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Il segmento testuale gobettiana è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 31Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 566

Brano: [...], il 19.11.1943 fu sorpreso dalla polizia nella tipografia clandestina del giornale. Rinchiuso a Regina Coeli, ridotto in fin di vita dalle torture e dai disagi del carcere, vi morì dopo due mesi e mezzo.

« Leone Ginzburg — ha scritto Norberto Bobbio nell’introduzione al volume che raccoglie i più importanti saggi del giovane studioso antifascista [Scritti politici e letterari di L. G., Ediz. Einaudi) — era venuto a contatto con la tradizione gobettiana attraverso Augusto Monti, che insegnava italiano nella sezione B del Liceo d’Azeglio [...] Ginzburg impersonificò molto bene l'ideale della generazione di storici, il cui avvento Gobetti aveva pronosticato. Non a caso, nel momento in cui fu più libero dalle cure editoriali, sentendo avvicinarsi il momento della catastrofe pensò di esercitarsi in una serie di riflessioni sul Risorgi mento, proprio come aveva fatto Gobetti, se pur con una preparazione più ortodossa. In fondo, non tanto Gobetti, impegnato fino all’ultimo respiro nella lotta politica diretta, polemista

Leone Ginzburg

acceso[...]

[...]tti, attraverso Cattaneo, l'amore per le autonomie locali, per la cosiddetta sovranità dal basso, per quella libertà minuta, popolaresca che non può essere conservata se la gente, come diceva Cattaneo, non ci tiene sopra le mani. Di qua la critica ai vecchi partiti diventati macchine troppo pesanti, manovrati da oligarchie ristrette, la preferenza data ai sindacati come strumenti di lotta politica, e la risposta nei consigli operai. [...] Infine gobettiana fu l’intransigenza antifascista, la resistenza al fascismo come fattomorale prima che politico, come valore culturale oltre che politico. Coi fascisti non era possibile alcun compromesso: la lotta era lotta, e non si poteva essere che vincitori o vinti ».

Giolitti, Antonio

N. a Roma il 12.2.1915; laureato in legge. Nipote di Giovanni Giolitti (v.), nel 1940 venne in contatto con l’organizzazione comunista clandestina. Nel 1941 fu arrestato e deferito al Tribunale speciale che lo assolse per insufficienza di prove. Per incarico del P.C.I., nella primavera del 1943 stabilì contatti con pe[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 203

Brano: [...] parte storica del programma restò sempre in secondo piano e qualche numero speciale fu dedicato ai problemi internazionali, particolarmente organiche risultarono le pagine di politica interna generale nonché quelle di « vita meridionale », concepite in un secondo momento e portate avanti da una équipe di validi esperti. Fin dai primi numeri si aprì inoltre, anche polemicamente, aH'interno della rivista, la discussione sull’impostazione politica gobettiana, avendo come tema centrale il carattere del liberalismo e i suoi rapporti col socialismo.

Contro il fascismo

Con il chiarirsi della vera natura del fascismo, le primitive incertezze interpretative di Gobetti e di molti redattori di “Rivoluzione Liberale” maturarono in un deciso atteggiamento di diniego. Vennero contemporaneamente scomparendo le firme di quanti (Malaparte, Einaudi, Corbino, Arpesani) non condi

videvano l’impostazione socialisteggiante dell'opposizione gobettiana. Dopo le elezioni del 1924 e l'assassinio di Matteotti, nella rivista gli interessi politici prevalsero sul[...]

[...]arattere del liberalismo e i suoi rapporti col socialismo.

Contro il fascismo

Con il chiarirsi della vera natura del fascismo, le primitive incertezze interpretative di Gobetti e di molti redattori di “Rivoluzione Liberale” maturarono in un deciso atteggiamento di diniego. Vennero contemporaneamente scomparendo le firme di quanti (Malaparte, Einaudi, Corbino, Arpesani) non condi

videvano l’impostazione socialisteggiante dell'opposizione gobettiana. Dopo le elezioni del 1924 e l'assassinio di Matteotti, nella rivista gli interessi politici prevalsero sul dibattito ideologico, grazie anche al contributo di esponenti di tutti i partiti antifascisti, dai liberali come Brosio e Bauer ai popolari come don Sturzo e Attilio Piccioni, ai socialisti delle varie tendenze come Mondolfo e Carlo Rosselli; fino all’anarchico Camillo Berneri e al comunista Andrea Viglongo.

Per combattere Mussolini, scriveva Gobetti in una postilla all’articolo di Mario Ferrara intitolato “Noi e le opposizioni”, « occorreva smascherarlo con una intransigenza feroce,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 730

Brano: [...] dai bolscevichi... Di fronte a un fascismo che con l’abolizione della libertà di voto e di stampa volesse soffocare i germi della nostra azione formeremo bene, non la Congregazione degli Apoti, ma la Compagnia della Morte^». Era un appello a cui la cultura italiana doveva in quel periodo restare sorda; del resto non pochi degli stessi collaboratori della Rivoluzione liberale (v.) sembravano apprezzare il programma d’impegno civile della rivista gobettiana solo a condizione che le prospettive rimanessero confuse e indeterminate.

Ma anche per altre vie la cultura italiana si mostrava allora disposta a favorire, più o meno inconsapevolmente, il trionfo del fascismo. Si poteva ad esempio favorire in quel periodo il fascismo anche ignorandolo o sottovalutandone l’importanza. Tale fu sostanzialmente l’atteggiamento della,rivista La Ronda, che dal 1919 al 1922, in polemica con vociani, futuristi e dannunziani, si propose di restaurare la dignità e la purezza della letteratura, rivalu 0 tando la tradizione contro l’avventura, e il valore del colleg[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 593

Brano: [...]ioni per sopravvenute difficoltà economiche, ma soprattutto per l’assenza di Antolini e Virgilio Dagnino, chiamati alle armi. Nel dicembre 1927 uscì ancora un fascicolo mensile, che però annunciava la trasformazione del periodico in quindicinale. Nel frattempo la testata era passata al gruppo milanese creatosi intorno a Lelio Basso (v.). Mutò anche la veste editoriale che, dalle 32 pagine, passò a

4 pagine di grande formato, sul modello della gobettiana Rivoluzione Liberale. Di questa nuova serie uscirono solo 4 numeri, dal gennaio 1928 al 10 marzo dello stesso anno.

Il trasferimento a Milano e la direzione di Basso diedero alla rivista un nuovo carattere, di lotta politica

593



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 352

Brano: [...]rivista « Rivoluzione liberale » per propugnare un liberalismo nuovo, mirante a uno stato in cui le masse dovevano essere le principali protagoniste. Il liberalismo risorgimentale, estraneo e ostile alle masse popolari, non aveva saputo fare che una « rivoluzione fallita ». I contrasti sociali e di classe non andavano negati, ma da essi occorreva trarre stimolo per arrivare a sintesi foriere di un continuo rinnovamento. Nella costruzione teorica gobettiana i grandi ideali libertari del liberalismo, spogliati dalle interpretazioni contingenti e strumentali, possono confluire con gli stessi ideali fondamentali del socialismo. Si tratta, in sostanza, della tesi secondo cui nessuna vera rivoluzione rinnega il passato progressista dell’umanità.

C.Gh.

Liberalismo economico

Liberismo. Dottrina favorevole a un’economia regolata, nel movimento delle merci e dei capitali, da quelle leggi della libera concorrenza quali furono descritte dai classici deH’economia politica borghese. L’economia e la società italiana non hanno mai conosciuto un regime[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine gobettiana, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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