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Il segmento testuale israeliana è stato estratto automaticamente da un complesso algoritmo di KosmosDOC di tipo "autogeno", ossia sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 508Entità Multimediali, di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 221

Brano: [...] da due elementi: dal fatto che l’O.L.P. era già riconosciuta da singoli Stati arabi, nonché da varie organizzazioni internazionali; e dal fatto che il popolo di Palestina si identificava pienamente in essa.

Nell’ottobre 1974 il vertice dei paesi arabi riunitisi a Rabat (Marocco) riconobbe l'O.L.P. « unica legittima rappresentante del popolo palestinese su qualsiasi parte liberata del territorio palestinese ». Nonostante la tenace opposizione israeliana, nel novembre 1974 I’O.N.U. adottò una risoluzione nella quale venne riconosciuto il diritto del popolo palestinese all’indipendenza nazionale e aH’autodeterminazione « senza interferenze esterne », quindi il diritto di tutti i palestinesi a tornare nelle proprie case e proprietà abbandonate a causa degli eventi bellici. Questo avrebbe dovuto significare, implicitamente, por fine all’occupazione militare israeliana in Cisgiordania e nella striscia di Gaza. Un’altra risoluzione dell’O.N.U. provvedeva a garantire all’O.L.P. lo status di « osservatore permanente » presso le Nazioni Unite.

Da quel momento si poneva la questione di chi avrebbe dovuto controllare la parte palestinese dei territori occupati. Fu pertanto elaborato un programma di transizione, imperniato sulla richiesta del diritto all’autodeterminazione degli abitanti dei territori di Gaza e della Cisgiordania, per poter stabilire in queste regioni l’autorità nazionale palestinese sotto la direzione del* l’O.L.P.. A tal fine, l'O.L.P. stessa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 116

Brano: [...]gazione, minacciarono un attacco in armi. Seguirono numerosi incidenti di frontiera, mentre in Israele andavano affermandosi correnti favorevoli a una convivenza pacifica con i paesi arabi. Nel 1963 Levi Eshkol, che sosteneva l’inserimento pacifico del paese nell’equilibrio del Medio Oriente, diventò primo ministro al posto di Ben Gurion. Nel 1965, mentre Israele stabiliva relazioni diplomatiche con la Germania federale, si ebbero alla frontiera israeliana attacchi condotti da guerriglieri arabi organizzati da Al Fatah (v.). Israele rispose con calcolate rappresaglie.

Guerra dei 6 giorni (1967)

Nel 1966 i sintomi di conflitto tra Israele (dove era in atto una recessione economica) e i circostanti paesi arabi divennero più acuti. Il

13 novembre, reparti israeliani attaccarono un villaggio della Giorda

nia e l’incidente fu condannato dall’O.N.U. come violazione degli accordi armistiziali del 1956.

Il 7.4.1967, aerei israeliani e siriani si scontrarono nel cielo di Damasco (Siria), cosa che non accadeva dalla guerra del 1948. Il 22 [...]

[...]
occupati mediante una crescente colonizzazione, la persecuzione della popolazione autoctona e la creazione di « zone bruciate » ai confini. Da qui il vigoroso riattivarsi della resistenza armata palestinese. Nonostante il disaccordo e gli ostacoli frapposti da alcuni paesi arabi (in particolare la Giordania), i fedayn continuarono nei loro attacchi contro obiettivi militari israeliani.

Guerra del Kippur (627.10.1973)

La quarta guerra araboisraeliana fu scatenata concordemente dall’Egitto e dalla Siria il 6.10.1973, in coincidenza con il Capodanno ebraico (Yom Kippur). Colto completamente di sorpresa, Israele subì inizialmente pesanti rovesci sui due fronti del Sinai e del Golan. Tuttavia nel Sinai l’Egitto non spinse il suo attacco a fondo e ciò permise agli israeliani di frenare l’avanzata siriana sul Golan, per impegnarsi poi contro le forze egiziane. Nonostante un « cessate il fuoco » ordinato dall’O.N.U. il 22 ottobre, Israele continuò ad avanzare nel Sinai, intrappolando nel deserto la III Armata egiziana. Il 27 ottobre un accordo t[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 376

Brano: [...]uto di prendere atto delle legittime aspirazioni nazionali degli arabi palestinesi. Successivamente, dopo la creazione dello Stato d’Israele (1948), si evidenziò sempre più Io sforzo di al

lontanare il più alto numero possibile di palestinesi dalle loro dimore, di impedirne in ogni modo il ritorno e di imporre a quelli rimasti una serie di misure duramente limitative sul piano politico e amministrativo.

