all’interno degli stabilimenti quale « condizione essenziale della produzione ».

Fondazione del P.C.d’I.

La consistenza del nascente Partito Comunista d’Italia si delineò al Congresso provinciale del P.S.I. del dicembre 1920, allorché la mozione comunista di Giuseppe Bellone ottenne 3.501 voti contro 7.004 dei massimalisti (Malatesta) e 69 dei riformisti (mozione Beltrami). AI Congresso socialista di Livorno le

7.127 opzioni di NovaraVercelliBiella dimostrarono che in queste zone esisteva il più forte nucleo comunista a livello nazionale. Alla fine del 1921, con 3.374 iscritti al P.C.d’I., si ebbe qui la seconda più importante circoscrizione elettorale e Federazione comunista, dopo quella di Torino.

Aderirono al nuovo partito la maggior parte degli iscritti alla Federazione giovanile socialista e i quadri operai espressisi durante l’occupazione delle fabbriche: Giuseppe Giarda (segretario della F.I.O.M. e[...]

[...]a Mede, Albano V., Vercelli (dove imperversava il « ras » Leandro GelJona), Vinzaglio, Cigliano, Garbagna, Mezzomerico, Pernate, Pernasca, Baraggia di Suno, Landiona, Cureggio, Sozzago, Sizzano, Cossila, Borgovercelli, Magnano Biellese, Vogogna, Baveno, Lignana, Palazzolo, Pallanza, Scopello, Varallo Sesia, Trino, Stroppiarla, Motta dei Conti, Suna.

Le elezioni del 1921, svoltesi in un clima di violenza fascista, ridussero a 6 i deputati socialisti (Maffi, Malatesta, Quaglino, Ramella, Rondani e Gaetano Zirardini). Gli eletti del « Listone » liberalfascista furono 4 (Alice, Falcioni, Gray e Rossi' ni). I popolari videro riconfermato Pestalozza, mentre i comunisti elessero Ennio Gnudi, sostituito poi da Bellone, essendo invalidata, per minore età, l’elezione di Gnudi.

La sconfitta operaia

Nel 1922, anno della « Caporetto socialista », le organizzazioni del movimento operaio passarono alla difensiva, lasciando spazio allo squadrismo fascista. Uniche reazioni degne di nota furono le im

166



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 524

Brano: [...] (1971)

istituzioni che detenevano ii potere alla base (cioè nei villaggi), fu il risultato della strategia proposta da Mao. L’ascesa di Mao a una posizione di primato assoluto, sia come capo dello Stato sia come presidente del partito, nel 1949 apparve a tutti come il naturale riconoscimento del suo ruolo storico nella liberazione del popolo cinese dalla millenaria oppressione dei proprietari terrieri e dall’ormai secolare dominazione imperialistica.

Costruzione del socialismo e lotta di classe

Meno incontestata la problematica aperta dalle scelte di Mao nella costruzione in Cina di una società socialista, avviata dalla rivoluzione agraria che nel periodo tra il 1949 e il 1952 diede la terra soltanto a chi la lavorava, ponendo termine allo sfruttamento delle masse rurali, e dalla confisca delle imprese possedute dagli imperialisti

o dai burocrati del Kuomintang.

La decisione di avviare la Cina a un regime socialista fondato sulla proprietà collettiva dei beni di produzione prima che lo sviluppo delle forze produttive avesse creato le condizioni per un'industrializzazione su larga scala e per una vasta accumulazione di capitali, trovò indubbiamente in Mao e nell’azione da lui svolta nel partito il maggior elemento propulsivo e, ancora una volta, tale decisione ebbe nel campo agrario il più valido e fecondo terreno di sperimentazione. Superando probabilmente forti resistenze aH’interno del partito stesso, nel 1955 [...]

[...] con un processo graduale e nel quale, accanto alla lotta di classe, venisse impiegato parallelamente il meccanismo del consenso e della ricostituzione dell’unità.

