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Il segmento testuale idealista è stato estratto automaticamente da un complesso algoritmo di KosmosDOC di tipo "autogeno", ossia sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 326Entità Multimediali, di cui in selezione 13 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 248

Brano: [...]15, ossia del giorno che precedette l’intervento italiano nella prima guerra mondiale. Per il suo carattere vivacemente aggressivo, scandalistico e di battaglia, il periodico ebbe notorietà e larga diffusione, specialmente a Milano. Era diretto da Paolo Valera, un libertario indipendente anche se iscritto al Partito socialista, che divenne noto come polemista implacabile, fiero esponente di un socialismo individualista, populista e generosamente idealista. Il periodico bollava certo malcostume parlamentare, la tendenza all’intrigo e

al compromesso di molti uomini politici, e puntava i propri strali soprattutto contro taluni esponenti del riformismo italiano, da Turati a Treves a D’Aragona; per contro, appoggiava tutti gli scioperi e i movimenti di carattere rivoluzionario, sostenendoli con incitamenti e plausi.

Nelle pagine del settimanale venivano denunciati gli scandali, messi a nudo i profittatori, attaccati i metodi violenti della polizia e l’uso delle armi contro i lavoratori. Vi si trovano riflessi tutti i grandi avvenimenti politi[...]

[...] con la folla — scriveva in uno dei primi numeri P. Valera —, perché della folla abbiamo i gusti, le idee, le aspirazioni ».

Cessò le pubblicazioni quando il paese intervenne nel conflitto mondiale, intervento che il foglio aveva tenacemente combattuto. Valera avversò nel dopoguerra il fascismo, sebbene nel suo libro intitolato Mussolini (Milano, 1924) dimostrasse una aperta simpatia per il dittatore, considerandolo un « rivoluzionario » e un idealista attorniato da volgari profittatori.

Laghi, Nino

N. a Forlì nel 1907. Militante comunista e attivo antifascista, dopo le leggi eccezionali fasciste del 1926 venne relegato per 7 anni al confino nell’isola di Ponza. Dopo I'8.9.1943 ha partecipato alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza romagnola, comandante di un Battaglione S.A.P. a Forlì.

Lago, Vinicio

Fabio. N. a Roma il 9.1.1920, m. in provincia di Udine nell’aprile 1945. Di genitori triestini, laureato in Legge, nel 1941 fu mobilitato nella campagna di Jugoslavia come sottotenente di fanteria. Dopo l’8.9. 1943, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 653

Brano: [...]se in rotta le truppe tedesche a Stalingrado e rovesciò definitivamente le sorti del conflitto. Da allora cominciò quell’avanzata che porterà l’Armata Rossa fino a Berlino (v.) e Stalin (autoinsignitosi del titolo di maresciallo) vedrà ingigantire il proprio prestigio nell'U.R.S.S. e nel mondo.

Stalin diplomatico

A detta di molti storici, nella fase finale della Seconda guerra mondiale Stalin diede ottima prova di sé come diplomatico. Meno idealista di Roosevelt e più duttile di Churchill, più determinato e freddo di entrambi, egli seppe cogliere le debolezze degli Alleati approfittandone in giusta misura, senza pretendere cioè di stravincere e accettando anche le inevitabili sconfitte. La sua conduzione dei rapporti internazionali dimostrò che sapeva informarsi a una diplomazia fondata sull’equilibrio fra grandi potenze. In tal modo egli divenne il continuatore della politica di potenza russa, sia ricuperando molti territori che l’ex impero zarista aveva perduto in Europa e in Asia (in seguito alla rivoluzione del 1917, ma già prima con[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 564

Brano: [...] si costituì stabilmente in Francia solo nel 1905, dopo circa trentanni di divisione fra le correnti marxiste che facevano riferimento a Guesde e i seguaci di Jean Jaurés (v.), eredi del giacobinismo politico. Il partito nato daH'unificazione di queste correnti, la S.F.I.O. (Sezione francese dell’internazionale operaia), aderì alla Seconda Internazionale e vide rapidamente prevalere al proprio interno le forze ispirate al socialismo democratico, idealista e umanitario, di Jaurés.