Sviluppi dopo il 1948

La politica israeliana determinò nel 194849 l’esodo forzato di 750.000 palestinesi (saliti nel 1967, per naturale incremento demografico, a

1.345.000 persone). A ciò concorse la distruzione di numerosi villaggi e di interi quartieri arabi, compiuta dagli israeliani attraverso misure legislative, allo scopo di rendere per sempre irrealizzabile qualsiasi ipotesi di rinascita nazionale palestinese. Furono inoltre mantenute in vigore nel nuovo Stato le « disposizioni di emergenza » in tema di ordine pubblico e di libertà civili emanate a suo tempo dall’autorità mandataria, e vennero decise altre disposizioni per esp[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 377

Brano: [...]rma di resistenza, gli israeliani risposero con arresti, torture e con brutali eccidi di popolazione inerme. La crisi della dirigenza palestinese, determinata dalla sconfitta del 1948, venne superata attraverso la riorganizzazione aH’esterno, culminata nella costituzione dell’O.L.P. come Stato senza territorio. A ciò si aggiunse una vivace resistenza (v. Al Fatah). Dopo la « guerra dei sei giorni », reiterate pressioni furono esercitate da parte israeliana per reperire interlocutori palestinesi disponibili e remissivi, anche in relazione con l’intesa raggiunta nel 1978 a Camp David tra Egitto, Stati Uniti e Israele, che prevedeva una sorta di controversa « autonomia » per i palestinesi dei territori occupati. Ma nonostante le violenze e gli allettamenti, la popolazione palestinese, con alla testa la stragrande maggioranza dei sindaci, si è sempre orientata in favore dell’O.L.P., È anche da segnalare che un movimento di ricupero nazionale si è sviluppato in misura crescente tra gli arabi « israeliani », i quali hanno dimostrato di approvare in a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 543

Brano: [...]a dal movimento sionista e diventò anzi fonte di discordia tra ebrei e arabi, tanto più che gli inglesi, su richiesta degli arabi, cominciarono anche a limitare l'immigrazione ebraica e l’acquisto di terreni da parte degli ebrei.

Nel 1935 Tel Aviv aveva raggiunto i 100.000 abitanti e a Gerusalemme era sorta una università ebraica. Nello stesso anno nuovi contrasti esplosero tra i sionisti “generali” che volevano creare una comunità mista araboisraeliana e un gruppo di sionisti detti “revisionisti”. Questi ultimi, nazionalisti e antisocialisti, reclamavano uno Stato completamente ebraico e diedero vita a una separata organizzazione sionista denominata HaZohar, che però rimase sempre in netta minoranza (rientrerà nell’organizzazione sionista mondiale soltanto nel 1946). Intanto, scomparso Herzi (1904), il più autorevole esponente del sionismo internazionale era diventato il professore Chaim Weizmann (18741952), di tendenze moderate e favorevole alla collaborazione con gli arabi. Fin dall’inizio dell'emigrazione ebraica in Palestina erano infat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 548

Brano: [...]tti i quattro Stati (Aleppo, Damasco, zone alauita e drusa), rinviando però l’attuazione pratica del provvedimento alla fine della guerra. Nel marzo 1943 venne ripristinata la costituzione e, nelle elezioni del luglio, il Blocco nazionale conquistò la maggioranza, eleggendo alla presidenza della repubblica Shukri Al Quwaìi. Le truppe francesi abbandonarono il paese nel 1946.

Secondo dopoguerra

La sconfitta dei paesi arabi nella guerra araboisraeliana del 1948 (v. Israele), cui la Siria aveva partecipato a fianco dell’Egitto, della Transgiordania, dell’Iraq e del Libano, aggravò la già difficile situazione economica e sociale del paese. Oltre alla eterogeneità etnica e religiosa (tra musulmani sunniti, alauiti, drusi e varie confessioni cristiane), in Siria erano infatti presenti gravi sperequazioni sociali ed economiche fra abitanti dei centri urbani da una parte, contadini e nomadi dall’altra, tali da rendere esplosiva la situazione. Notabili e latifondisti (per la massima parte sunniti), che avevano guidato la lotta per l’indipendenza, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 729

Brano: [...]uerra di

Tra la fine di ottobre e i primi di novembre del 1956, assunse questo nome il conflitto esploso tra le forze francoangloisraeliane da una parte e l’Egitto (v.) dall'altra, per il controllo del Canale di Suez nazionalizzato dal governo egiziano.

