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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale laburisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 483Entità Multimediali , di cui in selezione 35 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 630

Brano: Gran Bretagna

fluenza deH’imperialismo americano nel mondo.

Il 26.7.1945 i laburisti si presentarono alle eiezioni politiche con un programma di riforme sociali, compresa la nazionalizzazione di un certo numero di grandi industrie, e con l'obiettivo dichiarato di costruire una « società socialista ». Le profonde aspirazioni al socialismo presenti nelle masse lavoratrici li portarono alla vittoria. Nelle stesse elezioni i comunisti inglesi ottennero 2 seggi (Gallacher e Piretin).

I laburisti poterono così costituire il loro terzo governo, presieduto da Clement fì. Attlee (v.) e con Bevin ministro degli Esteri. Preoccupandosi più che altro di salvaguardare il sistema dalla spinta a sinistra delle masse lavoratrici, giunti al potere i laburisti nazionalizzarono l’industria carbonifera, la produzione di energia elettrica e quella del gas illuminante (tutte e tre deficitarie), le reti dei trasporti interni, l'aviazione civile, le telecomunicazioni, la radiotelevisione nonché l’industria siderurgica (fortemente osteggiata dai capitalisti, quest’ultima nazionalizzazione venne completata solo nel 1951). In realtà questi provvedimenti non compromettevano affatto le basi del capitalismo britannico, ma portavano alla creazione di un forte capitalismo di Stato. Ai vecchi proprietari delle aziende nazionalizzate vennero pagati, con denaro pub[...]

[...]ti. Una effettiva conquista dei lavoratori si rivelò invece la grande riforma varata (sulla base del piano Beveridge del 1942) nel campo delle assicurazioni sociali: il cosiddetto Welfare Scheme (schema di assistenza), comprendente l’assicurazione obbligatoria per il servizio sanitario gratuito, l’assistenza alle famiglie e all’infanzia, un minimo di pensionamento assicurato a tutta la popolazione ecc..

Per risanare il bilancio dello Stato, i laburisti aumentarono le imposte dirette da 359 milioni di sterline (1938) a 1.337 milioni (1949) e quelle indirette (gravanti sulle masse popolari) da 581 milioni (1938) a 1.583 milioni (1950). A questo aggravio fiscale contribuivano in gran parte la politica di riarmo e le spese per contenere i moti di indipendenza dei popoli coloniali. Nonostante il rapido aumento dei prezzi, nel 1948 i laburisti decisero il blocco dei salari. Il numero degli scioperi, che nel 1947 erano stati 1.721, per un complesso di 2.430.000 giornate lavorative perdute, salì ancora. Contro gli scioperanti venne

impiegato l’esercito; non pochi furono i lavoratori processati e condannati per aver preso parte alle manifestazioni.

Nel tempo stesso i dirigenti laburisti cacciarono dai sindacati gli operai più combattivi, i comunisti e in genere tutti coloro che manifestavano un orientamento di sinistra (il segretario del Partito laburista Morgan Phillips diramò, a tal fine, precise direttive ai dirigenti delle organizzazioni sindacali a ogni livel

lo, ma in molti casi gli operai organizzati si ribellarono agli ordini dall’alto e mantennero alla testa dei sindacati i dirigenti di loro fiducia). Sotto il governo laburista ricomparvero, senza incontrare ostacoli da parte delle autorità, le organizzazioni fasciste. Le Tradeunions diedero infine il colpo di gr[...]

[...]gruppo comunista in Parlamento » (Woodford, Essex, 20.10.1951)

litari americane e nel 1949 venne firmato il Patto Atlantico (v.). Il governo laburista si rese infine corresponsabile della violazione degli accordi interalleati della Conferenza di Potsdam (v.) relativi alla smilitarizzazione della Germania.

La impopolare politica economica detta dellai/sfer/fy (il razionamento alimentare continuò in Inghilterra fino al 1950 e oltre) dette ai laburisti il colpo di grazia, portandoli alla sconfitta elettorale del 23.2. 1950. Battuto nel numero dei voti, il partito conservò tuttavia 315 seggi (i conservatori ne ottennero 296 e i liberali 9) e rimase al governo con una esigua maggioranza.

Il Partito comunista inglese, costantemente perseguitato e discriminato nonostante la sua legalità ufficiale, non poteva esercitare che una scarsa influenza sulle masse operaie, per la grande maggioranza organizzate dai laburisti e dai sindacati integrati nel sistema.

Bibliografia: F. W. Deakin, La Gran Bretagna e la Resistenza europea, Milano, 1962; C.[...]