Questa prospettiva derivante da tutta la passata esperienza strategica dei comunisti cinesi, dal 1957, ossia in un momento critico per le forze del socialismo nel mondo, in concomitanza con il XX Congresso del P.C.U.S., con i fatti d’Ungheria e con altri sviluppi nei paesi socia

listi, venne assumendo sempre più le caratteristiche di una proposta alternativa generalizzata alla linea sostenuta fino allora (e da allora in poi) dai dirigenti sovietici, sia sul piano delle trasformazioni sociali interne sia su quello dei rapporti internazionali.

Già nel 1958 la costituzione delle « comuni » quali nuovi nuclei di base della società, dell’attività produttiva e delle istituzioni statali in Cina, così come il lancio di una intensa mobilitazione economica per ottenere un « grande balzo in avanti » nella produzione, se apparvero legati intrinsecamente alla precedente elaborazione[...]

[...]nza di partiti comunisti e di società socialiste. In seguito, la proposta dei comunisti cinesi (ma in effetti partita soprattutto da Mao) di una linea generale alternativa rispetto a quella indicata dai dirigenti sovietici nei rapporti con le forze del nemico di classe (sia a livello internazionale per i rapporti con gli Stati Uniti, sia a livello interno nelle società socialiste per i rapporti tra le varie forze sociali, sia nelle società capitalistiche per i rapporti tra movimento operaio ed ordine capitalistico), portò alla constatazione di una sostanziale e non rimarginabile divergenza strategica tra sovietici e cinesi nell'interpretazione delle concezioni fondamentali della lotta di classe interna ed internazionale, oltre che nelle scelte economiche, politiche, culturali, diplomatiche da essa derivanti. Mentre attorno al 1960 Mao — con coloro che erano stati a suo tempo

524



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 168

Brano: [...]e a Ernesto Carpano e all'industriale Virgilio Luisetti. Ramella, politicamente inattivo dal 1925 e perseguitato dal regime, arrivò al compromesso insieme all'ala collaborazionista della vecchia C.G.d.L. di D’Aragona. Battista Maglione e Rinaldo Rigola furono tra i firmatari dell’atto di autoscioglimento della C.G.L. (v. Associazione Nazionale Studio). Malatesta venne assunto nel 1926 da Benito Mussolini al « Popolo d'Italia » e alcuni ex massimalisti verbanesi passarono a dirigere i sindacati fascisti.

In questi anni i comunisti tennero nel Novarese congressi clandestini, di cui il più importante fu il Congresso nazionale del gennaio 1926 (detto del « Castello della ruota », in un mulino abbandonato di Mezzana), e produssero fogli clandestini come Gioventù Rossa, La Risaia, La voce della gioventù. Nel

1927 venivano diffuse 800 copie de « l'Unità ».

Nel giugnoluglio 1927 i comunisti guidarono per tre giorni una dimostrazione di circa 10.000 mondine del Novarese e del Vercellese, alla quale sarebbero seguiti centinaia di arresti e [...]

[...]o Moscatelli e Giacomo Grai.

Nel 1933 gli operai della Rhodiatoce di Pallanza, guidati da Celso Beifanti, protestarono contro l'introduzione del sistema « Bedaux », che rendeva più faticoso e parcellizzato il lavoro di fabbrica. Si ebbero inoltre fermate alla Bemberg di Gozzano.

Negli anni dal 1932 al 1934, in provincia di Novara si sviluppò un ramificato movimento cospirativo che coinvolse centinaia di militanti comunisti, anarchici, socialisti e giellisti. I vari servizi di pubblica sicurezza del regime, grazie all’infiltrazione di agenti provocatori, pervennero a numerosi arresti, con conseguenti deferimenti al T.S., alla Commissione provinciale per il confino e ai tribunali ordinari.

