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Il segmento testuale internazionaliste è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 41Entità Multimediali , di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 88

Brano: [...]ermini: in effetti l'unità si basa sulla comune finalità socialista e su taluni principi generali universalmente accolti, mentre la diversità trova la sua ragione d'essere nelle differenti realtà nazionali alle quali i comunisti devono saper aderire se non vogliono essere emarginati e liquidati. Si tratta di questione non semplice, tuttora aperta al dibattito e al l'approfondimento teorico e politico tra i partiti e tra i lavoratori.

C.Gh.

Internazionaliste, Formazioni

Reparti volontari di combattenti originari di vari paesi che, dopo l’ottobre 1917, si formarono nella Russia sovietica e si impegnarono a fianco dell'Armata Rossa nella difesa delle conquiste rivoluzionarie. All’indomani della Rivoluzione di ottobre il giovane potere sovietico dovette affrontare l’aggressione delle spodestate classi dirigenti e delle potenze imperialistiche. Tre anni (dal 1918 al 1920) durò la guer

ra civile, combattuta in territorio russo tra l’esercito « bianco » e i corpi di spedizione dei paesi dell’Intesa da una parte, e l’esercito popolare dall’altra. [...]

[...]attuta in territorio russo tra l’esercito « bianco » e i corpi di spedizione dei paesi dell’Intesa da una parte, e l’esercito popolare dall’altra. Le forze controrivoluzionarie poterono essere sconfitte non solo per l’eroica resistenza degli operai e dei contadini russi, ma anche per la solidarietà internazionale del movimento operaio. Un aspetto importante, anche se poco conosciuto, di tale solidarietà fu la partecipazione diretta di formazioni internazionaliste alla guerra civile al fianco dei lavoratori russi.

Le formazioni internazionaliste Combatterono in difesa della rivoluzione sovietica circa 220250.000 internazionalisti. I gruppi' più consistenti furono: quello ungherese, con 7080.000 uomini; il cinese, con 3040.000; lo slavo, con 3035.000; il tedesco, con 2025.000; il cèco, con 1015.000. Meno numerosi (a volte si trattava di piccoli gruppi) furono i rumeni, i polacchi, i coreani, i francesi, gli inglesi, i belgi, i finlandesi, gli italiani.

Degli italiani, che pure si distinsero sia nell’attività politica che nei combattimenti, si hanno scarse notizie, soprattutto per il fatto che non operarono in gruppi autonomi, ma in[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 89

Brano: Internazionaliste, Formazioni

Militari bolscevichi con un gruppo di prigionieri di guerra tedeschi, austriaci, serbi e ungheresi che diverranno combattenti nelle formazioni internazionaliste (Nikolajewsk, inizio del 1918)

Lo sfruttamento a cui erano sottoposti dal regime zarista e dagli appaltatori portò molti di loro a partecipare ai moti rivoluzionari, che sfociarono nella conquisi del potere da parte dei bolscevichi. Pare certo che un gruppo di operai belgi (circa 3C9), con a capo F. Legrand, partecipò alla presa del Palazzo d’inverno, che segnò il momento decisivo della rivoluzione.

Altri consistenti nuclei di internazionalisti provenivano dalle file dei prigionieri di guerra; altri ancora erano soldati già inquadrati nelle unità interveniste dell’Intesa e passati all'E[...]

[...]to alla propaganda e al reclutamento per formare unità armate in appoggio all’Esercito Rosso, e all’educazione politica attraverso scuole di partito.

Centri d’operazione

Consistenti nuclei internazionalisti si formarono, oltre che a Mosca e a Pietrogrado, ad Astrakhan, Kursk, Kiev, Orel, Perm, Samara, Simbirsk, Tambov, Ryazan, Serpukhov, Tver, Tzaritzin, Saratov, Irkutsk. Decine di migliaia furono i volontari che accorsero nelle formazioni internazionaliste, cosicché fu possibile creare un vero e proprio esercito.

Sorsero 5 divisioni: la I Divisione Internazionale Ucraina, la Divisione Occidentale, la Divisione Internazionale, la Divisione di Siderman, la I Divisione Cecoslovacca. Tre le brigate: la I Brigata Internazionale, la I Brigata Internazionale della XII Armata, la Brigata Internazionale del fronte turkestano.

I luoghi dove erano dislocati e operarono i contingenti maggiori: Kiev, Simbirsk, Saratov, nella parte nord occidentale; Astrakhan e Baku, nella zona del Caspio; Ekaterinburg, Omsk, Tomsk, Krasnojark, nella zona centrale; Irk[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 90

Brano: Internazionaliste, Formazioni

Turkestan. Il gruppo comunista italiano venne costituito nel settembre 1919, con segretario Godina, ed entrò subito a far parte della federazione presieduta da Béla Kun. Tra gli italiani sono particolarmente ricordati dalle fonti sovietiche: Palumbo, inviato nel novembre 1919 a Voronez; Vittorio Vatolla, inviato a Perm e a Ekaterinburg, molto stimato, tanto da essere eletto segretario della sezione dei comunisti stranieri degli Urali; Michele Gengheri, che operò in Siberia.