[...] grazia, portandoli alla sconfitta elettorale del 23.2. 1950. Battuto nel numero dei voti, il partito conservò tuttavia 315 seggi (i conservatori ne ottennero 296 e i liberali 9) e rimase al governo con una esigua maggioranza.

Il Partito comunista inglese, costantemente perseguitato e discriminato nonostante la sua legalità ufficiale, non poteva esercitare che una scarsa influenza sulle masse operaie, per la grande maggioranza organizzate dai laburisti e dai sindacati integrati nel sistema.

Bibliografia: F. W. Deakin, La Gran Bretagna e la Resistenza europea, Milano, 1962; C. R. S. Harris, Movimento di liberazione in Italia, n. 14, settembre 1951; P. Secchia e F. Frassati, La Resistenza e gli Alleati, Milano, 1962.

P.Se.C.Gh.

Dal 1951 al 1970

Rimasto al potere fino al 1951, ma con un esiguo margine di maggioranza, in politica estera il governo laburista si legò sempre più all’imperialismo americano, fino a dare (giugno 1950) il suo appoggio al governo U.S.A. nella guerra di Corea (v.). Allineandosi aH'America sulle posizioni del[...]

[...]14, settembre 1951; P. Secchia e F. Frassati, La Resistenza e gli Alleati, Milano, 1962.

P.Se.C.Gh.

Dal 1951 al 1970

Rimasto al potere fino al 1951, ma con un esiguo margine di maggioranza, in politica estera il governo laburista si legò sempre più all’imperialismo americano, fino a dare (giugno 1950) il suo appoggio al governo U.S.A. nella guerra di Corea (v.). Allineandosi aH'America sulle posizioni della « guerra fredda », nel 1951 i laburisti votarono un programma di armamenti di 4,7 miliardi di sterline, sollevando vive proteste aH'interno del loro stesso partito [per l’occasione Aneurin Bevan (v.) diede le dimissioni dal governo]. L’elettorato inglese non mancò di condannare col suo voto questa politica contraddittoria e antipopolare: nelle elezioni dell’ottobre 1951 i conservatori ottennero 323 seggi contro i 294 dei laburisti e tornarono al governo, con Winston Churchill primo ministro. Nonostante la conclamata politica coloniale inglese di « avviare i paesi verso l’indipendenza », nel 1952 fu dichiarato nel Kenia lo stato di emergenza e vennero istituiti campi di concentramento per gli adepti del movimento anticolonialista dei Mau Mau. Nel 1953, profilatasi nella Guyana Britannica una affermazione democratica di sinistra, il governo britannico decise di soppri

fn/Mament

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 625

Brano: [...]e popolari le conseguenze della guerra imperialista) .

.Allo scadere dei 9 mesi i minatori si prepararono a riprendere decisamente la lotta. Il 30.4.1926 i padroni annunciarono la serrata. Come risposta, solidarizzando con i minatori, tutte le categorie operaie proclamarono uno sciopero generale che si prolungò dal 4 al 12 maggio, paralizzando ogni attività nell’intera Gran Bretagna.

li numero degli scioperanti toccò i

6 milioni. I capi laburisti e sindacalisti manovrarono per far cessare la lotta (i dirigenti del Consiglio dei sindacati respinsero, tra l'altro, l'aiuto finanziario offerto dai sindacati sovietici ai minatori affamati). La vertenza si inasprì, assumendo carattere apertamente politico. Henderson, MacDonald, Ernest Bevin e altri dirigenti laburisti e dei sindacati si dettero da fare non poco per por fine al conflitto, ma i minatori, prima di capitolare, resistettero fino alla metà del dicembre 1926. I lavoratori di altri paesi d’Europa, in modo particolare gli italiani, dimostrarono ai minatori inglesi la loro concreta solidarietà, raccogliendo e inviando aiuti in denaro per alimentare l’epica resistenza. Nonostante che in Italia fosse in

corso una dura lotta contro il fascismo, in quei mesi l’Unità pubblicò ripetutamente intere pagine di sottoscrizione in loro favore (v. Comunista italiano, Partito). All’inizio del 1927 il governo v[...]

[...]bblicò ripetutamente intere pagine di sottoscrizione in loro favore (v. Comunista italiano, Partito). All’inizio del 1927 il governo varò la legge « sui conflitti nell industria e le Tradeunions » che sostanzialmente proibiva lo sciopero generale, gli scioperi di solidarietà e inoltre limitava i diritti dei sindacati. Dopo la sconfitta, la giornata lavorativa dei minatori venne prolungata. Tra i lavoratori si accentuò l’opposizione contro i capi laburisti per la loro collaborazione al governo, ma nello stesso tempo, all’interno degli apparati sindacali, ebbe inizio la caccia ai comunisti e agli elementi considerati « di sinistra » per espellerli dall’organizzazione. Nell’autunno del 1927 venne sciolto il Comitato sindacale anglorusso.

