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Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 69Entità Multimediali, di cui in selezione 11 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 648

Brano: Stalin

Dirigente bolscevico

Nel gennaio 1912 si trovava confinato a Vologda, quando la frazione bolscevica del P.O.S.D.R., riunitasi a Praga, decise di costituirsi in partito autonomo. In quella stessa occasione, su raccomandazione di Lenin che aveva cominciato ad apprezzare il giovane rivoluzionario georgiano, Koba venne cooptato nel Comitato centrale del nuovo partito. Appresa la notizia, Koba fuggì da Vologda (29.2.1912) e tornò a Pietroburgo, dove riprese il lavoro, scrivendo sulla stampa bolscevica. Un suo articolo (« I nostri obiettivi ») apparve il 22.4.1912 sul primo numero della Pravda. Nello stesso giorno fu catturato dalla polizia, condannato a 3 anni di vigilanza e confinato nella regione di Narym. Ne fuggì quattro mesi dopo (1.9. 1912) e rientrò a Pietroburgo. Dalla capitale zarista fece quindi vari viaggi a Cracovia (dove discusse a lungo con Lenin sulla questione nazionale) e a Vienn[...]

[...] rivista socialdemocratica Prostvestcenie (L’educazione) e poi in opuscolo, in un momento in cui il tema della questione nazionale era vivacemente dibattuto nelle file della socialdemocrazia, lo scritto di Stalin non portava un contributo di idee nuove e originali, ma era piuttosto il tentativo di dare una certa sistemazione alla materia. Lenin, che aveva seguito l’elaborazione di quel lavoro, così ne scrisse a Gorki: « Da noi abita un magnifico georgiano, e ora sta scrivendo per il “Prosvestcenie” un lungo articolo, dopo aver raccolto tutti i materiali austriaci e d’altra provenienza ».

Nel saggio veniva riaffermato come « indispensabile » il diritto delle nazioni all'autodecisione, ma in polemica con gli ebrei “separatisti” del Bund, che sostenevano un’unione operaia di tipo federalista sulla base delle nazionalità, Stalin affermava il principio dell’* unione internazionale degli operai», cioè l’organizzazione di un partito unico e non di organizzazioni divise per nazionalità. Al di là di questo specifico lavoro, fino a quel momento Stali[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 339

Brano: [...]iente da Grignasco, una autoblinda tedesca che aprì un violento fuoco. Colti di sorpresa e allo scoperto, i partigiani subirono gravi perdite: 9 morti e numerosi feriti. Caddero il comandante di battaglione Giacomo Picciolo, il comandante di plotone Renato Mortarino, il caposquadra Armando Peretti, i garibaldini Mario Vandoni, Giuseppe Allegra, Augusto Contortola, Luigi Perotti, Luigi Ferraris, tutti della Brigata « Nello », nonché un partigiano georgiano della Brigata « Servadei ».

Anche nel giorno della Liberazione, Borgosesia, culla del movimento partigiano della regione, dovette accompagnare . alla tomba i partigiani uccisi da bombe disinnescate che i tedeschi, prima di fuggire e ancora assetati di vendetta, avevano seminato sul loro cammino.

C.Mo.

Borgotaro, Liberazione di

La liberazione di Borgo Val di Taro, comune parmigiano di circa 10 mila abitanti (5.500 nel capoluogo) avvenne il 9.4.1945 a opera dei partigiani della Brigata « Julia ».

Al mattino dell’8 i partigiani iniziarono l’attacco contemporaneo a tutti i caselli [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 644

Brano: [...] Urbino: alla lotta partigiana (U. Mastroianni, 1980); Valli del Pasubio: al Partigiano della Valle Leogra (G. Cremasco, 1965); Varese: alla Resistenza (L. Bennati, 1984); Venezia, Riva degli Schiavoni: alla Partigiana veneta (A. Murer, 1969); Venezia, Campo di Ghetto Nuovo; all’Olocausto (A. Blatas, 1980); Verbania: ai Martiri di Fondotoce (A. Minali, 1964); Verbania: ai Caduti nei lager (A. Minali, 1979); Verbania: ai Caduti sovietici (artista georgiano, 1978); Verona: ai Caduti della Divisione Acqui (M. Salazzari, 1966); Vertova: ai Fucilati di Val Vertova (G. Remuzzi, 1947); Vigevano: alla Resistenza della Lomellina (A. Ghinzani,