I centri più importanti di dissidenza e attività sovversiva erano in questo periodo Omegna, Gravellona Toce, Verbania, Villadossola, Romagnano Sesia, Castelletto Ticino, GressaFontaneto, Trecate, Galliate, Cameri, collegati con Biella, Sesto Calende e Milano. Finirono in carcere o al confino gli antifascisti: Nunzio Guerrini, Mario Tosetti, Matteo Firenze, Il[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 660

Brano: [...]ano partecipato al convegno di Maletto (Antonietti, Salza, Rossetti, Caneparo e Corbelletti) furono costantemente alla testa dei loro reparti per tutta la durata dei combattimenti.

Esperienze della lotta

L'esame critico seguito a quell’esperienza mise in luce una serie di errori compiuti dalle forze partigiane: in primo luogo le gravi deficienze del servizio informazioni, per cui i garibaldini erano partiti all’attacco ignorando che i giel listi e gli autonomi non avrebbero partecipato all’azione. L’esperienza dimostrò inoltre che un’azione combinata tra formazioni di diversa estrazione e non subordinate a un Comando unico, poteva avere successo soltanto dopo aver raggiunto completo affiatamento tra i vari Comandi. In ogni caso erano sempre da prevedere contrattempi e imprevisti che, aM’ultimo momento, avrebbero potuto far mancare qualche reparto aH’appello. Da tener anche presente che tanto il Battaglione « Caralli » quanto il « Bixio » avevano una scarsa conoscenza del terreno di lotta e delle località da occupare. Perfino la scelt[...]

[...]incia ricevettero un urto formidabile che minacciò di scompaginarlo e dissolverlo, continuare la pubblicazione del "Grido" era documento di energia e di azione socialista: ogni sacrificio, finanziario e personale, aveva un preciso valore e significato. Oggi la pubblicazione a Torino di un’edizione delI’ " Avanti " è documento eloquentissimo che quello stato d’animo e quella condizione di fatto sono superati vittoriosamente, trionfalmente; i socialisti e il proletariato di Torino, della provincia e del Piemonte, associati nel partito, nelle organizzazioni di resistenza e nelle cooperative, possiedono tanta energia fattiva, tanta concreta volontà da iniziare la pubblicazione di un quotidiano, da promuovere nella regione loro la fondazione di un nuovo robusto organismo dell’ " Avanti ", gloriosa arma di battaglia del socialismo internazionale e del proletariato italiano. Il " Grido del Popolo " ha tuttavia svolto, in questo ultimo periodo, un suo compito che ha avuto una qualche utilità per la cultura dei compagni e per l'azione socialista. L[...]

[...]lezze, ma la buona volontà non allunga il tempo né diminuisce le distanze, il " Grido " ha cercato di diventare, da settimanale di cronaca locale e di propaganda evangelica, una piccola rassegna di cultura socialista, sviluppata secondo le dottrine e la tattica del socialismo rivoluzionario; molti dei suoi articoli sono stati letti con interesse e discussi nei circoli dai compagni giovani, molti sonc stati riprodotti dagli altri settimanali socialisti; il " Grido " ha cercato di avere un indirizzo preciso, ideale, e certo vi è riuscito se i giornali avversari lo prendono ad esempio di frenetico (!) bolscevismo. Stretto alla gola da una censura angustamente inintelligente, è riuscito tuttavia a pubblicare sulla rivoluzione russa e sui problemi ideologici e tattici da essa suscitati, articoli discussi, citati, vilipesi. Anche questo suo ultimo periodo di esistenza non è stato dunque vano e senza risultati, e forse la sospensione desterà in qualcuno un certo rincrescimento, lascerà un vuoto che nessuna altra voce riuscirà a colmare. È la nost[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 396

Brano: [...]re il trattato, se non ne fosse stato dissuaso da una minaccia di sciopero dei ferrovieri inglesi che si rifiutavano di trasportare il « duce » da Dover a Londra. Nelle giornate del suo soggiorno a Locamo Mussolini non ebbe le accoglienze che sperava, anzi, fu oggetto di manifestazioni apertamente antifasciste: il socialista Emi le Vandervelde, ministro e delegato per il Belgio, si rifiutò di stringere la mano al dittatore e gran parte dei giornalisti, per protesta contro la soppressione della libertà di stampa in Italia, disertò il ricevimento al quale erano stati invitati da Mussolini. Un solo giornalista inglese vi partecipò e, di quelli francesi, soltanto i conservatori e i nazionalisti accettarono l’invito.