È inoltre sicura la partecipazione italiana al settimanale La Comune, edito a Pietrogrado in 9 lingue,[...]

[...]via Transiberiana. Molti di quei soldati disertarono e passarono dalla parte dei bolscevichi: il caso più clamoroso fu quello della guarnigione di Eniseiska, che il 6.2.

1919 disertò quasi interamente (70 uomini su 80).

Tra i combattenti italiani va ricordato Giovanni Stiks, che nel marzo 1917 aveva disertato con altri 5 compagni l’esercito austroungarico ed era passato ai russi. Il 15.4.1918 Stiks fu tra i primi volontari delle formazioni internazionaliste ed entrò nel 3° Reggimento di Mosca. In seguito combattè per la liberazione di Simbirsk e di Orenburg, come comandante del 2° plotone della I Divisione; e nel 1919 contribuì alla liberazione degli Urali, al comando del 1° Reggimento di Orenburg. Alla fine della guerra civile rientrò in Italia; ma, perseguitato dal fascismo, tornò in Unione

Sovietica, dove nel febbraio 1924 ottenne un incarico negli organismi di sicurezza di Orenburg.

Originario di Lavis (Trento) era l’internazionalista Virgilio De Virgili. Fatto prigioniero dall’esercito russo il 2.6.1915, entrò in seguito nella Legione[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 207

Brano: [...]secondo quanto avrebbe rivelato vent’anni più tardi Krusciov, sembra fosse rimasto vittima di una trama dello stesso Stalin).

Prima di cadere in disgrazia, Kamenev aveva scritto il libro Fra due rivoluzioni.

In un’intervista concessa il 26.1.1927 al corrispondente del Corriere della Sera a

Mosca, poco prima di venire come ambasciatore in Italia, quando Salvatore Aponte, riferendosi al suo passato rivoluzionario e alle sue note posizioni internazionaliste, gli chiedeva cosa si proponesse di fare in Italia, Kamenev rispose: « Non vengo certo per suscitare la rivoluzione. Mi propongo di curare l’incremento dei rapporti economici tentando di superare le difficoltà dei finanziamenti commerciali ».

C.Gh.

Kamikaze

Piloti suicidi usati dal Giappone (v.) neH’ultima fase della Seconda guerra mondiale. L’indottrinamento delle forze armate nipponiche si basava sull’insegnamento di due principi fondamentali: il primo era che l’obiettivo militare assegnato doveva essere raggiunto anche a costo del sacrificio della vita; il secondo che la resa, in [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 623

Brano: [...]orso vennero formandosi, già alla fine del decennio 186070, organizzazioni che facevano riferimento da un Iato aM'ideologia repubblicana, dall’altro alla prima diffusione deHanarchismo. In una realtà caratterizzata dalla netta prevalenza dell'agricoltura, nella quale l’unica attività produttiva di rilievo era quella tessile (assai praticata era allora la tessitura del cotone, esercitata per lo più a domicilio), si diffusero le prime associazioni internazionaliste. Questi gruppi fecero le loro prime esperienze negli anni 187475 quando, in seguito alla grave crisi economica, si svilupparono in Pisa agitazioni di massa. La repressione poliziesca si abbatté sui dirigenti operai, ma non fu in grado di stroncare il movimento.

Alla fine degli anni Settanta si fece strada tra i lavoratori del Pisano un ripensamento sulle precedenti esperienze di lotta, che li condusse al graduale abbandono deU'insurrezionismo ribellistico. Anche se permasero le suggestioni esercitate dalla componente anarchica, andò affermandosi nel movimento operaio locale un indirizzo ma[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 799

Brano: [...]tigiane che lottavano contro i nazifascisti. Pur valutando che i movimenti partigiani erano il frutto di una situazione specifica, dovuta alla disgregazione sociale della guerra e che molti operai si davano alla macchia per sopravvivere, « Prometeo » sosteneva che tutto quel vasto movimento veniva inquadrato dalle forze angloamericane nel loro fronte di guerra e che esso non aveva quindi alcuna autonomia rispetto a esso. Ciononostante, staffette internazionaliste venivano inviate tra i partigiani per diffondervi il materiale programmatico del partito e il giornale. A quei proletari che si vedevano costretti a fuggire dalle città e a riparare in montagna, « Prometeo » consigliava di

non partecipare attivamente alla guerra, di raccogliere le forze e le armi per l’immancabile rivoluzione che avrebbe fatto seguito al conflitto.