Governi filofascisti

Il governo Baldwin accentuò il carattere antisovietico della politica estera inglese, si rifiutò di ratificare l’accordo commerciale stipulato con l’Unione Sovietica nel 1924, garantì le frontiere occidentali tedesche con il trattato di Locamo, investì sempre più forti capitali in Germa[...]

[...]oggi al capo nazionalista Chiang Kaishek.

Nel maggio 1926, il colpo di stato fascista in Polonia (v.) ebbe il pieno appoggio del governo inglese.

Per ordine del ministero degli Interni, nel maggio 1927 la polizia irruppe nella sede dell’Agenzia commerciale delle Cooperative sovietiche a Londra. Ne seguì la rottura delle relazioni commerciali e diplomatiche anglosovietiche, e queste ripresero soltanto nel 192930, con l’andata al governo dei laburisti. Resosi impopolare attraverso la politica reazionaria di Baldwin, il Partito conservatore fu battuto alle elezioni del 1929. I laburisti, vittoriosi, diedero vita al loro secondo governo, nuovamente presieduto da MacDonald (192931).

Dall’autunno del 1929 la grande crisi economica (v.) mondiale provocò un’ulteriore disoccupazione e dimezzò le esportazioni. La produzione britannica scese al 92,4 per cento nel 1930 e all’83,8 nel 1931.

Nel 1930 il governo laburista promulgò le leggi cosiddette sul « controllo dei bisognosi » e sulla « ingiusta distribuzione dei sussidi di disoccupazione », ma in sostanza si trattava di misure che avevano lo scopo di favorire i licenziamenti e di ridurre le assicurazioni sociali, cosa che pr[...]

[...]rtazioni. La produzione britannica scese al 92,4 per cento nel 1930 e all’83,8 nel 1931.

Nel 1930 il governo laburista promulgò le leggi cosiddette sul « controllo dei bisognosi » e sulla « ingiusta distribuzione dei sussidi di disoccupazione », ma in sostanza si trattava di misure che avevano lo scopo di favorire i licenziamenti e di ridurre le assicurazioni sociali, cosa che provocò vivo malcontento tra gli operai e tra gli stessi militanti laburisti. Conscio della propria debolezza, il Partito laburista finì per proporre ai conservatori e ai liberali un governo di coalizione per fronteggiare la situazione.

La capitolazione dei laburisti, l’abbandono opportunistico di ogni politica di classe e la formazione del governo di coalizione (vi aderirono

Manifestazione antifascista in Trafalgar Square. per il processo che si svolgeva in Italia a carico dei dirigenti del Comitato centrale del Partito\ comunista. Sullo striscione si legge: « Mussolini assassina i lavoratori italiani » (Londra, 1928)

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 154

Brano: [...]to laburista norvegese nacque ufficialmente nel 1887 ed ebbe tra i suoi primi e principali esponenti K. H. Knudsen, che ne fu anche a lungo il rappresentante in seno alla Seconda Internazionale. Due anni dopo, la formazione della Federazione centrale socialista e sindacale norvegese confermava la crescita del movimento politico e deN’organizzazione di classe, forte soprattutto tra i marinai e i tipografi. Nei confronti della popolazione rurale i laburisti norvegesi (in ciò dissociandosi dai principali partiti delTInternazionale socialista) assunsero invece posizioni moderate, facendosi sostenitori della piccola proprietà coltivatrice.

Parallelamente all’inizio deH’industrializzazione, la presenza del movimento operaio organizzato contribuì fin dalla fine del secolo scorso allo sviluppo di una avanzata legislazione sociale e all’introduzione (1898) del suffragio universale maschile, che sarebbe stato esteso alle donne, tra i primi paesi nel mondo, dal 1913. In quello stesso periodo lo sviluppo del movimento operaio si riflesse anche nella le[...]

[...]1923, all'uscita dall’Internazionale: di conseguenza il Partito laburista non solo si era trovato isolato sul piano internazionale, ma anche costretto ad affrontare la concorrenza del nuovo Partito comunista norvegese, che nasceva allatto della separazione dalla Terza Internazionale della maggioranza del movimento operaio. Tuttavia, il nuovo Partito comunista, la cui formazione era stata sino allora resa superflua dalla posizione di sinistra dei laburisti, sarebbe rimasto sempre una minuscola formazione politica, più un elemento polemico alla sinistra del Partito laburista che una vera e propria forza politica di rilevante peso.

