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Il segmento testuale federalista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 80Entità Multimediali , di cui in selezione 20 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 302

Brano: [...] piangeva sulla sua impotenza domani, covando in cuoi e un risentimento amaro, «irà preda, se le cose non cambiano, di qualche movimento reazionario, sa.'* squadrista, per trovare uu compenso psicologico al suo complesso di inferiorità Una vittimi del nazionalismo.

ovunque, e quando gli statisti europei hanno dovuto cominciare ad affrontare il problema dell’unificazione europea si sono Ispirati al funzionalismo, avvicinandosi all'lmpostazione federalista solo con esitazione e timore, perché spinti dalla necessità, e staccandosi appena la pressione degli avvenimenti si attenuò » (A. Spinelli).

Ma su questa situazione di grande fervore ed entusiasmo federalista che aveva toccato, pur con le più diverse motivazioni, gruppi socialisti (Ignazio Si Ione, il sei li ni, Col orni) e gruppi reazionari (« L’uomo qualunque » lancerà l’idea di « L’europeo qualunque»), si innestava la realtà di un’Europa distrutta, impossibilitata a prendere iniziative autonome.

« Una passeggera curiosità storica », fu definito il federalismo da A. J. Toynbee. E dopo che I’1.9.1946 Winston Churchill ebbe dichiarato a Zurigo che « ricostruire la famiglia europea significa creare un qualcosa come gli Stati Uniti d’Europa; ed il primo passo in questo senso sarà di costruire un [...]

[...]ra di protezione per le isole britanniche mercé la riorganizzazione di alcuni stati europei, satelliti del mondo anglosassone ».

Era avvertibile l’inizio di un processo involutivo dell’idea di federalismo europeo, non più come esigenza genuina di masse popolari, ma come arma camuffata di politica internazionale. I democristiani crearono le Nouvelles équipes internationales (A/.E./.) ; i socialisti, il Movimento socialista per gli Stati Uni

FEDERALISTA

FEDERAZIONE EUROPEA, che la Fedei azione Europea NON si ia «e non scom paiono gli STATI NAZIONALI come li conosciamo oggi

che 1' Europa, alla fine delia guerra, tr troverà di fronte ali* autaut o SCOMPARSA DEFINITIVA della SOVRANITÀ NAZ'ONALE ILLIMITATA 0 pi epurazione di ur * nuova guerra a scadenza di quindici anni. Questo dilemma significa per noi e pei i nostri agli l’alternativa della vita e dei rigoglio delie possibilità d> u.nano sviluppo, o della miseria e della morte

L’esperienza della Società deile Nazion. potrà essere utile, ma ;n senso negativo: una Socretà delie Nazioni [...]

[...]trovava come infaticabili propugnatori Adenauer, Schuman, De Gasperi. Restano emblematici di quel periodo i discorsi infuocati, la psicosi d'invasione dell’Europa da parte dell'Unione Sovietica, la profetizzata caduta di quella parte del mondo che, allora come adesso, era chiamato « libero ».

Dal federalismo all'atlantismo

Al fondo, erano ben rilevabili due filoni di interessi che condizionavano ogni scelta e ogni slogan di quella crociata federalista; di questo nome che ha subito tante strumentalizzazioni e sul quale tutti concordano in astratto, ma che nessuno vede con eguali occhi: da un lato, il preciso calcolo egemonico del governo statunitense, pronto a barattare aiuti economici contro servilismo politico; dall’altro, il calcolo esclusivamente economico di singoli Stati europei, spinti non da un’idea di unione sovrannazionale, ma da una chiara esigenza di raggiungere una dimensione più ampia per i propri mercati e per la propria produzione. E questi due fini convergenti andarono progressivamente realizzandosi in vari momenti.

Nell[...]

[...]rbone e troppo acciaio rispetto ai suoi bisogni, e per di più coinvolta in una crisi per l’alto costo di estrazione del carbone europeo che non rendeva più competitivo questo prodotto rispefc

Oggi ho visto un industriale, baldanro*o ancora dei milioni e di fresco fatti si * rs» un* angoscia, malgrado l’ambagi» ogni nazioi.* conserva le totalità della sua aovrar»cà è un as

Primo numero del giornaletto L'unità europea, « voce » del Movimento federalista europeo, prodotto e diffuso clandestinamente in Italia nel maggio 1943



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 303

Brano: [...]aderenti; in un « consiglio esecutivo »; in un « consiglio dei ministri »; in una « corte di giustizia »; in un « consiglio economico e sociale ». Senonché il 30.8.1954 il Parlamento francese respinse la ratifica del trattato istituente la C.E.D., facendo così cadere anche la progettata unità politica che ne sarebbe potuta scaturire.