1980); Villa D’AImè: alla Resistenza per la libertà e la pace (G. Defendi, 1988); Villa Minozzo: ai Partigiani (E. De Conciliis e R. Falciano, 1977); Vittorio Veneto, ai caduti della guerra 191518 e ai martiri della Resistenza (A. Murer, 1968); Voghera: Sacrario dei Caduti partigiani (G. Codebue, 1978); Voltaggio: alla Resistenza (C.F. e S. Fera, 1986); Volterra: ai Caduti di Cefalonia e Corfù, 1987; limone: ai[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 495

Brano: [...]e dopo la rivoluzione di ottobre, alimentando propositi autonomisti e tendenze separatiste nei confronti del potere bolscevico insediatosi a Mosca e in gran parte della Transcaucasia. Durante gli scontri con la polizia del governo menscevico Berija venne arrestato e fu successivamente confinato a Baku (Azerbaigian), dove completò gli studi e si laureò.

Intanto a Mosca era maturata la decisione di abbattere con ogni mezzo il governo menscevico georgiano e il compito venne attidato a Stalin (v.), divenuto commissario del popolo per il controllo statale. Questi pensò bene di utilizzare a tal fine il giovane Berija (da lui già precedentemente conosciuto) nominandolo nel 1920 viceresponsabile della Ceka (la Commissione speciale panrussa per combattere l’attività controrivoluzionaria) a Tiflis. Grazie all’opera di Berija che, attraverso i suoi agenti, riuscì a creare in Georgia una situazione di grave tensione e di provocazioni antibolsceviche, nel febbraio 1921 venne infatti fornito all’Armata Rossa il pretesto per invadere in forze la repubblic[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 654

Brano: [...]popolare, con una grave crisi degli alloggi che costringeva gran parte degli abitanti delle città a vivere in miserevoli coabitazioni. Di pari passo imperversava la nuova politica repressiva in tutti i settori sociali, venata anche di componenti razziali, particolarmente contro gli ebrei, in un clima di esasperato nazionalismo granderusso. Ripresero le fucilazioni e si ebbe un nuovo rafforzamento del potere della polizia politica, capeggiata dal georgiano Berija che godeva di tutta la fiducia di Stalin.

Il “culto della personalità” toccò l’apice nel dicembre 1949, quando venne celebrato il 70° compleanno del dittatore, il cui carattere manifestava sempre più chiari segni di megalomania.

XIX Congresso

Il XVIII Congresso del partito si era svolto nel marzo 1939 e ormai da molti anni il Comitato centrale aveva smesso di riunirsi; le competenze si accavallavano e si confondevano nella segreteria personale di Stalin, con episodi torbidi. Dal febbraio 1946 Stalin non teneva un discorso pubblico, ma dal giugno all’agosto 1950, mentre infuria[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 649

Brano: [...]nei postichiave uomini a lui legati e sfruttando l’ormai diffusa teoria, secondo la quale la burocratizzazione del partito e dello Stato non costituiva un pericolo, trattandosi di tendenza « oggettiva e impersonale ». Pochi si accorsero infatti del potere che egli stava accumulando nelle proprie mani, anche se non mancarono critiche per il suo comportamento. Particolarmente duro fu lo scontro che Stalin ebbe con i dirigenti del Partito comunista georgiano. Costoro si opponevano al dominio granderusso instaurato dal loro compatriota e pretendevano un trattamento di parità con le altre repubbliche federate. Stalin rispose anche in questo caso con violente repressioni, tanto che Le

nin, appena ne fu informato, dal suo letto di infermo sconfessò apertamente Stalin. Da quel momento Lenin fece vari tentativi (chiedendo anche la collaborazione di Trotzky) per allontanare il suo infido luogotenente dal potere, ma senza successo.

