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Il segmento testuale georgiani è stato estratto automaticamente da un complesso algoritmo di KosmosDOC di tipo "autogeno", ossia sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 41Entità Multimediali, di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 725

Brano: [...]putato in oiù Borghi don Pasquino, parroco di Tapignola in Villa Minozzo, di favoreggiamento ed ospitalità di una banda armata ribelle e di prigionieri nemici; imputato in più Zambonini Enrico per aver combattuto contro le truppe fasciste nelle orde rosse di Spagna ».

Tutti i patrioti vennero condannati « alla pena di morte da eseguirsi immediatamente ». La sentenza fu eseguita all’alba del 30 gennaio al poligono del tiro a segno.

Crodo, I georgiani a

Comune di circa 1.600 abitanti in valle Antigorio (provincia di Novara), durante la Guerra di liberazione Crodo fu testimone di un importante fatto d’armi. Il 31.8.1944 una colonna tedesca in marcia nel territorio del comune venne ripetutamente attaccata da distaccamenti garibaldini del Battaglione « Redi ». Nel corso della battaglia, numerosi georgiani che erano stati tratti prigionieri dai tedeschi a Sebastopoli (U.R.S.S.) e successivamente inquadrati nelle file della Wehrmacht, passarono dalla parte dei garibaldini. Il giorno dopo gli stessi georgiani, assieme ai partigiani, marciarono su Crodo e, dopo violento combattimento, penetrati nella caserma dove erano acquartierati altri loro compatrioti li convinsero a passare tutti nelle file dei garibaldini. Ai tedeschi non rimase che darsi alla fuga e le forze partigiane conquistarono la caserma con l’intero deposito di armi e munizioni,

Croliaianza, Giacomo di

Pablo. Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Modica (Ra

gusa) nel 1917, caduto a Bosco di Corniglio (Parma) il 17.10.1944; ufficiale di carriera. Dopo aver frequentato l’Accademia militare di Modena fu destinato a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 335

Brano: [...]o conforto ai colpiti a morte. Altre vittime furono: Antonio Agar mi s, Dante Agar inis, Pietro Cimenti, Gino Collinassi, Matteo Colman, Giovanni Della Pietra, Francesco Fedele, Ermenegildo Gaier, Matteo Gottardis, Vittorio Gressani, Giuditta Mirai, Secondo Not, Giacomo Pavona, Silvio Pavona, Virgilio Pavona, Vittorio Primus, Attilio Rossi, Rinaldo Rupil, Gio. Batt. Tavoschi, Matteo Triscali.

Nei giorni precedenti l’eccidio, decine di soldati georgiani avevano disertato le file tedesche per unirsi ai partigiani. Nel tentativo di fermare la furia sanguinaria dei loro ex camerati, questi georgiani non esitarono a intervenire, ma pagarono con la vita il loro tentativo. Infatti essi furono quasi tutti massacrati. Poi, con macabra messa in scena, i tedeschi presero una decina dei loro cadaveri e, con questi, composero la stella sovietica a cinque punte.

Usciti dal paese e proseguendo verso Comeglians, i cosacchi trucidarono lungo la strada Marco Osvaldo Raber che stava tranquillamente rientrando in paese.

Bibliografia: G.A. Colonnello, Guerra di liberazione. Udine 1955.

Overlord, Operazione

Piano operativo, attuando il quale gli angloamericani crearono in Europa il secondo fro[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 451

Brano: [...]ino (da non confondersi col Colle del Lys o Colle d’Argento, alto 4.277 m in Valle d’Aosta), durante la Guerra di liberazione si svolsero numerosi scontri tra partigiani e nazifascisti.

Una delle più sanguinose battaglie fu quella combattuta il 2.7.1944 a Favella, nel comune di Rubiana (Torino), da reparti della 17a Brigata Garibaldi « Cima ». Alla formazione si erano aggregati una quarantina di ex prigionieri di guerra sovietici — per lo più georgiani — che avevano costituito un distaccamento partigiano comandato dall'ufficiale dell’Armata Rossa Andrei Gretcko. Alcuni uomini del distaccamento, di pattuglia nel territorio di Favella, si trovarono improvvisamente faccia a faccia con un grosso gruppo di armati che portavano al col

lo un fazzoletto rosso come quel

lo dei garibaldini. Appena accortisi che si trattava di tedeschi, i sovietici si gettarono a terra e cominciarono a sparare.

Altri partigiani sopraggiunsero in loro aiuto e la battaglia si prolungò per due ore, con perdite da ambo le parti. Per proseguire, i tedeschi dovette[...]

[...]uel

lo dei garibaldini. Appena accortisi che si trattava di tedeschi, i sovietici si gettarono a terra e cominciarono a sparare.

Altri partigiani sopraggiunsero in loro aiuto e la battaglia si prolungò per due ore, con perdite da ambo le parti. Per proseguire, i tedeschi dovettero attendere l’arrivo di rinforzi e il loro tentativo di cogliere di sorpresa la formazione partigiana risultò completamente fallito.

