Brano: [...]te comunista, e si preferisce parlare soltanto dei suoi lavori usciti dalla tomba dei vivi. Fino a oggi, gran parte dei suoi scritti dal 1922 al

1926 deve ancora essere pubblicata. Si tenta di nascondere che egli fu il capo del P.C.d’I.; si vuole farlo apparire come un comunista « originale », di tipo particolare, al di sopra o al di fuori del partito, se non addirittura staccato da esso.

In realtà egli fu un combattente rivoluzionario, un internazionalista profondamente convinto del fatto che fondamentale « elemento dell’ideologia del partito è il grado di spirito internazionalista che è penetrato nelle sue file » (Tesi del III congresso di Lione del P.C.d’I.). Il problema della creazione di un partito rivoluzionario della classe operaia, capace di dirigere la lotta di tutto il proletariato e delle masse lavoratrici per la conquista del potere e la realizzazione del socialismo in Italia, è stato lo scopo preminente della sua vita e della sua opera.

P.Se.

Bibliografia: Togliatti, Grieco e altri, Gramsci. raccolta di scritti, Parigi, 1937 Edito

anche a Roma, Edizioni Unità, 1945; Togliatti. Gramsci, MilanoSera, 1949; L. Lombardo Radice. G. Carbone, Vita di Anton[...]

Brano: [...]bilì a Milano con la sua fedele e combattiva compagna Cecca, guadagnandosi da vivere dando lezioni private.

Continuò a mantenere contatti clandestini con altri bordighiani e nel giugno 1940 fu internato nel campo di Istonio (Abruzzo). Tradotto poi a Marcoliano (Avellino), in seguito a una grave malattia della moglie gli fu infine concesso di risiedere a Cantù (Como), dove rimase per tutta la durata della Seconda guerra mondiale.

Comunista "internazionalista"

Espulso ufficialmente nel 1933 dal P.C.d’I. sotto l’accusa di “frazionismo” (con Fortichiari e Repossi) per la sua adesione alla cosiddetta

“Frazione di sinistra” costituitasi nel 1928 in Francia per iniziativa di alcuni dissidenti dal Partito, nel

1943 Damen si propose di dare vita alla stessa frazione in Italia. A tal fine, con Mario Acquaviva (v.), Bruno Matti (v.) e alcuni altri compagni iniziò una nuova serie della rivista Prometeo (v.) che, dal 1943 al 1945, prese posizione contro la politica di unità nazionale del P.C.I. e il movimento di lotta partigiana. Per questo fu pubbl[...]

[...]ne contro la politica di unità nazionale del P.C.I. e il movimento di lotta partigiana. Per questo fu pubblicamente accusato dal Partito comunista di collaborazionismo con i nazifascisti. Nel 1946, ristabiliti i contatti con Bordiga e con Ottorino Perrone (v.)f Damen fu tra i promotori di una nuova organizzazione politica: in un convegno svoltosi a Torino e nel successivo l Congresso di Firenze (1948) furono gettate le basi del Partito Comunista Internazionalista che, spinto soprattutto da Damen, partecipò alle elezioni politiche del 18.4.1948. Gli “internazionalisti” si presentarono in 4 collegi (Milano, Como, Parma e Napoli), ma raccolsero in tutto appena 20.000 voti.

Il deludente risultato elettorale e i dissidi personali interni determinarono nel 1951 la spaccatura del partito in due tronconi: uno raccolto intorno alla rivista Battaglia comunista diretta dal Damen stesso; l’altro rappresentato da Perrone, Bordiga e rispettivi gruppi che diedero vita a un foglio chiamato Programma comunista. Le due formazioni continuarono poi per anni a polemizz[...]

[...]oluzionaria, ma né luna né l’altra riuscirono mai ad avere un’incidenza politica e tanto meno una consistenza organizzativa. Una certa adesione l’ebbero nella sinistra extraparlamentare in anni successivi al 1968, ma con l’esaurirsi di quella stagione scomparvero del tutto.