Dopo il rientro del duce in Italia, la stampa fascista si diede a levare proteste e minacce per quanto era avvenuto.

Lo stesso Mussolini, in un articolo apparso sul quotidiano Cremona Nuova (22.10.1925) e poi ripreso da tutta la stampa italiana, scrisse, fingendo di non capire che era in gioco non l’Italia, ma solo la sua persona: « La nuova Italia non tollera offese, non soffre menomazioni, non sopporta insulti. I cartel listi vanno preparando nel nostro paese una psicologia di guerra. L’insulto cade come una goccia continua, come uno stillicidio insopportabile su[...]

[...]ttarono l’invito.

Dopo il rientro del duce in Italia, la stampa fascista si diede a levare proteste e minacce per quanto era avvenuto.

Lo stesso Mussolini, in un articolo apparso sul quotidiano Cremona Nuova (22.10.1925) e poi ripreso da tutta la stampa italiana, scrisse, fingendo di non capire che era in gioco non l’Italia, ma solo la sua persona: « La nuova Italia non tollera offese, non soffre menomazioni, non sopporta insulti. I cartel listi vanno preparando nel nostro paese una psicologia di guerra. L’insulto cade come una goccia continua, come uno stillicidio insopportabile sull'anima italiana e scava lentamente l'abisso che a lungo andare diventa insuperabile. Crea un collettivo sentimento di avversione contro chi continua implacabile l'azione denigratrice e determina quello stato d'animo da cui, ad un dato momento, scatta la reazione vendicatrice di umiliazioni pazientemente subite ». Alcuni mesi più tardi Mussolini diede del trattato il seguente giudizio: « Il non sottoscrivere il Patto di Locamo sarebbe stato un errore colo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 584

Brano: [...] di fronte all’avanzata della dittatura aveva tolto a quei democratici di vario orientamento ogni fiducia nell’utilità e nella possibilità stessa di far sopravvivere quelle compagini politiche; e per contro li spingeva a cercar di suscitare negli italiani stimoli di ribellione immediata, nella convinzione che il fascismo non sarebbe crollato a causa delle sue intime manchevolezze, come mostravano di ritenere tanti uomini politici liberali e socialisti.

Estranei all'ipotesi di un lungo lavoro di preparazione clandestino, quale quello cui andavano accingendosi i comunisti, e per

lo più legati a ideali e concezioni della « sinistra risorgimentale » mazziniana e garibaldina (ideali che già nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale, avevano portato la maggior parte di essi nei ranghi del cosiddetto « interventismo democratico »), i gielIisti dichiaravano di voler « archiviare per ora le tessere dei partiti » per creare «una unità d'azione». «Movimento rivoluzionario, non partito — era scritto nel loro primo foglio clandestino, da[...]

[...]uerra mondiale, avevano portato la maggior parte di essi nei ranghi del cosiddetto « interventismo democratico »), i gielIisti dichiaravano di voler « archiviare per ora le tessere dei partiti » per creare «una unità d'azione». «Movimento rivoluzionario, non partito — era scritto nel loro primo foglio clandestino, datato da Roma, ma edito in Francia e apparso nel novembre 1929 —, " Giustizia e Libertà ” è il nome e il simbolo. Repubblicani, socialisti e democratici, ci battiamo per la libertà, per la repubblica, per la giustizia sociale. Non siamo più tre espressioni differenti, ma un trinomio inscindibile [...] ».