Nel combattimento caddero 6 georgiani: Sota Namdzejsvili (Sciota), Georgij Papasvili, Georgi Gogolisvili (Zukov), Pirus Bakokasvili, Alexander Kuprej svili e Bocij Akobja (Miscia) che, sparando sino all’ultimo, si sacrificarono per fermare i tedeschi.

Sul colle del Lys si eleva oggi un monumento dedicato ai circa 2.000 partigiani caduti durante la Guerra di liberazione nelle circostanti valli piemontesi.

M.Ga.



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 853

Brano: [...]o politico, incarico che svolse fino alla Liberazione.

F.O.Z.

Murdaca, Sergio

N. a Cremona il 12.6.1926, m. a Gignese (Novara) ri 1.12.1944; studente. Allievo del Liceo Tecnico di Cremona, nella primavera del 1944 si diede alla macchia, unendosi alla 118a Brigata « Servadei » dislocata sul Mottarone, dominante le rive sudovest del Lago Maggiore. Nonostante la giovanissima età, per le sue doti ebbe affidato il comando di una pattuglia di georgiani, con l’incarico di controllare le mosse dei fascisti repubblicani in località Vezzo. Dopo essere sfuggito a vari rastrellamenti, cadde vittima di un tradimento.

Si legge, nella relazione stesa da un compagno di lotta: « Erano le 12,45 del giorno 11.12.1944 quando un gruppo di 50 tedeschi e militi della X Mas, guidati da una spia, irrompevano improvvisamente nel nostro accampamento situato sopra Vezzo. Alla prima raffica Sergio rimase ferito a un fianco e cadde prigioniero assieme a due georgiani, mentre noi riuscivamo a sottrarci alla cattura. Ancora in vita Sergio fu mutilato di un occhio[...]

[...]fascisti repubblicani in località Vezzo. Dopo essere sfuggito a vari rastrellamenti, cadde vittima di un tradimento.

Si legge, nella relazione stesa da un compagno di lotta: « Erano le 12,45 del giorno 11.12.1944 quando un gruppo di 50 tedeschi e militi della X Mas, guidati da una spia, irrompevano improvvisamente nel nostro accampamento situato sopra Vezzo. Alla prima raffica Sergio rimase ferito a un fianco e cadde prigioniero assieme a due georgiani, mentre noi riuscivamo a sottrarci alla cattura. Ancora in vita Sergio fu mutilato di un occhio con una pugnalata. Fu evirato e finito a colpi di moschetto sul cranio. Infine, venne gettato sul fuoco della cascina incendiata ».

Alla sua memoria è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare.

A.Pa.

Murello, Aeroporto di

Comune di 1.200 abitanti in provincia di Cuneo e sede di un aeroporto militare, durante la Guerra di liberazione Murello vide svolgersi un’im

portante azione a opera di una delle prime formazioni partigiane locali.

Guidato dai fratelli Felice ed Era[...]



da L'opera della giunta provvisoria di governo nell'Ossola liberata dall'8 settembre 1944 al 22 ottobre 1944 : relazione ufficiale documentata / [a cura di Ettore Tibaldi!, p. 10

Brano: [...]ie per merito dell’attivissimo membro del C. M. di Milano, Corrado), con quelli della Svizzera (a opera precipua del gruppo Tibaldi collegato dal colonnello Attilio Moneta), e grazie ad alcuni lanci degli alleati, le azioni partigiane dell’Ossola presero un tale sviluppo da preoccupare seriamente i più alti comandi tedeschi. Così venlne deciso un rastrellamento in grande stile, con ingente spiegamento di forze (dai 15 ai 20.000 uomini, fascisti, georgiani e tedeschi, inquadrati e diretti da SS., con artiglierie? carri blindati e automezzi). L’attacco si scatenò di sorpresa il 10 giugno contro la formazione Superti, giudicata la più pericolosa, che venale accerchiata da Intra e da Fondotoce alla Val Cannobina e alla Val Vigezzo. Nell’impari lotta, protrattasi ben dieci giorni, le forze partigiane soverchiate non poterono evitare la disfatta: quasi 300 furono le vittime, computando gli abitamti uccisi, i prigionieri ferocemente seviziati e fucilati e i numerosissimi caduti in combattimento, fra i quali i giovani fratelli Bruno e Fofi Vigorelli, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 95

Brano: [...]atosi in vai Morea, fu allora assegnato dal Comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia a far parte delle formazioni partigiane del Verbano (alto Novarese). Qui, nominato dapprima comandante della 4a Banda e poi della 85a Brigata Garibaldi « Vaigrande Martiri », partecipò alle più importanti battaglie per la liberazione dell’Ossola. Nelle fasi successive della lotta si trasferì in Valtravaglia e, con un reparto di ex prigionieri di guerra georgiani, operò vari colpi di mano contro i nazifascisti a Vergobbio, a Brusimpiano e nei dintorni di Varese, dove fra l'altro catturò un alto ufficiale tedesco e la sua scorta.