Sul piano teorico, Damen si rifaceva scolasticamente a Lenin (« il solo riferimento storicamente possibile e valido»), predicando la necessità di un partito rivoluzionario internazionalista (« sola premessa teoricoorganizzativa per ogni possibilità obiettiva di ricostruzione del partito rivoluzionario del proletariato internazionale»), di fatto limitato però a qualche iniziativa di propaganda. Nel 1971 pubblicò un libro nel quale esponeva le proprie convinzioni ideologiche e motivava il proprio distacco dal vecchio leader napoletano (O.D., Bordiga/Validità e limiti d'uria esperienza nella storia della "Sinistra italiana", Editoriale Periodici Italiani, Milano 1977, seconda edizione). Nel 1987 usciva postumo, edito da “Prometeo”, Gramsci tra idealismo e marxismo, libro al quale a[...]

Brano: [...]usa. Quest’ultimo, studente di Architettura a Napoli, era entrato in contatto con il circolo anarchico di Carlo Cafiero, ma se ne era staccato presto per aderire alle posizioni più moderate del “Povero” di Palermo e della “Plebe” di Milano. Arrestato nel 1876 e ammonito con ordinanza del pretore per la sua propaganda sociale, Sceusa si vide costretto a lasciare l'Italia quell'anno stesso e a rifugiarsi in Australia.

Represso così il movimento internazionalista a Trapani (dove si era frattanto avviato un certo processo di industrializzazione, basato sulle attività di trasformazione dei prodotti agricoli e della pesca), gli operai si trovarono nuovamente “ingabbiati” nellassociazionismo mutualistico oppure si inserirono nel tessuto clientelare del partito democraticoliberale, localmente capeggiato dal deputato trapanese Nunzio Nasi, eletto in questo collegio dal 1886 al 1926.

Quindici anni dopo l’esilio di Sceusa, Giacomo Montalto rivendicava nel nome dell’ex internazionalista (“L’Esule”, 189192) non sopite istanze di giustizia sociale, sfruttando[...]

[...]i industrializzazione, basato sulle attività di trasformazione dei prodotti agricoli e della pesca), gli operai si trovarono nuovamente “ingabbiati” nellassociazionismo mutualistico oppure si inserirono nel tessuto clientelare del partito democraticoliberale, localmente capeggiato dal deputato trapanese Nunzio Nasi, eletto in questo collegio dal 1886 al 1926.

Quindici anni dopo l’esilio di Sceusa, Giacomo Montalto rivendicava nel nome dell’ex internazionalista (“L’Esule”, 189192) non sopite istanze di giustizia sociale, sfruttando l’occasione offerta dalla contestazione radicale delle posizioni elettorali acquisite da Nasi e dal suo alleato marsalese Damiani. Tra il settembre 1892 e l’autunno 1893 sorse così, nell'ambito stesso delle società operaie di mutuo soccorso e dei circoli radicali, una ricca e articolata struttura di leghe politicosindacali che presero nome di fasci dei lavoratori, con orientamento vagamente marxista ma con chiara matrice di massa.

Il nuovo blocco di forze sociali, che vide nelle città della costa (Trapani, Marsala, Maz[...]

Brano: [...]one de II Proletario (che però ebbe vita assai breve) e le sommosse del 1896 contro la « tas^a sul macinato ».

II movimento operaio nella provincia cercò di darsi una nuova organizzazione costituendo nel 1872 la Federazione operaia aderente all'Internazionale socialista, che ebbe rapido sviluppo nei due anni successivi. Nel 1874, con i numerosi arresti e lo scioglimento di 32 associazioni politiche operaie di Firenze e provincia, il movimento internazionalista locale entrò in fase di declino. Esso scomparve del tutto dopo le pesanti persecuzioni poliziesche seguite agli attentati del 1878, persecuzioni che si tradussero nella condanna di oltre 40 internazionali

sti, mentre più di altri 100 vennero ammoniti.

L’organizzazione anarchica vera e propria sopravvisse alla Federazione operaia fiorentina e nel 1891 conobbe il periodo della sua massima fortuna; ma da tale data ebbe anche jnizio la sua progressiva, inarrestabile decadenza. Contemporaneamente al movimento anarchico e a quello internazionalista, era andato sviluppandosi a Firenze il movim[...]