L’energia e il generoso attivismo degli aderenti a G.L. in Italia attirò verso di loro uomini di orientamento socialista come Giuseppe Faravelli e Rodolfo Morandi, Miche

le e Renzo Giua, Ferdinando De Rosa, che senza abbandonare il loro schieramento di classe trovarono nel movimento di Rosselli, nei gruppi di Milano e Torino, i punti di riferimento per svolgere un’attività clandestina in un periodo di completa disorganizza[...]

[...]G.L. in Italia attirò verso di loro uomini di orientamento socialista come Giuseppe Faravelli e Rodolfo Morandi, Miche

le e Renzo Giua, Ferdinando De Rosa, che senza abbandonare il loro schieramento di classe trovarono nel movimento di Rosselli, nei gruppi di Milano e Torino, i punti di riferimento per svolgere un’attività clandestina in un periodo di completa disorganizzazione delle forze socialiste nel paese.

La lotta in Italia

I giel listi diffusero gran numero di opuscoli, diretti a singole categorie

o dedicati a problemi specifici, stampandoli in Francia e trasferendoli con rischiose missioni in Italia. Altri materiali venivano clandestinamente prodotti dai militanti dei nuclei interni, come Ernesto Rossi e Riccardo Bauer, i quali prepararono anche piani di colpi di mano dimostrativi contro il regime.

Ma le due imprese più spettacolari portate a conclusione da G.L. son rimaste il volo su Milano compiuto da Giovanni Bassanesi (v.) e da Gioacchino Dolci, i quali volteggiarono per 25 minuti sulla città con un aereo alzatos[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 335

Brano: [...]ere di lanciare un appello per appoggiare l’azione operaia.

In realtà, in quei giorni, vi erano state varie riunioni del C.L.N. regionale piemontese, ma di fronte al problema dello sciopero erano sorte tra i suoi membri profonde divergenze. Mentre il Partito comunista e il Partito d’Azione lo approvavano senza riserve e perfino i rappresentanti del Partito liberale, seppure con qualche esitazione, si trovavano d’accordo, i rappresentanti socialisti e democristiani si mostravano decisamente contrari. Soltanto il sabato 24 un intervento del segretario della Federazione socialista torinese permise di supe

rare le indecisioni. In quello stesso giorno venne diffuso in 20.000 copie un manifesto firmato congiuntamente da comunisti e socialisti, cui fece seguito, il giorno dopo, un manifesto di solidarietà con i lavoratori in lotta, a firma dell’intero C.L.N..

Lunedì 26 giugno il Comando tedesco revocò la serrata, ordinando la ripresa del lavoro; ma il 27 e il

28 lo sciopero continuò ugualmente, mentre le commissioni operaie cominciarono a discutere con le Direzioni dei rispettivi stabilimenti le condizioni per la ripresa del lavoro: alla Mirafiori furono concessi I’8 per cento di aumento ai percentualisti e il pagamento anticipato di 96 ore sulle 192 di fine d’anno, nonché licenze agricole e ferie agli operai che ancora non n[...]

[...] giorno dopo, un manifesto di solidarietà con i lavoratori in lotta, a firma dell’intero C.L.N..

Lunedì 26 giugno il Comando tedesco revocò la serrata, ordinando la ripresa del lavoro; ma il 27 e il

28 lo sciopero continuò ugualmente, mentre le commissioni operaie cominciarono a discutere con le Direzioni dei rispettivi stabilimenti le condizioni per la ripresa del lavoro: alla Mirafiori furono concessi I’8 per cento di aumento ai percentualisti e il pagamento anticipato di 96 ore sulle 192 di fine d’anno, nonché licenze agricole e ferie agli operai che ancora non ne avevano usufruito.