Tutta questa propaganda ovviamente veniva vista dalle forze politiche democratiche, e in primo luogo dal P.C.I., come un pericoloso e inammissibile tentativo di disgregare il fronte partigiano. D’altra parte « Prometeo » accu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 562

Brano: [...]ntamento, a definirsi socialdemocratici e a collegarsi su scala mondiale fondando nel 1891 la Seconda Internazionale (v.).

La crisi politica del socialismo europeo, manifestatasi allo scoppio della Prima guerra mondiale (1914) che vide i principali partiti socialdemocratici (di Germania, Francia, Inghilterra, Austria e Belgio) schierarsi su posizioni “patriottiche” e di “difesa nazionale” (ad onta delle solenni dichiarazioni antimilitariste e internazionaliste fatte fino a quel momento) culminò nel distacco delle loro correnti interne di estrema sinistra che, all’indomani della Rivoluzione russa dell’ottobre 1917, costituirono la Terza Internazionale (v.) o Internazionale comunista. La netta frattura tra partiti socialdemocratici e partiti comunisti venne riconfermata dalla fondazione della Internazionale socialista operaia

(v.) nel 1923, che si sciolse nel 1940. Seguì nel 1945 l'istituzione di un Comitato per la conferenza socialista internazionale (COMISCO) e questo portò, nel 1951, alla nascita della Internazionale socialista (I.O.S.) che è t[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 561

Brano: [...]o che ospitano impianti idroelettrici e grandi industrie cartarie. Altro importante centro è Cassino (v.), il cui abitato ha dovuto essere totalmente ricostruito dopo le distruzioni operate durante la Seconda guerra mondiale.

Movimento democratico e popolare

Sede di un attivo gruppo repubblicano che nel secolo scorso pubblicava un periodico mazziniano intitolato La lega della democrazia, Frosinone vide operare anche le prime organizzazioni internazionaliste, i radicali (che pubblicavano II Rinnovamento) e i democratici che leggevano L’Amico del Popolo diretto da A. Salvatori.

Il movimento socialista ebbe tra i suoi più autorevoli dirigenti l’avvocato Domenico Marzi (v.), fondatore della locale Sezione del P.S.I. nel 1905 e direttore del settimanale socialista Il Popolano (19081909). Una importante affermazione elettorale nel 1911 permise ai socialisti frusinati di avere una consistente rappresentanza in Consiglio comunale e il Marzi stesso come assessore.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 616

Brano: [...]dei riformisti, nel

1905 lasciò l’“Avanti!” e fondò a Roma (con altri) il quotidiano L'Azione, nonché la rivista II Divenire Sociale che diresse personalmente. Fu in quegli anni tra i più noti teorici italiani del sindacalismo rivoluzionario (v.). Nel 1911 si stabilì a Bologna, dove insegnò Economia politica. Nel 191415 si schierò contro l’intervento italiano nella guerra mondiale e, durante gli anni del conflitto, mantenne coerenti posizioni internazionaliste e anticolonialiste. Rientrato nel P.S.I. nel 1919 ed eletto consigliere comunale di Bologna nel 1920, si trovò coinvolto nei fatti di Palazzo d’Accursio (v.), denunciato all’autorità giudiziaria e pretestuosamente escluso dall’insegnamento.

Privo di mezzi, dovette rientrare a Napoli. Nel luglio 1925, colpito da una grave crisi depressiva, fu ricoverato in manicomio, dove rimase per il resto della sua vita.

Autore fecondo, fra i suoi scritti si ricordano: Il programma amministrativo socialista per il Comune di Napoli, Napoli 1901; L’economia sociale in rapporto al socialismo, Genova 1904[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 76

Brano: [...]um e Fischer) che dei francesi (venne in Italia Cachin). Benito Mussolini, allora direttore dell’« Avanti! », era stato costretto a dimettersi appunto per la sua propaganda interventista. Una coerente posizione antimilitarista venne inoltre sostenuta dal gruppo dei deputati socialisti durante il dibattito del 20.5. 1915 alla Camera.

Furono però i bolscevichi russi a prender l’iniziativa di ricostituire il movimento operaio su giuste posizioni internazionaliste e a raccogliere intorno a sé le sinistre dissenzienti dei vari partiti socialdemocratici, anche perché — a differenza dei socialisti italiani, fermi a un pacifismo senza prospettive — i russi avevano portato avanti l’elaborazione di una teoria rivoluzionaria. In particolare Lenin aveva smascherato il carattere imperialistico del conflitto e lanciato la parola d’ordine della sua trasformazione in guerra civile del proletariato contro la borghesia. Egli aveva dato un apporto fondamentale alla teoria marxista della rivoluzione socialista, facendo un'analisi scientifica dell’imperialismo e mostra[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine internazionaliste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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