[...]poliziesche seguite agli attentati del 1878, persecuzioni che si tradussero nella condanna di oltre 40 internazionali

sti, mentre più di altri 100 vennero ammoniti.

L’organizzazione anarchica vera e propria sopravvisse alla Federazione operaia fiorentina e nel 1891 conobbe il periodo della sua massima fortuna; ma da tale data ebbe anche jnizio la sua progressiva, inarrestabile decadenza. Contemporaneamente al movimento anarchico e a quello internazionalista, era andato sviluppandosi a Firenze il movimento democraticoradicale borghese.1* I membri più progressisti di quest'ùltimo movimento cercarono di mettersi alla testa degli operai, ma quando constatarono l'inutilità di questo tentativo e videro, nell’ala democraticoradicale più conservatrice, l’intenzione di strumentalizzare la classe operaia soltanto ai fini della lotta contro i clericali e la destra, divennero in gran parte socialisti.

Frattanto era venuta sorgendo in Firenze una vera classe operaia, composta dai lavoratori delle Officine Galileo (v.), delle Officine Ferroviarie, della So[...]

Brano: Secchia, Pietro

sizioni antirevisionistiche e rivoluzionarie del Partito comunista cinese.

Al C.C. del 1011.11.1961, successivo al XXII Congresso del P.C.U.S., criticò i metodi della “destalinizzazione” e si pronunciò per la unità internazionalista. Il 30 novembre parlò al Senato in favore del progetto di legge Parri per lo scioglimento del M.S.I.; alla questione dedicò numerosi comizi e discorsi. Dal 2 al 9.12.1961 prese parte a Roma al X Congresso del P.C.I.; nelle sue note di diario espresse preoccupazione per la polemica anticinese che lo caratterizzò. Al successivo C.C. (21 dicembre) fu esonerato dalla responsabilità della Sezione editoriale e invitato a dedicarsi esclusivamente al lavoro parlamentare. La nuova “degradazione” acuì in Secchia il senso dell'impotenza; il dubbio sulla permanenza nel P.C.I. fu ancora da lui risolto pos[...]

[...] stessi metodi del passato » e propose che il P.C.I. si facesse promotore di una riunione comunista internazionale (AS, pp. 494504). Togliatti reagì violentemente, definendo quello di Secchia un « discorso agitatorio sulla unità, privo di qualsiasi argomentazione » e accusando il compagno di coltivare per equivoci fini « gli archivi di casa » (AS, p. 482).

Una successiva seduta (24 ottobre) lo convinse che il partito aveva abbandonato l’unità internazionalista per mettersi « sulla strada del comuniSmo nazionale» (AS, p. 484). Nello stesso periodo egli constatò la sostanziale ambiguità dell'atteggiamento del P.C.I. nei confronti del centrosinistra e il suo « processo di trasformazione da partito a movimento » (AS, pp. 489490).

Ad un articolo di Longo su “l’Unità” per i 60 anni di Secchia, in cui vi era un cenno ai suoi eccessi di fiducia, egli rispose il 25.2.

1964 con un « piccolo sfogo » sulle sue e altrui responsabilità, definendo tra l’altro I suoi « errori », alla luce dei fatti dell'ultimo decennio, « pulviscolo neH’infìnità dello spazio[...]

Brano: [...]nationalistes).

Nel 1935, dopo la svolta frontista della Terza Internazionale, un convegno della Frazione, svoltosi a Bruxelles, sancì formalmente l’uscita di « Prometeo » dal Partito comunista d’Italia (di fatto, ne era fuori dal ’28) e il gruppo decise di chiamarsi Frazione italiana delia sinistra comunista.

II termine « frazione » venne mantenuto, ma per indicare che il gruppo si poneva come corrente interna a un nuovo partito comunista internazionalista, di cui si auspicava la nascita. La costituzione di un nuovo partito non era considerata immediatamente possibile, ma veniva vista dalla sinistra come ipotesi da realizzarsi in stretto rapporto con la sperata ripresa del movimento operaio.