Nel contempo ebbe inizio l’esodo delle macchine dall'officina n. 17, ma gli operai cominciarono ad attuare largamente il sabotaggio, oltre che alle macchine, ai mezzi che dovevano trasportarle. L’appel

lo rivolto dalla Direzione affinché una parte delle maestranze accettasse di partire per le nuove sedi di lavoro, in località della Gardesana, raccolse non più di una ventina di adesioni. Inoltre fu prorogata di un mese la revoca degli esoneri dal [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 628

Brano: [...]cessità di una larga politica di unità d’azione con altre forze antifasciste e, quindi, la necessità della fusione con

il P.S.I. che, da parte sua, al Congresso di Roma dell’ottobre 1922 si sarebbe separato dai riformisti. Ma Bordiga, seguito in un primo tempo da tutto il gruppo dirigente del P.C.I., era decisamente contrario a qualsiasi fusione e persino a un’adesione collettiva di gruppi organizzati provenienti da altri partiti (« Se i socialisti vogliono entrare nel partito comunista ne facciano domanda individualmente alle nostre sezioni »: questa era la linea della direzione bordighiana).

Sotto il pungolo critico dell'lnternazionale tale posizione venne superata, ma in ritardo: il risultato fu che non si arrivò alla fusione col P.S.I. (nel quale,, frattanto, un gruppo capeggiato da Nenni aveva organizzato la frazione antifusionista che finì per avere il sopravvento), ma soltanto al distacco della corrente di sinistra di quel partito, detta dei terzinternazionalisti (v.), capeggiata da Giacinto Menotti Serrati, Fabrizio Matti, Gi[...]

[...] nostre sezioni »: questa era la linea della direzione bordighiana).

Sotto il pungolo critico dell'lnternazionale tale posizione venne superata, ma in ritardo: il risultato fu che non si arrivò alla fusione col P.S.I. (nel quale,, frattanto, un gruppo capeggiato da Nenni aveva organizzato la frazione antifusionista che finì per avere il sopravvento), ma soltanto al distacco della corrente di sinistra di quel partito, detta dei terzinternazionalisti (v.), capeggiata da Giacinto Menotti Serrati, Fabrizio Matti, Girolamo Li Causi, Mario Malatesta e altri, che entrò a far parte del P.C.I..

Gli arresti del 1923

Dopo la marcia fascista su Roma la reazione si accentuò nei confronti di tutte le forze antifasciste e con particolare virulenza contro i comunisti. Nel febbraio 1923, a centinaia, dirigenti e militanti del partito furono arrestati e molti di essi furono rinviati a giudizio per « eccitamento all’odio tra le classi sociali e attentato alla sicurezza dello Stato ».

Si calcola che i fermi e gli arresti siano stati oltre 2.000, m[...]

[...]lla forza pubblica da quella stessa data; e « Il Lavoratore » che, sospeso dal governatore di Trieste dal giorno successivo alla marcia su Roma, ottenne di poter temporaneamente riprendere le pubblicazioni finché, occupata la sua sede dai militari il 7.7.1923, non ne venne nuovamente vietata la pubblicazione.

In sostituzione dei tre quotidiani soppressi nacque a Milano il 12.2. 1924, grazie a un’intesa politica tra comunisti e terzinternazionalisti, rUnità (v.). Il nuovo quotidiano (nella cui redazione Ottavio Pastore e altri rappresentavano il Partito comunista, è Girolamo Li Causi la frazione terzinternazionalista del p.S.I.) esordì conducendo la campagna per le elezioni politiche di quell’anno e continuò a uscire fino alla promulgazione delle leggi eccezionali del novembre 1926.