/ laburisti al governo

L’unificazione del 1927 rafforzò la rappresentanza parlamentare dei laburisti (59 seggi) che cominciarono così a porsi come forza a livello di governo.

Il gabinetto da loro costituito nel 1928 ebbe tuttavia appena 12 giorni di vita. Seguì un lungo periodo di sbandamento e di incertezza tra propensioni classiste e tendenze francamente riformiste, attraverso il travaglio della grande crisi economica mondiale che trovò il movimento operaio largamente impreparato a dare una risposta ai gravi problemi economici e sociali dei lavoratori.

Fu solo nel 1933 che il Partito laburista compì una scelta decisamente riformista, presentando un programma che, in pratica, abbandon[...]

[...]trovò il movimento operaio largamente impreparato a dare una risposta ai gravi problemi economici e sociali dei lavoratori.

Fu solo nel 1933 che il Partito laburista compì una scelta decisamente riformista, presentando un programma che, in pratica, abbandonando ogni tradizione di lotta extraparlamentare poneva al partito come unico obiettivo e insieme strumento di lotta l’azione parlamentare.

La vittoria elettorale del 1933 convinse i capi laburisti che la loro scelta di tipo democratico e non più rivoluzionario era stata premiata dal consenso popolare. A questa linea democratica il Partito laburista tenne in effetti fede nei decenni successivi: essa ispirerà i programmi di riforme e di legislazione sociale dei governi laburisti, resa possibile dall’appoggio dei sindacati e del movimento cooperativo, ma ispirerà anche la posizione coerentemente antifascista mantenuta dalla Norvegia di fronte all'ascesa delle potenze fasciste.

Contro il fascismo

L’aggressione italiana in Abissinia e la guerra di Spagna non crearono certo solidarietà intorno agli elementi filonazisti norvegesi che Vidkun Quisling (v.) cercava di orga

154



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 631

Brano: [...]en. Nel gennaio 1957 questi fu costretto a dimettersi, lasciando il posto di primo ministro al collega di partito Harold Macmillan. Nel maggiogiugno di quello stesso anno, nonostante una protesta mondiale, gli inglesi attuarono esperimenti termonucleari nel Pacifico, presso l’atollo della Isola Christmas.

Nel 1959, vedendo che le elezioni avevano riconfermato al potere i

conservatori, e con una forte maggioranza (365 seggi contro i 258 dei laburisti), il leader laburista Hugh Gaitskell propose ai membri del suo partito di rimontare la corrente elettorale gettando definitivamente a mare quella che egli giudicava una inutile e pericolosa zavorra, e cioè l’impalcatura programmatica di tipo socialista; nonostante l’opposizione della sinistra del partito, nel Congresso del 1960 ottenne difatti la ratifica di un’importante revisione dello statuto, in seguito alla quale veniva abbandonato il principio delle nazionalizzazioni. Nello stesso

Congresso (nonostante l’opposizione dei membri del Gruppo parlamentare) l’ala sinistra del partito riusc[...]

[...]’economia inglese mostrava sempre più segni di inarrestabile crisi (bilancia dei pagamenti in forte passivo, stasi nelle costruzioni navali e nell’industria automobilistica). A Macmillan succedette come primo ministro Alee Douglas Home, esponente della vecchia aristocrazia britannica conservatrice. L'accumularsi delle tensioni politiche e il crescente disagio spinsero nel 1964 l’elettorato inglese a offrire una nuova possibilità di intervento ai laburisti. Dopo 13 anni passati all’opposizione, nelle elezioni di quell’anno e sbandierando un programma elettorale tipicamente socialdemocratico che prometteva la soluzione di tutti i problemi delle masse attraverso la « rivoluzione scientifica e tecnologica », i laburisti tornarono al governo, sia pure con una maggioranza esigua (4 seggi). Per affrontare la dissestata situazione economica il primo ministro Harold Wilson non seppe far di meglio che imporre alla popolazione misure restrittive, chiedendo nel contempo prestiti agli Stati Uniti per sostenere la sterlina, nuovamente minacciata di svalutazione. In cambio dell’aiuto fu accettato dai laburisti un ulteriore asservimento alla politica degli Stati Uniti, cosa che si espresse con il dichiarato sostegno britannico all’aggressione americana nel Vietnam. AH’interno della Gran Bretagna fu imposto —

Manifestazione in Trafalgar Square per il disarmo nucleare, a conclusione della « Marcia Orientale » di tre giorni sulla Capitale. Sono presenti delegazioni di varie Università, di sindacati indipendenti e del Partito comunista inglese (Londra, 19.4.1965)

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 623

Brano: [...]ro a oltranza che costrinse il Parlamento a varare una nuova legge per garantire il salario minimo ai minatori. Nel 1912 scioperarono i ferrovieri.