La guerra di Spagna

Dal 1936 gli avvenimenti di Spagna determinarono una grave crisi all'interno del gruppo «Prometeo»: sorsero tra i suoi membri profonde divergenze su come interpretare la guerra civile in corso tra repubbli

cani e fascisti spagnoli, quindi sull’atteggiamento da assumere. La maggioranza sosteneva che dopo i primi mesi del 1937, il[...]

[...]one è formata dai migliori elementi dell'ambiente comunista italiano e per i suoi metodi organizzativi è una delle organizzazioni politiche fra le più serie di tutto l'antifascismo ».

A. Per.

Prometeo (19431945)

Rivista pubblicata nell’Italia occupata dall’1.11.1943 al 6.5.1945, mensile fino all’agosto 1944 e senza periodicità fissa nei mesi successivi.

« Prometeo » fu, durante la Guerra di liberazione, l’organo del Partito comunista internazionalista fondato nell'Italia settentrionale nel 1942, per iniziativa di un gruppo di militanti della vecchia sinistra del Partito comunista d’Italia (v. Comunista italiano, Partito) rimasti in Italia negli anni del regime o rientrati daN’emigrazione. I personaggi più in vista di questa organizzazione erano Onorato Damen, Mario Acquaviva, Bruno Maffi e Fausto Atti. Di fatto, l’inconsistenza organizzativa rese ininfluente il movimento.

La rivista venne stampata clandestinamente quasi sempre a Torino, ma i componenti del gruppo si trovavano per Io più nel Milanese e in altre provincie del Nord, dove p[...]

Brano: Oltrarno

le conclusioni moderate di queste e la crisi economica seguita all’unità d’Italia e al trasferimento della capitale del Regno a Roma (1871) furono moventi originari, tra gli altri, di una larga adesione popolare ai movimenti e ai partiti politici più avanzati.

Nel decennio 18701880 gli internazionalisti (v. Internazionale, Prima) ebbero infatti in Oltrarno un cospicuo seguito: nel 1878 la Sezione internazionalista di San Frediano era la più numerosa di Firenze, mentre altre ne esistevano a Porta Romana, San Niccolò e a! Pignone, In questo stesso anno nacque in San Frediano un circolo di propaganda socialista fra le operaie» sfruttando i collegamenti esistenti con le maestranze femminili della manifattura di tabacchi del Torrino di S. Rosa, come avevano dimostrato gli scioperi e le agitazioni della sigaraie che ebbero a verificarsi fra il 1874 e il 1877. Nel 1880 si costituì la « Società di mutuo soccorso » fra gli operai del Pignone (v.), uno dei primi complessi industria

li fiorentini che aveva sed[...]

[...]l 1874 e il 1877. Nel 1880 si costituì la « Società di mutuo soccorso » fra gli operai del Pignone (v.), uno dei primi complessi industria

li fiorentini che aveva sede nell’omonimo quartiere. Questa associazione operaia sarà poi costantemente presente nel travaglio che, a fine secolo, porterà alla costituzione della Camera del lavoro cittadina.

La repressione poliziesca, da parte sua, non riuscì mai a stroncare definitivamente il movimento internazionalista a Firenze, e soprattutto in Oltrarno, tanto che negli ultimi due decenni del 1800, parallelamente al declinare dell’influenza bakuninista, nella zona pose salde radici il movimento socialista che, nel 1894, contava sezioni a San Niccolò, a San Frediano e a Porta Romana.

Movimento socialista Col nuovo secolo la situazione economicosociale dell’Oltrarno non conobbe variazioni di rilievo^ mentre si andava estendendo ^approfondendo la politicizzazione della popolazione, che conservò e forse accentuò il carattere intransigente mutuato dal bakuninismo. È anche a questa peculiarità, probabilmente[...]

Brano: [...]goli paesi, sì vedano le rispettive voci.

E.Ni.P.Se.

Colonie libere italiane

Denominazione assunta dalle diverse associazioni e organizzazioni italiane in Svizzera che, rifiutando di assoggettarsi al fascismo, svolsero di fatto un’efficace azione contro il regime di Mussolini.