Nonostante quel fallimento a livel

lo statale, non vennero a mancare iniziative miranti a raggiungere forma federalista in settori specifici. In Italia, il movimento di Rossi, Spinelli e Rollier aveva tenuto convegni a Milano (settembre 1945), Firenze (gennaio 1946) e Venezia (I Congresso, ottobre 1946). Nell’ottobre 1950, a Grutli (Svizzera), era nata l’idea di uh Consiglio dei Comuni d'Europa [C.C.E.) che difatti fu costituito nel gennaio successivo. Nel 1951 il Movimento europeo promosse la Campagna europea della gioventù [C.E.J.). Nel 1952, un gruppo di docenti universitari costituì VAssociazione degli universitari di Europa. Nel 1953 si ebbe il lancio della Giornata europea della scuola. Nel 1955 nacque i[...]

[...]’idea di uh Consiglio dei Comuni d'Europa [C.C.E.) che difatti fu costituito nel gennaio successivo. Nel 1951 il Movimento europeo promosse la Campagna europea della gioventù [C.E.J.). Nel 1952, un gruppo di docenti universitari costituì VAssociazione degli universitari di Europa. Nel 1953 si ebbe il lancio della Giornata europea della scuola. Nel 1955 nacque il Centro internazionale di formazione europea. Nel 1956 fu costituita l’Azione europea federalista; nello stesso anno si ebbero il Congresso del popolo europeo [C.P.E.) e VAssociazione europea degli insegnanti [A.E.D.E.). Il 18.5.1955 il ministro degli Esteri del governo olandese trasmise ai membri della C.E.C.A. un piano di integrazione economica generale, da attuare tramite un « mercato comune » e l’« armonizzazione della politica sociale ». Il mese seguente, alla riunione di Messina, gli Stati che da quel momento si sarebbero

detti della « piccola Europa » decisero di realizzare l’unità economica prima di quella politica (progetto Spaak).'In appoggio a tale programma si era già costi[...]

[...]fine le acute diseguaglianze economiche e di livello di vita ancora esistenti nei vari paesi e si avranno numerosi dati che rendono, se non impossibile, estremamente difficile il dialogo tra gli Stati della « piccola Europa », per non parlare del rapporto tra questi e i paesi del blocco socialista.

È perciò in atto una crisi di fondo, in certi ambienti più sensibili, motivata da strutture superate e che paiono immobili sulla progettata strada federalista. Quantunque i trattati delle varie Comunità (C.E.C.A., art. 21; C.E.E., art. 108) prevedano l'elezione di un « parlamento europeo » a suffragio universale e diretto, ben poco si è fatto lungo questa strada.

Si scontrano su questo terreno proposte radicali (per tutte, quelle dello Spinelli) con altre, di una gradualità che in sostanza è immobilismo. Afferma lo Spinelli: « L'assemblea eletta dal popolo ha il mandato di redigere e di votare entro sei mesi la costituzione degli Stati Uniti d’Europa ». Controbatte Brugmans, rettore del Collegio d’Europa: « Cominciamo modestamente, avendo in men[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 629

Brano: [...]ramma, gli estensori del manifesto riuscirono a diffonderlo (soprattutto grazie all'impegno personale di Ursula Hirschmann) tra i piccoli gruppi di intellettuali socialisti e giellisti in Ita

lia, in Svizzera e in Francia (v. Federalismo europeo).

Riacquistata la libertà nell’agosto

1943, Spinelli tornò a Roma e si recò subito dopo a Milano (dove, nel frattempo, si era trasferita Ursula Hirschmann) e qui fu tra i fondatori del Movimento federalista europeo. Durante la Guerra di liberazione divenne membro della segreteria del Partito d’Azione per l'Alta Italia, continuando poi a far parte della segreteria nazionale fino al suo scioglimento (1946).

Dal 1946 al 1963 fu segretario del Movimento federalista italiano e delegato generale della Unione europea dei federalisti, confermandosi come uno dei più attivi sostenitori dell'unità europea: tenne a Bologna corsi sulla Comunità europea (196467), fondò e diresse a Roma Vlstituto affari internazionali (196770), fu consigliere del ministro degli Esteri Pietro Nenni nel 1969. Dal 1970, designato membro italiano della Comunità economica europea (C.E.E.), entrò nell'apparato di questa organizzazione, assumendo nell’ambito della Commissione la responsabilità della promozione di una politica industriale comunitaria. Si dimise da tale incarico nel 1976, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 301

Brano: [...]sere considerati i due libri: Europe, ma patrie, di G. Riou (1927); e Discours a la nation européenne, di J. Benda (1933).