Prima guerra mondiale

Nel 1914, con lo scoppio della prima guerra mondiale (vista dagli imperialisti inglesi come una buona occasione per schiacciare l’aggressiva concorrenza germanica), fu eccezionalmente costituito in Gran Bretagna un governo di coalizione, del quale entrò a far parte — per i laburisti — Arthur Henderson. Poiché il governo impose una tregua sindacale che limitava l’azione rivendicativa operaia, si sviluppò un’azione semiclandestina sotto la guida dei cosiddetti shopstewards (commissari interni), e sorse un movimento di decisa opposizione alla guerra. Questo movimento portò, tra l’altro, a un importante sciopero nei cantieri navali del Clyde (1916). Il movimento degli shopstewards, originariamente mirante a un controllo operaio delle industrie e ispirato a ideali anarcosindacalisti, intorno al 1920 passò nelle mani di lavoratori che avrebbero successivamente aderito al Parti[...]

[...]ano i loro prodotti aumentare continuamente di valore. La situazione economica generale era resa ancora più difficile dalle forti tassazioni imposte durante la guerra e mantenute anche oltre il suo termine. E infine la crisi seguita al conflitto accelerava il processo di decadenza dell’impero, alimentando il movimento di liberazione dei popoli coloniali e dei paesi dipendenti.

Il 14.11.1918, tre giorni dopo la ces

sazione delle ostilità, i laburisti si ritirarono dal governo di coalizione di Lloyd George. Le elezioni politiche del dicembre 1918 videro il crollo dei liberali e l’avanzata dei conservatori; anche i laburisti progredirono, avviandosi a diventare il secondo partito.

Alla Conferenza della pace di Parigi le posizioni britanniche si scontrarono con quelle francesi: l’Inghilterra, mentre da un lato si opponeva a un eccessivo indebolimento della Germania, considerandola un buon baluardo contro « l’espansione bolscevica » in Europa, dall’altro dovette spartire con la Francia le colonie ex tedesche e i territori dell’ex Impero ottomano. Sin dal suo sorgere (10.1.1920), la Società delle Nazioni (v.) divenne uno strumento nelle mani delle due grandi potenze europee.

L’intervento in Russia

Con l'aff[...]

[...]o, respingendo i polacchi, l’Armata Rossa giunse alle porte di Varsavia e il ministro degli Esteri britannico lord George N. Curzon (18591925) lanciò alla Russia sovietica un minaccioso ultimatum, lungi dall’ottenere l’effetto voluto questa presa di posizione suscitò forti proteste tra gli operai inglesi che si diedero a manifestare al grido: « Giù le mani dalla Russia! ».

Sorsero Consigli d’azione che, con le loro pressioni, indussero i capi laburisti delle Tradeunions a costituire un Consiglio centrale per

*DCPzmitr

623



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 456

Brano: [...]designato capo del Gruppo parlamentare laburista.

Nel 1914 si pronunciò contro l’intervento della Gran Bretagna nella guerra mondiale ma poco dopo, con l’ondata di sciovinismo scatenatasi nel paese in guerra, di fronte ai duri attacchi per il suo moderato pacifismo fu costretto a dimettersi da capogruppo parlamentare.

Primo dopoguerra

Perduto anche il seggio di deputato nelle elezioni del 1918, rimase ugualmente tra i più influenti capi laburisti, contribuendo a orientare il partito su una linea interclassista e riformista.

Dopo aver salutato calorosamente la Rivoluzione sovietica nel 1917, si ricredette e nel 1919 pubblicò due opere ribadendo la superiorità della via parlamentare al socialismo.

Tornato in Parlamento nel 1923, fu scelto nuovamente come leader laburista. Allorché, nelle successive elezioni, i laburisti ottennero la maggioranza relativa, con l’appoggio dei liberali MacDonald formò il suo primo governo riservandosi anche il dicastero degli Esteri.

Nei nove mesi di incerta vita del governo egli si dedicò soprattutto alla soluzione dei problemi europei. Nel giugno 1924, come laburista, deplorò pubblicamente in Parlamento l’assassinio di Matteotti, ma ciò non gli impedì un mese più tardi di favorire il governo fascista italiano con la cessione dell’OItregiuba in Africa Orientale. In realtà, di tutte le promesse elettorali fatte, il suo governo mantenne solo quella dell’apertura diplomatica ve[...]