Le operazioni armate ebbero inizio il 29.10.1956, con un attacco israe

liano, protetto da forze aeronavali francesi, contro il territorio egiziano del Sinai, cui fece seguito un'avanzata israeliana verso il Canale di Suez. Il 30 ottobre i governi di Londra e di Parigi, alleati con Israele (v.), attribuendosi un pretestuoso ruolo di “mediazione” fra le parti intimarono un ultimatum per l’interruzione dei combattimenti entro

24 ore, che gli egiziani naturalmente respinsero. L’indomani, inglesi e francesi attaccarono direttamente le posizioni egiziane con pesanti bombardamenti, lanci di paracadutisti e sbarchi a Porto Said (conquistando la città il 5 novembre), mentre da parte loro gli israeliani proseguivano l’attacco occupando la striscia di Gaza e Sharm el Sheik. Il presidente egizia[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 375

Brano: [...]i Transgiordania e ponendovi alla testa l’emiro Abdallah, persona strettamente legata agli inglesi.

Con un’area di 26.322 kmq, lungo la costa del Mediterraneo, tra il Libano, il Giordano e la penisola del Sinai, il 29.11.1947 la Palestina venne suddivisa da una deliberazione deirO.N.U. in due Stati, l’uno ebraico e l’altro arabo, mentre la città di Gerusalemme avrebbe dovuto essere posta sotto regime internazionale speciale.

La guerra araboisraeliana del 1948 (v. Israele) disattese però quelle indicazioni e permise agli israeliani di ampliare, sia al sud che al nord, il territorio loro assegnato. Nello stesso tempo la Cisgiordania e la città vecchia di Gerusalemme vennero occupate dalla Transgiordania che, da quel momento, cambiò il proprio nome in Giordania, mentre la cosiddetta striscia di Gaza rimase presidiata dagli egiziani.

Con il conflitto del 1967 lo Stato di Israele, avendo occupato la Cisgiordania e Gaza, fornì indirettamente le basi per un rilancio delle rivendicazioni del movimento nazionale palestinese, rappresentato dall [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 631

Brano: [...]ro passò ad Anthony Eden (v.). Nelle elezioni del

lo stesso anno i conservatori ottennero 345 seggi, aumentando ia loro maggioranza ai Comuni. Nel novembre fu dichiarato lo stato di emergenza nell 'isola di Cipro, colonia inglese dal 1925, dove era sorto un fortissimo movimento nazionalista capeggiato dall'arcivescovo Makarios, favorevole all’unione dell’isola con la Grecia. Il 1956 vide la deportazione di Makarios e l’aggressione anglofra,neoisraeliana contro l’Egitto (v.), come risposta alla nazionalizzazione del canale di Suez dichiarata da Gamal Nasser. L’operazione, risoltasi in un fiasco politico, segnò la fine di Eden. Nel gennaio 1957 questi fu costretto a dimettersi, lasciando il posto di primo ministro al collega di partito Harold Macmillan. Nel maggiogiugno di quello stesso anno, nonostante una protesta mondiale, gli inglesi attuarono esperimenti termonucleari nel Pacifico, presso l’atollo della Isola Christmas.

Nel 1959, vedendo che le elezioni avevano riconfermato al potere i

conservatori, e con una forte maggioranza (365 [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 114

Brano: [...]chiararono che la formazione di uno Stato ebraico in Palestina sarebbe stata contraria agli impegni che avevano già preso verso gli arabi, quindi promisero di far sorgere entro 10 anni uno Stato indipendente misto, con salvaguardie per gli interessi di ambedue le parti. La quota di immigrazione ebraica consentita per i 5 anni successivi (194045) venne intanto fissata a un totale di 75.000 unità, con assoluto divieto di superarla.

Guerrigliera israeliana della Haganah (Tel Aviv, 27.3.1948)

Durante la seconda guerra mondiale gli arabi, nonostante le pressioni e le speranze della diplomazia nazifascista, si mantennero generalmente neutrali, mentre i sionisti cooperarono militarmente con gli Alleati (una brigata ebrea venne addestrata verso la fine del conflitto in Egitto e combattè sul fronte italiano nelle ultime settimane eli guerra).

La limitazione imposta dagli inglesi aH'immigrazione ebraica ebbe d’altra parte conseguenze disastrose e obiettivamente favorì non poco il genocidio nazista degli ebrei. Alcune navi cariche di immigrati il[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine israeliana, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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