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Il segmento testuale guardiani è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 119Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 417

Brano: [...]o del carcere. Bernardinelli, che pilotava l’auto, fingendo di essere un avvocato riuscì a farsi aprire il portone e a bloccare con la sua pistola l’esterrefatto guardiano, mentre Petacchi e Pretto, armati di mitra, si infilavano per le scale. Disarmata e lasciata in custodia la guardia ai compagni rimasti di copertura all’ingresso, salì anche Bernardinelli, ma in quello stesso momento ebbe inizio una sparatoria contro l’automobile, da parte dei guardiani che, resisi conto dell’accaduto, tiravano dalle finestre del carcere. Con ammirevole sangue freddo i tre gappisti all’interno non desistettero dall’azione e incontrarono Roveda che, messo già sullavviso dalla moglie, stava a sua

volta guadagnando l’uscita. Con Roveda, i tre liberatori tornarono sulla strada e, sotto il tiro incrociato dei guardiani, rispondendo al fuoco riuscirono a risalire tutti in macchina. Poiché questa non partiva, Bernardinelli e due compagni do/ettero uscirne nuovamente per metterla in moto a spinta.

Infine, tutti più o meno gravemente feriti (compreso Roveda) poterono allontanarsi secondo il piano già prestabilito. Ma, mentre Roveda, Zampieri, Petacchi e Ugolini trovarono rifugio nell’abitazione dell’antifascista Attilio Dabini, dove nonostante le ricerche scatenate dalla polizia non vennero mai scoperti, Bernardinelli (con una pallottola nel polmone) dovette ripararsi a casa sua per poter farsi curare da un [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 240

Brano: [...]volta ordine che fosse subito aperto il cancello interno; quindi fece accompagnare prigionieri e scorta all’ufficio matricola. La guardia addetta ài la registrazione non comprendeva il tedesco e, innervosita anche per l’ora tarda, chiese stizzosamente: « Ma nessuno di voi sa l’italiano? ».

« Ma sì, tutti noi parliamo italiano », rispose a questo punto il comandante Carlo, puntando la rivoltella e ordinando « mani in alto ». Uno dopo l’altro I guardiani e i carabinieri vennero disarmati e rinchiusi nelle celle, che in pochi minuti cambiarono ospiti. Anche i militi In servizio di guardia sui muri di cinta vennero garbatamente invitati a scendere. I cameroni dei detenuti politici furono aperti: il primo a essere liberato fu il capitano Francesco Pesce (MiloJ, che diventerà In seguito comandante della Divisioné d’assalto Garibaldi « Nino Nannetti »; assieme a lui riacquistarono la libertà 73 detenuti.

Compiuta l'azione, i partigiani e gli ex detenuti si allontanarono, pro

240



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 290

Brano: [...]nione Sovietica nel cimitero di guerra che raccoglie circa 50.000 salme.

Dal 1943 anche il campo di BergenBelsen passò alle dirette di

pendenze di Himmler (v.), che se ne servì per lo sterminio in massa di ebrei e di altri deportati civili. Dichiarato ufficialmente « campo di transitò » o « di sosta » (Aufenthaltslager), fu sistematicamente sottratto a ogni forma di controllo da parte della Croce Rossa Internazionale e poiché, alla fine, i guardiani nazisti distrussero compietamente ogni incartamento, non fu possibile ricostruire attraverso quelle fonti la situazione trascorsa del lager, quanto al numero dei deportati e dei deceduti. Da documenti trovati in altri campi, si potè tuttavia appurare l’invio a BergenBelsen di almeno 63 convogli (da Buchenwald, Dachau, Flossénburg, Natzweiler) comprendenti 22 mila 981 internati, tra cui 7.069 donne e 697 bambini. Non fu invece possibile documentare la consistenza dei numerosi convogli giunti direttamente dai paesi occupati

o da altri campi di deportazione dell’Est europeo. Tra i deceduti, s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 456

Brano: Carceri fasciste, Le

lo sguardo vigile di una guardia armata.

Alle 7 del mattino la sveglia, la pulizìa e il caffè. Alle 8 alcuni guardiani, con un sottocapo, entravano nella cella o nel camerone per la « conta » e per battere le inferriate delle finestre, ciò che veniva fatto colpendo ripetutamente le sbarre con un mazzuolo di ferro, onde constatarne dal suono l'integrità e controllare che qualcuna di esse non fosse stata segata durante la notte. Alle 9 aveva luogo la distribuzione di un pane di 600 grammi a testa, quindi l'ora dell’aria. Tra le 11 e le

12 ogni detenuto riceveva un litro di minestra, che un giorno poteva essere piuttosto densa e condita, l’altro brodaglia insipida. Alla domenica la razione alimentare era cost[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 489

Brano: [...]ntenuto delle caratteristiche dell'originaria costruzione, salvo l’alto terrapieno che — circondando l’intero fortilizio come un grande muro di cinta — impedisce la vista dall’esterno. Il carcere, uno dei più vecchi e sporchi della penisola, comprende celle di metri 2,5x3 e « cameroni », atti a contenere ciascuno una dozzina di persone, somiglianti piuttosto ad ampi ripostigli. Invece delle porte, hanno grandi cancelli di ferro che permettono ai guardiani di sorvegliare in qualsiasi momento ogni mossa dei detenuti.