[...]di di favorire il governo fascista italiano con la cessione dell’OItregiuba in Africa Orientale. In realtà, di tutte le promesse elettorali fatte, il suo governo mantenne solo quella dell’apertura diplomatica verso l’U.R.S.S., ma questa non piacque ai liberali, sicché il 4.10.1924 MacDonald dovette dimettersi, per assistere poi a una grave sconfitta elettorale del suo partito.

Le elezioni del 1929 dettero nuovamente la maggioranza relativa ai laburisti e MacDonald fu chiamato a formare il suo secondo governo in un momento reso difficile dalla crisi economica mondiale e dalla crescente disoccupazione. Influenzato dagli avversari politici e contro il parere dei suoi stessi ministri, MacDonald pensò di affrontare la crisi imponendo economie nella spesa pubblica, a totale carico delle masse popolari. Su questa linea il 24.8.1931 provocò una crisi nel suo partito ed egli si dimise dal governo, formando subito dopo un gabinetto di coalizione « nazionale » dominato dai conservatori e nel

J.R. MacDonald [al centro) durante un incontro con Mussol[...]

[...] crisi imponendo economie nella spesa pubblica, a totale carico delle masse popolari. Su questa linea il 24.8.1931 provocò una crisi nel suo partito ed egli si dimise dal governo, formando subito dopo un gabinetto di coalizione « nazionale » dominato dai conservatori e nel

J.R. MacDonald [al centro) durante un incontro con Mussolini per la discussione del « Patto a quattro » (Roma, 19.

3. 1933)

quale riuscì a trascinare tre dei ministri laburisti uscenti. Bollato come traditore ed espulso dal Partito laburista, MacDonald continuò a fungere da paravento per i conservatori, capeggiando un secondo governo « nazionale » dopo le elezioni dell’autunno 1931.

Neppure nel suo atteggiamento verso il fascismo egli si differenziò dai conservatori: nel marzo 1933, in occasione della sua visita a Roma per colloqui sul disarmo, in un messaggio al popolo italiano definì Mussolini come « il vostro grande capo ».

Nel giugno 1935 si dimise dall’incarico di primo ministro per motivi di salute, ma fino alla morte, sopraggiunta due anni più tardi, ri[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 483

Brano: [...]atori. Questo sistema tripartitico permetteva di tanto in tanto contingenti alleanze trasversali, ma dava luogo a una continua instabilità politica, finché nel 1900 sorse un governo di concentrazione antisocialista, il ministero Deakin che, in obbedienza alle direttive imperiali provenienti da Londra, impose il servizio militare obbligatorio e una politica di armamenti. Il malcontento popolare determinato da queste misure favorì elettoralmente i laburisti, facendoli salire al potere con il governo Fisher (191013), ma questo convalidò di fatto la linea dei governi precedente e, anzi, incentivò l’interventismo statale in econo

mia facendolo demagogicamente passare per “socialismo di Stato”. In effetti, instaurò una politica di economia bellica che, nel corso della Prima guerra mondiale, permise alla Gran Bretagna di alimentare in quella sua lontana colonia uno spirito di patriottismo “nazionale” e di farla partecipare attivamente al conflitto.

Nonostante che un buon terzo della popolazione australiana fosse di origine irlandese, quindi tra[...]

[...]
Premiato da Londra con la carica di Alto Commissario, il laburista Fisher venne sostituito a capo del governo dal compagno di partito Hughes (un ex minatore di origine irlandese) che, nel 1917, di fronte alle difficoltà creategli dalla sinistra laburista, cambiò clamorosamente bandiera per dar vita a una concentrazione nazionalista e formare un nuovo governo sostenuto dai partiti borghesi.

Nelle elezioni del 1919 (le prime del dopoguerra) i laburisti australiani vennero sconfitti dal Country Party (rappresentante degli agrari) e dal Partito nazionalista di Hughes. Seguì un periodo di grande turbo

lenza sociale che vide i laburisti perdere sempre più terreno, mentre sotto una parvenza di aumentata autonomia formale si consolidavano i legami economici e militari tra il Commonwealth of Australia e la metropoli.

Nel primo dopoguerra la popolazione austrialiana crebbe rapidamente, grazie a un ben controllato flusso immigratorio che vedeva gli immigrati italiani al secondo posto dopo i britannici. La crisi economica mondiale del 1929 riportò al governo i laburisti con il ministero Seullin, ma già nel 1931 il potere fu assunto nuovamente da una coalizione di destra (United Australia Party), questa volta sotto la guida di Lyons (un altro ex laburista, anzi un collaboratore di Seullin, passato alla reazione) che, alleatosi al Country Party, durerà in carica tino aH’inizio della Seconda guerra mondiale.