Dopo la Rivoluzione russa dell’ottobre 1917 la maggioranza della S.F.I.O. decise di costituire il Partito comunista francese. La minoranza, che faceva capo a Léon Blum (v.), ricostituì invece ciò che restava della S.F.I.O. conseguendo peraltro notevoli successi elettorali nel decennio 19201930. La vittoria della S.F.I.O. alle elezioni del 1936 portò alla nascita del governo di Fronte popolare (v.), diretto dallo stesso Blum. Questo governo non riuscì tuttavia ad affrontare in modo valido le conseguenze della crisi economica e tanto meno le difficoltà della situazio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 64

Brano: [...]se.

Il 7.9.1929, dal carcere di Fossombrone, G.A. scrisse alla moglie Anna: « Sto leggendo il Don Chisciotte e rileggendo quello che farò rilegare in tela e oro. Don Chisciotte ha una filosofia come quella di Fichte. È la filosofia moderna. Sono gli altri che hanno torto, quelli che non vedono che il puro fenomeno, quelli che non vogliono convincersi che l’osteria è un castello. Così mi diceva Paimiro, tanti anni fa, perché allóra Paimiro era idealista e ammiratore, di Don Chisciotte... ».

Ampezzo

Comune di circa 2.500 abitanti in

provincia di Udine, uno dei centri delle Alpi Carniche lungo la strada che da Tolmezzo, attraverso il Passo Mauris, porta in Cadore. Dopo I’8.9.1943, il primo pensiero dei giovani militari ampezzani che da ogni parte ritornavano a casa, fu quello di sfuggire ai tedeschi e trovare un rifugio sui monti. Ma alla relativa tranquillità in cui nei primi giorni furono lasciate le vallate, subentrò ben presto una più chiara presa di coscienza della necessità di un'azione positiva e quegli stessi giovani cominciar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 185

Brano: [...]l’effettiva indipendenza della magistratura. Al centro delle sue campagne vi fu l’opposizione al conflitto libico e la denuncia del carattere avventuroso e di classe dell’impresa africana.

La direzione di Benito Mussolini

Nell’aprile del 1910, il successo del quotidiano indusse la direzione del partito a costituire la Società editrice socialista, trasferendo la direzione del foglio da Roma a Milano. Fattasi strada nel partito la tendenza « idealistarivoluzionaria », al congresso tenutosi a Reggio Emilia nel luglio 1912 la maggioranza affidò la direzione provvisoria del giornale a Giovanni Bacci, subito dopo sostituito da Benito Mussolini. Questi radicalizzò il linguaggio e le posizioni dell’A., conducendo un’aspra campagna contro i ventilati progetti di adesione dell’Italia ài conflitto mondiale apertosi nel 1914, mentre si

studiava di spingere le masse su un terreno di lotta rivoluzionaria di appariscente ispirazione soreliana e massimalistica. AH’appello per la «neutralità assoluta» lanciato dal quotidiano allo scoppio del conflitto[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 220

Brano: [...]
ed Engels. Il 28.9.1870 fu tra gli organizzatori di un fallito moto insurrezionale a Lione. L’8.8.1874, con Andrea Costa (v.), tra gli organizzatori del tentativo insurrezionale bolognese, miseramente naufragato fin dal primo momento. Ritiratosi dalla vita politica, morì a Berna due anni dopo.

Personaggio decisamente contraddittorio, libertario e al tempo stesso antisemita: uomo d’azione, ma fondamentalmente, come ebbe a definirlo Marx, un « idealista sentimentale », Bakunin non perse occasione di partecipare a « colpi di mano » e a moti più o meno inconsulti: non mancano però documenti nei quali egli si mostra lucidamente convinto del fatto che ogni movimento insurrezionale è condannato al fallimento ove non si sviluppi l’azione delle masse. Nella sua nota lettera al Ceretti scrisse: « Ciò che può e deve salvare l’Italia dallo stato di avvilente e rovinosa prostrazione in cui presentemente si trova, ciò che voi dovete preparare e organizzare non è, mi sembra, una ridicola sommossa di giovani eroici ma ciechi; è una grande rivoluzione popo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 567

Brano: [...]ialista», articolo (col. 34); infine, senza titolo e in grassetto, la seguente nota « redazionale »:

« Abbiamo messo a questo foglio un titolo che non è solamente nostro. Prima che la guerra si sferrasse nel mondo con il suo flagello irresistibile, con alcuni amici si era deciso di lanciare una nuova rivista di vita socialista, che fosse come il focolare delle nuove energie morali, del nuovo spirito (parola censurata, forse rivoluzionario) ed idealista della nostra gioventù. Avrebbe dovuto essere slancio e riflessione, incitamento all'azione e al pensiero. Nella grande fede del nostro animo ricolmo di giovinezza e di ardore pensavamo di ricominciare una tradizione tutta italiana, la tradizione mazziniana rivissuta dai socialisti. Ma l'intento non è stato dimesso. Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare. E la rivista sarà. Questo numero unico non è certamente un saggio. Esso è un invito ed un incitamento. Chi è persuaso che per il pensiero e la coltura socialista molto sia ancora da fare, e che una n[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 731

Brano: [...]e dopo il delitto Matteotti, di fronte alla crisi che investiva il regime e minacciava di travolgerlo, Croce, mostrandosi succube del ricatto della guerra civile, giustificava come «patriottico e prudente» il voto di fiducia che al Senato — anche in quell’occasione — non aveva saputo negare a Mussolini. Precisando che il suo voto era stato dato senza entusiasmo, ma per « dovere», « dopo aver lungamente ponderato il prò e il contro », il filosofo idealista continuava ancora ad avallare la perniciosa illusione trasformistica che aveva scoraggiato fin dall’inizio ogni valida iniziativa di opposizione: « Il fascismo — dichiarava allora Croce — ha risposto a seri bisogni e ha fatto molto di buono, come ogni animo equo riconosce. Sicché, per una parte, c’è ora nello spirito pubblico il desiderio di non lasciar disperdere i benefici del fascismo é di non ritornare alla fiacchezza e alla inconcludenza che lo avevano preceduto; e, dall’altra, c’è il sentimento che gli interessi creati dal fascismo, anche quelli meno lodevoli e non benefici, sono pure u[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 735

Brano: [...]talia dalTignominia, aggiungete al labaro della vostra Università la gloria di uria nuova più grande decorazione in questa battaglia suprema per la giustizia ,e per la pace nel mondo ».

Invano, dall'altra parte della barricata, si tentava l’ultima manovra diversiva con l’appello rivolto poco dopo, nel dicembre del 1943, da Giovanni Gentile per la concordia « al di sopra dei partiti », nel nome della « unità della Patria ». Al vecchio filosofo idealista, nuovo Presidente dell’Accademia d’Italia all’ombra della Repubblica di Salò protetta dal tallone tedesco, Concetto Marchesi rispondeva dal giornale clandestino La lotta: « Quanti oggi invitano alla concordia, incitano ad una tregua che dia temporaneo riposo alla guerra dell’uomo contro l’uomo. No: è bene che la guerra continui, se è destino che sia combattuta. Rimettere la spada nel fodero, solo perché la mano è stanca e la rovina è grande, è rifocillare l’assassino. La spada non va riposta, va spezzata ». Pochi mesi dopo, a Firenze, il 15.4.1944, Gentile pagherà con la vita l’ultimo vano se[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 738

Brano: [...]ositivamente l’atmosfera di una zona del Piemonte nella quale, alla stanchezza generale per i sacrifici della guerra, si univano le ripercussioni morali e psicologiche estremamente negative causate dall’aggressione del 1940 afla Francia, nonché l’avversione profonda al regime e ai tedeschi sollevata dalle vicende belliche di Albania, Grecia e Russia, nelle quali il tributo di sangue dei battaglioni alpini cuneesi era stato altissimo. Galimberti, idealista di ispirazione mazziniana, attirò a sè un cospicuo gruppo di intellettuali e di giovani cuneesi, fra i quali alcuni destinati a divenire figure di primo piano del movi

mento partigiano, come Benedetto Dal mastro, Dante Livio Bianco, Giorgio Bocca. Si ristabilirono contemporaneamente, in quel torno di tempo, contatti fra le cerehie liberali e cattoliche, mentre l’azione comunista gettava le basi della riorganizzazione del partito.

Il 25.7.1943 la caduta del regime sorprese gli antifascisti cuneesi intenti a questo graduale lavoro dì ricomposizione delle file dei movimenti politici. Galim[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine idealista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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