Dalle elezioni del ’24 all’Aventino

Nell’aprile 1924, nel solito clima di za di prove dal Tribunale di Roma violenza e con una legge elettorale il 26.10.1923 (Amadeo Bordiga, fascista, furono indette nuove eleBruno Fortichiari, Umberto Terraci zioni pol[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 307

Brano: [...]a i quali numerosi ufficiali) ispirata da questo partito, che si denominò « Battaglione Giustizia e Libertà Rosselli ». Dopo i primi tempi di assestamento, ancora in settembre, il suo capo politico (Fermo Solari) fece un accordo di « fusione operativa » col Btg. « Friuli » della Garibaldi, trasferendo la formazione giel lista nelle vicinanze di quella comunista e precisamente a Calla Zapatok, nelle valli del Natisone. Ciò equivaleva, per i giel listi, ad affiancarsi anche agli sloveni e, di fatto, per alcune settimane essi condivisemele azioni belliche e i travagli dei garibaldini e dei titini di quella zona.

Verso la fine di ottobre l’accordo però era già rotto, « per differenza di concezione e di metodo » (come scrisse allora, nel ’44, l’azionista Gastone Valente) e perché molti componenti del battaglione giellista non accettavano le pretese slovene (come aggiunge in una sua testimonianza Arrigo Secco, altro partigiano che vi faceva parte). Sta di fatto che alcuni si erano ritirati già prima del trasferimento a Calla e che il « grupp[...]

[...] Sta di fatto che alcuni si erano ritirati già prima del trasferimento a Calla e che il « gruppo sabotatori », anziché collaborare con i sabotatori garibaldini, si era ritirato almeno dalla metà di ottobre per collaborare con i gruppi autonomi di Attimis e di Gemona. Alla rottura finale dell’accordo nessun partigiano giellista restò su quei monti, salvo il predetto « gruppo sabotatori » che, come già detto, si era però unito a partigiani non giellisti. Sicché la formazione G.L. chiuse così la sua breve esistenza, pur con un’appendice gloriosa di sabotaggi, operati dal 28 ottobre al 2 dicembre sulla linea ferroviaria UdineTarvisio, ma in collaborazione con futuri osovani.