Fascismo e antifascismo

Negli anni Venti e Trenta le radicate tradizioni socialiste e il più recente flusso immigratorio, con il quale erano giunti numerosi esuli antifascisti italiani, favorirono in Australia la nascita di un vivace movimento antifas[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 484

Brano: [...]Il 3 settembre del 1939 l’Australia, guidata dal governo Menzies sostenuto da liberali e agrari, in quanto membro del Commonwealth britannico dichiarò guerra alla Germania. Dopo gli insuccessi militari registrati dagli Alleati nella prima fase del conflitto e di fronte alla necessità di impegnare le masse popolari in uno sforzo bellico di maggiore ampiezza, la direzione del governo fu affidata (come già era avvenuto in altri momenti di crisi) ai laburisti che costituirono un gabinetto capeggiato da John Curtin.

All’indomani dell’attacco giapponese a Pearl Harbour, toccò direttamente al Governatore generale britannico, sollecitato dal Parlamento australiano, dichiarare guerra al Giappone. Mentre i giapponesi bombardavano Darwin e forzavano il porto di Sydney, il governo laburista impegnava il paese in un gigantesco piano di produzione militare che contribuì in grande misura a sostenere l’impegno bellico degli inglesi e dell’alleato americano. Truppe australiane furono inviate a combattere su tutti i fronti, mentre navi e formazioni aeree aus[...]

[...]e a un referendum popolare promosso dal governo stesso per convalidare questo anticostituzionale provvedimento, tale misura repressiva fu tuttavia clamorosamente annullata (22.9.1951).

Sempre più legato agli Stati Uniti, nel 1953 il governo Menzies ruppe le relazioni diplomatiche con l’U.R.

S.S. prendendo pretesto da un oscuro episodio di spionaggio (affare Petrov). Nel 1955 i contrasti sulla politica estera provocarono una scissione tra i laburisti che diedero vita a due distinti partiti: il Partito laburista australiano, diretto da Herbert Evatt, e il Partito laburista democratico capeggiato da Roberto Joshua. Nel 1959 furono ristabilite relazioni diplomatiche con l’U.R.S.S., ma l’Australia continuò a essere una delle principali pedine dell’espansionismo americano nell’emisfero australe.

All’inizio degli anni Settanta, l'invio di truppe in Vietnam per sostenere la guerra di aggressione degli Stati Uniti provocò neH’opinione pubblica australiana un’ondata di proteste che rafforzò la posizione delle sinistre e permise, nel 1972, una n[...]

[...] ristabilite relazioni diplomatiche con l’U.R.S.S., ma l’Australia continuò a essere una delle principali pedine dell’espansionismo americano nell’emisfero australe.

All’inizio degli anni Settanta, l'invio di truppe in Vietnam per sostenere la guerra di aggressione degli Stati Uniti provocò neH’opinione pubblica australiana un’ondata di proteste che rafforzò la posizione delle sinistre e permise, nel 1972, una nuova

vittoria elettorale dei laburisti. Ma ancora una volta l’azione del governo laburista deluse le aspettative, popolari consentendo il ritorno della coalizione liberalagraria (1975). Negli anni Ottanta tornavano al governo i laburisti, senza che ciò modificasse sostanzialmente le linee di politica interna del paese e la sua dislocazione sul piano dei rapporti internazionali.

La lotta degli aborigeni

Un aspetto che denota significativamente i limiti della democrazia australiana è costituito dalla sorte riservata alla popolazione aborigena sopravvissuta al genocidio iniziato nel secolo scorso e sostanzialmente mai interrotto.

Secondo calcoli recenti, si tratta oggi di circa 150.000 superstiti spogliati di ogni proprietà e confinati in riserve nelle zone più inospitali del continente o emarginate in condizioni misera[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 632

Brano: [...]he, nel passato, si era rivelata utile alla classe dominante inglese per contenere i salari). Nel contempo, contro la popolazione di colore cominciarono ad aversi in Inghilterra sempre più violente aggressioni promosse

da gruppi di razzisti e vessazioni poliziesche, espressioni di un forte movimento di destra che avrebbe trovato il suo provocatore in Enoch PoweU, parlamentare conservatore dichiaratamente razzista.