Pur essendo il clima della zona particolarmente freddo, umido e insalubre, con una temperatura che d’inverno scende spesso a diversi gradi sotto lo zero, il carcere — come del resto tutte le altre case di pena italiane — non veniva minimamente riscaldato. La vecchia fortezza potè così guadagnarsi il soprannome di « fossa dei milanesi », con chiaro riferimento alla provenienza di molti dei suoi ospiti.

Tra i numerosi detenuti politici lungamente rinchiusi a Castelfranco si ricordano il socialista Michele Giua, gli azionisti Mar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 570

Brano: [...]e inique, ma piuttosto rese severe dalla paura e dalle continue minacce dei loro superiori. Per questo, gli agenti più onesti cercavano di evitare di dover prestare servizio nei reparti dei politici. Se, al termine del quotidiano servizio, le guardie non presentavano almeno un rapporto contro questo o quel detenuto, venivano aspramente rimproverate dal capoguardia.

La storia della crusca fece il giro dei ca

meroni di Civitavecchia: uno dei guardiani definiti « buoni », ed erano ben pochi, raccontò d’essere stato convocato dal direttore che gM^ordinò di riferire ciò che il giorno prima aveva detto il detenuto Emiliò Sereni (v.). In realtà quest’ultimo, durante la passeggiata mattutina in cortile, aveva tenuto ai compagni una lezione di economia.

Il guardiano che, pur avendovi assistito, non aveva capito assolutamente nulla, pressato dalle insistenti e sempre più minaccio^ intimazioni del direttore e del capoguardia finì per ammettere che, sì, l’unica cosa che ben ricordava, avendola sentita continuamente ripetere dal Sereni ai compagni[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 580

Brano: [...]’impadronì di una parte del carico e fece saltare in aria il resto. Catturato il 17.8.1944 in seguito a delazione, fu lungamente torturato e infine impiccato dai tedeschi a Carignano (v.).

Molti fascisti della zona conoscevano il suo nome e I tedeschi gli davano un’intensa caccia, anche perché amava prenderli in giro. Di notte, Cocito scendeva dai monti con qualche compagno e liberava un patriota ferito, prigioniero in ospedale, la sciando ai guardiani un biglietto ironico di saluto.

Caduto in mano al nemico, tenne un contegno fierissimo. Narrano I testimoni che un fascista, vedendolo rialzarsi dopo le

580



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 691

Brano: [...]dine proletario. Altri dirigenti comunisti furono il ragioniere Fortunato La Camera, l’avvocato Nicola De Cardona, il dottore Alberto Talarico che godeva di una particolare popolarità (sarà eletto senatore, nelle liste del P.C.I., nel 1948), il dottore Luigi Prato e un folto gruppo di giovani.

Fascismo e antifascismo

Il fascismo sorse come movimento anticontadino; gli agrari ne furono i creatori, i finanziatori e spesso i dirigenti. I loro guardiani diventarono squadristi accanto agli studenti, ai professionisti, agli avventurieri di ogni risma, ma si trattò di un gruppo modesto. Al suo sorgere, il movimento fascista non incontrò resistenze negli esponenti liberali e radicali, e scarsa opposizione trovò anche da parte dei dirigenti del Partito popolare. Tra i più qualificati liberali e radicali si ricordano: l’on. Francesco loele di Rossano, che fu poi nominato senatore del regime; l’on. Berardelli, socialista riformista; l’on. Stanislao Amato, radicale; l’on. Tommaso Arnone, nittiano, poi nominato senatore del regime e podestà di Cosenz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 72

Brano: Deportazione, Campi di

S.S. e guardiani del campo di deportazione di Bergen Belsen caduti in mano agli inglesi (aprile 1945)

questi lager furono affidati alle cure delle S.A., le « camicie brune » delle squadre d'azione naziste che costituivano la milizia armata del regime e che vennero così a trovare una congeniale sistemazione. Ma quando, dopo la « notte dei lunghi coltelli» (30.6.1934), il capo delle S.A. Ernst Rohm fu ucciso per ordine di Hitler insieme ai suoi fidi, le « camicie brune » giudicate meno fedeli finirono a loro volta internate nei campi e la direzione di questi passò alle S.S. di Himmler (v.). Poiché Rohm era t[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 658

Brano: [...]ale Repubblicana e tradotto al vicino Gruppo rionale fascista « Tonoli ». Mentre vi veniva trattenuto e interrogato, alcuni agenti si introdussero in casa sua e, imitando la sua voce, tentarono di raccogliere una telefonata destinata a lui. Dato appuntamento all'ignoto interlocutore presso un bar di piazza Baracca, vi condussero il giovane Greppi per obbligarlo, sorvegliandolo a vista, a far da « civetta ».

Appena si sentì fuori tiro dei suoi guardiani, Mario tentò la fuga: balzò su una vettura tranviaria transitante di fronte a lui in quel momento e, avvicinatosi al conduttore, gli spiegò ciò che stava accadendo e lo esortò ad accelerare la corsa. Ma i fascisti si misero immediatamente all'inseguimento, aprendo il fuoco con le pistole contro la vettura tranviaria e spingendo a far altrettanto i brigatisti neri che si trovavano nella zona.

Temendo per (Incolumità dei passeggeri e per le conseguenze che potevano derivare al tranviere (il quale, incurante della sparatoria, aveva accelerato l'andatura), fatti pochi metri Mario saltò a terra[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine guardiani, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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