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Il segmento testuale interclassista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 304Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 116

Brano: [...]sia quelli «avanzati» sia quelli «arretrati »; l’incompatibilità che deriva essenzialmente dalla sua natura di metodo problematico e non dogmatico. Ma entra in crisi anche per alcuni suoi difetti d’origine, sia d’opportunismo che di utopia. In un periodo in cui l’antagonismo di classe, in tutto il mondo, si trova in uno dei suoi momenti più chiari e paradigmatici degli ultimi cin*

quant’anni, il razionalismo nasce all’insegna di una ideologia interclassista (anche se non aclassista) di stampo umanitario ed illuminista: gli Stati democratici borghesi, soprattutto dopo la prima guerra mondiale, praticano, anche in buona fede, una politica interclassista. Ma quando sopravviene un periodo di crisi (come nel 1929) l’interclassismo diventa obiettivamente solo una mascheratura del capitalismo, dietro cui si nasconde una politica spietata a favore della classe egemone, che pertanto ha bisogno di un’architettura in cui riconoscere e con cui simboleggiare il proprio potere. Il destino di una tendenza interclassista come il razionalismo è quello di trovare l’appoggio di una borghesia illuminata, senza avere poi lalleanza delle classi popolari quando la borghesia l’abbandona. In questo senso la colpa da addebitare all’Unionè Sovietica non è tanto quella di aver respinto l’architettura razionalistica, quanto quella di averla sostituita con un accademismo reazionario.

Un giudizio sulla vicenda dell’architettura moderna in Italia durante il fascismo e sul peso più o meno determinante che il fascismo stesso esercitò sul suo sviluppo, va espresso alla luce di queste valutazioni a scala europea del fenomeno.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 527

Brano: [...]iticamente nella

difficile lotta. Nel 1912 gli anarcosindacalisti costituirono una loro organizzazione nazionale denominata Unione sindacale italiana (v.).

Da parte sua il sindacalismo cattolico individuava la propria base associativa nelle corporazioni, cioè in unioni organiche di lavoratori e datori di lavoro operanti in una stessa unità produttiva o in un determinato settore, fondamentalmente basandosi sul principio della collaborazione interclassista. Già dalla fine del secolo XIX la prospettiva del corporativismo cattolico si configurava come essenzialmente istituzionalistica e, nel Congresso dei cattolici italiani del 1903, Giuseppe Toniolo ipotizzò sindacati paralleli di lavoratori e datori di lavoro, che avrebbero dovuto trovare un collegamento a livello dirigenziale. L’ispirazione interclassista di Toniolo e il suo favore per le soluzioni arbitrali dei conflitti, basate sul principio cristiano della « giusta mercede », rimarranno il contrassegno del sindacalismo cattolico. Nel maggio del 1918 nacque la Confederazione italiana del lavoro (C./.L), della quale facevano parte i cosiddetti sindacati bianchi, cioè cattolici, in grande maggioranza contadini.

Gli anni tra le due guerre

Dopo la prima guerra mondiale si manifestò con particolare vivacità, in seno alla C.G.L., il problema dei rapporti che dovevano intercorrere fra il sindacato e i partiti politici dei lavoratori. Socialis[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 363

Brano: [...]o comunque razionalistica.

Lo sviluppo dell’organizzazione dei lavoratori versi Mesi fu tuttavia prevalentemente frutto dell’attività socialista (la prima Sezione della zona fu quella fondata nel 1887 a Viareggio da Narciso Fontanini, barbiere, proveniente dalle fila dell’anarchismo). Il punto di partenza era rappresentato dalle numerosissime Società di mutuo soccorso, di assistenza e di cooperazione, organizzate per lo più su base largamente interclassista; da queste si passò all’organizzazione delle Leghe di mestiere, la cui crescita e associazione porfò alla formazione della Camera del lavoro a Viareggio (1901) e del Comitato provinciale edile (C.P.E.) di Seravezza (1905; ma già dal 1902 esisteva un Comitato regionale delle Leghe di resistenza) .

Tutto il successivo periodo, fino al

lo scoppio della Prima guerra mondiale, vide il rafforzamento di questi organismi e lo sviluppo di lotte significative (sciopero delle cave Henraux sull’Altissimo nel 1910, sciopero “delle 8 ore” nel 1913), pur fra alterne vicende e tensioni polemiche tra so[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 477

Brano: [...]cate sulle montagne. A cavallo del secolo costituiva, con le sue cave, il maggior polo di concentrazione di classe operaia della Versilia: soprattutto cavatori, occupati in condizioni proibitive nella attività estrattiva che, all'epoca, conobbe una fase fiorente anche per intervento di capitale straniero (Henraux).

Qui il socialismo fece quindi le sue prime prove, passando dalle società solidaristiche di mutuo soccorso e di assistenza, a base interclassista e dichiaratamente “apolitiche”, alle prime leghe di resistenza. Qui emersero i protagonisti più noti del nascente socialismo versiliese: da Settimo Leoni, militante della Prima Internazionale, a Luigi Salvadori (v.)f che di Leoni fu allievo spirituale; dal medico Bettino Pilli, l’u

477



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 169

Brano: [...]ra del proletariato.

In campo cattolico, un autorevole riconoscimento ufficiale del riformismo nei rapporti sociali può essere fatto risalire a Leone XIII che, con la sua enciclica Rerum Novarum (v.) del 1891, mirò a far assumere alla Chiesa funzioni di guida civile e politica nel mondo moderno, oltre che religiosa e morale. Un importante aspetto del riformismo cattolico può essere considerato il corporativismo, concezione collaborazionista e interclassista alla quale si ispirò anche il fascismo (v. Corporativismo fascista).