Fu l’estrema debolezza delle nazioni europee occidentali alla conclusione della seconda guerra mondiale che diede forma compiuta, pur con le più diverse angolature e i più diversi scopi, all’idea di una confederazione di Stati. Ma se con il 1945 tale idea prendeva forma in un certo senso ufficiale, un più autentico filone federalista era sorto negli ambienti antifascisti della lotta clandestina, delle prigioni e dei campi di concentramento, come reazione a un’ideologia dominante, come esigenza e ricerca di spunti che si presentassero in antitesi al totalitarismo e al nazionalismo.

Pochi, in Italia, i precedenti: Carlo Cattaneo, Francesco Luigi Ferrari, Luigi Einaudi, con proposte che erano restate più a livello di formulazioni astratte che di elaborazione

programmatica. Nel giugno 1941 fu redatto il Manifesto di Ventotene, opera dei confinati politici Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. In esso, dopo il riconosciment[...]

[...] E. Monroe, uscì l’articolo Stati Uniti d’Europa di Mario Alberto Rollier che si rifaceva per certi lati al documento di Ventotene. Tale nuovo gruppo, comprendente il Rollier, Leone Ginzburg, Eugenio Colorni e Lo Bue, aveva un giornale [Unità Europea) che apparve clandestino nel maggio 1943. Nell’agosto dello stesso anno i detenuti di Ventotene, liberati, si incontrarono a Milano con il gruppo di « Unità Europea » e venne costituito il Movimento federalista europeo.

Nell’ultimo anno di guerra, attraverso la Svizzera, i federalisti di vari paesi poterono collegarsi e, per iniziativa del gruppo italiano, nel maggio 1944 tennero un primo convegno clandestino a Ginevra. A questo seguirono i convegni legali del marzo 1945 e del dicembre 1946 a Parigi, dove venne fondata l'Unione europea dei federalisti (U.E.F.), che nel 1947 tenne il suo primo Congresso a Montreux.

Sempre in periodo bellico, oltre all’europeismo radicale dei federalisti, prese corpo una seconda esigenza, detta dei « funzionalisti », atta a europeizzare gradualmente taluni setto[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 221

Brano: [...]nna Pagliani e Giorgio Peyronel promossero un manifesto dei docenti universitari milanesi per chiedere l'immediata abolizione delle discriminazioni razziali, politiche e religiose e il reintegro dei docenti perseguitati. Rollier si diede poi a un’intensa attività di collegamenti, che culminò

il 2728 agosto con un convegno di azionisti e federalisti nella sua casa milanese, nel quale fu decisa la fondazione della sezione italiana del Movimento federalista europeo e l’adesione dei suoi militanti al Partito d’Azione.

Ai primi di settembre del 1943 Rollier era a Torre Pellice (Torino), dove con un gruppo di “Gioventù cristiana” ottenne dal Sinodo valdese una chiara presa di posizione a favore della separazione tra chiesa e stato, ma non quella confessione di peccato per i cedimenti al conformismo fascista capace di dare un’impostazione comune alla Resistenza valdese (v.) che nasceva allora. Nei giorni successivi all’8 settembre, con Arialdo Banfi, Franco Venturi e i più giovani Roberto Malan (v.) e P. Favout (futuri capi della Resistenza giell[...]

[...]zionalizzazione non dell’intera società, ma dei suoi settori produttivi di interesse generale, a cominciare da quello dei concimi chimici. Nel frattempo partecipava attivamente alla vita del Partito d’Azione e al dibattito sulla riorganizzazione industriale. Dopo lo scioglimento del P. d’A. aderì al P.S.D.I. e rappresentò questo nuovo partito nel Consiglio comunale di Milano dal 1951 al 1960; inoltre continuò a militare con fervore nel Movimento federalista europeo, nonché a occuparsi attivamente della chiesa valdese e del movimento ecumenico. Professore ordinario di Chimica generale nel 1957 a Cagliari (dove costruì il primo reattore nucleare subcritico italiano a fini di studio), poi a Pavia, partecipò anche alle battaglie sullo sviluppo nucleare nazionale con la vivacità d’ingegno, l’ampiezza di interessi e la passione civile che caratterizzarono tutta la sua vita.

G.Roch.

Roma

Il comune di Roma ha una superficie di 1.507,60 kmq e una popolazione residente di oltre 3 milioni di abitanti, in continuo aumento (dal

1951 al 1971 la po[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 270

Brano: [...]sti operanti in Italia, cui faceva avere, tramite la moglie Ada, i suoi scritti economici e politici. Nel 1939, espiata la pena (ridotta per indulti e amnistie), fu scarcerato ma contemporaneamente assegnato a 5 anni di confino nell'isola di Ventotene (v.). Qui incontrò Altiero Spinelli (v.) ed Eugenio Colorni (v.), con i quali nel giugno 1941 redasse il noto Manifesto di Ventotene, primo tentativo di elaborazione programmatica di una concezione federalista europea. Inizialmente rifiutato dagli altri gruppi antifascisti o accolto con scetticismo, tale documento entrerà nel 1943 nel programma politico del Partito d'Azione (v.) e infine ispirerà l'intero schieramento democratico italiano (v. Federalismo europeo).