La prima Colonia libera italiana sorse nel 1925 a Ginevra, dove fin dal 1890 funzionavano le scuole italiane fondate per iniziativa di un operaio lattoniere, l’internazionalista Biagio Rossetti. Nell’aprile 1925, pronunciando un discorso alla cerimonia annuale delle premiazioni, il console italiano accennò alla necessità di introdurre profonde riforme nello statuto dell’ente. Allarmati, gli antifascisti crearono allora un comitato che, in pochi giorni, rac

colse i 3.000 franchi svizzeri sufficienti per sostituire l’annuale contributo del governo fascista; e quando il console rivendicò il diritto di nominare metà dei membri della commissione di vigilanza, di licenziare gli insegnanti e di imporre programmi scolastici stabiliti da Roma, minacciando in caso contrario[...]

[...]corrente politica. Qualche tempo dopo, la sezione svizzera della Società Dante Alighieri seguì l’esempio delle scuole: estromise i fascisti, si staccò dall’associazione nazionale scaduta a strumento di propaganda del regime e divenne un centro antifascista di cultura italiana. Tra le diverse altre associazioni di emigrati italiani che si schierarono in difesa delle scuole italiane si ricordano La Nazionale, società di mutuo soccorso fondata dall'internazionalista Rossetti e dal mazziniano Zamperini; La Stella d’Italia, mutua dei militari in congedo; La seminatrice, società di mutuo soccorso; La famiglia del Lago d’Ort^ VAssociazione veneta, La Musica di Cesara. Nell’ottobre 1928 gli antifascisti di Ginevra presero l’iniziativa di dare vita a una colonia estiva che permettesse ai bambini degli emigrati di trascorrere le vacanze senza doversi piegare alle « opere del regime », con le quali i fascisti tentavano di irreggimentare i figli degli italiani all’estero. Fu creato un comitato che ebbe l’adesione di 14 società italiane esistenti a Ginevra e che r[...]

Brano: [...]iresse l’organo della Giunta provvisoria di governo Bollettino quotidiano di informazioni, con 14.000 copie di tiratura.

Altre pubblicazioni

Fuori dal circuito dei partiti aderenti al C.L.N. si ebbero diverse pubbli

cazioni. Dall’ottobre 1943, il Movimento Bandiera rossa (v.) produsse e diffuse largamente il proprio organo dall'omonima testata; a Milano, uscirono Prometeo (v.), diretto da Onorato Damen come “Organo del Partito comunista internazionalista”, e Spartaco, edito nella primavera del 1944 con l’indicazione “Organo del Partito comunista indipendente”. A Torino fu largamente diffuso Stella rossa, organo dell'omonimo movimento (v.). Spiccatamente rivolto al sostegno di aspirazioni autonomistiche locali di antica data, nel quadro della lotta antifascista e partigiana, si mostrò il valdostano La Vallata, ispirato dal capo storico del movimento autonomista della Valle d’Aosta (v.), il notaio Emile Chanoux, e dallo storico Federico Chabod, mentre le posizioni dei separatisti filofrancesi erano rappresentate dal foglio La Vallèe d’Aoste, se[...]

Brano: [...]siderurgici e gruppi di potere) che non incisero a fondo nella realtà produttiva della regione.

Movimento operaio e socialista

Fu nelle fabbriche di Terni (v.), oltre che fra gli artigiani e il ceto medio degli altri centri urbani, che verso la fine dell’800 si svilupparono le prime organizzazioni socialiste. Prive ancora di una precisa fisionomia, ideologicamente esse si muovevano all’interno di un generico socialismo anarchico di matrice internazionalista. Questo periodo di formazione accennò a concludersi con l’ultimo decennio del secolo XIX, quando anche in Umbria si diffuse il socialismo di ispirazione marxista e, dopo il Congresso socialista di Genova del 1892, cominciarono a nascere le prime sezioni del P.S.I..

Il salto qualitativo avvenne con l’inizio dell’età giolittiana, quando l'esplosione prima spontanea e poi organizzata del movimento contadino allargò la base di massa del P.S.I., anche se le carenze di strategia politica continuarono a permanere rilevanti per tutto il quindicennio che si concluse con l’intervento dell’Italia nel[...]