Il "testamento di Lenin*

Quantunque non fossero mancate fra i due discussioni e divergenze in epoche precedenti, si[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 515

Brano: [...]ite in atto, ematuria imponente, condizioni generali sca
jr.
L’infermiera partigiana Maria Peron soccorre un partigiano ferito nella zona del Verbano
dentissime: in un fienile, con pochi ferri a disposizione, senza guanti, senza cinto, e a lume di candela ». La modesta dotazione chirurgica e gli scarsi medicinali le erano forniti soprattutto dai medici Enrico Chiappa e Gas par ini, di Intra.
Dopo la Liberazione sposò un compagno di lotta, i| georgiano Laurenti Giapparize che aveva disertato la Wehrmacht per arruolarsi nella « Vaigrande Martire ». *
Maria Peron cessò di fare il medico, ma proseguì la sua professione di infermiera in radiologia. Nell’esercizio di tale attività subì radiazioni letali che la portarono a morte prematura, a poco più di 60 anni. La popolazione di Rovegro (San Bernardino Verbano) dove risiedeva, ha dato il suo nome alla scuola elementare del luogo.
F.o.z.
Peroni, Giulio
N. il 16.3.1907 a Rosignano Marittimo (Livorno), m. il 16.3.1937. Militante comunista, perseguitato dal fascismo, negli anni del regime fu cos[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 272

Brano: [...]valle Scrivia aperta al passaggio delle armate alleate fino al Po.

Nel corso della sua attività la Brigata aveva avuto 43 caduti. Si vedano i nomi nella voce « Cantalupo Ligure ».

Bibliografia: Giorgio Gimelli, Cronache militari della Resistenza in Liguria, ISRL, 1969; G.B. Lazagna, Ponte Rotto, Milano 1972.

G.Ta.

Orgionikidze, Gregorij

Sergej. N. nel 1886, m, nel 1937; dirigente bolscevico.

Entrato nel movimento rivoluzionario georgiano a Baku non ancora diciassettenne, emerse durante la rivoluzione russa del 19051907. Militante del Partito bolscevico con il nome di battaglia di Sergej, fu ripetutamente incarcerato e deportato dalla polizia zarista. Grande amico di Stalin, ne fu l'assistente e compagno di prigionia, salendo poi ai vertici del potere in seno al partito. Nel 1912 egli stesso favorì la nomina di Stalin a membro del Comitato centrale, collaborando poi con lui nella lotta contro tutte le opposizioni.

Allo scoppio della Rivoluzione sovietica del 1917 si trovò tra t principali protagonisti, distinguendosi partic[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 138

Brano: [...] elementi entrati nelle sue file dopo la Rivoluzione di ottobre, in sostituzione della vecchia guardia quasi completamente sterminata.

Nello stesso tempo l’N.K.V.D, era diventato il più potente organo di controllo della vita pubblica e strumento di ordine sociale. Il terrore istituzionalizzato costituiva il mezzo fondamentale per l’industrializzazione forzata del paese.

Seconda guerra mondiale

Nel 1938 a Ezov era succeduto L. Berija, un georgiano amico personale di Stalin, e sotto la sua direzione il terrore si allentò leggermente, quantunque anche Berija, seguendo l’esempio dei suoi predecessori, iniziasse col liquidare i principali collaboratori e tutti gli uomini di fiducia di Ezov. Egli riformò completamente l’N.K.V.D., privilegiando i « tecnici » che meglio conoscevano il loro mestiere e che rispettavano almeno formalmente le leggi. Sotto la direzione di Berija gli organi di sicurezza passarono dal compito preminente della re

pressione a quello della prevenzione, acquistò più importanza il controspionaggio e fu istituito un ap[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 864

Brano: [...]arono la resa, promettendo salva la vita a tutti i partigiani purché fosse loro consegnato

il comandante, Pore Musolishvili, cogliendo di sorpresa i suoi stessi compagni di lotta, uscì immediatamente dalla casa e si presentò ai tedeschi come il capo dei garibaldini. Quindi, per non cadere vivo in mano ai nazisti si puntò l'arma alla testa, sparandosi l’ultima pallottola.

Nel 1970 il governo italiano ha conferito alla memoria del partigiano georgiano, simbolo della solidarietà antifascista internazionale, la medaglia d’oro al valor militare.

F.O.Z.

Mussa Ivaldi Vercelli, Carlo

Carletto. N. a Torino il 21.5.1913; laureato in ingegneria e in fisica.

Fin dal 1930 aderì al movimento di « Giustizia e Libertà », entrando a far parte del gruppo torinese guidato da Leone Ginzburg, Vittorio Foa, Massimo Mila, Renzo Giua. Fu tra i redattori e diffusori del periodico clandestino « Voci di Officina » e dei « Quaderni » giellisti.

Nel 1934 fu arrestato dall’Ovra e, nel novembre, assegnato a due anni di confino che trascorse a Volterra. [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine georgiano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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