Riacquistata la libertà con la caduta del fascismo, Rossi si portò a Milano, dove il 27.8.1943 partecipò alla riunione di fondazione del Movimento federalista europeo, poi collegatosi agli analoghi movimenti di altri paesi. Nello stesso tempo fu designato membro dell'Esecutivo del Partito d'Azione, ma dopo I'8 settembre passò in Svizzera, da dove rientrò a Milano nei giorni della Liberazione.

Secondo dopoguerra

Designato membro della Consulta nazionale (aprile 19451.6.1946), Rossi venne chiamato a far parte del governo Parri come sottosegretario

Ernesto Rossi negli anni giovanili



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 468

Brano: [...]ndo ogni invito a risparmiarsi e ad adottare misure di particolare cautela attorno alla sua persona (assai nota ai fascisti che

lo ricercavano con accanimento), percorse senza tregua tutti i punti dello schieramento partigiano e con Giorgio Agosti, commissario regionale delle formazioni « G.L. », fu il principale artefice del saldo impianto assunto nella regione dalle unità del Partito d’Azione.

Nutrito di spirito europeista nell’accezione federalista, in veste di de

468



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 304

Brano: [...]e dei colonnelli greci (« c’è la minaccia di un colpo di sfèto comunista »).

Da tutto ciò derivano non lievi disagi che si evidenziano con la formazione di tutta una serie di organismi, correnti, proposte. All’atteggiamento gradualistico, tipico dei 6 paesi aderenti alla C.E.E., si contrappone la concezione dei federalisti dell’U.E.F., scissasi dal 1959 nelì'odierno M.E.F. (sovrannazionale e con proposta di Costituente europea) e nell 'Azione federalista europea (A.E.F.).

Linee di condotta diverse in campo economico si riscontrano in alcuni dei paesi facenti parte del Consiglio d’Europa: in risposta al processo in atto nella « piccola Europa », è stata creata una « zona di libero scambio» [E.F.T.A.), senza propositi politici. La Gran Bretagna, principale sostenitrice di questo nuovo organismo, ha tentato un agganciamento alla C.E.E., fino al 1971 frustrato dalla Francia, che a sua volta si dichiara favorevole all’integrazione economica, ma che a livello politico auspica un patto confederale tra Stati, atto a mantenere intatta la sovranità [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 453

Brano: [...]ito liberale e durante l’occupazione tedesca rappresentò il partito stesso nel C.L.N. centrale. Dopo la liberazione di Roma (dal 27 luglio al 25.10.1944) fu ministro senza portafoglio nel primo gabinetto Bonomi; successivamente fu

il primo ambasciatore italiano a Londra, carica che mantenne fino al 1947. Consultore nazionale, eletto all’Assemblea Costituente, rinunciò al mandato per continuare l’attività diplomatica. Sostenitore del Movimento federalista europeo, leader della sinistra liberale, uscì da questo partito per dare vita — nel 1955 — al Partito radicale, di cui fu uno dei dirigenti. Suoi scritti sono frequentemente apparsi sul settimanale « Il Mondo ». Attualmente presiede l’istituto di credito fondiario e la società aerea Alitalia.

Carando, Ennio

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Pettinengo (Biella) nel 1904, ucciso a Villafranca Piemonte (Torino) il 5.2.1945; professore di lettere e filosofia.

Militante comunista, dopo I'8.9.1943 fu tra i primi organizzatori delle formazioni partigiane in Liguria e in Pi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 309

Brano: [...]
Leonida Bissolati Bergamaschi. Giornalista e dirigente politico. N. a Cremona il 20.2.1857, m. a Roma il

6.5.1920. Dall’ambiente familiare e sociale ritrasse una formazione democratica e positivistica. Compagno di studi universitari di Filippo Turati (entrambi si laurearono in giurisprudenza a Bologna nel 1877), gli rimase legato per tutta la vita da una solida amicizia e dalla sostanziale omogeneità delle concezioni politiche. Repubblicano federalista, sulle orme del Cattaneo, passò al socialismo attraverso una viva partecipazione alle lotte politiche e contadine che si svolgevano nel Cremonese all’insegna, più che di nuove acquisizioni teoriche, della critica democratica agli sviluppi della politica italiana.

A partire dal 1894 prese parte alle discussioni e poi alla lotta tra le tendenze del Partito socialista italiano. Diresse VAvanti! dalla fondazione (25.12.1896) al 1904, portandolo via via più nettamente su posizioni riformistiche. Arrestato nel 1898, non fu perseguito in quanto era stato eletto deputato l’anno precedente. Sedette[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine federalista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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