Nel dicembre 1944, su disposizioni del Comando militare della Valsesia, ripassò il Ticino per assumere le funzioni di vicecomandante della

Il Divisione Garibaldi « Redi ». Organizzò e partecipò personalmente alle azioni più impegnative di questa unità, quali la protezione del lancio aereo sul campo nevoso di « Quarna sopra », l’antisabotaggio della galleria del Sempione e delle centrali idroelettriche della vai d’Ossola,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 643

Brano: [...], una colonna tedesca forte di mezzi corazzati. Le sorti della battaglia si capovolsero: i garibaldini si trovarono improvvisamente tra due fuochi, tra la colonna tedesca in arrivo e i fascisti che, galvanizzati dall’insperato aiuto, cominciarono a uscire baldanzosi dai fortilizi.

Lo scontro che era stato sul punto di portare a una vittoria partigiana, si concluse invece con una ritirata e con dolorose perdite: 32 morti, tra cui una decina di georgiani, e numerosi feriti. Tra i caduti: Mario Delù, uno dei migliori della « Servadei »; l’inglese Thomas e Bruno Biraghi, di Milano.

Tra gli episodi più significativi, si ricorda quello di cui fu protagonista Luigi Sbanchi: gravemente colpito al braccio da una raffica di mitragliatrice, con grande stoicismo se

lo fece amputare nel vicino ospedale di Omegna. Egli stesso così ricorda la sua vicenda: « Sono stato ferito alle 14 circa: arrivo al"ospedale alle 15 e devo a questa prontezza d’essere salvo. All'ospedale mi tagliano subito il braccio senza nemmeno addormentarmi, con una facilità impr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 806

Brano: [...]assiccio rastrellamento tedesco.

Il comandante Pippo aveva dislocato nell’abitato della vicina Massiola un distaccamento armato (Battaglione « Romolo ») al comando di Italo Cornino di Omegna, allo scopo di prevenire attacchi di sorpresa e proteggere i circa 70 uomini disarmati che si trovavano sul Massone in attesa di un aviolancio. Oltre a contenere il primo urto, i partigiani del Battaglione « Romolo » avevano il compito di diffondere tra i georgiani reclutati dai tedeschi un manifestino in lingua russa per invitar

li a disertare e a schierarsi contro i nazisti (invito effettivamente accolto da molti di essi, come dimostrarono gli eventi successivi).

Il rastrellamento

Al mattino del 3 agosto giunsero da Omegna a Nonio gli ultimi reparti nemici mobilitati per il rastrellamento. Poco prima i fascisti avevano catturato e trucidato 3 partigiani: Giuseppe Fantoni di 23 anni, Eraldo Rocco di 22 e Romolo Tornasi ni di 25.

Da Nonio i rastrellatori, circa 900 uomini, puntarono su Quarna dividendosi in tre colonne di 300 uomini ciascuna[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 863

Brano: [...]ro nel 1944, fu dai tedeschi incorporato in un reparto speciale e trasferito in Italia insieme ad altri ex prigionieri russi e cecoslovacchi con compiti di presidio territoriale e di attività antiguerriglia. A Musolishvili venne assegnato il comando di un plotone con sede a Stresa (Novara).

Il 7.9.1944, dopo aver preso contatto con la 118a Brigata Garibaldi « Servadei » comandata da Armando Caldara e dislocata presso Invorio, alla testa di 36 georgiani Musolishvili passò, armi e bagagli, nelle file partigiane e venne assegnato al 2° Battaglione « Peppino », comandato da Edo. Con questa formazione partecipò a numerose azioni e, dal 9 al 14 ottobre, alla dife

863



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 864

Brano: Musolishvili, Pore

sa della « repubblica » partigiana dell’Ossola.

Il 26.10.1944, durante un attacco lungo la rotabile MomoCressa, che vide l’intero Battaglione impegnato contro tre autocarri e due macchine nemiche (con a bordo, tra gli altri, il federale e il questore di Novara) e che si concluse con la morte di 23 repubblichini, il gruppo dei georgiani svolse un ruolo determinante.

Alla fine del novembre 1944 i nazifascisti sferrarono un pesante rastrellamento nella zona del MottaroneVergante nel basso Verbano, settore operativo della Brigata « Servadei ». I partigiani, per sfuggire all’accerchiamento, si divisero in piccoli gruppi e Musolishvili entrò a far parte di una squadra che comprendeva anche il comandante di battaglione Edo. Dopo aver passato la notte del 3 dicembre in una baita sopra Lesa, all’alba il gruppo si trovò circondato dai tedeschi, avvertiti da una spia. Si accese quindi un violentissimo combattimento, nel quale gli a[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine georgiani, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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