Visto dalla parte della borghesia liberale, il riformismo significa fondamentalmente la creazione di un libero mercato e un allargamento della base di partecipazione attiva dei cittadini alla gestione degli affari pubblici. Nel sistema democraticoparlamentare (v. Parlamentarismo) questo allargamento si realizzava attraverso il suffragio universale e il decentramento amministrativo dello Stato (regionalismo, autonomie comunali ecc.), provvedimenti che stimolano la libera iniziativa privata, favoriscono l’accumulazione a fa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 710

Brano: [...]nderanno ai primi di agosto. Più combattiva la presenza del Partito d’Azione, sempre in bilico fra sinistra e forze moderate, anche se decisamente in opposizione al governo Badoglio e con una precisa pregiudiziale repubblicana.

La Democrazia Cristiana, da poco sulla breccia, era rappresentata a Milano dall’unico esponente che avesse seriamente subito i rigori del fascismo, Piero Malvestiti, che con i suoi « neoguelfi » propugnava un programma interclassista non discosto da quelle Idee ricostruttive della Democrazia cristiana elaborate da De Gasperi a Roma sul finire del 1942.

Per i liberali, la cui personalità milanese di spicco era Alessandro Casati, si trattava di operare per un ritorno all’Italia prefascista. Nonostante queste diversità, il Comitato antifascista milanese era ben più radicale e unito di quello contemporaneamente formatosi a Roma. Lo dimostrò il 2 e il 6 agosto, approvando ordini del giorno in cui non solo criticava le posizioni dell’opposizione romana, di supina attesa nei confronti delle decisioni di Badoglio, ma denunciav[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 655

Brano: [...]e Meda insieme con i suoi amici di gruppo tentò di dare una chiara e lungimirante consapevolezza politica alla battaglia dei Partito popolare, ponendosi con estrema spregiudicatezza il problema del rapporto fra mondo cattolico e democrazia nell’età moderna, fra le lotte del proletariato industriale e contadino e le future strutture di un nuovo stato democratico fuori dagli schemi e dalle tentazioni della democrazia protetta e del corporazionismo interclassista (v. Democrazia cristiana).

Negata ogni validità alla tradizione clericomoderata, il « Domani d’Italia » si ricollegava all'esperienza dell'intransigenza cattolica, quella di tipo albertariano, cui dava significato il rifiuto di ogni compromesso trasformistico, moderato e conciliatorista, e il richiamo a una vocazione di fedeltà alle aspirazioni del mondo del lavoro.

Contro il fascismo

La battaglia più importante del « Domani d'Italia » fu quella sostenuta per la convocazione del congresso di Torino e durante il congresso stesso, svoltosi nell'aprile del

1923. In quella assise furo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 456

Brano: [...]4 si pronunciò contro l’intervento della Gran Bretagna nella guerra mondiale ma poco dopo, con l’ondata di sciovinismo scatenatasi nel paese in guerra, di fronte ai duri attacchi per il suo moderato pacifismo fu costretto a dimettersi da capogruppo parlamentare.

Primo dopoguerra

Perduto anche il seggio di deputato nelle elezioni del 1918, rimase ugualmente tra i più influenti capi laburisti, contribuendo a orientare il partito su una linea interclassista e riformista.

Dopo aver salutato calorosamente la Rivoluzione sovietica nel 1917, si ricredette e nel 1919 pubblicò due opere ribadendo la superiorità della via parlamentare al socialismo.

Tornato in Parlamento nel 1923, fu scelto nuovamente come leader laburista. Allorché, nelle successive elezioni, i laburisti ottennero la maggioranza relativa, con l’appoggio dei liberali MacDonald formò il suo primo governo riservandosi anche il dicastero degli Esteri.

Nei nove mesi di incerta vita del governo egli si dedicò soprattutto alla soluzione dei problemi europei. Nel giugno 1924, come la[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 66

Brano: Interclassismo

zazione. La concezione interclassista cattolica, che sta alla base della Democrazia Cristiana (v.)f deriva dalla dottrina sociale cristiana la quale, assimilando le classi odierne ai ceti medioevali, mira a fonderle in una unità corporativa inserita nello Stato, cui spetterebbe il compito di assicurare la equa ripartizione delle ricchezze. Tale concezione contesta che lo sfruttamento del lavoro sia l’inevitabile conseguenza della proprietà privata dei mezzi di produzione e nega il carattere di classe dello Stato. All’interclassismo cattolico può essere riconosciuto un certo contenuto etico ma, di fatto, esso contrasta con le esig[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 65

Brano: [...]ione (194345), Edizioni di cultura, Roma, 1954.

Interclassismo

Concezione politica che, pur ammettendo l’esistenza di diverse classi sociali, propone di superare le divisioni e i contrasti che ne derivano in forme di integrazione e di corporativismo (v.). L’interclassismo si contrappone quindi alla concezione marxista che afferma l’inevitabilità e anzi la necessità della lotta tra le classi come legge dello sviluppo sociale.

L’ideologia interclassista viene di fatto utilizzata dalla borghesia capitalistica per imbrigliare e distogliere dalla lotta di classe la parte più arretrata del proletariato e gli strati intermedi in via di proletariz

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successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine interclassista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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