Nelle elezioni del 1966 i laburisti conseguirono una forte maggioranza, ma continuarono a trovarsi impelagati nella crisi economica. Nel 1967 Wilson annunciò che la « politica dei redditi » sarebbe stata protratta oltre il termine previsto e, nell'ottobre, il Congresso laburista approvò l'opera del governo, esprimendo formalmente posizioni di dissenso solo con due risoluzioni che chiedevano il ritiro dell'appoggio britannico alla aggressione americana nel Vietnam e una condanna dei colonnelli in Grecia.

Nel novembre 1967 la. sterlina subì la seconda svalutazione del dopoguerra. Nella pesantissima situazione economica, il gov[...]

[...]e annunciata dal governo britannico la ripresa della vendita di armi al governo razzista del Sud Africa. Un altro progetto riguarda la restituzione in mani private di quei settori dell’industria nazionalizzata che, rimessi in sesto a spese della intera comunità nazionale e resi oggi economicamente attivi, cominciano a interessare di nuovo i gruppi capitalisti.

Dal 1945 al 1970, in 25 anni che hanno visto alternarsi al governo, con regolarità, laburisti e conservatori, si può dire che — nelle sue linee generali — la politica inglese è stata caratterizzata soprattutto da una crescente sottomissione ai più potenti gruppi capitalisti americani, per assicurare l’egemonia di una classe giunta da tempo al suo tramonto. Ciò ha portato, in politica estera, a favorire l’espansione imperialista e neocolonialista degli Stati Uniti nel mondo intero; e in politica interna, a far pagare sempre più pesantemente alle masse popolari (in fatto di libertà e anche di benessere) il prezzo di una politica suicida dal punto di vista nazionale. D’altra parte, l’uni[...]

[...]are l’egemonia di una classe giunta da tempo al suo tramonto. Ciò ha portato, in politica estera, a favorire l’espansione imperialista e neocolonialista degli Stati Uniti nel mondo intero; e in politica interna, a far pagare sempre più pesantemente alle masse popolari (in fatto di libertà e anche di benessere) il prezzo di una politica suicida dal punto di vista nazionale. D’altra parte, l’unica differenza tra dirigenti conservatori ed esponenti laburisti via via alter

Poliziotti inglesi infieriscono su giovani dimostranti nel corso di una manifestazione contro la guerra nel Vietnam, davanti all'ambasciata degli Stati Uniti (Londra, 17.3.1968)

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 833

Brano: [...]o del Partito conservatore e poi rieletto due volte come indipendente. Nel 1924, in seguito a clamorosi dissensi avuti con i conservatori per le dure repressioni ordinate dal governo contro gli indipendentisti irlandesi, passò nelle file del Partito laburista, addirittura ponendosi nell’ala di sinistra indipendente. Dal 1929 al 1931 fu ministro nel secondo governo del laburista Ramsay MacDonald, ma ne uscì con un’altra clamorosa rottura quando i laburisti bocciarono il suo progetto di lotta contro la disoccupazione, basato su una politica di aumento dei salari per allargare il mercato interno. In quegli anni, nonostante le ostentate posizioni di « estrema sinistra », Mosley sposò Lady Cynthia, figlia del ministro degli Esteri conservatore Lord Curzon (essa morirà prematuramente nel 1933, dopo essere sfilata insieme al marito in una parata fascista a Roma).

Il fascismo inglese

Subito dopo la rottura con i laburisti, Mosley decise di fondare un « nuovo partito socialista » e gli diede il nome di New Party. Ma l’1.10.1932, di ritorno da un [...]

[...]suo progetto di lotta contro la disoccupazione, basato su una politica di aumento dei salari per allargare il mercato interno. In quegli anni, nonostante le ostentate posizioni di « estrema sinistra », Mosley sposò Lady Cynthia, figlia del ministro degli Esteri conservatore Lord Curzon (essa morirà prematuramente nel 1933, dopo essere sfilata insieme al marito in una parata fascista a Roma).

Il fascismo inglese

Subito dopo la rottura con i laburisti, Mosley decise di fondare un « nuovo partito socialista » e gli diede il nome di New Party. Ma l’1.10.1932, di ritorno da un viaggio a Roma dove era rimasto fortemente impressionato da Mussolini e dal regime fascista, perfezionò la sua idea dando vita alla British Union of Fascists, modellata sull’esempio italiano.

La risonanza del fatto e lo sviluppo del movimento legarono il nome di Mosley al fascismo inglese, ma in realtà un gruppo fascista era sorto in Inghilterra fin dal 1923,

V. Moscatelli (quarto da sinistra, in piedi) con un gruppo di partigiani all 'Alpe Sacchi, nel gennaio 194[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine laburisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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