Significativo era anche il fatto che la ricerca di un capo militare per mettere insieme i vari gruppi non fosse riuscita. Per incarico di Mario Lizzerò (Andrea) per la Garibaldi e di Fermo Solari [Somma) per la G.L., due esponenti del battaglione giellista, Carlo Commessaci [Spartaco) e Antonio Giuriati [Tom], si erano recati a Caporetto, dove il generale degli alpini L[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine listi, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---comunisti <---socialista <---socialisti <---fascismo <---fascista <---comunista <---fascisti <---G.L. <---italiana <---nazista <---socialismo <---Partito comunista <---antifascista <---antifascisti <---italiani <---italiano <---Antonio Gramsci <---Bibliografia <---C.L.N. <---P.C.I. <---P.S.I. <---San Michele <---Storia <---antifasciste <---collaborazionista <---giellista <---ideologici <---italiane <---liberalsocialista <---massimalisti <---nazisti <---riformisti <---socialiste <---A Bandita di Cassinelle <---A New York <---A Pian del Fuoco <---A Piancastagna di Ponzone <---Adolf Hitler <---Adolfo U <---Affare Dreyfus <---Agraria <---Albano V <---Aldo Gà <---Amleto Tibah <---Angelo Cerutti <---Antonio Giuria <---Arrigo Secco <---Arturo Cozza <---Arturo Dalle Olle <---Bandita di Ca <---Bandita di Cassinelle <---Baraggia di Suno <---Bartolomeo Giacometti <---Battista Sant <---Beatrice Li <---Bemberg di Gozzano <---Benedetto Croce <---Biagio Bazzani <---Bruno Repetto <---Bruno Zevi <---C.G.L. <---Carlo Del Re <---Carlo Leone Fabbri <---Castelletto Ticino <---Cesare Castelli <---Cividale del Friuli <---Comitato centrale <---Conferenza di Locamo <---D.C. <---Domenico Ciglietti <---Domenico Marchisio <---Dover a Londra <---Edmondo De Amicis <---Egidio Zoratti <---Elia Musatti <---Emanuele Alberti <---Emilio Gaboli <---Emilio Lus <---Emilio Teruggi <---Ettore Croce <---F.I.O.M. <---FIAT <---Fabrizio Maf <---Faustino Barbina <---Felice Quaglino <---Ferdinando De Rosa <---Ferdinando Mangini <---Fortunato La Camera <---Francesco Introna <---Francesco Misiano <---Francesco Salata <---Franco Venturi <---Gaetano Zirardini <---Gaspare Di Gaetano <---Giacinto Menotti Serrati <---Giacomo Nanna <---Gian Battista Car <---Gigi Ventre <---Giovanni Cosattini <---Giovanni Invernizzi <---Giovanni Villa <---Giovanni di Tullio <---Girolamo Li Causi <---Giuseppe Bertona <---Giuseppe Bordini <---Giuseppe Rimola <---Giuseppe Tato <---Giusto Della Lucia <---Gravellona Toce <---Gregorio Cupic <---Gressa-Fontaneto <---Grido del Popolo <---Grido del Popolo La <---Gruppo Laureati Cattolici <---Guido Gi <---Hitler a Berchtesgaden <---Il Comunista <---Il Grido <---Il Lavoratore <---Il Monte Rosa <---Isidoro Azzario <---Italia Libera <---La Risaia <---La lotta <---La morte <---La tempesta <---La vita <---Lanfranconi a a Magnagh <---Libero Gulini <---Lino Leone <---Lloyd George <---Luigi Canepa <---Luigi Masini <---Luigi Remondino <---Mario Andreis <---Mario Pinoli <---Mario Viazzoli <---Monte Rosa <---Motta dei Conti <---Natale Duga <---Novara-Vercelli-Biella <---Novi Ligure <---Nuovi Quaderni <---Ordine Nuovo <---Otello Deluisi <---Ottavio Bertozzi <---P.C.U.S. <---P.S.I.U.P. <---P.S.L.I. <---Paolo Ro <---Patto di Locamo <---Patto di Monaco <---Pierino Tempia <---Piero Germano <---Pietro B <---Pino Fogar <---Presidenza del Consiglio dei Ministri <---Psicologia <---RIV <---Riccardo Bauer <---Rinaldo Cerosa <---Rinaldo Francese <---Rotondi di Novara <---San Giacomo di Boves <---San Luca <---San Michele Mon <---San Michele Mondovì <---San Nazzaro Sesia <---Secondino Sola Titetto <---Segretariato Attività Sociali <---Serafino Pizio <---Settimanale socialista <---Silvio Car <---Silvio Pampione <---Silvio Trentin <---Slavia Friulana <---Smeraldo Presutti <---Speciale Silvio <---Speciale Vittorio <---Stato Operaio <---T.S. <---Tribunale Speciale Silvio Bertona <---Tribunale Speciale Vittorio And <---Tribunale di Roma <---Udine-Tarvisio <---Umberto Terraci <---Vincenzo Moscatelli <---Zona libera <---amendoliano <---antagonismo <---antifascismo <---antifusionista <---attivismo <---aventiniana <---azionista <---azionisti <---bolscevismo <---bordighiana <---classista <---crociani <---d'Aosta <---d'Istria <---d'Italia <---dell'Italia <---democristiani <---deologica <---disfattiste <---emiliana <---facciano <---fasciste <---filofascista <---gappista <---gappisti <---gieliisti <---gielliste <---giellisti <---gramsciana <---ideologia <---imperialisti <---interventismo <---laburista <---laburisti <---lista <---marxista <---mazziniana <---mazziniano <---meridionalista <---nazifascismo <---nazifascista <---nazifascisti <---nazionalisti <---ottimismi <---proselitismo <---psicologia <---repubblicanesimo <---sardista <---seismo <---siano <---sinistrismo <---squadrismo



Modalità in atto filtro S.M.O.G+: CORPUS OGGETTO

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